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  • Dazi dell’Ue sulle biciclette elettriche made in China

    L’Unione europea ha imposto dazi addizionali totali sulle e-bike cinesi che vanno dal 18,8% al 79,3%, come ha reso noto Moreno Fioravanti, segretario generale della European Bicycle Manufacturers Association (EBMA), da una cui denuncia nel 2017 scaturì un’indagine della Commissione europea, che ha portato alla decisione di introdurre dazi antidumping (la cui misura varia a seconda della collaborazione prestata dalle vari società di produzione cinese all’indagine di Bruxelles) ai dazi già in vigore per le importazioni dal Paese del dragone.

    Secondo l’EBMA, la crescita esponenziale della vendita di biciclette elettriche cinesi in Europa rischiava di mettere in ginocchio la produzione europea. “La Commissione ha ascoltato le richieste dei sindacati europei, dei produttori di biciclette, delle piccole imprese e dei ciclisti per fermare il dumping delle e-bike cinesi. Dopo un’indagine approfondita – spiega Fioravanti -, la Commissione europea ha stabilito che i produttori cinesi importano le biciclette elettriche a prezzi predatori per conquistare quote di mercato dell’UE e ricevere sussidi illegali dal governo cinese”.

    Secondo i calcoli di EBMA le misure dell’UE proteggeranno oltre 800 piccole e medie imprese europee e 90.000 posti di lavoro e porteranno alla creazione di oltre 4.500 nuovi posti di lavoro europei già nella prima metà del 2019 e alla fabbricazione di 900.000 e-bike quest’anno. “L’elevato numero di produttori di biciclette dell’UE – dice Fioravanti – garantirà una competitività e ambiente innovativo, che offre ai consumatori europei un portafoglio ampio e diversificato di biciclette a pedalata assistita, in tutte le fasce di prezzo”.

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