Di Bella

  • Nuovi modelli etici e razionali per la ricerca scientifica

    Il 20 giugno scorso a Telecolor di Roma e a Primarete Lombardia di Milano il prof. Giuseppe Di Bella è stato protagonista di una interessantissima trasmissione riguardante i nuovi paradigmi, etici e razionali, utilizzati per la ricerca scientifica, con particolare riferimento alla ricerca oncologica. La rapida progressione dell’incidenza dei tumori ha indotto il prof. Di Bella a documentare, spiegare e divulgare il progetto terapeutico, il meccanismo d’azione e le sinergie dei fattori relativi ai principi attivi che sono alla base di una reale, scientifica ed efficace prevenzione farmacologica e terapia dei tumori. Sulla massiccia banca dati biomedica a tutt’oggi sono stati pubblicati oltre un migliaio di casi di ammalati di cancro che hanno ottenuto risultati superiori a quelli dei protocolli oncologici nelle stesse patologie. Sono dati di fatto e documenti incontestabili, ma intollerabili per i circoli di potere globali, che temono di esserne delegittimati e di perdere potere e credibilità. Essi pretendono l’assoluto ed esclusivo monopolio della gestione della salute e della vita della gente. Le qualità scientifiche del metodo Di Bella nella prevenzione e nella terapia del cancro sono pubblicate e facilmente reperibili sulle maggiori banche dati biomediche, ma la loro valorizzazione ne è vietata. E’ indubbio che l’esponenziale incremento della diffusione del cancro rappresenta la più evidente prova del totale fallimento delle attuali misure di prevenzione, così come i gravi limiti della terapia medica del cancro sono certificati dai milioni di morti ogni anno e dal dato reale che malgrado i continui annunci di gradi progressi, ancora oggi la prima causa assoluta di morte nelle donne, in tutto il mondo, è il cancro al seno. Se la terapia medica del cancro fosse in grado di guarire i tumori solidi, certamente non avrebbe ragione di esistere la chirurgia oncologica, che oggi rappresenta l’unica efficace misura terapeutica in grado di salvare una certa percentuale di ammalati. Significative le pubbliche dichiarazioni del premio Nobel, Prof.Randy Schekman: “la ricerca in campo scientifico non è affatto libera, ma in mano ad una cerchia ristretta (la cosiddetta “Comunità scientifica”). Almeno il 50% dei dati medici è corrotto”. Questa realtà è stata documentata da Richard Horton, caporedattore di Lancet, una delle più prestigiose riviste mondiali di medicina: “Gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere dichiarata semplicemente falsa. La scienza ha preso una direzione verso il buio”. Anche Marcia Angell, per 20 anni caporedattrice di un’altra delle massime testate scientifiche internazionali, il New England Medical Journal, ha dichiarato “Semplicemente non è più possibile credere in gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata…”. Horton e la Angell, grandi esperti a livello mondiale, non sono pericolosi complottasti, o biechi populisti, ma le rare, forse le ultime voci che all’onestà intellettuale associano una grande cultura e rilevanti meriti scientifici. Le evidenze e le scoperte scientifiche che non arricchiscono non sono pubblicate. Le grandi riviste biomediche rifiutano la pubblicazione di una rilevante quantità di dati scientifici definitivamente acquisiti, certificati e incontestabili, che non sono trasferiti nella clinica, che non sono inseriti nei prontuari, nelle linee guida, nei protocolli. Per questo, malgrado una vastissima e autorevole letteratura dimostri quanto la proliferazione cellulare tumorale sia strettamente dipendente dall’interazione tra Prolattina e Ormone della crescita e da fattori di crescita GH dipendenti, né il suo antidoto naturale, la Somatostatina, né gli inibitori prolattinici, sono inseriti come antitumorali nei prontuari, in quanto produrrebbero se non un crollo, un grave ridimensionamento dei fatturati oncologici. Per superare queste incongruenza e l’attuale grave stallo nella terapia del cancro e affrancare la ricerca scientifica e la pratica medica dall’esasperata logica del profitto, è necessaria una rivoluzione copernicana dei parametri di valutazione dei risultati clinici e dei paradigmi della ricerca, che ora sono invece programmati e pianificati per perpetuare l’attuale asservimento ai circoli di potere che gestiscono il farmaco, la vita e la salute delle persone. Negli Stati Uniti diversi docenti e ricercatori stanno incominciando a condividere il metodo Di Bella, ad accettare la necessità di una multi-terapia oncologica e la demolizione degli attuali paradigmi e programmi di ricerca. Questi stessi circoli accademici Usa, ricercatori e docenti universitari, hanno preso piena coscienza del grave e intollerabile inquinamento della scienza e hanno diffuso un film-documentario sul fallimento degli attuali protocolli oncologici che non tengono presente la base del ragionamento scientifico, l’esame, l’attenta valutazione del dato di fatto, della realtà. A distanza di quarant’anni, il film conferma pienamente, condivide e spiega le reali ragioni del fallimento della ricerca e della terapia oncologica denunciate a suo tempo dal Prof Di Bella. Diversi sono gli accademici intervistati e tutti riprendono e confermano tesi allora sostenute dal professore italiano.

    La Storia è piena di scoperte scientifiche che sono state censurate per le ripercussioni sullo status- quo predominante. Sono state ricordate quelle di Semmelweis (disinfezione e sterilità), di Pettenkofer (vibrioni del colera), di Barry James Marshall, Nobel della medicina nel 2005 (proprietà cancerogene dell’elicobacter). Sono state anche menzionati i blocchi della ricerca da parte dei comitati etici, se la ricerca compromette i fatturati delle multinazionali. Per quanto riguarda i trials clinici sui nuovi farmaci gli accademici intervistati sono unanimi nel dichiarare che sia necessaria una riforma delle regole, sia per i lunghi tempi, che sul primo utilizzo in pazienti terminali, proprio come fu fatto nella sperimentazione sul Metodo Di Bella nel 1998. Questa concezione terapeuticabiologica fisiologica e razionale, oggi rivalutata e riscoperta, fu creata oltre quarant’anni fa dal prof Di Bella e così da lui  enunciata: “L’essenziale sta nell’attivare tutti gli inibitori dei noti fattori di crescita alle dosi e con tempestività e tempi opportuni. Il protocollo MDB è nato in quest’atmosfera, quella della vita e non dell’intossicazione e morte delle cellule, metodo che asseconda ed esalta le reazioni vitali, senza ricercare con precisione statistica le dosi più opportune per uccidere.  Il tumore (dagli stadi iniziali, pretumorali, alle fasi avanzate, metastatiche) è deviazione dalla vita normale, per cui occorre riportare le reazioni deviate alla norma, attraverso l’esaltazione di tutti quei mezzi che la Fisiologia considera essenziali per la vita. La premessa della sua concezione è considerare il cancro come forma di vita, da lui definita “potente, prepotente, parassitaria, anarchica…” “…non esiste né esisterà alcun trattamento chemioterapico citotossico (né monoterapia) in grado di guarire un tumore solido, ma unicamente un Metodo, una multiterapia razionale e biologica, un complesso di sostanze sinergiche e fattorialmente interattive, singolarmente dotate di attività antitumorale atossica, che sequenzialmente o contemporaneamente agiscano centripetamente sulla miriade di reazioni biologiche della vita tumorale, riconducendo gradualmente alla normalità le reazioni vitali deviate dal cancro…”

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