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  • Ue, Russia e Ucraina a confronto sulle forniture di gas

    Nuovo round di colloqui trilaterali tra Unione europea, Mosca e Kiev a Bruxelles sul transito del gas attraverso l’Ucraina. In agenda, le questioni del prezzo del gas, dei volumi, della durata e del quadro giuridico, con l’obiettivo di raggiungere un nuovo accordo sulle forniture il prima possibile. Il contratto esistente tra Mosca e Kiev scadrà infatti alla fine del 2019, e si vuole scongiurare che la Russia chiuda definitivamente il passaggio di idrocarburi attraverso l’Ucraina, lasciando i cittadini ucraini senza forniture.

    “Sono passati esattamente sei mesi da quando ci siamo incontrati in questo formato per la prima volta a Berlino, da allora si sono svolti un paio di colloqui a livello di esperti ed è tempo di fare un bilancio e discutere la via da seguire sui parametri chiave concordati – ha sottolineato il commissario Ue all’Energia, Maros Sefcovic -. Abbiamo bisogno di un forte impegno da entrambe le parti”. Al tavolo, oltre a Sefcovic, saranno presenti anche il ministro ucraino degli Esteri, Pavlo Klimkin, il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, e i rappresentanti di Naftogaz per l’Ucraina e Gazprom per la Russia, le due compagnie nazionali del gas. Una portavoce dell’Ue nei giorni scorsi ha negato le voci sulla possibile rinuncia di Gazprom a partecipare.

    Intanto,  il numero uno di Gazprom, Alexey Miller, ha reso noto che la costruzione di un braccio settentrionale lungo 403 chilometri del gasdotto TurkStream sarà completata in Serbia entro la fine del 2019. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa serba Beta, Miller ha specificato che il gasdotto attraverserà il confine tra Bulgaria e Serbia per poi procedere verso Nord, fino al confine serbo-ungherese. Miller ha anche assicurato che tutte le questioni relative al trasporto di gas saranno risolte in linea con la legislazione serba e dell’Unione europea. Ieri, durante una visita ufficiale a Belgrado, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che la Russia è favorevole all’estensione al Paese balcanico del progetto Turkish Stream e che Mosca è pronta a investirvi 1,4 miliardi di dollari. Putin aveva anticipato che il progetto potrebbero essere esteso anche ad altri Paesi europei. Da parte sua, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito che “il gas russo è la migliore opzione” per Belgrado e che la Serbia ha fatto tutto il necessario per garantire l’estensione del gasdotto al territorio serbo.

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