letteratura

  • Dall’UE 5 milioni di euro a sostegno delle traduzioni letterarie e della promozione dei libri

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte  2024 per la circolazione delle opere letterarie europee nell’ambito del programma Europa creativa. Sostenuta da un bilancio di 5 milioni di euro, questa iniziativa mira a facilitare la traduzione, la pubblicazione, la distribuzione e la promozione di vari generi di opere letterarie europee, tra cui romanzi, poesie e fumetti, attraverso circa 40 progetti.

    Nel 2024 l’invito continuerà a sostenere l’Ucraina nel campo dell’editoria, consentendo la pubblicazione di opere letterarie in lingua ucraina scritte da rifugiati e sfollati.

    I soggetti ammissibili, indipendentemente dal fatto che si candidino singolarmente o nell’ambito di un consorzio, sono invitati a elaborare strategie editoriali e promozionali complete per progetti che comportino almeno cinque opere letterarie ammissibili, tradotte da e verso le lingue ammissibili.

    Le dimensioni dei progetti finanziati variano da progetti su piccola scala (fino a 10 libri, 100 000 euro) a progetti su media scala (fino a 20 libri, 200 000 euro) fino a progetti su larga scala (almeno 21 libri, 300 000 euro). I progetti devono rispettare le condizioni generali di ammissibilità e comprendere almeno cinque traduzioni. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 16 aprile 2024. Per ottenere informazioni consultare la pagina dell’invito sul portale “Finanziamenti e appalti” dell’UE.

  • Ma, chi era veramente William Shakespeare?

    Sulla sua vera identità sono state elaborate, sin dal XVIII secolo, decine di ipotesi che contrastano con la sua biografia ufficiale. Del resto, l’assenza di documenti storici attendibili sul periodo che va dalla sua nascita fino alla sua comparsa sulla scena letteraria inglese – periodo che gli stessi studiosi che più difendono la versione ufficiale definiscono come “the lost years” (gli anni perduti) – ha fatto sì che per due secoli ci fosse spazio per interrogarsi su questo tanto noto quanto apprezzato drammaturgo. Tra tutte le ipotesi quella più interessante, perché è la più documentata, è certamente quella che attribuisce al Bardo la nazionalità italiana e che afferma che Wìlliam Shakespeare non è altro che lo pseudonimo utilizzato da Michelangelo (o Michele Agnolo) Florio, un dotto messinese trasferitosi in Inghilterra. Analizziamo alcune delle argomentazioni più interessanti elaborate per supportare questa ipotesi.

    LE DATE PIU’ IMPORTANTI

    La biografia ufficiale riporta che William Shakespeare nasce il 23 aprile del 1564 a Stratford-upon-Avon e muore a Londra il 23 aprile 1616. Michelangelo Florio, come riportano i documenti storici trovati negli archivi, nasce il 23 aprile del 1564 a Messina e muore a Londra il 23 aprile 1616 (e già dalle date, identiche, possiamo già affermare che effettivamente possono nascere i primi sospetti).

    Del primo si ipotizza che fosse figlio di un guantaio (John Shakespeare) e di una ragazza (Mary Arden) figlia di agricoltori mentre di Michelangelo Florio sappiamo con certezza che era figlio di un erudito medico e pastore calvinista (Giovanni Florio) e di una donna (Guglielma Crollalanza) descendente di una nobile e ricca famiglia messinese.

    STORIA (DOCUMENTATA) E POSSIBILE FONTE DI ISPIRAZIONE LETTERARIA

    Quando Michelangelo è poco più che un ragazzo, il padre Giovanni, viene messo all’indice dall’Inquisizione e condannato a morte per aver aderito alla riforma protestante. La famiglia Florio fugge allora da Messina e riesce a trovare rifugio nella più tollerante Treviso. Qui il padre compra una casa del ‘300 (nota come Ca’ Otello) dove aveva vissuto un condottiero veneziano di nome Otello il quale avrebbe ucciso per gelosia la moglie risultata poi innocente (questa storia vi ricorda qualcosa?).

    Terminati gli studi classici (in latino, greco e storia), Michelangelo, per sfuggire alla persecuzione dei calvinisti, si rifugia in diverse città, come Milano, Padova, Verona, Faenza, e Venezia facendo un breve ritorno a Messina da dove si imbarca per Atene. Qui, per un breve periodo, insegna storia greco-romana. Dalla Grecia inizia un viaggio che lo porterà in Danimarca, in Austria, in Francia ed in Spagna, prima di fare ritorno in Italia (vi ricordano qualcosa tutte queste località?).

    A seguito di una informazione rivelatasi poi errata, relativa ad una attenuata persecuzione contro i non cattolici, Michelangelo ritorna a Treviso dove si innamora di una ragazza (Giulietta) che ricambia la relazione. A causa dell’accanimento delle autorità verso la nobile ma calvinista famiglia Florio, il Governatore spagnolo di Milano fa rapire Giulietta che, in preda alla disperazione, si suicida gettandosi dalle mura del Castello Sforzesco. La colpa della sua morte viene fatta ricadere su Michelangelo che è costretto a fuggire. (vi ricorda qualcosa questa vicenda?).

    Per nascondersi Michelangelo va a Venezia dove incontra il suo mentore, il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno il quale, grazie alle sue conoscenze, riesce a fargli raggiungere il Giovanni (John) Florio a Londra. Giovanni, figlio dello zio di nome Michelangelo (è fratello di suo padre) e pare di una nobile donna inglese. Nonostante l’Inquisizione avesse poco potere in Inghilterra, Michelangelo decide di cambiare il suo nome e il suo cognome e di sostituirli con quelli della madre Guglielma Crollalanza traducendoli letteralmente in inglese. Per cui Guglielma diventa William e Crollalanza diventa Shake (Scrolla) e Speare (Lanza). (questo sì che è un vero colpo di scena!)

    E ANCORA…

    Oltre ai molti interessanti indizi già forniti per ritrovare nelle opere di William Shakespeare molti riferimenti della vita di Michelangelo Florio, ne seguono alcuni anch’essi interessanti che, per brevità del testo, sono stati selezionati dal sottoscritto tra molti altri.

    Nella tragedia “Amleto”, pubblicata in Inghilterra nel 1602, sono contenute molte citazioni presenti nell’opera pubblicata da Michelangelo Florio in Italia nel 1583 intitolata “I secondi frutti” e sottotitolata “I proverbi”.

    La commedia “Tanto rumore per nulla” (Much Ado About Nothing) nella quale tutta la trama si svolge a Messina, è identica alla commedia dialettale scritta da Michelangelo Florio diversi anni prima e che si intitolava “Tantu trafficu ppi nenti”.

    Nelle opere “Enrico IV”, “Giulio Cesare” e “Antonio e Cleopatra” si citano più volte l’Italia e la Sicilia e ne “Il racconto d’inverno” anche Messina.

    Delle 37 opere di Shakespeare ben 15 sono ambientate in Italia. Altre in diversi Paesi Europei e solo 5 in Inghilterra.

    In nessuna delle sue opere Shakespeare cita o far riferimento alla sua città natale Stratford-upon-Avon, che dista pochi chilometri da Londra.

    Nelle sue opere utilizza spesso parole latine, greche e anche italiane, senza tradurle (come “mizzica” nella commedia “Tanto rumore per nulla” – termine tipicamente messinese) così come utilizza spesso nomi propri italiani.

    Nel suo testamento Michelangelo Florio lascia la sua biblioteca (che, si presume, verosimilmente, potesse contenere i suoi manoscritti) al suo grande protettore, William Herbert, conte di Pembroke. Patrimonio ancora esistente ma che (stranamente) a nessuno storico è stato mai concesso consultare.

    CONCLUSIONI

    Negli anni ’60 il noto scrittore e onesto intellettuale Antony Burgess, a conclusione di un suo articolo dedicato a Shakespeare, scriveva: “è certamente arrivato il tempo che l’Italia ricordi questo suo esule figlio”.

    Sull’argomento ci sono decine di libri di altrettanti emeriti studiosi (e tra quelli italiani è certamente degno di nota lo scrittore ispicese Martino Iuvara, grande studioso e primo sostenitore della Sicilianità-messinesità di Shakespeare) i quali tutti convergono sull’appassionante ipotesi che il Bardo fosse di nazionalità italiana.

    Del resto gli indizi e le, chiamiamole coincidenze, che confermano questa tesi sono davvero tanti al punto che l’8 agosto del 2011, quasi a voler dipanare ogni dubbio, il Consiglio Comunale di Messina ha deliberato di concedere la cittadinanza onoraria post mortem a William Shakespeare e di iscrivere il Suo nome nell’Albo degli uomini illustri di Messina.

    «Essere, o non essere, questo è il dilemma»

    Dall’Amleto, Atto 3, scena 1 di William Shakespeare alias Michelangelo Florio

  • I cigni di Balaka

    Il drammaturgo, romanziere e giornalista statunitense Robert Montgomery Bird, nel 1837 scrive il romanzo, mai tradotto in italiano, Nick of the Woods dove descrive la natura selvatica dei popoli nativi. Sessantatre anni dopo, nel 1900, l’editore Paravia di Torino pubblica il romanzo di Emilio Salgari intitolato Avventure fra le Pellirosse. Nel 2017 la professoressa Ann Lawson Lucas, direttrice del Dipartimento di Letteratura Italiana dell’Università di Hull in Gran Bretagna, scopre che il libro di Salgari non è altro che la traduzione quasi letterale dell’originale romanzo di Bird.

    Il pittore e scrittore inglese Thomas Heaphy nel 1861 consegna a una tipografia di Londra il suo racconto prossimo alla stampa, intitolato A Wonderful Ghost Story Being Mr H’s Own Narrative dove è narrata la storia di una bella e giovane signorina che sfida un pittore a ritrarla basandosi solo sul ricordo di lei. Nel 1861 lo scrittore inglese Charles Dickens, già molto noto all’epoca, pubblica sulla rivista “All the Year Round” una raccolta di racconti intitolata Four Ghost Stories. Uno di questi The Portrait-Painter’s Story (La storia del ritrattista) narra la storia di una bella e giovane signorina che sfida un pittore a ritrarla basandosi solo sul ricordo di lei. Thomas Heaphy, dopo aver letto il libro, scrisse a Dickens accusandolo di plagio ma egli rispose di essere innocente e di aver preso ispirazione da un racconto sentito durante un incontro fra amici. Nel 2012 la British Library di Londra organizza la mostra “A Hankering after Ghosts, Charles Dickens and the Supernatural” dedicata alla passione dello scrittore per le storie gotiche e lo spiritismo, attingendo direttamente dalla sua personale biblioteca. Fra i suoi libri è stato ritrovata la versione autografa del racconto di Thomas Heaphy pronta per andare in stampa.

    Bertram Fletcher Robinson, sportivo, attivista politico, giornalista, e scrittore inglese, tra il 1893 e il 1907, scrive circa 300 articoli, tra i quali una serie di racconti che narrano di un detective chiamato Addington Peace.

    Nel 1900 stringe amicizia con lo scrittore e drammaturgo inglese Arthur Conan Doyle (creatore del famoso detective Sherlock Holmes) durante un viaggio in nave da Città del Capo a Southampton. Varie fonti citano che nello stesso anno Robinson incontrò Doyle e gli raccontò di varie leggende inglesi di cani spettrali e che lo stesso Robinson scrisse, poco tempo dopo, un manoscritto intitolato An Adventure on Dartmoor ambientato nell’altopiano della contea del Devon.

    Nel 1901 Arthur Conan Doyle pubblica The Hound of the Baskervilles (Il mastino dei Baskerville) ambientato nell’altopiano della contea del Devon.

    Quando chiesero a Doyle conto di questa somiglianza egli ammise che doveva l’ispirazione per questa storia al suo amico Bertram.

    Julian Gloag, scrittore e sceneggiatore inglese, nel 1963 pubblica il suo più celebre romanzo intitolato Our Mother’s House. Quindici anni dopo, nel 1978, l’inglese Ian McEwan (oggi noto scrittore di fama internazionale) pubblica la sua prima opera intitolata The Cement Garden. Il giovane McEwan quando, poco tempo dopo, venne accusato di aver copiato la trama del libro di Gloag, si difese parlando di semplice ispirazione. La critica letteraria fu lapidaria. La “Casa di Nostra Madre” e “Il Giardino di Cemento” condividono temi comuni e fili della trama. Entrambe coinvolgono un gruppo di bambini di età mista che nascondono la morte della madre e occultano il suo cadavere all’interno della casa di famiglia tentando di continuare a vivere come se nulla fosse accaduto. Entrambe le trame raggiungono i loro obiettivi attraverso l’arrivo di personaggi maschili più anziani che capiscono cosa sta realmente succedendo. Nel 1977 la scrittrice inglese di romanzi rosa, Lucilla Andrews pubblica un libro di memorie sulle sue esperienze in guerra intitolato No Time For Romance. Da ragazza la Andrews si unì alla Croce Rossa britannica e si formò come infermiera presso l’ospedale St. Thomas di Londra. Nel 2001 Ian McEwan pubblica il romanzo Atonement (Espiazione). Poco tempo dopo, una studentessa si rese conto che le due opere erano molto simili. McEwan venne nuovamente accusato di plagio. Lui replicò alle nuove accuse rispondendo: “Ispirato dalla Andrews sì, copiato no”. Nonostante ciò, le similitudini nella trama (oltre che alcuni brani quasi identici) sono significative: Briony, la protagonista del romanzo, come la Andrews durante la guerra, cura i soldati malati tornati in patria e sogna di diventare una scrittrice. Molte delle routine della vita dell’ospedale sono identiche, così come molte reazioni di Briony a certe situazioni.

    Nel 1987, i noti cantanti Albano Carrisi e Romina Power pubblicano in Italia la canzone I Cigni di Balaka nel loro album intitolato “Libertà!”.

    Nel 1990, Michael Jackson pubblica negli Stati Uniti la canzone Will You Be There inserendola nel suo album intitolato “Dangerous”.

    Nel 1992 Carrisi denuncia Jackson per plagio asserendo che le due canzoni sono identiche. I periti incaricati dal tribunale stabilirono che il plagio sussisteva e, in primo grado, il cantante americano fu condannato a pagare quattro milioni di dollari. Nel 1999 la Corte di appello civile di Milano ha poi confermato la sentenza con la quale il Tribunale, nel 1997, affermava che Michael Jackson non aveva plagiato la canzone di Albano Carrisi ma che entrambi i cantanti si erano “ispirati” ad una canzone del 1939, sprovvista di copyright, Bless You For Being An Angel del gruppo musicale Ink Spots. Gli stessi avevano a suo tempo dichiarato di essersi “ispirati” per la loro canzone ad una melodia dei Popoli Nativi Americani.

    Nel 2009, Jamie Tehrani, antropologo alla Durham University britannica  pubblica uno studio in cui ha individuato e comparato 35 versioni di Cappuccetto rosso della quale, la prima versione nota, è una favola risalente a 2600 anni fa.

    E questi sono solo alcuni esempi dell’antico e, sempre più frequente e diffuso, vizio del copiare. Se poi aggiungete che uno dei più grandi critici d’arte contemporaneo, Jonathon Keats, afferma che “i falsari sono i più importanti artisti della nostra epoca” allora il giovane Ducasse2 c’aveva davvero visto lungo: “Il plagio è necessario, lo richiede il progresso”.(2)

     

    1./2. Isidore Lucien Ducasse (1846-1870), poeta e scrittore.

  • Grazie Camilleri per averci richiamati alla complessa semplicità della vita

    Camilleri ci lascia un messaggio semplice e grandioso: la cultura è assaporare, amare, rispettare la vita nostra ed altrui, niente di più normale e niente di più difficile nella nostra epoca. Niente di più difficile della capacità di osservare, capire, apprezzare quello che ci circonda, di trovare, ritrovare quell’empatia che dovrebbe distinguere l’essere umano dal mostro. Camilleri ha riportato ciascuno alla sua reale dimensione e quanto ci lascia, con il suoi scritti e le sue parole, è una dimensione di comprensione, partecipazione, condivisione con l’essere umano e la natura, con la realtà che ci circonda. Quanto ci ha lasciato  resterà un monito, una speranza, per tutti coloro che vorranno  dedicare un po’ del loro tempo e della loro intelligenza a capire ed ascoltare. Molti anni fa avevo scritto “i libri ed i film sono la nostra vita negli occhi degli altri”, e i libri di Camilleri sono proprio questo, cerchiamo di apprezzare di più quello che viviamo e ringraziamo ancora una volta Camilleri per averci richiamato alla complessa semplicità della vita.

  • A Bologna è di scena la prima edizione del Premio ‘Megliounlibro’

    Giovedì 4 aprile, alle ore 16.45, durante le giornate della International Children’s Book Fair di Bologna si svolgerà la prima edizione del Premio ‘Megliounlibro – sezione Ragazzi’ (Ducati Food Factory all’interno del Mondadori Bookstore, via d’Azeglio 34/a, Bologna). Un’occasione dedicata al piacere e alla bellezza della lettura in cui la redazione di megliounlibro, con Laura Prinetti, direttore responsabile, racconterà l’esperienza di 22 anni della testata di orientamento bibliografico e intervisterà il vincitore Rino Alaimo, autore, illustratore, regista di cortometraggi. Presente anche il giovane editore Lorenzo Fasanini, di Picarona, nuovissima casa editrice per bambini, con sede a Bologna dal 2016, che ha il merito di avere pubblicato in Italia le opere premiate.

    Megliounlibro è la prima testata di orientamento alla lettura in Italia, un trimestrale di recensioni nato 22 anni fa, insieme all’associazione non profit Il Segnalibro Book Counselling Service, che la edita e ha tra i suoi fini la promozione della buona lettura tra persone di ogni età. Tutti giovani e volontari i collaboratori che si prefiggono come obiettivo cercare le nuove ‘perle’ letterarie che potrebbero diventare i classici del futuro. Questa prima edizione del Premio valorizzerà l’opera di un giovane autore e illustratore, Rino Alaimo appunto, abile anche come regista, che dopo mille peripezie ha visto finalmente pubblicati in Italia i suoi lavori grazie a Picarona. Il suo talento infatti era già stato compreso e apprezzato da Spagna, Stati Uniti, Canada. Nelle due opere premiate Il bambino che amava la luna e Come una stella cadente Alaimo riesce a far muovere l’immaginazione del bambino e dell’adulto che vi si avvicina grazie alla sapienza acquisita con la realizzazione di cortometraggi. Il cortometraggio animato “The boy and the moon”, del 2012, è stato apprezzato in tutto il mondo: ha partecipato al Disney Theatre di Los Angeles, dove è stato definito “uno dei film per bambini più belli del pianeta”, nel 2014, in Messico, ha ricevuto il premio Best Animated Short Film al Festival Internacional de Cine para Niños. In Italia, dove Alaimo aveva provato per anni a proporre il libro, non c’era alcun editore disposto a pubblicarlo, tanto che si è rivolto a editrici inglesi e americane e nel 2015 è pubblicato da Familius, California. Oggi è tradotto in 6 lingue e distribuito in 10 nazioni.

Pulsante per tornare all'inizio