Finanziamenti

  • L’UE ha finanziato 17 film candidati ai premi al Festival del Cinema di Cannes

    17 film finanziati dall’UE sono in lizza alla 74a edizione del Festival del cinema di Cannes, che ha aperto i battenti il 6 luglio, per la prima volta in presenza dal 2019. Dei 17 film sostenuti dalla sezione MEDIA del programma Europa creativa, cinque saranno candidati alla Palma d’oro: “The Story of my Wife” di Ildikó Enyedi, “Bergman Island” di Mia Hansen-Love, “Compartment No. 6” di Juho Kuosmanen, “Titane” di Julia Ducournau e “Tre Piani” di Nanni Moretti.

    Inoltre, cinque titoli sono stati selezionati per la sezione “Un certain regard” e altri tre per le sezioni “Fuori concorso”, “Cannes Premiere” e “Proiezioni speciali”. I restanti 4 film partecipano alle rinomate sezioni parallele “Quinzaine des Réalisateurs” e “Semaine de la Critique”. I vincitori del festival di quest’anno saranno annunciati sabato 17 luglio durante la cerimonia di chiusura.

    L’UE ha investito oltre 2,1 milioni di € attraverso la sezione MEDIA del programma Europa creativa per lo sviluppo e la distribuzione internazionale di questi film. Le produzioni si inseriranno anche nel contesto dei 30 anni della campagna MEDIA, che celebra il costante sostegno dell’UE all’industria audiovisiva nel corso dei decenni, mettendo in risalto il lavoro dietro le quinte del settore e i frutti dei finanziamenti dell’UE.

    La Commissione parteciperà anche a diversi eventi organizzati nel contesto di Le Marché du Film, tra cui il lancio della campagna “CharactHer”, incentrata sulla promozione dell’inclusione di genere e della diversità nei settori cinematografico e dei mezzi di informazione.

    Fonte: Commissione europea

  • Dalla Commissione un sostegno di 822 milioni di euro a ricercatori e organizzazioni nel 2021 nell’ambito del programma Azioni Marie Skłodowska-Curie

    La Commissione ha annunciato nuovi bandi a sostegno della formazione e dello sviluppo delle competenze e della carriera dei ricercatori nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), il programma faro dell’UE per il finanziamento di dottorati e formazione post-dottorato nel quadro di Orizzonte Europa. I bandi seguono l’adozione del programma di lavoro di Orizzonte Europa 2021-2022. Con un bilancio di 6,6 miliardi di € per il periodo 2021-2027, le azioni Marie Skłodowska-Curie sostengono ricercatori provenienti da tutto il mondo, in tutte le fasi della loro carriera e in tutte le discipline. Attraverso la promozione di programmi di dottorato e post-dottorato di eccellenza e progetti collaborativi di ricerca e innovazione, le azioni favoriranno anche gli istituti, migliorandone l’attrattiva e la visibilità a livello globale e stimolando la cooperazione al di là del mondo accademico, coinvolgendo anche le grandi imprese e le PMI.

    Nel 2021 saranno erogati circa 822 milioni di € attraverso le azioni Marie Skłodowska-Curie nei cinque indirizzi principali del programma di lavoro: le reti di dottorato MSCA attuano programmi di dottorato per la formazione di dottorandi nel mondo accademico e in altri settori, tra cui l’industria e le imprese. Il bando 2021, con una dotazione di 402,95 milioni di €, si apre oggi e termina il 16 novembre 2021; le borse di studio post-dottorato MSCA stimolano il potenziale creativo e innovativo dei ricercatori in possesso di un dottorato e desiderosi di acquisire nuove competenze grazie a una formazione avanzata e opportunità di mobilità internazionale, interdisciplinare e intersettoriale. Potranno beneficiare dei finanziamenti i ricercatori disposti a portare avanti progetti di ricerca di frontiera e innovazione in Europa e nel mondo, anche in ambito non accademico. Il bando 2021, con una dotazione di 242 milioni di € termina il 12 ottobre 2021; gli scambi di personale MSCA sviluppano una collaborazione sostenibile a livello internazionale, intersettoriale e interdisciplinare nel campo della ricerca e dell’innovazione attraverso lo scambio di personale. Questo sistema contribuisce a trasformare le idee in prodotti, servizi o processi innovativi. Il bando 2021, con una dotazione di 72,5 milioni di €, si apre il 7 ottobre 2021 e termina il 9 marzo 2022; COFUND MSCA cofinanzia programmi di dottorato e borse di studio post-dottorato sia nuovi che esistenti negli Stati membri dell’UE o nei paesi associati a Orizzonte Europa con l’obiettivo di condividere le migliori pratiche delle MSCA. Sono comprese la formazione internazionale, intersettoriale e interdisciplinare in materia di ricerca, nonché la mobilità internazionale e intersettoriale dei ricercatori in tutte le fasi della loro carriera. Il bando 2021, con una dotazione di 89 milioni di €, si apre il 12 ottobre 2021 e termina il 10 febbraio 2022; MSCA e i cittadini avvicina gli studenti, le famiglie e il pubblico al mondo della ricerca, principalmente attraverso la Notte europea dei ricercatori. Tale azione si propone di sensibilizzare ai risultati del lavoro dei ricercatori sulla vita dei cittadini, sulla società e sull’economia e promuovere il riconoscimento pubblico della scienza e della ricerca. Intende inoltre stimolare l’interesse dei giovani per i percorsi professionali in ambito scientifico e nella ricerca. Il bando 2022, con una dotazione di 15,5 milioni di €, comprende le edizioni 2022 e 2023 della Notte europea dei ricercatori e si è aperta il 22 giugno con scadenza il 7 ottobre 2021.

    Nell’ambito di Orizzonte Europa 2021-2027, le azioni Marie Skłodowska-Curie porranno maggiore enfasi sulla collaborazione intersettoriale, in particolare tra il mondo accademico e le imprese, nonché su una vigilanza e un orientamento professionale efficaci attraverso i nuovi orientamenti MSCA in materia di vigilanza. Incoraggeranno inoltre comportamenti sostenibili, attività di ricerca e gestione in linea con il Green deal europeo attraverso la Carta verde MSCA.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione approva le modifiche al regime italiano “ombrello” volto ad aiutare le imprese colpite dalla pandemia di coronavirus

    La Commissione europea ritiene che le modifiche all’attuale regime italiano “ombrello” a sostegno delle imprese nel contesto della pandemia di coronavirus siano conformi al quadro temporaneo e ha approvato le misure in conformità delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

    L’Italia ha notificato le seguenti modifiche al regime: i) proroga della durata del regime fino al 31 dicembre 2021; ii) aumento della dotazione finanziaria del regime di ulteriori 2,5 miliardi di euro, da 10 miliardi di euro a 12,5 miliardi di euro; (iii) aumento degli importi limitati degli aiuti, portati rispettivamente a 225 000 euro per le imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli (erano di 100 000 euro), a 270 000 euro per le imprese attive nel settore della pesca e dell’acquacoltura (erano di 120 000 euro) e a 1,8 milioni di € per le imprese attive in tutti gli altri settori (erano di 800 000 euro), in linea con l’ultima modifica del quadro temporaneo; infine, iv) aumento del massimale di aiuto a sostegno dei costi fissi non coperti, portato a 10 milioni di euro per beneficiario (era di 3 milioni di euro). La Commissione ha concluso che il regime, così come è stato modificato, rimane necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro, in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), e con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

    Il regime originario era stato approvato dalla Commissione il 21 maggio 2020.

    Fonte: Commissione europea

  • Aiuti di Stato: un ristoro da 12 milioni di euro per l’editoria specializzata in arte e turismo in Italia

    La Commissione ha approvato un regime italiano di 12 milioni di euro a sostegno dell’editoria specializzata in arte e turismo, ai sensi del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato.

    Il sostegno pubblico assumerà la forma di sovvenzioni dirette per compensare in parte la significativa riduzione delle entrate associate alla vendita di pubblicazioni specializzate in arte e turismo nel 2020, a seguito della pandemia di coronavirus.  Il regime mira infatti a soddisfare il fabbisogno di liquidità dei beneficiari e ad aiutarli a proseguire le loro attività durante e dopo la pandemia.

    La Commissione ha constatato che il regime è conforme alle condizioni stabilite nel quadro di riferimento temporaneo. In particolare, il sostegno i) non supererà l’importo di 1,8 milioni di euro per impresa; e ii) sarà corrisposto entro e non oltre il 31 dicembre 2021. Secondo la Commissione, la misura è necessaria, adeguata e proporzionata per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro, in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

    Fonte: Commissione europea

  • Per cosa vengono dati i miliardi del Recovery Fund

    Niente piani di salvataggio in stile Grecia, ma i 750 miliardi di Next GenerationEu, il piano della Commissione europea per la ripresa economica legata alla crisi del coronavirus meglio noto come Recovery Fund, non arriveranno direttamente e senza condizioni nelle casse dei paesi membri. L’Italia è la principale beneficiaria del fondo di recupero che sarà discusso dai leader il 19 giugno in videoconferenza (anche se non ci sarà un via libera del Consiglio che probabilmente arriverà in un secondo vertice a luglio sotto la presidenza tedesca). Ma i passaggi per accedere ai circa 172 miliardi che la Commissione metterà a disposizione del nostro Paese non sono scontati.

    Per ottenere i fondi gli stati membri dovranno presentare un piano nazionale con una serie di proposte per chiarire su quali settori effettuare gli investimenti e la Commissione ha già chiaramente fatto intendere che gli ambiti privilegiati saranno l’economia verde e il digitale. Bruxelles inoltre, chiede che i fondi siano utilizzati per modernizzare l’economia e renderla più resiliente, una formula che in sintesi significa mettere mano alle riforme strutturali. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis ha detto che “gli Stati membri che vogliono le risorse dal fondo dovranno presentare dei piani, nei quali dovranno far capire con quali riforme intendano incentivare la crescita e rafforzare le loro economie contro le crisi”. “Se non ci sono le riforme, ovviamente non ci saranno neppure i soldi. Questa è una conseguenza logica e così avviene in molti programmi europei”, ha aggiunto Dombrovskis spiegando che i fondi saranno distribuiti in tranche, e che senza il raggiungimento di determinati obiettivi le risorse non arriveranno.  Lo stesso Paolo Gentiloni, ha chiarito che “la Commissione valuterà i piani di riforma dei Governi nazionali per allocare i fondi esaminando se sono in linea con le sfide individuate nel semestre europeo, se contribuiscono a rafforzare crescita, resilienza e coesione e se vanno nella direzione della transizione verde e digitale”. Bruxelles insomma, ha chiarito fin da subito le priorità per l’utilizzo delle risorse messe in campo con il nuovo strumento lanciato dalla Commissione e con il Bilancio pluriennale della Ue se la proposta dell’esecutivo europeo passerà l’esame degli Stati membri.

    Tra le priorità indicate da Bruxelles vi sono:

    • L’economia verde e il digitale. La conversione ‘verde’ dell’economia europea e la digitalizzazione restano le priorità indicate dalla Commissione: la doppia transizione “verso un’Europa verde e digitale rimane la sfida principale di questo generazione”, scrive l’esecutivo Ue nel documento che invita a “investire su vasta scala, nelle energie rinnovabili e soluzioni a idrogeno, trasporto pulito, cibo sostenibile e un’economia circolare intelligente”. Il sostegno che l’Europa concederà agli Stati membri dunque, dovrà essere “coerente con gli obiettivi sul clima e l’ambiente”, così come investire in infrastrutture e competenze digitali per contribuire a rafforzare la competitività e la sovranità tecnologica dell’Unione”. La Commissione stabilisce che il nuovo strumento denominato ‘Recovery and Resilience Facility’ avrà 560 miliardi a disposizione per sostenere investimenti e riforme nel quadro delle priorità strategiche per l’economia verde e digitalizzata e per potenziare la resilienza delle economie. Su questi fondi resta la sorveglianza sulle politiche economiche e di bilancio legate al Semestre europeo.
    • Le politiche di coesione. La Commissione propone una nuova iniziativa chiamata React-Eu per aumentare il sostegno alla coesione, ovvero alle politiche messe in campo alla Ue per ridurre il divario tra le diverse regioni europee e colmare i ritardi delle regioni meno favorite. Attraverso React-Eu, la Commissione propone di mettere in campo 55 miliardi di euro in più per finanziare la politica di coesione fino al 2022. Finanziamenti supplementari saranno previsti nel periodo 2020-2022 per gli attuali programmi di coesione e per il Fondo di aiuti europei agli indigenti. Il finanziamento aggiuntivo sarà assegnato in base alla gravità dell’impatto economico e sociale della crisi, compreso il livello di disoccupazione giovanile e la relativa prosperità degli Stati membri.
    • Maggiori risorse al fondo di transizione per il mutamento climatico. La Commissione propone di fornire un sostanziale finanziamento aggiuntivo di 30 miliardi di euro per il Just Transition Fund, portando il totale a 40 miliardi di euro. I finanziamenti potranno essere utilizzati per alleviare gli impatti socioeconomici della transizione verso la neutralità climatica nelle regioni più colpite, sostenendo ad esempio per la riqualificazione dei lavoratori, l’aiuto alle Pmi per creare nuove opportunità economiche e investire nell’energia pulita e nell’economia circolare. Il meccanismo di transizione sarà sostenuto da 1,5 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell’UE e da 10 miliardi di euro di prestiti da parte della Banca europea per gli investimenti. Complessivamente i pilastri del meccanismo di transizione giusta dovrebbero mobilitare fino a 150 miliardi di euro di investimenti “per garantire che nessuno rimanga indietro durante la transizione verde”.
    • Rafforzamento della sanità, per prevenire crisi. Parte delle risorse messe sul tavolo, secondo la proposta della Commissione, dovrà servire per rafforzare la sicurezza sanitaria e prepararsi “per future crisi sanitarie”. La Commissione propone un nuovo programma che si chiamerà EU4Health dotato di  9,4 miliardi, per “un importante rafforzamento rispetto alle precedenti proposte nell’ambito europeo”. Ci sarà anche un Social Fund Plus, un nuovo programma per garantire che l’Unione sia dotata delle capacità essenziali per “creare un quadro globale per la prevenzione, la preparazione e la prevenzione delle crisi sanitarie dell’Ue, integrando e rafforzando gli sforzi a livello nazionale e il sostegno regionale a sistemi sanitari nell’ambito della politica di coesione”.
    • Rafforzamento della Protezione civile europea. “Una chiara lezione della pandemia è che l’Europa deve essere in grado di reagire in modo più rapido e flessibile alle gravi crisi transfrontaliere, data l’entità della potenziale perturbazione delle nostre economie e società”, scrive la Commissione che ha deciso di rafforzare RescuEU, il meccanismo europeo di protezione civile. La dotazione finanziaria sarà aumentata a 3,1 miliardi di euro, finanziando investimenti nelle infrastrutture di risposta alle emergenze, capacità di trasporto e squadre di supporto per le emergenze.
    • Potenziamento della ricerca scientifica. La Commissione intende destinare un finanziamento al programma ‘Orizzonte Europa’ pari a 94,4 miliardi di euro per aumentare il sostegno europeo alle attività di ricerca e innovazione legate alla salute, per aumentare lo sforzo di ricerca alle sfide come la pandemia di Coronavirus, l’estensione degli studi clinici, misure protettive, virologia, vaccini, trattamenti e diagnostica e traduzione di risultati della ricerca sulle misure di politica di sanità pubblica.
    • Tutela dell’agricoltura. Nel piano della Commissione sono previsti investimenti anche per l’agricoltura: “le aree rurali avranno un ruolo vitale da svolgere nel realizzare la transizione verde”, scrive Bruxelles che propone di rafforzare il bilancio del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale di 15 per sostenere gli agricoltori e le aree rurali nel fare i cambiamenti strutturali necessari per attuare il Green Deal europeo, in particolare per sostenere il conseguimento “degli obiettivi ambiziosi nella nuova biodiversità e strategie Farm to Fork”.
  • 8 miliardi di euro per 100.000 Pmi dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI):

    La crisi di liquidità che sta colpendo le piccole e medie imprese è una delle conseguenze della pandemia di  Covid 19 e le banche non si sentono pronte ad erogare prestiti alle PMI dato il repentino aumento del rischio percepito. La Commissione europea, come da impegno assunto il 13 marzo 2020, ha sbloccato 1 miliardo di euro dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) a titolo di garanzia per il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), parte del Gruppo (BEI) Banca europea per gli investimenti. In questo modo il FEI potrà fornire garanzie speciali per incentivare le banche e altri finanziatori a fornire liquidità, per un importo disponibile stimabile in 8 miliardi di euro, ad almeno 100.000 PMI e piccole imprese a media capitalizzazione europee colpite dalle conseguenze economiche della pandemia di coronavirus. Queste le caratteristiche delle garanzie: un accesso semplificato e più rapido alla garanzia del FEI; una maggiore copertura del rischio (fino all’80% delle perdite potenziali sui prestiti individuali rispetto al consueto 50 %); un’attenzione particolare al capitale di esercizio in tutta l’UE; la concessione di condizioni più flessibili, quali proroga, nuova rateizzazione o sospensione dei crediti.

    La Commissione europea  e il gruppo BEI continueranno a lavorare per mettere a punto ulteriori misure e utilizzeranno tutti gli strumenti a loro disposizione per aiutare a contrastare la pandemia di coronavirus e le sue conseguenze economiche.

    Le PMI potranno rivolgersi direttamente alle loro banche e finanziatori locali partecipanti al programma, il cui nominativo sarà disponibile sul sito www.access2finance.eu

  • La metastasi finanziaria

    Da oltre un mese il governo ha sempre confermato la piena disponibilità ad accedere ai finanziamenti fino a 25.000 euro o ad una cifra pari al 25% del fatturato senza valutazione patrimoniale e quindi direttamente disponibile nel conto corrente. Al di là della sconcertante tempistica per l’evasione di queste pratiche tale volontà governativa avrebbe dovuto fornire liquidità alle imprese dopo oltre sessanta  giorni di assoluto lockdown ed interruzione dei flussi di cassa.

    A tutt’oggi solo una minima parte di questi finanziamenti risultano erogati mentre per quelli già resi operativi la criticità emerge sino ad assumere i connotati di una vera e propria truffa. A fronte di una richiesta di 20.000 euro o il 25% del fatturato di una partita IVA la quale aveva già precedentemente un accordo con l’istituto bancario per un fido di 10.000 il finanziamento complessivo che viene accreditato sul conto risulta dalla differenza tra l’ammontare, cioè 20.000 euro, ed il fido preesistente. Questa operazione rappresenta una vera e propria truffa in quanto il finanziamento dello Stato può essere utilizzato per far fronte alle scadenze che da oltre 60 giorni attendono di essere evase ma non per coprire posizioni finanziarie precedentemente debitorie.

    In altre parole, gli Istituti bancari con il tacito consenso o peggio la complice ignoranza del governo utilizzano il finanziamento erogato per assicurare tutti i rientri dai fidi drenando di conseguenza buona parte di quella liquidità che lo Stato con grande fatica ha messo a disposizione come espressione per un reale e consistente incentivo alla ripresa economica.

    Questa situazione rappresenta un vero e proprio “golpe finanziario” in quanto le risorse immesse nel circuito e destinate a dei soggetti economici vengono drenate dal sistema bancario per sanare le proprie criticità. In un simile contesto risulta paradossale il fatto poi che qualora si dovesse accedere nuovamente ad un fido si pagherebbero degli interessi aggiuntivi a quelli sulla erogazione della liquidità dello stato.

    Quindi l’erogazione risulta utilizzata sostanzialmente dagli Istituti bancari per criticità finanziarie pregresse ma non per servizi alle imprese. Una truffa che rappresenta l’ennesima conferma di una complicità, se conosciuta, o ignoranza, nel caso opposto, da parte del Governo e di una inaudita disonestà da parte del sistema bancario.

    A queste condizioni il nostro Paese è destinato alla metastasi economica.

  • Italia prima nella Ue per finanziamenti dalla Bei

    L’Italia è di gran lunga il primo beneficiario della finanza Bei, la banca europea degli investimenti: 11 miliardi nel 2019 con un +14% rispetto al 2018 per 34 miliardi di investimenti sostenuti. Nel dettaglio si tratta di 9,7 miliardi di prestiti e 1,4 miliardi di equity e garanzie, questi ultimi attraverso il Fondo Europeo degli investimenti presieduto dall’italiano Dario Scannapieco che è vice presidente della Banca europea degli investimenti.

    Nella sostanza al nostro Paese che l’anno scorso si divideva il podio con la Spagna è andato il 17,3% dei 72,2 miliardi di finanziamenti della Bei l’anno scorso (+12,5%), spalmati su 143 operazioni domestiche. Mentre negli ultimi 10 anni, tra prestiti e investimenti, sono arrivati all’Italia 102 miliardi di nuova finanza per 277 miliardi di progetti. Grande sostegno alle Pmi con 41 miliardi dal 2010 ad oggi. Alle piccole e medie imprese italiane è andato il 18% del totale Bei nel settore. Nel 2019 le Pmi finanziate ammontano a 44.600 per 735mila posti di lavoro sostenuti. Nel decennio sono state oltre 309 mila per 6,5 milioni posti di lavoro.

    Bei ha inoltre proseguito l’impegno per i grandi gruppi con un nuovo target relativo alle imprese più piccole e più innovative come De Cecco a cui sono andati 13 milioni per migliorare la capacità produttiva o Molmed che ha ricevuto 15 per la ricerca e sviluppo nelle terapie geniche anticancro e contro malattie rare.

    Grande attenzione poi alla sostenibilità con una la Bei sempre più impegnata in progetti green la cui quota di finanziamenti salirà a livello continentale al 50% nel 2025 (dal 31% del 2019) Nel 2019 in Italia, nell’ambito di partnership con il sistema bancario sono stati finanziati 640 milioni per combattere il cambiamento climatico, 250 milioni per l’economia circolare e 400 milioni per l’agrieconomy. Grande attenzione anche alla Pubblica amministrazione e ai cittadini. Tra gli interventi messi in atto su tutti il piano scuola con 1,2 miliardi per gli edifici.

    L’Italia è infine il secondo Paese in Europa a beneficiare degli investimenti del Piano Juncker con il 15,2% del totale. Dal 2015 al 2019 sono stati attivati 458 miliardi di investimenti su 500 miliardi previsti in tutta Europa pari al 92% del totale. All’Italia sono stati erogati 11,3 miliardi di euro di finanziamenti. Il totale degli investimenti sostenuti nel periodo è pari a 69,7 miliardi.

     

  • La BEI supporta gli investimenti di MolMed in ricerca, sviluppo e produzione di terapie avanzate per il trattamento di cancro e malattie rare

    La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e la società biotech MolMed S.p.A. (MLMD.MI) hanno firmato un accordo di finanziamento che consentirà a MolMed di disporre per i prossimi anni di una linea di credito fino a 15 milioni di Euro, soggetta al raggiungimento di una serie di criteri di prestazione condivisi, che sosterranno il piano di sviluppo finalizzato alla crescita sostenibile della società biotecnologica.

    MolMed è un’azienda biotech basata a Milano focalizzata su ricerca, sviluppo, produzione e validazione clinica di terapie geniche e cellulari per la cura di cancro e malattie rare.

    Il finanziamento ha la garanzia del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI), pilastro centrale del piano Juncker.

    La Banca garantirà un contributo importante ai piani di sviluppo di prodotti e processi innovativi di MolMed, con l’obiettivo di sostenere la continua crescita della società e la valorizzazione del potenziale ancora inespresso del suo business. Soddisfatto il Commissario Europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni che ha sottolineato come la Commissione continuerà a finanziare la ricerca, lo sviluppo e gli studi clinici per le aziende biotecnologiche perché solo l’innovazione può essere vitale per tanti cittadini europei”.

  • L’Unità non è Radio Radicale, Conte userà i soldi dei contribuenti per pagarne i debiti

    Arriva il reddito di cittadinanza anche per l’Unità. Il governo Conte ha infatti incassato senza presentare appello tre sentenze del tribunale di Roma che la condannano a pagare alle banche creditrici i debiti di Unità spa, la società editrice dello storico quotidiano del Pci fondato da Antonio Gramsci. Il quotidiano non va in edicola da oltre due anni, ma diversamente da quanto accaduto per Radio Radicale la maggioranza di governo (nella quale il M5s ha rimpiazzato la Lega col Pd) non ha battuto ciglio di fronte alla somma di 86,1 milioni di euro di soldi, pubblici e del contribuente, che ora dovrà versare. La condanna che il governo ha incassato senza fare ricorso nasce dalla garanzia che, Massimo D’Alema premier, Palazzo Chigi assunse il 5 febbraio 2000, riguardo ai debiti che già allora affliggevano la testata. Le banche accettarono quella garanzia, anche per il vasto numero di immobili di proprietà del partito, e metà dell’importo da saldare venne pagata facendo ricorso alle entrate del finanziamento pubblico ai partiti. L’altra metà è invece rimasta in sospeso, mentre il patrimonio dei Ds andava disperso (anche per lo scioglimento dei Ds stessi nel Pd) e le banche hanno quindi agito per via giudiziaria, vedendosi riconosciute le proprie ragioni. A dispetto del processo eterno che entrerà in vigore dall’1 gennaio con l’abolizione della prescrizione, nonostante la manifestazione degli avvocati davanti alla Cassazione nei giorni scorsi, il premier – di professione avvocato – non ha ritenuto il caso di oberare ulteriormente la giustizia italiana in merito all’esborso che ora dovrà sostenere con i soldi di quei contribuenti di fronte ai quali si vanta di aver ridotto la tassa sulla plastica dopo essere stato quello che l’ha creata ex novo.

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