Famiglie

  • Quasi 3 italiani su 10 hanno bisogno di aiuto economico da parenti

    L’Osservatorio Mensile Findomestic (Gruppo Bnp Paribas) ha rilevato che negli ultimi anni quasi 3 italiani su 10 (29%) hanno ricevuto un aiuto economico dalla propria famiglia, la maggior parte (23%) in modo ricorrente, soprattutto per pagare le bollette e la spesa alimentare; il 10%, invece, ha ricevuto un sostegno economico una tantum dai propri familiari sotto forma di prestito, donazione di denaro o di beni importanti. Sono soprattutto i genitori (60%) a prestare aiuto e in percentuale minore (13%) fratelli o sorelle. «L’analisi di febbraio – commenta Claudio Bardazzi, Responsabile Osservatorio Findomestic – evidenzia una situazione economica che per il 40% delle famiglie italiane continua a essere “molto” o “abbastanza” problematica. Oltre la metà (52%) negli ultimi 3 mesi non è riuscita a risparmiare nulla del reddito guadagnato e l’inflazione rimane saldamente la preoccupazione principale di 6 italiani su 10. In questo quadro, secondo la nostra ultima indagine, l’aiuto familiare, spesso intergenerazionale, si rileva fondamentale per 3 famiglie su 10».

    Gli ecoincentivi per le auto a motore termico a basse emissioni (i più utilizzati dagli italiani) si sono esauriti in poche settimane frenando le intenzioni d’acquisto di auto nuove (-11,5%) e trascinando al ribasso (-8,3%) la propensione media all’acquisto degli italiani per i prossimi 3 mesi. Come rilevato dall’Osservatorio Findomestic, quello della mobilità (anche la propensione all’acquisto di auto usate e motoveicoli è in calo, rispettivamente del 16,5% e 18,2%) non è l’unico settore che soffre: nell’ambiente domestico flessione a doppia cifra per impianti di isolamento termico (-19,5%) e piccoli elettrodomestici (-11,4%). Arretrano anche i grandi elettrodomestici (-6,3%), i mobili (-4,5%), gli infissi (-2,4%) e le caldaie a condensazione e biomassa (-0,9%). Al contrario risultano in crescita pompe di calore (+8,3%) e impianti fotovoltaici/solari termici (+6,5%). Segno “meno” per la propensione agli acquisti nel comparto tecnologico: fotocamere (-4,7%), tablet (-4,9%), TV (-6,5%), telefonia (-10,2%) e PC (-13,5%). «I consumatori – ha aggiunto Bardazzi – sono proiettati verso la bella stagione: le intenzioni d’acquisto di monopattini (+28%) ed e-bike (6%) crescono così come quelle dei viaggi (+10,8%) che compensano gli andamenti negativi di altri segmenti del settore “tempo libero”: -8,4% per le attrezzature sportive e -6,4% per il fai da te».

  • Le autorità di New York si sostituiscono ai genitori e fanno causa ai social media per danno ai ragazzi

    Facendo ciò che i genitori non hanno ritenuto di dover fare, la pubblica amministrazione della città più orientata al mercato ha fatto causa alle aziende dei social media. Secondo quanto le autorità di New York il dipartimento della salute e la Hospitals Corporations hanno denunciato alla Corte Superiore della California (lo stato dove hanno sede i denunciati), i social media, tra cui TikTok, Facebook, Instagram, Snapchat e YouTube, hanno provocato danni alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti e hanno “alimentato una crisi mentale tra i giovani su scala nazionale a livelli che non si erano mai visti”.

    “New York è la prima grande città americana a compiere un passo di questa dimensione per denunciare direttamente e in modo chiaro il pericolo dei social media” ha dichiarato il sindaco Eric Adams annunciando il ricorso. La denuncia contestata alle società prese di mira di aver “progettato intenzionalmente le loro piattaforme per manipolare e creare dipendenza nei bambini e negli adolescenti”. E contesta alle stesse società di essersi impegnate a procacciarsi clienti: viene infatti loro contestato di compiuto ricerche psicologiche così da rendere le loro piattaforme il più coinvolgenti possibile, per spingere i giovani a passarci sempre più tempo. “Abbiamo visto quanto il mondo online possa creare dipendenza e travolgere, esponendo i nostri figli a un flusso continuo di contenuti dannosi e alimentando la crisi nazionale di salute mentale dei nostri giovani”, ha commentato Adams.

    La commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti nel corso di un’audizione aveva già esposto il problema di fronte agli amministratori delegati di alcune grandi piattaforme di social media. All’evento erano presenti anche i genitori, che hanno condiviso testimonianze sulle esperienze dei propri figli. Ansia, depressione, autolesionismo e in alcuni casi persino il suicidio.  Erano presenti Mark Zuckerberg (Meta), Linda Yaccarino (X) Shou Chew (Tik Tok) Evan Spiegel (Snap) e Jason Citron (Discord).  E Zuckerberg aveva scelto di usare la carta della compassione. Si era alzato in piedi e rivoltosi verso la platea aveva chiesto scusa pubblicamente: “Mi dispiace per tutto quello che avete passato”. “Nessuno – ha continuato – dovrebbe passare attraverso le cose che le vostre famiglie hanno sofferto”.

    New York vuole ottenere un risarcimento. E vuole anche che sia messa in atto una regolamentazione più chiara, che salvaguardi i minori. Ma le aziende hanno respinto le accuse. Meta ha dichiarato: “Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte all’età”. YouTube ha detto di aver creato “servizi e politiche per offrire ai giovani esperienze adeguate all’età”. TikTok ha detto che continuerà a lavorare per garantire sicurezza alla community.

  • L’acquisto dell’auto incide sempre più sul bilancio familiare

    Da un’analisi del Centro Studi AutoScout24, che ha preso in considerazione la media dei prezzi a listino delle 10 auto più vendute in Italia  – escludendo quelle elettriche – è emerso che nel 2003 erano sufficienti 4,7 redditi familiari medi mensili per concludere l’acquisto mentre nel 2023 ne sono necessari 7,7, ossia 2 in più.

    Il prezzo medio delle 10 auto più vendute, nell’arco di questi 20 anni, è passato da 10.590 euro a 21.040 euro: stiamo parlando del 99% in più. I redditi familiari netti sono aumentati, però, in una misura nettamente inferiore, passando da una media mensile di 2.243 euro a 2.734 euro: dal 2003 al 2020 sono cresciuti del 21,9%. Chi invece ha intenzione di acquistare un’auto elettrica, deve accantonare almeno 12,8 mensilità: la spesa si attesta intorno ai 35.130.

    Il costo di un’auto nuova è quasi raddoppiato negli ultimi vent’anni – spiega Sergio Lanfranchi del Centro Studi di AutoScout24 -. Una situazione verificatasi sicuramente per via di molti fattori, fra cui i nuovi investimenti in Ricerca & Sviluppo e l’incessante integrazione di nuove tecnologie sui veicoli in vendita, che sono andate a migliorare e ottimizzare anche le auto di livello base, fornendo quindi al consumatore una scelta sempre più premium anche nei livelli più a buon mercato. Inoltre le auto di oggi hanno molte più funzioni dedicate alla salvaguardia dei passeggeri, molte delle quali sono oggi una dotazione irrinunciabile.

    Il 2022 non è stato un buon anno per il mercato delle auto in Italia. Secondo i dati di Unrae, l’anno scorso si è chiuso con 1,3 milioni di auto vendute: è il minimo storico degli ultimi 44 anni. Per il 2023, purtroppo, le prospettive non sono migliori: è previsto un rialzo delle vendite che, comunque, dovrebbe attestarsi a 1,4 milioni. Siamo sempre vicini al minimo.

    L’unica nota positiva, invece, arriva dal noleggio a lungo termine. Nel corso del 2022 questo canale di vendita è risultato essere particolarmente dinamico. Ed è stato, tra l’altro, l’unico a registrare un andamento positivo: +14,6%. Per quanto riguarda le nuove auto immatricolare siamo davanti ad un calo: -23,2%. Stesso discorso per il noleggio a breve termine: -17,1%.

    Risultato della scarsa capacità degli italiani di cambiare auto è che il parco vetture circolante è piuttosto vecchio e i veicoli sono molto inquinanti ed insicuri. L’Ispra ha elaborato un rapporto che mette in evidenza che in Italia le auto hanno un’età media di 12 anni e 2 mesi. L’età della rottamazione, invece, sale a 17 anni e 5 mesi. Le vetture ante euro 5 rappresentano qualcosa come il 53% del parco circolante: si tratta di 21 milioni di auto con un’età superiore a 14 anni. Non vanno bene nemmeno gli autobus, che hanno un’età media di 12 anni, e i veicoli industriali che sono destinati alla logistica e all’home delivery, che mediamente hanno 13 anni e oltre. L’Italia, in questo momento, risulta di conseguenza ancora molto lontana dagli obiettivi fissati dall’Unione europea circa la riduzione della CO2.

  • Al via il bando per creare il reparto di pediatria più accogliente del mondo

    Realizzare «il reparto di pediatria più bello e accogliente del mondo». È la grande sfida di Fondazione De Marchi – ente non profit impegnato a migliorare la qualità della vita dei pazienti pediatrici e dei loro genitori – che ha lanciato un bando da un milione di euro per trasformare gli spazi pediatrici del Nuovo Policlinico di Milano, che sarà ultimato entro il 2024, in ambienti accoglienti e a misura di bambino, al fine di ridurre al minimo lo stress emotivo e psicologico dei pazienti e dei loro genitori. I fondi stanziati per il bando sono stati raccolti grazie alla generosità dei sostenitori dell’organizzazione.

    Il bando, aperto fino al 30 ottobre, è rivolto ad architetti, designer, scenografi, progettisti multimediali e aziende, che sono chiamati a realizzare un progetto volto ad “umanizzare” uno spazio di oltre 12mila metri quadrati distribuito su tre piani, per creare ambienti capaci di aumentare il benessere dei bambini e dei loro familiari, per cui sono previste sia zone di incontro e relax sia spazi per lo smart working.

    Gli interventi, in particolare, riguarderanno le aree pediatriche del Nuovo Policlinico di Milano: gli spazi di degenza (88 posti letto), l’atrio di ingresso, il pronto soccorso pediatrico, la terapia intensiva pediatrica, il collegamento tra il reparto di pediatria e il giardino terapeutico. In particolare, sono previste sale dedicate all’attività didattica, spazi gioco e luoghi di incontro per pazienti e genitori dotati di giochi, libri e dispositivi tecnologici. Tutti gli ambienti condivideranno una narrazione e un unico progetto creativo e verranno utilizzate soluzioni multimediali, come speciali installazioni e percorsi di realtà aumentata sia statiche per accogliere, stupire e accompagnare i bambini in ogni tappa del loro percorso di cura.

    Lo spazio pediatrico, insieme al reparto Maternità, costituirà uno dei due blocchi di 7 piani, uniti da un blocco centrale di 3 piani, del Nuovo Policlinico di Milano. Il progetto – che vede tra i firmatari Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra – prevede un grande spazio nel cuore di Milano in cui saranno realizzati percorsi di cura dedicati e un parco sopraelevato, che costituirà un grande “polmone” verde.

    Le nuove aree pediatriche saranno un punto di riferimento nazionale per i bambini bisognosi di cure mediche. La Lombardia è, infatti, tra le regioni maggiormente coinvolte nell’accoglienza di pazienti costretti a spostarsi per motivi sanitari.

  • Dal viaggio alle mete: il 70% dei viaggiatori italiani sceglie la sostenibilità

    Risulteranno sempre più decisive le scelte di viaggio sostenibili, nel 2023 per oltre il 70% dei viaggiatori italiani, europei e americani, incidendo nella selezione delle mete di più di 200 milioni di presenze turistiche nel nostro Paese. L’Italia si conferma inoltre un brand consolidato e tra le destinazioni più gettonate in Europa: primo per intenzioni di viaggio (47% quasi un viaggiatore su 2) e attrattività (in particolare per i britannici, col 54%, e gli americani, col 47%, con un vantaggio rilevante verso i competitor diretti Francia e Spagna).

    A indicare le nuove tendenze di un settore in ripresa, e che punta a superare i valori pre-pandemici del 2019, è la terza edizione dell’indagine Comunicazione, media e turismo. Realizzata dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (CeRTA) e Cattolica per il Turismo, in collaborazione con Publitalia ’80 (autori Massimo Scaglioni, Vincenzo Zulli e Matteo Cardani) la ricerca è stata illustrata a fine maggio all’Università Cattolica, presente la ministra del Turismo Daniela Santanchè.

    Dai dati risulta che il 2022 per l’Italia è stato un anno di avvicinamento dei flussi turistici quasi ai livelli pre-pandemia, trainato soprattutto dalla domanda interna, ma anche da una forte accelerazione di quella estera. Le presenze italiane (95%) e straniere (90%) infatti sono state rispettivamente vicine ai livelli del 2019. Già nel 2022 il saldo positivo della bilancia turistica nazionale, con un surplus pari allo 0,9% del Pil, è tornato a essere un settore strategico per l’economia nazionale. In prospettiva, il 2023 sarà l’anno del sorpasso sul 2019, visto che l’81% degli intervistati in Italia, Europa e Usa afferma che nell’anno viaggerà come o più del 2022 (con un incremento di 6 punti rispetto al 75% relativo a quanto dichiarato per l’anno 2021).

    I viaggiatori stanno mostrando inoltre una robusta capacità di adattamento rispetto alle attuali preoccupazioni e problematiche che si verificano a livello mondiale (crisi economica, guerra in Europa). Non si rinuncia affatto alla possibilità del viaggio, ma lo si approccia modificando alcune abitudini; in particolare, circa un intervistato su tre afferma che sceglierà destinazioni più economiche (33%), oppure che selezionerà destinazioni e itinerari con maggior precauzione (32%), oppure ancora si accontenterà di destinazioni raggiungibili più facilmente (32%).

    In questa forte ripresa del settore turistico un ruolo strategico sarà giocato dalla sostenibilità e la ricerca delinea come venga percepito il “viaggiare sostenibile” dai turisti internazionali e italiani: non solo attenzione ai temi dell’ambiente ma anche di sensibilità per gli aspetti culturali (produzioni artigianali, prodotti enogastronomici a km 0, tradizioni dei borghi e delle città, bellezze naturali) e per il sostegno dell’economia locale. Ad alimentare la leadership di attrattività dell’Italia fondamentali saranno ancora una volta comunicazione e media audiovisivi. I media, digitali e tradizionali, rappresentano un fattore cruciale nell’attrattività dei territori e nella percezione della sostenibilità dei luoghi: per esempio film, serie, documentari, pubblicità sono indicati dal 51% degli intervistati come canali prevalenti attraverso cui ci si costruisce l’immagine dell’Italia come mèta attrattiva per un viaggio. E l’Italia, per quanto in testa nel ranking delle destinazioni più attrattive per i turisti internazionali, potrebbe ottenere risultati superiori se la comunicazione riuscisse a valorizzare meglio quella dimensione di ‘sostenibilità nativa’ legata al suo patrimonio artistico-culturale.

  • In Italia deficit di 23.000 colf all’anno

    Sempre più famiglie sono in difficoltà nel trovare badanti, baby sitter e colf. Servono fino a 23mila lavoratori domestici non comunitari in più all’anno per rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana, secondo le stime di Assindatcolf. L’associazione dei datori di lavoro domestico chiede al governo di tenere conto di queste esigenze nella programmazione annuale dei decreti flussi.

    Una ricerca, realizzata per l’associazione dal centro studi e ricerche Idos e presentata alla Camera, prevede che sempre più persone avranno bisogno, per l’assistenza familiare, di personale di Paesi extra Ue: nel 2025 saranno oltre 1.400.000 i datori di lavoro che vi punteranno, dai circa 1.328.000 del 2022. In 687mila necessiteranno di badanti e 715mila di colf e altri profili.

    A partire da questi numeri, lo studio calcola un fabbisogno di manodopera aggiuntiva che oscillerebbe, nel triennio 2023-2025, tra 74mila lavoratori, nell’ipotesi mediana, e 89mila lavoratori, nell’ipotesi massima, che tiene conto anche di quanti colf e badanti che andranno in pensione nel frattempo.

    Al netto dei lavoratori di paesi dell’Unione europea, il fabbisogno di manodopera aggiuntiva non comunitaria si attesta tra circa 57mila e 68mila persone per l’intero triennio, per una media annua di 19-23mila nuovi inserimenti dall’estero. Del resto su 961mila lavoratori domestici regolari nel 2021, 672mila erano stranieri (circa il 70%) e tra di loro 514mila provenivano da paesi non comunitari. A questi si aggiungono quelli degli irregolari.

    Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha detto, a margine dell’evento, che è allo studio “un abbassamento delle tasse affinché si ottenga l’emersione del lavoro nero nel settore dei lavoratori domestici». Sul decreto flussi, la richiesta del presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, è che “questi numeri, che bene descrivono il fabbisogno familiare, e non quello delle imprese, possano trovare spazio nell’annunciata nuova programmazione triennale, da cui il comparto domestico è rimasto escluso negli ultimi 12 anni”.

  • Quest’anno le colf costeranno il 9,2% in più alle famiglie

    Datori di lavoro e sindacati non sono riusciti a mettersi d’accordo su un’eventuale dilazione temporale degli incrementi salariali di colf, badanti e baby sitter. E per questo da gennaio le retribuzioni dei lavoratori del settore domestico, adeguandosi all’inflazione, aumenteranno del 9,2%. In base a quanto previsto dall’articolo 38 del contratto nazionale, per i salari minimi del comparto è previsto un adeguamento al costo della vita secondo l’indice Istat all’80% per i salari e al 100% per le indennità di vitto alloggio e le associazioni dei datori di lavoro avevano proposto di scaglionare gli aumenti dovuti agli assistenti familiari nel corso dell’anno, in modo da limitare l’impatto economico dei rincari sui budget familiari.

    Una badante formata convivente livello D super (per una persona non autosufficiente) potrà costare fino a 1.384 euro al mese oltre a 194 euro di indennità e la quota di mensilità aggiuntive quali tredicesima e Tfr. Le variazioni sono in vigore dall’1 gennaio 2023 e dalla stessa data vanno aggiornati anche i valori dei contributi che secondo l’Assindatcolf dovrebbero crescere di circa l’8%.

    Per una badante non formata di persona non autosufficiente ci vorranno almeno 1.120 euro al mese oltre a quote di tredicesima e Tfr mentre per il livello A (assistente familiare generico convivente, ad esempio addetto alle sole pulizie) basteranno 725 euro. Se si ha bisogno di una baby sitter o di una assistente di persone autosufficienti (livello BS) la retribuzione minima contrattuale mensile sarà di 988,90 euro mentre per un assistente con specifiche conoscenze di base (ad esempio un cuoco), livello C ci vorranno almeno 1.054,85 euro oltre alle quote delle mensilità aggiuntive.

    Per i lavoratori domestici non conviventi la retribuzione oraria minima andrà da 5,27 euro per il livello A (colf generica) a 9,36 euro l’ora per l’assistente familiare D super passando per la retribuzione oraria minima per la baby sitter di 6,99 euro. Nel caso di persone non autosufficienti le famiglie dovranno mettere in programma però spese molte più alte perché oltre alla retribuzione per la badante e ai contributi dovranno considerare anche le sostituzione nei giorni di riposo e nelle ferie oltre all’assistenza notturna. Per l’Assindatcolf per la figura professionale più formata e qualificata del comparto la famiglia potrebbe spendere fino a quasi 2mila euro al mese senza considerare le sostituzioni. Dall’Associazione però fanno sapere che la maggior parte dei contratti per le badanti riguardano i livelli CS ovvero quelli per le assistenti che seguono persone non autosufficienti senza avere le abilitazioni per un totale mensile compresi i contributi che supera i 1.500 euro.

  • Il Covid abbatte le adozioni in Italia: solo 680 nel 2021

    Crollano le adozioni in Italia con solo 680 minori stranieri adottati nel 2021, un dato già in calo negli anni precedenti, ma inferiore al 2020 se confrontati, anno in cui a trovare una mamma e un papà erano stati 669 bimbi. Si tratta del numero più basso di sempre e praticamente dimezzato rispetto al 2019, come sottolineato dal rapporto della Commissione adozioni relativo al 2021. La pandemia ha colpito “in maniera devastante” tutti i Paesi ma nel 2020 si registra una “inequivocabile” rottura della serie storica: il numero delle coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri, infatti, è sceso fino a raggiungere appena le 526 unità, ossia 443 in meno dell’anno precedente con una flessione annua del 45,7%. I numeri delle adozioni internazionali, relativi agli anni 2020 e 2021, risentono ancora delle difficoltà globali, date dalle limitazioni alla libertà di movimento delle persone e in taluni casi, dalle politiche di lockdown, messe in atto dai molti Paesi per contrastare la diffusione del virus. Nonostante ciò, il 2021 è caratterizzato da un incremento, anche se lieve, del numero di minori autorizzati all’ingresso e alla residenza permanente nel nostro Paese, pari al 7% rispetto all’anno precedente, numeri che restano comunque lontani da quelli registrati nell’ultimo anno pre-pandemia. Nel 2021 nessuna regione conta più di cento coppie adottive e i valori più alti si registrano in Lombardia (76), nel Lazio (58) e in Toscana (55). Quest’ultima, in particolare, conferma il proprio trend decrescente registrando una variazione pari al 12,7% rispetto al 2020. Se il 2020 aveva visto una significativa flessione, sia dal punto di vista assoluto che in termini relativi, sostanzialmente in tutte le regioni, il 2021, invece, mostra un quadro decisamente più variegato: da un lato, si osservano aumenti consistenti in termini percentuali per diverse aree del Paese, in particolare Molise (+166,7%), Trentino-Alto Adige (+85,7%) e Umbria (+50%) che, tuttavia, partivano da valori assoluti piuttosto bassi; dall’altro, oltre alla già citata Toscana, sono presenti diverse regioni in cui si è registrata una ulteriore notevole flessione, su tutte la Calabria (-35,3%).

  • Il caro-prezzi frena crescita al Sud. E i consumi crollano

    Inflazione più forte, crollo dei consumi, crescita rallentata. Non è un quadro roseo quello del Mezzogiorno d’Italia che emerge nelle anticipazioni del Rapporto Svimez 2022. A cominciare dall’aumento dei prezzi, il cui picco quest’anno potrebbe spingersi al Sud fino all’8,4%, contro il 7,8% del Centro-Nord, con un rientro più lento, nel Meridione, sui livelli precedenti lo “shock Ucraina”.

    Una dinamica tale da impattare fortemente sui consumi, determinandone un crollo nel biennio 2023-2024 insieme a un persistente effetto di erosione del potere d’acquisto di redditi e risparmi. A frenare di più saranno i consumi delle famiglie meno abbienti, decisamente più numerose nel Mezzogiorno che nell’Italia centrosettentrionale.

    Allargando lo sguardo al Pil, dopo la frenata dovuta alla pandemia, l’Italia ha conosciuto una ripartenza pressoché uniforme tra macro-aree. Ma il mutato contesto dovuto alla guerra espone l’economia italiana a nuove turbolenze, allontanandola da una ripartenza relativamente tranquilla e coesa tra Nord e Sud. In altre parole: si riapre la forbice tra Settentrione e Meridione, con una crescita del Pil al Sud, nel 2022, stimata dalla Svimez al 2,8%, contro il 3,6% del Centro-Nord e il 3,4% del Paese. Stesso trend previsto nel 2023: +1,7% nelle Regioni centrosettentrionali a fronte di un +0,9% in quelle del Sud. Nel 2024 invece si manterrebbe un divario di crescita a sfavore del Mezzogiorno di circa 6 decimi di punto: +1,9% al Nord, +1,3% al Sud.

    Non va meglio sul fronte delle imprese, dove lo shock sui costi di produzione si dovrebbe trascinare fino al 2024 incidendo sulle decisioni di investimento. E anche se al Sud prevarrebbe lo stimolo determinato dagli investimenti pubblici, risultano comunque in svantaggio gli investimenti in macchinari e attrezzature. Più in generale le imprese nel Mezzogiorno restano maggiormente esposte alle conseguenze del conflitto in Ucraina e all’aumento dei costi dell’energia, perché è nel Meridione che sono più diffuse realtà imprenditoriali di piccole dimensioni, caratterizzate da costi di approvvigionamento energetico strutturalmente più elevati sia nell’industria che nei servizi. Inoltre, evidenza l’analisi della Svimez, i costi dei trasporti al Sud sono più alti, oltre il doppio, rispetto a quelli delle altre aree del Paese.

    Unica nota positiva, ma da prendere con le molle, quella degli investimenti. Nel 2022 infatti crescono al Sud più che al Nord: +12,2% contro il +10,1%. Ma a trainare sono soprattutto quelli nel settore delle costruzioni, grazie a stimoli pubblici come il superbonus 110% e gli interventi finanziati dal Pnrr. Di contro, nel Meridione, la crescita degli investimenti orientati all’ampliamento della capacità produttiva è inferiore di 3  punti a quella del Centro-Nord: +7% contro +10%.

  • “Piccole Vittime Invisibili”: la campagna per sostenere le vittime dei nuovi media e sensibilizzare i giovani e le famiglie sui pericoli della rete

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’Associazione ProVita e Famiglia

    Daresti un’arma a un bambino di otto anni? Molti genitori lo fanno, senza piena consapevolezza…

    Nei giorni scorsi è diventato “virale” l’intervento di Anna Cucuruto, sovrintendente della Polizia di Stato a Reggio Calabria, che da anni si occupa di cyberbullismo. Si tratta di un suo discorso tenuto in una scuola, davanti a numerosi studenti che l’ascoltavano con estrema attenzione. Nell’aula non volava una mosca.

    L’ufficiale della Polizia aveva avuto a che fare con episodi tragici dovuti all’uso che i bambini e i giovani fanno dei social. Ha detto chiaramente: “Quando i vostri genitori vi danno in mano un telefono, vi stanno consegnando un’arma”.

    Il telefonino nelle mani di un bambino è un’arma la cui potenza lo supera immensamente: molti giovani (e persino bambini) si scambiano foto “sexy” o sessualmente esplicite e poi rischiano di diventare vittime del “revenge porn” (la diffusione senza consenso delle proprie immagini “intime” per spirito di vendetta o comunque per danneggiare). Talvolta, la piccola vittima arriva a togliersi la vita. In altri casi, navigando su internet, il minore incontra falsi amici che poi si rivelano essere adescatori e pedofili. Anche quando non si arriva a fatti criminali, il minore è continuamente confrontato con modelli sessualizzati e irreali, che inducono un senso di insicurezza, bassa autostima, comportamenti sessuali precoci e pericolosi.

    Subito dopo Natale, Pro Vita & Famiglia rilancerà la campagna “Piccole Vittime Invisibili” per sostenere le vittime dei nuovi media e sensibilizzare i giovani e le famiglie sui pericoli della rete.

    Troppe persone sono all’oscuro della gravità e dell’ampiezza del fenomeno.

    L’ufficiale di Polizia ha cominciato a dire agli studenti i nomi dei ragazzi vittime della rete: “Edith, 8 anni e mezzo, si è impiccata in un armadio. Matteo 11 anni, si è impiccato nella sede degli scout. Stefano, 17 anni, si è buttato giù da un ponte. Amanda, 16 anni, ha bevuto la candeggina perché le dicevano «fai schifo». … Ma noi non ce li ricordiamo, li lasciamo al loro trafiletto di cronaca e andiamo oltre: tutto quello che facciamo è mettere un “mi piace”, un “like”….”

    Se tutto questo è già tragico, sappi che internet ha degli aspetti forse ancora più oscuri. Nel docufilm che abbiamo realizzato con Don Fortunato Di Noto, raccontiamo la diffusione abnorme della pedofilia e della pedopornografia online, che raggiunge livelli difficili da comprendere: video di abusi indicibili, perpetrati talvolta persino su neonati; addirittura un mercato di immagini di ecografie, in quanto alcune menti assurdamente perverse vorrebbero sollecitare i loro appetiti snaturati con immagini di bambini ancora nel grembo.

    Davanti a tutto ciò non possiamo rimanere indifferenti.

    Questo mondo oscuro contrasta con la pace e la purezza di Natale, dell’Amore che la Sacra Famiglia manifesta ad ogni persona. Pro Vita & Famiglia ti invita a partecipare alla campagna “Piccole Vittime Invisibili” proprio in questo periodo natalizio, affinché la luce della Natività possa dissipare le tenebre dell’abuso, dell’iper-sessualizzazione dei minori e della violenza agevolati dalla rete e permetterci di aiutare i bambini e le famiglie in pericolo…

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