indagini

  • Tornare al rispetto deontologico di ogni professione e a quello dei vivi e dei morti

    In questi giorni molte trasmissioni televisive hanno parlato in modo particolare e reiterato del delitto di Garlasco e di quello di Trieste.

    Non facciamo né i magistrati né gli investigatori ma non possiamo esimerci dal sottolineare come in entrambi i casi vi siano state indagini poco approfondite, spesso superficiali o ritardate nel tempo, con deterioramento dei reperti di vario tipo, indagini assolutamente non complete sia per quanto riguarda l’aspetto tradizionale, controprova di alibi, spostamenti etc, sia per la parte delle indagini scientifiche.

    Mentre ancora si attendono notizie certe di colpevolezza per Trieste, e si attendono i nuovi accertamenti per Garlasco, l’attuale colpevole, a suo tempo condannato, è in carcere ma nuove indagini individuano altri indagati, con l’ipotesi che la vera storia possa essere diversa da come ci è stata raccontata, pensiamo ai famigliari delle vittime.

    Vedere praticamente ogni sera le numerose macchie di sangue di Chiara Poggi, dopo così tanti anni dalla morte, o il corpo impacchettato di Liliana Resinovich pensiamo debba procurare un dolore immenso ai famigliari e riteniamo che sarebbe possibile parlare dei delitti anche senza mostrare continuamente certe immagini.

    Il dovere di cronaca non può diventare una specie di macabra e continua illustrazione delle parti più cruente di questi omicidi.

    Siamo inoltre convinti che coloro che sono consulenti di parte non dovrebbero, contestualmente, rimanere ospiti, come tecnici fissi, di alcune trasmissioni nazionali, la confusione dei ruoli sembra essere una prerogativa dell’attuale società ma la confusione crea un vulnus alla corretta valutazione di ogni evento.

    In un periodo nel quale correttezza e rispetto per il dolore altrui sono banditi in nome dell’audience e della capacità di aumentare il numero di ascoltatori e lettori, mentre notizie vere e false si confondono creando sempre più confusione e malessere, in tutti i campi, vorremmo sperare che a qualcuno venga l’idea di tornare al rispetto deontologico di ogni professione e, specialmente, al rispetto umano degli altri, vivi e morti.

  • La Procura europea porta avanti 350 indagini per danni al bilancio Ue di 4,6 miliardi

    “La Procura europea ha più di 2000 relazioni e questo è solo l’inizio. Attualmente ha più di 350 indagini in corso per un danno stimato al bilancio europeo di 4,6 miliardi di euro”. Lo ha detto la Laura Kovesi, procuratrice capo della Procura europea (Eppo) in audizione alla Commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo. Kovesi ha ricordato che la Procura europea “ha avviato le sue operazioni il primo giugno”. “Recentemente uno dei nostri procuratori si è reso conto che almeno cinque indagini avviate in vari Paesi membri sono collegate tra di loro, riguardano frode all’Iva transfrontaliera e alle dogane. Stiamo identificando tutte le ramificazioni e il danno stimato è al di sopra di mezzo miliardo di euro”, ha spiegato la procuratrice Kovesi.

    “E’ indubbio che c’è un valore aggiunto straordinario garantito” dal lavoro della procura europea. “In ogni Paese membro partecipante abbiamo un ufficio specifico che si occupa solamente della frode europea, che è indipendente dagli uffici di procura nazionali. Cerchiamo di unificare poi l’approccio delle indagini sulla frode in tutti i Paesi”, ha spiegata la numero uno dell’Eppo. “In un caso di frode carosello abbiamo condotto le perquisizioni contemporaneamente in quattro Paesi. Invece che in qualche mese abbiamo condotto queste indagini in poche settimane, conclusa in meno di tre settimane”, ha sottolineato. “Abbiamo dimostrato che le informazioni contenute nel nostro sistema di gestione dei casi ci consentono di creare un collegamento tra i casi nei vari Paesi membri che altrimenti non sarebbero potuto essere verificato”, ha aggiunto Kovesi.

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