Istruzione

  • Accordo da 105 milioni tra Italia e Senegal

    Nel quadro del vertice Italia-Africa, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e il ministro dell’Economia, della pianificazione e della cooperazione del Senegal, Doudou Ka, hanno firmato il “Programma di partenariato Senegal-Italia 2024-2026”, che prevede interventi nei settori prioritari dello sviluppo rurale, dell’occupazione, del settore privato e della formazione professionale, dell’istruzione, dell’ambiente e della digitalizzazione. L’impegno finanziario di 105 milioni di euro, si legge in un comunicato dell’ambasciata d’Italia a Dakar, conferma il sostegno italiano agli sforzi del Senegal per uno sviluppo sostenibile e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare. Attraverso un forte partenariato politico, economico, culturale e scientifico, i due Paesi si impegnano a promuovere la pace, la stabilità, lo sradicamento della povertà e l’emancipazione economica e sociale delle fasce più vulnerabili della popolazione. Il nuovo Programma, sostenuto dalla Cooperazione italiana, conferma questa visione condivisa e questo impegno reciproco, aprendo nuove aree di cooperazione e l’utilizzo dei più moderni progressi tecnologici.

    Il Programma ha l’obiettivo di sostenere il governo del Senegal nell’attuazione del suo piano di sviluppo economico e sociale in modo sostenibile e inclusivo, intervenendo nei settori prioritari dello sviluppo rurale, dell’occupazione, del settore privato e della formazione professionale, dell’istruzione e dell’ambiente, oltre che della digitalizzazione. Mira inoltre a combattere le cause profonde della migrazione irregolare, in particolare creando opportunità di istruzione, integrazione socioprofessionale e prospettive economiche, migliorando la governance del fenomeno e garantendo un ritorno, una riammissione e una reintegrazione efficaci e sostenibili dei migranti. In particolare, il Programma intende contribuire a colmare il divario di competenze dei giovani e dei gruppi più vulnerabili e a sostenere opportunità di lavoro che promuovano la stabilità, la crescita economica inclusiva, la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile, con un approccio teso a massimizzare il potenziale della migrazione come fattore abilitante per lo sviluppo sostenibile della società senegalese.

    Il Programma ribadisce la centralità di un approccio sistemico che vede la partecipazione, accanto agli attori statali, di rappresentanti della società civile, della cooperazione decentrata e del settore privato italiano e senegalese. Determinante anche il ruolo svolto da altri attori delle realtà territoriali italiane (associazioni di migranti/diaspora, università), che fungeranno da indispensabile anello di congiunzione nelle relazioni con le comunità territoriali senegalesi. Il sostegno finanziario sarà fornito principalmente attraverso programmi bilaterali gestiti dai vari ministeri senegalesi attraverso la concessione di un dono per un valore complessivo di 45 milioni di euro ed un credito d’aiuto di un valore complessivo di 60 milioni di euro. Gli impegni multilaterali italiani sosterranno anche le azioni condotte dalle organizzazioni internazionali che operano nei settori interessati.

  • Giornata internazionale dell’istruzione, Borrell: “L’istruzione permette ai singoli e alle società di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo”

    L’istruzione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sono essenziali per conseguire uno sviluppo giusto e sostenibile e contrastare le disuguaglianze attraverso il dialogo, la solidarietà, la comprensione reciproca e la cooperazione, una governance inclusiva, democratica e partecipativa e la parità di genere. Sono fondamentali al tempo stesso per proteggere, sostenere e costruire la pace”. Sono le parole che l’Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell ha espresso in vista della Giornata internazionale dell’istruzione che si celebra il 24 marzo. “L’istruzione – continua – permette ai singoli e alle società di sopravvivere e prosperare e di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo. Insieme alle arti e alla cultura, amplia gli orizzonti, consentendo ai cittadini, in particolare ai giovani, di immaginare, promuovere e costruire futuri diversi”. Ed aggiunge: “Continueremo in particolare ad adoperarci per consentire a tutti i minori e a tutti i giovani, chiunque siano e ovunque si trovino, di accedere all’istruzione, sulla base degli impegni assunti nell’ambito dell’Anno europeo dei giovani 2022. L’UE promuove inoltre l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita per tutti, in linea con l’Anno europeo delle competenze 2023”.  Sottolineando l’importanza che hanno avuto e continuano ad avere progetti come Erasmus+ e DEAR, Borrell afferma come all’interno dell’UE si persegua l’opera di costruzione dello spazio europeo dell’istruzione: “L’iniziativa, che riunisce i 27 Stati membri, mira a creare sistemi universali di istruzione e formazione più resilienti, inclusivi e orientati al futuro, in una prospettiva di apprendimento lungo tutto l’arco della vita. L’istruzione permette ai singoli e alle società di sopravvivere e prosperare e di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo”.

    L’accesso all’istruzione è un diritto umano fondamentale. Nel mondo, tuttavia, oltre 250 milioni di minori e giovani non sono scolarizzati e la maggior parte di coloro che frequentano la scuola non acquisisce competenze di base come la lettura e la scrittura. Occorrono altri 44 milioni di insegnanti qualificati per conseguire l’istruzione primaria e secondaria universale entro il 2030.  L’UE ha aumentato gli investimenti esterni nell’istruzione e si conferma pronta a cooperare da vicino con i paesi partner che rispetteranno i propri impegni. Le istituzioni e gli Stati membri dell’UE forniscono, insieme, più della metà di tutti gli aiuti all’istruzione a livello mondiale, sostenendo il settore in oltre 100 paesi.

    Nel periodo 2021-2027 la Commissione europea destinerà all’istruzione almeno il 10% del proprio bilancio a favore dei partenariati internazionali con l’Africa, l’America latina e i Caraibi, l’Asia e il Pacifico. Nel solo 2023 il sostegno dell’UE è stato di oltre 162 milioni di euro.

  • UE e UNICEF: impegnarsi di più per un’istruzione sicura e di qualità per i minori in situazioni di crisi

    I crescenti livelli di sfollamento e la durata prolungata dei conflitti stanno gravando su minori e giovani in tutto il mondo. Si stima che gli adolescenti e i bambini in età scolastica che necessitano di istruzione siano 222 milioni, 78 milioni dei quali non frequentano la scuola.

    La Commissione europea e l’UNICEF invitano a rafforzare l’impegno collettivo e ad aumentare i finanziamenti pubblici per aiutare i minori in contesti umanitari fragili a restare o a tornare a scuola. L’invito è stato pronunciato durante la conferenza congiunta di alto livello sull’istruzione nelle situazioni di emergenza tenutasi il 22 marzo 2023 a Bruxelles, in concomitanza con il Forum umanitario europeo.

    Nel 2023 l’UE mira a fornire 158 milioni di € a sostegno di progetti per l’istruzione nelle situazioni di emergenza in tutto il mondo.

    L’Unione destina il 10% del bilancio iniziale per gli aiuti umanitari all’istruzione in contesti di emergenza. Lo stesso vale per gli aiuti allo sviluppo: con il 10% del bilancio iniziale stanziato per l’istruzione, l’obiettivo è assicurare una base solida che permetta ai minori di sviluppare i loro talenti e realizzare il loro potenziale.

    Nel periodo 2015-2022 l’UE ha stanziato 970 milioni di € a sostegno dell’istruzione in situazioni di emergenza, a favore di oltre 20 milioni di bambini e giovani.

  • Costruire lo spazio europeo dell’istruzione

    La Commissione ha approvato la relazione sui progressi compiuti per la realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione. La relazione fa il punto sulle iniziative e le tendenze in atto nell’UE per quanto riguarda i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di istruzione e formazione e fissa l’agenda per il 2025.

    Le 40 iniziative in corso a livello di UE comprendono azioni strategiche che spaziano dall’apprendimento misto all’apprendimento per lo sviluppo sostenibile, dalla strategia europea per le università fino ai progetti finanziati dall’UE come le accademie degli insegnanti, la coalizione “Istruzione per il clima” o i centri di eccellenza professionale. Viene inoltre dato seguito ai lavori dei gruppi di esperti, come quelli sulla disinformazione o gli investimenti di qualità, e sono attuate misure per rendere più inclusivi il programma Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà. Grazie all’impegno comune per lo spazio europeo dell’istruzione, queste iniziative stanno rafforzando l’attività degli Stati membri.

    Questo approccio comune, nazionale e dell’UE, si è rivelato particolarmente efficace nella risposta alle nuove problematiche che i sistemi di istruzione e formazione dell’UE hanno dovuto affrontare negli ultimi due anni, vale a dire la pandemia di COVID-19 e l’accoglienza di discenti e insegnanti rifugiati a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Il quadro strategico rafforzato, che riunisce gli Stati membri e i principali portatori di interessi, ha consentito la messa in comune di conoscenze e risorse, la condivisione organizzata di buone pratiche e l’attuazione di soluzioni concrete.

    Nella relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione che accompagna la relazione sono riportati alcuni esempi dei passi avanti fatti verso il conseguimento degli obiettivi a livello di UE, come la diminuzione dell’abbandono scolastico e l’aumento del tasso di istruzione terziaria e della partecipazione all’educazione e cura della prima infanzia. Allo stesso tempo alcuni segnali mostrano che sono necessari sforzi sistemici a più lungo termine per migliorare l’equità nel campo dell’istruzione e affrontare la carenza di insegnanti. Grazie a nuovi indicatori a livello di UE per entrambi gli ambiti, le politiche potranno basarsi su dati concreti e sarà favorito l’apprendimento reciproco.

    Si stima che fra il programma Erasmus+, il dispositivo per la ripresa e la resilienza e i fondi della politica di coesione dell’UE, la spesa totale dell’UE per l’istruzione e la conoscenza tra il 2021 e il 2027 sarà triplicata rispetto al periodo 2014-20. Sarà pertanto essenziale porre l’accento, nei prossimi anni, sull’attuazione, gli investimenti di qualità, l’assorbimento e il monitoraggio attento dei progressi compiuti dagli Stati membri per consolidare le riforme sistemiche e produrre effetti positivi sui discenti, sugli insegnanti, sull’economia e sulle nostre società.

    La Commissione darà seguito alla relazione sull’andamento dei lavori con un processo di revisione intermedia nel 2023, dal quale sarà tratto insegnamento e slancio per il periodo fino al 2025, quando dovrà essere stilata una relazione completa sulla realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione.

  • Investire al meglio nell’istruzione e nella formazione

    La Commissione ha pubblicato la relazione finale del gruppo di esperti sugli investimenti di qualità nell’istruzione e nella formazione, Investire nel nostro futuro: investimenti di qualità nell’istruzione e nella formazione. La relazione degli esperti tratta in particolare di come investire al meglio il denaro pubblico in quattro ambiti principali della spesa per l’istruzione e la formazione nell’UE: insegnanti e formatori, infrastrutture didattiche, apprendimento digitale ed equità e inclusione.

    Il gruppo di esperti individua nei contesti nazionali pratiche promettenti nel settore dell’istruzione e della formazione che possono essere fonti di ispirazione per le amministrazioni e gli istituti di istruzione in tutta l’UE. Tra queste pratiche figurano: iniziative volte a ridurre lo stress professionale degli insegnanti, promuoverne il benessere e aumentarne le competenze pedagogiche digitali; programmi di insegnamento individuale e di tutoraggio tra pari (peer tutoring); programmi per la costruzione e la ristrutturazione delle scuole al fine di migliorare la qualità delle strutture; un’educazione e cura della prima infanzia di qualità. Tali pratiche e riforme delle politiche in materia di istruzione a livello nazionale sono regolarmente condivise nel contesto del quadro strategico dello spazio europeo dell’istruzione tramite i gruppi di lavoro dello spazio europeo dell’istruzione con l’obiettivo di ispirare cambiamenti positivi in tutta l’Unione europea.

    I risultati sottolineano inoltre l’importanza della valutazione delle politiche in materia di istruzione all’interno di ciascun paese, valutazione che a sua volta potrebbe orientare le decisioni di investimento future a beneficio di studenti, insegnanti e di tutta la comunità dell’istruzione.

    Per quanto i sistemi di istruzione e formazione differiscano da un paese all’altro, gli Stati membri dell’UE si trovano ad affrontare sfide comuni nel settore dell’istruzione e della formazione. In un momento in cui l’UE destina più finanziamenti che mai all’istruzione e alla formazione, la relazione evidenzia anche le sfide da affrontare per migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa, per superare le quali potrebbe essere vantaggioso adottare approcci comuni:

    • mancanza di dati attendibili riguardanti l’impatto degli investimenti mirati sui risultati di apprendimento reali. È necessario raccogliere ulteriori dati e la Commissione è pronta a lavorare in questo senso, sostenendo la valutazione delle politiche nel settore dell’istruzione;
    • necessità di sviluppare valutazioni più solide delle politiche nazionali in materia di istruzione in generale. Ciò comprende l’esigenza che i responsabili politici dispongano di competenze relative ai metodi di valutazione e che i risultati siano diffusi a livello dell’UE.

    Per migliorare la qualità degli investimenti nell’istruzione e nella formazione all’interno dell’UE, prima della fine dell’anno la Commissione avvierà una nuova iniziativa per offrire strumenti, metodi e competenze flessibili ma mirati agli Stati membri, al fine di sostenerli nella valutazione delle loro politiche in materia di istruzione.

  • Paesi africani in ritardo negli obiettivi educativi

    Il mondo non raggiungerà l’obiettivo di un’istruzione di qualità per tutti entro il 2030 e l’Africa subsahariana sarà l’area con i risultati peggiori, stando ad un nuovo studio dell’organizzazione per l’istruzione delle Nazioni Unite. Nella regione, infatti, milioni di bambini continueranno a non frequentare la scuola e a non usufruire di un apprendimento di alta qualità. Si prevede che nell’Africa subsahariana l’8% dei bambini in età scolare non andrà a scuola entro la scadenza del 2030. Un dato pesante anche se si tratta di un miglioramento rispetto all’attuale 19%.

    Sembra, inoltre, che la qualità formativa degli insegnanti sia lontana dagli standard necessari per garantire una buona preparazione agli alunni, dato questo che dovrebbe suonare come campanello d’allarme per i leader africani. Dal rapporto emerge infatti che, nonostante gli sforzi, oltre un quarto degli insegnanti della scuola materna dell’area subsahariana rimarrà senza formazione.

    Tuttavia si prevede che la percentuale di insegnanti formati a livello globale aumenterà tra il 2015 e il 2030 a oltre il 90% a ciascun livello di istruzione. La crescita più rapida è prevista a livello di istruzione pre primaria, dal 70% al 94%.

  • La Commissione pubblica un invito a presentare progetti da 1 milione di € per le scuole superiori di giornalismo

    La Commissione ha pubblicato un invito a presentare progetti per lo sviluppo di un programma e di materiale didattico per un corso sull’Unione europea e sulla politica di coesione dell’UE destinato ai futuri giornalisti.

    Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme, ha dichiarato: “Con questo invito la Commissione risponde alla richiesta di molti studenti dell’UE. Si tratta di un’opportunità straordinaria per stimolare il dibattito accademico sull’UE e sulla sua politica di coesione, nonché per migliorare le conoscenze degli studenti e promuovere la cooperazione tra le università e le altre istituzioni dell’UE.

    I beneficiari dovranno elaborare una strategia di sviluppo, creare una rete di istituti di istruzione superiore e svilupparne la didattica. Le proposte possono essere presentate da università e altri istituti di istruzione giornalistica del primo ciclo e degli altri cicli dell’istruzione superiore. I candidati devono essere situati in uno Stato membro dell’UE e accreditati conformemente alla legislazione in vigore in tale paese. La Commissione coprirà il 95% dei costi del progetto.

    Il termine per la presentazione delle candidature è il 21 aprile 2022, ore 13.00. La Commissione prevede di comunicare i risultati nel giugno 2022. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web della Commissione.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione invita a mettere la sostenibilità ambientale al centro dei sistemi di istruzione e formazione dell’UE

    La Commissione ha pubblicato una proposta di raccomandazione del Consiglio sull’apprendimento per la sostenibilità ambientale. L’obiettivo della proposta è aiutare gli Stati membri, le scuole, gli istituti di istruzione superiore, le organizzazioni non governative e tutti gli erogatori di istruzione a fornire ai discenti conoscenze e competenze sulla sostenibilità, sui cambiamenti climatici e sull’ambiente.

    Un nuovo quadro europeo delle competenze in materia di sostenibilità pubblicato dal Centro comune di ricerca, anch’esso disponibile oggi, delinea le competenze necessarie per la transizione verde, tra cui il pensiero critico, l’adozione di iniziative, il rispetto della natura e la comprensione dell’impatto di azioni e decisioni quotidiane sull’ambiente e sul clima planetario.

    Tra le altre cose, la proposta della Commissione invita gli Stati membri a offrire ai discenti di tutte le età l’accesso a un’istruzione e una formazione inclusive e di elevata qualità sui cambiamenti climatici, sulla biodiversità e sulla sostenibilità. Essa invita inoltre a mobilitare fondi nazionali e dell’UE per investimenti in infrastrutture, formazione, strumenti e risorse sostenibili e verdi per aumentare la resilienza e la preparazione dell’istruzione e della formazione alla transizione verde.

    Fonte: Commissione europea

  • Il divario di genere a livello di istruzione si sta riducendo, ma le donne continuano a essere sottorappresentate nella ricerca e nell’innovazione

    Negli ultimi anni il numero di studentesse, incluse quelle che hanno conseguito una laurea di primo livello, una laurea magistrale o un dottorato, è aumentato costantemente, ma le donne continuano a essere sottorappresentate nella ricerca e nell’innovazione. Queste sono alcune delle principali conclusioni della relazione She Figures 2021 della Commissione europea, che dal 2003 monitora il livello dei progressi verso la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione nell’Unione europea e altrove.

    La pubblicazione di She Figures 2021 evidenzia che, in media, per quanto riguarda la laurea di primo livello e magistrale le studentesse e le laureate sono più numerose dei loro compagni uomini (costituiscono rispettivamente il 54% e il 59%) e che si raggiunge quasi un equilibrio di genere a livello di dottorato (48 %). Persistono tuttavia disparità tra i vari campi di studio: le donne ad esempio rappresentano ancora meno di un quarto dei dottorandi nel settore delle TIC (22%), mentre sono il 60 % o più nella sanità e nei servizi sociali e nell’istruzione (rispettivamente il 60 % e il 67%).

    Inoltre solo circa un terzo dei ricercatori sono donne (33%). Ai livelli più alti del mondo accademico, le donne continuano a essere sottorappresentate e tra i professori ordinari sono solo un quarto (26%). Hanno inoltre meno probabilità di essere impiegate come scienziati e ingegneri (41%) e sono sottorappresentate tra i liberi professionisti nel settore delle scienze, dell’ingegneria e delle TIC (25%).

    She Figures è uno studio triennale che monitora la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione (R&I): pubblicato per la prima volta nel 2003, segue il percorso di ricercatori e ricercatrici, a partire dal periodo in cui studiano e si laureano, esaminandone la partecipazione al mercato del lavoro in qualità di ricercatori e le condizioni di lavoro, l’avanzamento di carriera e il coinvolgimento in posizioni decisionali e i risultati di R&I (compresa la paternità di invenzione). I corrispondenti statistici degli Stati membri e dei paesi associati contribuiscono alla raccolta dei dati.

    Diverse politiche e programmi di finanziamento dell’UE mirano a promuovere la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione. Con la sua comunicazione del 2020 su un nuovo Spazio europeo della ricerca la Commissione ha rinnovato il suo impegno a favore della parità di genere e dell’integrazione di questa dimensione nella ricerca attraverso l’ampliamento delle priorità e delle iniziative esistenti.

    Orizzonte Europa ha inoltre rafforzato il sostegno alla parità di genere nella ricerca e nell’innovazione grazie a:

    • un nuovo criterio di ammissibilità ai finanziamenti di Orizzonte Europa, in quanto gli enti pubblici, gli organismi di ricerca e gli istituti di istruzione superiore devono disporre di un piano per la parità di genere;
    • l’integrazione di una dimensione di genere nei contenuti della ricerca e dell’innovazione come requisito di base in tutto il programma;
    • il finanziamento di azioni a sostegno dell’elaborazione di piani per la parità di genere negli Stati membri dell’UE e nei paesi associati e l’attuazione dell’agenda politica per lo Spazio europeo della ricerca;
    • misure e attività volte a promuovere la parità di genere nell’ambito del Consiglio europeo per l’innovazione; e
    • un forte incoraggiamento dell’equilibrio di genere nelle équipe di ricerca.

    La Commissione europea ha anche approvato la dichiarazione di Lubiana sulla parità di genere nella ricerca e nell’innovazione.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione propone iniziative per tutelare i diritti dei minori

    La Commissione ha adottato la prima strategia generale dell’UE sui diritti dei minori, nonché una proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l’infanzia, al fine di promuovere pari opportunità per i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale. Per preparare entrambe le iniziative la Commissione, in associazione con le principali organizzazioni globali per i diritti dei minori, ha raccolto il parere di oltre 10 000 minori. Sei le aree tematiche e l’azione proposta.

    I minori come agenti di cambiamento nella vita democratica: la Commissione propone una serie di azioni, dalla produzione di testi giuridici adatti ai minori all’organizzazione di consultazioni con i minori nel contesto della conferenza sul futuro dell’Europa e dell’attuazione del patto per il clima e del Green Deal. Gli Stati membri dovrebbero da parte loro consentire la partecipazione dei minori alla vita civica e democratica.

    Il diritto dei minori di realizzare pienamente il loro potenziale indipendentemente dal loro contesto sociale: la Commissione intende istituire una garanzia europea per l’infanzia per combattere la povertà e l’esclusione sociale dei minori. Si occuperà, ad esempio, anche della salute mentale dei minori e aiuterà a sostenere un’alimentazione sana e sostenibile nelle scuole dell’UE. Si impegnerà inoltre per migliorare le norme sull’educazione e la cura della prima infanzia in tutta l’UE e per assicurare un’istruzione inclusiva di qualità.

    Il diritto dei minori di essere liberi dalla violenza: la Commissione proporrà testi legislativi volti a combattere la violenza di genere e la violenza domestica e formulerà raccomandazioni per prevenire le pratiche dannose nei confronti delle donne e delle ragazze. Gli Stati membri sono invitati a creare sistemi integrati di protezione dei minori e migliorarne il funzionamento, rafforzare la risposta nazionale alla violenza nelle scuole e adottare atti legislativi nazionali per porre fine alle punizioni corporali in tutti i contesti.

    Il diritto dei minori a una giustizia a misura di minore in quanto vittime, testimoni, indagati o imputati per la commissione di un reato, o parti in qualsiasi procedimento giudiziario. La Commissione contribuirà, ad esempio, alla formazione giuridica specializzata e collaborerà con il Consiglio d’Europa per attuare le linee guida del 2010 per una giustizia a misura di minore; gli Stati membri sono invitati a sostenere, fra l’altro, la formazione, e a sviluppare solide alternative all’azione giudiziaria, quali le alternative alla detenzione o la mediazione nei casi civili.

    Il diritto dei minori di navigare in sicurezza nell’ambiente digitale e di sfruttarne le opportunità: la Commissione aggiornerà la strategia europea per un internet migliore per i ragazzi; la proposta di legge sui servizi digitali mira a rendere sicura l’esperienza online. La Commissione invita gli Stati membri ad attuare efficacemente le norme sulla protezione dei minori contenute nella direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi e a favorire lo sviluppo delle competenze digitali di base dei minori. La Commissione esorta inoltre le imprese del settore delle TIC a lottare contro i comportamenti nocivi online e a rimuovere i contenuti illegali.

    I diritti dei minori nel mondo: i diritti dei minori sono universali e l’UE ribadisce il suo impegno a proteggerli, promuoverli e rispettarli in tutto il mondo e nei contesti multilaterali. Ad esempio, assegnerà il 10 % dei finanziamenti per gli aiuti umanitari all’istruzione nelle situazioni di emergenza e nelle crisi prolungate. La Commissione intende elaborare un piano d’azione per i giovani entro il 2022 per promuovere la partecipazione dei giovani e dei bambini a livello mondiale, e rafforzare le capacità di protezione dei minori nelle delegazioni dell’UE. La Commissione applica inoltre una politica di tolleranza zero nei confronti del lavoro minorile.

    Nel 2019 quasi 18 milioni di minori nell’UE (il 22,2 % dei minori) vivevano in famiglie a rischio di povertà o di esclusione sociale. Questa situazione genera un ciclo intergenerazionale di svantaggio, con effetti profondi e a lungo termine sui minori. La garanzia europea per l’infanzia mira a spezzare questo circolo vizioso e a promuovere le pari opportunità garantendo l’accesso a una serie di servizi fondamentali per i minori in stato di necessità (persone di età inferiore a 18 anni a rischio di povertà o di esclusione sociale).

    Nell’ambito della garanzia europea per l’infanzia, si raccomanda agli Stati membri di permettere ai minori bisognosi di accedere gratuitamente ed efficacemente a: educazione e cura della prima infanzia, ad esempio evitando la segregazione scolastica; istruzione e attività scolastiche, ad esempio fornendo attrezzature adeguate per l’insegnamento a distanza e organizzando gite scolastiche; almeno un pasto sano per ogni giornata scolastica; e assistenza sanitaria, ad esempio agevolando l’accesso a esami medici e programmi di screening sanitario. Tali servizi dovrebbero essere gratuiti e facilmente accessibili ai minori in stato di necessità.

    La Commissione raccomanda inoltre che gli Stati membri forniscano ai minori bisognosi un accesso effettivo a un’alimentazione sana e a un alloggio adeguato: ad esempio, i minori dovrebbero ricevere pasti sani anche al di fuori della scuola e i minori senza fissa dimora e le loro famiglie dovrebbero avere accesso a un alloggio adeguato.

    Nell’individuare i minori in stato di necessità e nel formulare le misure nazionali, gli Stati membri dovrebbero tenere conto delle esigenze specifiche dei minori che provengono da contesti svantaggiati, come quelli senza fissa dimora, con disabilità, con situazioni familiari precarie, provenienti da contesti migratori, appartenenti a una minoranza etnica o che ricevono assistenza alternativa.

    L’UE mette a disposizione finanziamenti a sostegno di tali azioni nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE+), che finanzia progetti destinati a promuovere l’inclusione sociale, lottare contro la povertà e investire nelle persone, nonché del Fondo europeo di sviluppo regionale, di InvestEU e del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

    L’attuazione della strategia dell’UE sarà monitorata a livello nazionale e dell’Unione, e la Commissione riferirà sui progressi compiuti in occasione della riunione annuale del Forum europeo per i diritti dei minori. Alla fine del 2024 sarà svolta una valutazione della strategia, con la partecipazione di minori.

    La Commissione invita gli Stati membri ad adottare rapidamente la proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l’infanzia. Entro sei mesi dalla sua adozione, i governi sono invitati a presentare alla Commissione piani d’azione nazionali sulle modalità di attuazione. La Commissione monitorerà i progressi compiuti attraverso il semestre europeo e pubblicherà, ove necessario, raccomandazioni specifiche per paese.

    Fonte: Commissione europea

Pulsante per tornare all'inizio