Parco

  • Tanzania tourism: World Bank suspends funding for Ruaha National Park project

    The World Bank has halted its funding of a $150m (£120m) tourism project in Tanzania following allegations of rape, evictions and killings.

    The Ruaha National Park was reportedly meant to double in size as part of the project, but critics say the expansion has led to widespread abuses.

    The bank began investigating last year after it was accused of complicity in the abuses.

    On Tuesday, it said it was “deeply concerned” about the allegations.

    “We have therefore decided to suspend further disbursement of funds with immediate effect,” a spokesperson from the bank, which provides loans to developing countries, said.

    The Resilient Natural Resource Management for Tourism and Growth (Regrow) project was launched in 2017 in an effort to improve the “management of natural resources and tourism assets” in southern Tanzania, including in a number of national parks, the bank said.

    At least $100m has already been disbursed for the project, according to the US-based think tank Oakland Institute.

    Work to expand the boundaries of the Ruaha National Park, a 12,950-sq-km (5,000-sq-mile) conservation area that is home to lions and other wild animals, has been under heavy scrutiny.

    For over a year Oakland Institute has reported alleged abuses linked to development which, while being funded by the bank, has been carried out by the Tanzanian authorities.

    The Tanzanian government had not responded to BBC requests for comment.

    Last September, Oakland Institute said its research team had interviewed several villagers who alleged they were raped by rangers funded by Regrow.

    In its publication, Oakland Institute also pointed to reports from a Tanzanian MP and a community organisation that rangers had allegedly killed villagers.

    The think tank said government agencies had seized cattle en masse in a bid to force villagers off their land and that the Tanzanian government “blatantly” violated the bank’s procedures by planning to evict villagers without a formal plan to resettle them.

    The bank had “turned a blind eye to the horrific abuses unleased onto the communities”, the report alleged.

    The following month, the bank announced an investigation into the allegations.

    After the bank announced it was suspending its funding of Regrow on Tuesday, Anuradha Mittal, executive director of Oakland Institute, said the “long overdue” decision was a “crucial step towards accountability and justice”.

    “It sends a resounding message to the Tanzanian government that there are consequences for its rampant rights abuses taking place across the country to boost tourism.”

    The think tank said villagers who had been “victims of gross human rights violations” should now receive “adequate” and “prompt” reparations.

    It also said the bank must prevent the forced evictions of other villagers.

    The bank said it had “robust policies” in place to prevent any potential “harmful impacts” and that it would “continue to work with the authorities and the local communities to ensure all Bank-supported projects protect and improve the lives of Tanzanians”.

    Allegations of abuse are not limited to tourism projects is the south – in recent years groups like Amnesty International and Human Rights Watch have accused the government of forcibly evicting thousands of Tanzanians from the Maasai ethnic group in order to develop a game reserve in the northern Ngorongoro region.

    The government has previously denied the allegations.

  • A Gardaland il primo Lego Water Park d’Europa. E scattano le assunzioni

    Dal 28 maggio Gardaland ospiterà le nuove aree e attrazioni di Legoland Water Park Gardaland, il primo in Europa. E in vista di quella novità sta selezionando oltre 50 figure professionali da assumere per la gestione delle nuove aree tematizzate.

    Un corso d’acqua, il Lego River Adventure, attraverserà gran parte dell`area del Parco Acquatico e si potrà percorrere a bordo di gommoni personalizzabili. Il percorso attraverserà una suggestiva grotta dall`ambientazione sottomarina e costeggerà la Miniland, l`area che ospita un centinaio di monumenti iconici italiani tutti realizzati con mattoncini Lego, dal Duomo di Milano al Colosseo, passando per la Torre di Pisa e la Basilica di San Marco.

    «Legoland Water Park Gardaland avrà davvero tante attrazioni che faranno la gioia dei grandi e piccoli visitatori», ha affermato Luca Marigo, Sales and Marketing Director Gardaland. «Non mancheranno, infatti, aree tematizzate con tanti scivoli colorati adatti ai piccoli e ai ragazzini di tutte le età oltre ad aree dedicate alla creatività e alla scoperta dove divertirsi a costruire con i mattoncini Lego e i Duplo, piscine e spazi attrezzati con lettini, sdraio e ampi gazebi dove la famiglia potrà rilassarsi».

    E poi ci sarà il Beach Party, un’attrazione con aree gioco su più livelli e tanti scivoli colorati; l`area Lego Creation Island, che permetterà ai più piccoli di appassionarsi all`originale costruzione di barche personalizzate con i mattoncini Lego per poi posizionarle in acqua facendole galleggiare per tutto il percorso.

    Duplo Splash è invece un`attrazione pensata per piccoli avventurieri che vengono incoraggiati ad imparare attraverso il gioco e ad approcciarsi ai primi scivoli. Divertimento assicurato anche sugli scivoli di Jungle Adventures con discese adatte a

    tutta la famiglia. L`attrazione Pirate Bay, con la sua grande piscina, sarà infine il luogo ideale per tutta la famiglia per nuotare, rinfrescarsi o semplicemente rilassarsi.

    Contemporaneamente ai lavori per la realizzazione dell`area, Gardaland sta selezionando oltre 50 figure professionali da assumere per la gestione del nuovo parco: in particolare, si stanno ricercando 40 assistenti bagnanti, sia figure già in possesso del brevetto di assistenza ai bagnanti, sia candidati da formare; questi ultimi potranno infatti conseguire il brevetto grazie ad un accordo stretto da Gardaland con la Federazione Italiana Nuoto. Non mancheranno poi addetti alla gestione del negozio e alla ristorazione.

  • Dianova e Parco delle Groane: insieme per fare “comunità” e prendersi “cura” del parco

    Domenica 5 maggio la Comunità Dianova di Garbagnate Milanese e Parco delle Groane si daranno appuntamento al parcheggio dell’ex ospedale della cittadina lombarda per dare il via alle operazioni di riqualificazione nell’ambito dell’iniziativa “Ripuliamoci”.

    La Comunità Dianova di Garbagnate confina per gran parte con il Parco e sorge accanto alla zona del parcheggio del vecchio ospedale che, da quando ha chiuso, è rimasto abbandonato e, ultimamente, è stato utilizzato in maniera poco civile come discarica abusiva.

    La Comunità insieme all’ente Parco delle Groane ha deciso così di organizzare questa importante giornata per ridare vita a spazi inutilizzati e abbandonati; infatti, lo staff di Dianova e i ragazzi ospiti della struttura, insieme alle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco, domenica 5 maggio, a partire dalle ore 9.30, daranno il via all’iniziativa “Ripuliamoci”. Una metafora del percorso comunitario che ogni ragazzo sta affrontando per superare il proprio problema e che vuole anche essere un esempio, per tutte le persone, di quanto sia necessario tutelare e salvaguardare gli spazi comuni.

    Una volta terminata la pulizia, per evitare lo sversamento di nuovi rifiuti l’iniziativa proseguirà con una riqualificazione dello spazio attraverso la chiusura dell’accesso ai veicoli e l’installazione di barriere new jersey di cemento; sarà inoltre allestita un’area decorata con aiuole e arredi in pallet realizzati nell’ambito del Laboratorio di Falegnameria della Comunità di Garbagnate.

    Per chi fosse interessato a partecipare all’iniziativa ecco il programma della giornata:

    h 9.00/9.30 Ritrovo e organizzazione dei gruppi di lavoro

    h 9.30 Pulizia parcheggio ex ospedale e spazi limitrofi

    h 11.30 Ristoro nella Comunità di Garbagnate Milanese.

  • Il Comitato No al Bitume Si al Parco del Trebbia indice un’assemblea pubblica a Gossolengo venerdì 15 febbraio

    A seguito dell’ennesima richiesta di autorizzazione per il “Tratttamento Rifiuti Speciali Non Pericolosi” presentata il 20 Dicembre scorso dalla ditta esercente l’impianto di produzione conglomerati bituminosi in località Pontenuovo a Gossolengo, meglio noto come “Bitumificio”, il Comitato “No al Bitume – Si al Parco del Trebbia” organizza e invita la cittadinanza ad una Assemblea Pubblica Venerdì 15 Febbraio 2019 alle ore 21 presso la Sala Parrocchiale della chiesa di San Quintino a Gossolengo.

    Nel ricordare che è tutt’ora pendente il ricorso in secondo grado di giudizio presso il Consiglio di Stato intentato dal nostro Comitato contro l’autorizzazione concessa all’installazione del mega impianto di produzione conglomerati bituminosi, la serata di Venerdì sarà l’occasione per i cittadini, in totale assenza di qualunque informazione da parte dell’Amministrazione Comunale, di informarsi circa i nuovi sviluppi che incombono sull’area di Pontenuovo.

    La serata dall’evocativo titolo “Parco del Trebbia a Gossolengo: Un Disastro Annunciato”, di cui si allega volantino, consentirà di esporre le perplessità crescenti circa la reale volontà di dare un futuro al Parco del Trebbia.

    Si discuterà appunto della nuova richiesta di autorizzazione al trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi [R5], incluso il fresato di asfalto, presentata a ridosso di Natale dalla ditta Emiliana Conglomerati [ex CCPL], delle iniziative avviate a supporto della redazione del Piano Territoriale del Parco del Trebbia, del ricorso al Consiglio di Stato tutt’ora pendente, di numerose criticità ambientali che gravano sull’area in Comune di Gossolengo e più in generale in tutta l’area del Parco.

    Continueremo a sostenere con forza e a ragione che questa nuova richiesta di trattamento rifiuti speciali sta a dimostrare inequivocabilmente ciò che era da sempre evidente anche ai più sprovveduti!

    In località Ponte Nuovo a Gossolengo, in pieno Parco del Trebbia, insiste un unico disegno, un unico ed inscindibile progetto di sviluppo attività industriale [a nostro giudizio non sostenibile in presenza di un’area protetta e di riqualificazione ambientale quale è quella del Parco] che andava sin dall’inizio sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale [VIA] cumulativa!

    Inutile oggi ricordare che è proprio ciò che abbiamo civilmente sostenuto, inascoltati, sin dal primo giorno!

    Sarà poi interessante capire come il tanto sbandierato sviluppo turistico del Basso Trebbia e del suo Parco potrà avverarsi ora che dalle parole si passa ai fatti!!! Dall’impianto al trattamento di rifiuti!!! Una prospettiva davvero coerente ed entusiasmante!!

    Di certo il nostro impegno, la nostra lotta, prosegue!! La determinazione non ci manca, perché convinti di essere nel giusto e che la nostra a volte ostinata resistenza sarà alla fine premiata.

    Il Comitato pertanto attraverso il presente comunicato intende invitare gli organi di stampa e la cittadinanza a partecipare all’Assemblea Pubblica di Venerdì prossimo 15 Febbraio 2019 ore 21 presso la sala parrocchiale della chiesa di San Quintino a Gossolengo.

    Si ricorda infine a chi della cittadinanza non potesse partecipare di persona che si può comunque continuare a sostenere la lotta del Comitato attraverso la raccolta fondi avviata a sostegno delle spese legali, con contributi spontanei tramite versamenti personali e/o on-line sul c/c 302847/06 c/o CARIPARMA A GOSSOLENGO Intestato a “COMITATO NO AL BITUME SI AL PARCO DEL TREBBIA”  – Codice IBAN IT25K0623065320000030284706.

    IL COMITATO “NO AL BITUME – SI AL PARCO DEL TREBBIA”

     

  • Arriva il piano per il Parco del Trebbia, ma le autorità sfuggono al confronto coi cittadini

    Predisposto il Piano territoriale del parco relativo al Parco del Trebbia nel piacentino, i residenti dell’area che da tempo hanno ingaggiato battaglia per dire no al bitumificio in via di realizzazione nel parco stesso (pende ricorso davanti al Consiglio di Stato, che non ha ancora calendarizzato l’esame della questione) chiedono di essere coinvolti nelle decisioni in merito alla sorte del polmone verde della Valtrebbia. “Perché non fare denunciare o fare un esposto contro chi, in questi anni e a tutti i livelli, non ha fatto il suo dovere nella gestione della zona fluviale di Gossolengo? E’ giusto che chi ha sbagliato paghi”, ha proposto l’On. Cristiana Muscardini (promotrice di una petizione sulla vicenda davanti alla Commissione Petizioni del Parlamento europeo e al Commissario europeo per l’ambiente Karmenu Vella), per rendere più cogente la voce dei cittadini radunati nel ‘Comitato No al bitume – Sì al parco del Trebbia’. Questi ultimi, come mette a fuoco Giuseppe Castelnuovo di Legambiente, chiedono “un percorso partecipato con la popolazione” per l’implementazione del Piano territoriale del parco, e hanno chiesto un confronto con Agostino Maggiali, presidente del parco, e Paolo Gazzolo, assessore della Regione Emilia-Romagna.

    I tentativi di trovare un’interlocuzione non sono finora andati a segno, anche nella serata in cui i cittadini si sono ritrovati per chiedere di essere coinvolti nel piano del parco sindaco di Gossolengo e presidente del parco non si sono fatti vedere, facendosi implicitamente scudo di una sentenza del TAR di Parma che ha rigettato le istanze del comitato ed è in attesa di revisione da parte del Consiglio di Stato. Costretti dalla latitanza delle istituzioni che hanno autorizzato il bitumificio ad ipotizzare di portare le stesse istituzioni davanti alla autorità giudiziaria perché finalmente siano fornite le motivazioni della scelta a favore dell’impianto, i cittadini sottolineano in parallelo, nella loro perorazione alla Commissione Petizioni del Parlamento europeo, che l’insediamento dello stabilimento all’interno del parco ha già portato “un considerevole incremento del traffico di mezzi pesanti, con il conseguente sensibile aumento dell’inquinamento atmosferico in una realtà territoriale già pesantemente inquinata e per la quale la stessa Commissione europea ha attivato apposita procedura di infrazione, per gli inadeguati provvedimenti assunti dall’Italia al fine di ridurre le fonti inquinanti”.

  • Un contributo per il Comitato No al Bitume

    In occasione della Festa della Mamma il Comitato ‘Non al Bitume Sì al Parco’ scende in piazza per una campagna di sensibilizzazione. Sabato 12 sarà presente a Piacenza in via XX settembre, angolo via Chiapponi, con un banchetto dove in cambio di una donazione verrà offerta una confezione di biscotti o un altro prodotto del negozio La pecora nera. Domenica 13 maggio il Comitato sarà a Gossolengo davanti all’edicola, sempre con i biscotti dell’occhione.

    Appuntamento anche alle soglie dell’estate: l’8 giugno, con una grigliata alla Tenuta dell’Oca e il 17 giugno mercato dell’usato a Gossolengo.

    Chi non potrà partecipare agli eventi può effettuare una donazione a sostegno del Comitato secondo le seguenti modalità:

    Bonifico intestato sul C/C 302847/06 c/o Cariparma a Gossolengo intestato a “Comitato Non al Bitume Sì al Parco del Trebbia” – Codice IBAN IT25K0623065320000030284706 causale contributo spese legali ricorso Consiglio di Stato.

    Paypal http://legambiente.piacenza.it/comitato-no-al-bitume-e-si-al-parco-del-trebbia-2/

    Contanti: presso l’Edicola di Gossolengo Via Giacomo Matteotti, 28 oppure telefonando al numero 3342872718

  • Il caso del bitumificio nel Parco del Trebbia arriva al Consiglio di Stato

    Il comitato dei cittadini di Gossolengo “No al bitume – Sì al parco del Trebbia” ha formalizzato il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha convalidato la scelte dell’amministrazione del Comune del piacentino di realizzare un bitumificio lungo il fiume Trebbia, all’interno dell’omonimo parco. Decisione sofferta, come tiene a sottolineare il comitato ricordando anche i costi sostenuti dagli aderenti al comitato stesso, il ricorso è motivato da una concezione dello sviluppo locale affidata al turismo piuttosto che a impianti quali il bitumificio, nonché dal desiderio di tutelare la biodiversità del posto e la salute di chi ci vive. Al di là dei principi, i motivi tecnici per cui si ritiene scorretta la sentenza del Tar sono individuati in un’erronea interpretazione (da parte del Tar) delle norme in base a cui sono state concesse le autorizzazioni all’impianto, in un’inadeguata valutazione dei rischi per l’ambiente (aria, acqua, terreni) che l’impianto autorizzato comporta e in procedure troppo sbrigative rispetto alla gravità della decisione in questione (autorizzazione dell’impianto) che avrebbe richiesto invece passaggi più ponderati. La legge regionale 19/2009, si legge nel ricorso, stabilisce espressamente che “non è ammesso l’insediamento di nuovi impianti di trasformazione di inerti nell’ambito del Parco e delle aree contigue” mentre l’autorizzazione concessa al bitumificio “non ha tenuto conto” delle prescrizioni procedurali fissate da quella stessa legge in virtù del principio enunciato, diversamente da quanto ha ritenuto il Tar che “ha valutato solo superficialmente i profili di illegittimità dell’autorizzazione” (non meno facilone, si sottolinea, è stato il Comune di Gossolengo nell’esprimere le valutazioni preliminari all’autorizzazione).

    Nel dettaglio, il ricorso lamenta (ed illustra) 7 motivi per cui la sentenza del Tar dell’11 gennaio va annullata, così riassunti:

    – un’erronea valutazione espressa dal Consiglio Giudicante circa il combinato disposto degli Articoli 55 e 56 delle NTA (norme tecniche di attuazione) del PIAE 2011 (Piano delle attività estrattive) del 2011 con particolare riferimento alla compatibilità delle zone per Impianti Fissi di lavorazione inerti;

    – una contestabile determinazione del Consiglio Giudicante laddove esplicita che anche l’eventuale mancata attuazione del PSQA (Piano di sviluppo e qualificazione ambientale) … non potrebbe determinare l’annullamento dei provvedimenti autorizzativi;

    – un’erronea valutazione circa l’impatto acustico generato dalla nuova installazione e i relativi rilevamenti effettuati;

    – la mancata rappresentatività dei dati utilizzati nello studio sulla ricaduta degli inquinanti;

    – l’erronea valutazione circa l’evidente unicità e inscindibilità del Progetto di sviluppo industriale dell’area nelle sue varie componenti (Area Deposito Rifiuti, Impianto Conglomerati Bituminosi, Ampliamento aree di Cava) e necessità della Valutazione di Impatto Ambientale Cumulativa;

    – mancata valutazione di un motivo di ricorso presentato;

    – errata valutazione circa il motivo di ricorso riguardante l’Interferenza con Falda e rischi idrogeologici associati all’area di cava.

    Mentre si affida ai magistrati e prosegue il raccordo con le associazioni ambientaliste (Legambiente in primis), il comitato preannuncia anche la prosecuzione della vigilanza sull’impatto che l’impianto in via di realizzazione ha sul territorio circostante e delle attività di coinvolgimento della popolazione tramite iniziative di informazione e sensibilizzazione, nonché di raccolta fondi (chi vuole può versare un contributo sul cc 302847/06 della filiale Cariparma di Gossolengo, intestato a “Comitato no al bitume sì al Parco del Trebbia”, Iban IT25K0623065320000030284706).

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