Kerry

  • Cibo, tecnologia, sfida ai cambiamenti climatici: il futuro del pianeta secondo John Kerry

    Inizia con l’omaggio a Leonardo da Vinci, al suo genio e alla sua grande attualità l’intervento dell’ex Segretario di Stato americano John Kerry a Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit al MiCo di Milano. Un riferimento non casuale perché ogni parola di Kerry è un elogio e un invito a fidarsi della scienza, come una volta, perché non sbaglia e può aiutare tutto il pianeta a vivere meglio. In un mondo che si muove molto velocemente c’è bisogno di soffermarsi sui fatti per potersi riappropriare delle basi della realtà. “So che ci sono molti demagoghi  che fanno appello alle paure delle popolazioni ma la soluzione è credere in quello che si può fare, come ha fatto l’Europa alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Avete l’unità e avete la possibilità di andare avanti più degli altri, ma il mondo politico vuole spezzare questa coesione e vi vuole separare. Alcuni dicono che l’ordine liberale stia crollando, io non ci credo, abbiamo bisogno di questo ordine più che mai e quindi dobbiamo essere uniti e lottare”. Uno sguardo all’attualità più contingente e una frecciata chiara e diretta all’attuale Presidente Donald Trump che in più occasioni, rifiutando gli accordi di Parigi, ha dichiarato come puntare sulle energie alternative in difesa dell’ambiente possa influire negativamente sull’economia. Una falsità per Kerry perché quell’ambiente che lui si è impegnato a difendere in prima persona lavorando alla stesura prima e firmando poi gli accordi sul clima a Parigi nel 2015 ha bisogno di tutti noi. “Le idee viaggiano più velocemente dei governi e purtroppo solo i più privilegiati traggono benefici. A Parigi abbiamo fatto una scelta, 196 Paesi si sono impegnati ad intraprendere un cammino verso la sostenibilità. Se non interveniamo ci sarà la corsa all’acqua, ci saranno persone costrette a scappare a causa del cambiamento climatico, rivoluzioni perché la gente si sta rendendo conto che la globalizzazione non ha portato e continua a non portare benefici”. Per questo sottolinea quanto il mercato dell’energia sia fondamentale. “Tutto ciò che dice Trump non è vero. Negli ultimi anni si stanno stanziando risorse per le energie rinnovabili, il mercato dell’energia deve fornire da 4 a 5 miliardi di utenti, è un mercato da trilioni di dollari,tre quarti dell’elettricità negli Usa lo scorso anno veniva dal solare e negli Stati Uniti 38 Stati hanno già varato standard per il nuovo futuro energetico. Trump potrà essere contrario ma gli americani sono favorevoli al cambio dell’energia”.

    E la sostenibilità passa anche, o forse, soprattutto, dall’uso razionale del cibo malamente distribuito e, sempre più spesso, un bene poco rispettato. “Abbiamo delle sfide globali – continua Kerry – che richiedono la comprensione scientifica minima e che devono essere affrontate subito. Una delle verità con cui dobbiamo fare i conti è rappresentata dai problemi creati dagli esseri umani visto che 1 persona su 9 si sveglia al mattino affamata. Quasi la metà delle morti neonatali è legata alla malnutrizione: 8mila bambini muoiono ogni giorno perché non hanno cibo a sufficienza e intanto la popolazione continua ad aumentare. Tutto questo non è sostenibile. Dunque la sfida è quella di garantire cibo sano per tutti”. Necessario perciò ripensare a tutta la catena alimentare e alla sua difesa, perché accrescere la quantità del cibo è solo una parte del progetto che non risolve il problema, bisogna piuttosto saper conservare il cibo. “Ne buttiamo via quasi quanto ne comperiamo, un terzo del cibo viene buttato via prima che venga mangiato… Non un Paese rispetta i principi della Creazione! Ottenere più cibo solo dalle nostre risorse non è la soluzione, basta pensare alla pesca irregolare: sprechiamo risorse e tempo per pescare il poco pesce che ci rimane. E noi politici dobbiamo riprenderci il mandato che gente ci ha dato!”. Per questo il Senato americano si è impegnato con azioni concrete, come la costituzione di una ampia riserva marina, un esempio seguito dal Cile e dall’Unione europea. E tanti sono i Paesi che si stanno attivando per difendere gli Oceani diventati, per indifferenza e pessime abitudini, una discarica pullulante di plastiche e rifiuti di ogni genere. Sostenibilità per Kerry significa creare una nuova consapevolezza imparando ad usare e diffondere sempre più l’uso di prodotti ecosostenibili e biodegradabili. E a questa sfida sono chiamati a partecipare anche i privati.

    Non poteva mancare uno sguardo all’attualità in vista della scelta del Presidente Trump di revocare gli accordi sul nucleare con l’Iran. “Ritirarci dall’accordo con l’Iran è assolutamente illogico. Il Presidente dice che è un pessimo accordo, ma sfido chiunque a trovarne uno migliore, questo accordo tutela noi e il mondo. La regione medio orientale è al sicuro e anche Israele e spero che il Presidente sia saggio abbastanza nella sua decisione. Uscendo dai patti l’Iran potrebbe non rispettare più gli impegni ”. Secondo Kerry l’Iran oggi non è in grado di costruire una bomba atomica, perché è impossibile farlo con 300 chili di materiale nucleare. Tale certezza è dovuta alla presenza in Iran di 130 ispettori che ogni giorno fanno ispezioni sul territorio. “Abbiamo trasmissioni radio sui reattori e sulle installazioni di produzione, abbiamo una tracciatura completo del reattore, dalla culla alla tomba. E abbiamo ispezionato tutti gli aspetti dell’arricchimento dell’uranio iraniano. L’Iran sta vivendo in maniera responsabile l’accordo, perché noi dovremmo ritirarci?”. Pragmatico e forte della sua esperienza in Vietnam e dei tanti, troppi errori che sono scaturiti da guerre in cui gli USA sono scesi in campo da protagonisti e memore dei quarantennali rapporti astiosi tra Washington e Teheran è convinto che prima di ricorrere alle armi sia sempre necessario conoscere un Paese, usare la diplomazia e chiedersi quali siano i suoi fabbisogni. E conclude con un monito: “Credete nel futuro, nel vostro potenziale e nell’avere un impatto sulle forze politiche perché siete voi gli elettori del mondo. Ogni volta che lottiamo contro le ingiustizie costruiamo una corda verso la speranza. Come ci ricordò Bob Kennedy di ritorno dal Sud Africa negli anni ’60 ‘lo spirito dell’essere umano è sempre teso verso la ricerca della libertà”.

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