petizione

  • Una petizione per salvaguardare il monastero di San Francesco a Cortemaggiore

    Ci sentiamo ripetere che l’Italia detiene la metà del patrimonio culturale del mondo ma ogni giorno vediamo distrutta troppa parte del nostro patrimonio architettonico e questa distruzione cambia anche il paesaggio, cancella tanta parte della nostra storia.

    Borghi abbandonati, castelli e antiche ville  diroccati, cascine cadenti o cadute e nelle città abbattuti  case, palazzi dei secoli passati  per costruire abitazioni ed uffici a più piani e sfruttare tutto ciò che si può, non importa se a scapito della memoria e dell’estetica, il guadagno prima di tutto è il mantra di troppi!

    Spesso anche chiese e monasteri sono abbandonati con un danno anche per la collettività che in quei luoghi aveva un punto di riferimento.

    A Cortemaggiore, comune in provincia di Piacenza, gli alpini, sempre pronti ad iniziative meritevoli, con altri volontari hanno dato vita ad una raccolta di firme per sensibilizzare gli enti competenti e la proprietà, la Chiesa cattolica, affinché si impegnino concretamente e velocemente per preservare e valorizzare il convento di San Francesco impedendone l’abbandono ed il decadimento.

    Il quattrocentesco monastero francescani è sotto la sovrintendenza archeologica delle province di Parma e Piacenza  e l’ente schedatore del grande convento è la sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle due province, ciò nonostante sembra che solo la mobilitazione dei cittadini possa impedirne l’abbandono.

    Ogni firma è di aiuto per salvaguardare un bene prezioso per tutti, chi si associa all’appello degli alpini, e nostro, può mandare il suo nome, cognome, indirizzo di residenza e telefono o mail a info@orsivincenzo.it scrivendo “firmo anch’io per la salvaguardia del monastero di San Francesco.”

  • Coldiretti cerca firme per una petizione sulle etichette alimentari

    Coldiretti sollecita a firmare entro il 2 ottobre la petizione “Eat original! Unmask your food” per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti. Promossa dalla stessa Coldiretti assieme a Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese), Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), Solidarnosc (storico sindacato polacco), Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), Slow Food, Gaia (associazione degli agricoltori greci), Campagna amica, Fondazione Univerde, Green protein (ONG svedese), la petizione deve essere supportata dai cittadini di almeno 7 Paesi dell’Ue. I promotori puntano ad arrivare a un milione di firme e si prefiggono, come recita Coldiretti, di «mettere all’angolo multinazionali e lobbies del Nord Europa e spingere la Commissione a valorizzare l’origine dei prodotti agricoli e garantire un giusto reddito agli agricoltori».

     

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