dissesto idrogeologico

  • Il dissesto in Italia costa 7 miliardi all’anno

    Il dissesto idrogeologico costa in media all’Italia 7 miliardi di euro all’anno. Senza tenere conto dei morti, che non hanno prezzo. Ma solo i danni materiali, arrivano a quella cifra, secondo la Protezione civile. Di queste perdite, il 10% viene indennizzato dallo Stato, a seguito delle dichiarazioni di stato di calamità. Il restante 90%, non lo rimborsa nessuno. “In Italia, per ogni euro speso in prevenzione del rischio idrogeologico, se ne spendono cinque in interventi di emergenza – ha spiegato all’Ansa Massimo Gàrgano, direttore dell’Anbi, l’associazione dei consorzi di bacino (gli enti pubblici per la gestione dei bacini idrografici) -. Non riusciamo a far capire che bisogna fare scelte definitive sulla prevenzione e la manutenzione. Si stanziano risorse, e poi le si affidano a una burocrazia che impedisce di fare le cose. L’Italia è un paese fatto di vincoli, ne basta uno e un corpo dello stato ti blocca. E poi il prezzo lo pagano i cittadini”.

    “A Senigallia – ha detto il direttore dell’Anbi – non sono stati rimossi dei tronchi dal letto del fiume perché erano stati toccati dall’acqua salata del mare, e quindi non si sapeva se andavano smaltiti in una discarica o in un’altra. Nel frattempo non sono stati portati via, e alla fine hanno bloccato il deflusso”. E poi ha aggiunto: “Abbiamo progetti pronti per 858 interventi, già cantierabili, per oltre 4 miliardi di euro, ma non se ne fa niente. Fra questi interventi, c’è un «piano laghetti” con 254 progetti per nuovi invasi, per 3,5 miliardi. Servirebbero non solo a raccogliere acqua per i tempi di siccità, ma anche a dare sicurezza idraulica”.

    Il riscaldamento globale ormai non è più solo una cosa da scienziati in tv o da ragazzini in corteo. E’ una cosa che gli italiani hanno cominciato a toccare con mano: con il caldo asfissiante e la siccità di questa estate, con il crollo della Marmolada, adesso con l’alluvione nelle Marche. Coldiretti parla di 3 miliardi di danni all’agricoltura. Legambiente prevede un crollo dell’8% del Pil a fine secolo, se non si prendono provvedimenti. Le temperature medie sono già salite di 1 grado dai livelli pre-industriali. Se arriveranno a +2 (e potrebbe avvenire già il prossimo decennio), Legambiente calcola che la produzione agricola italiana potrebbe ridursi di 12,5 miliardi di euro (0,7% del Pil), o di 30 miliardi di euro (1,9% del PIL) con una temperatura in aumento di 4°C. Con +2 gradi, il turismo in montagna perderebbe fino a 1,5 milioni di pernottamenti all’anno.

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