prescrizione

  • In attesa di Giustizia: comunquemente Guardasigilli

    Non si parla d’altro, il Governo e la legislatura restano appesi agli umori di Matteo Renzi, il tema all’ordine del giorno è sempre quello della disciplina sulla prescrizione. Così anche questa rubrica deve continuare ad occuparsene per cercare di fare chiarezza sul punto ai propri lettori.

    Secondo un metodo tradizionale, l’interpretazione della legge avviene in prima battuta tramite due criteri fondamentali: il tenore letterale e la illustrazione da parte del legislatore. Noi non abbiamo ancora un testo definito della possibile modifica: si parla, soprattutto si litiga, intorno a varie proposte; però abbiamo – anche tramite una recente intervista, la parola di Alfonso Bonafede, ispiratore illuminato della prima riforma, ora esegeta del c.d. “lodo Conte”, ed è stato chiamato a quella Guardiania dei Sigilli che fu di giuristi come  Zanardelli, Rocco e Conso. Tanto per fare qualche nome.

    “…cioè cosa vuol dire; lo specifico perché sto leggendo di tutto (risatina, ci sta sempre). Vuol dire semplicemente che in primo grado, dopo la sentenza di primo grado, c’è una distinzione tra assolti e condannati. Per i condannati c’è l’interruzione della prescrizione, va bene! (esortazione evocativa di Vanna Marchi) Quindi non c’è più la possibilità che per i condannati ci sia poi una prescrizione in appello; per gli assolti c’è una sospensione breve COMUNQUE per garantire un tetto ma COMUNQUE per svolgere COMUNQUE il processo di appello (il termine che un laureato in legge dovrebbe usare è: celebrare).In secondo grado. Se dopo che viene svolto il giudizio (prima, infatti, sarebbe difficile) di appello chi era stato condannato in primo grado viene assolto e, quindi, è una persona dichiarata innocente (ma non ditelo a Davigo, potrebbe aversene a male anche per la sola esistenza di un giudizio di appello) a seguito del giudizio di appello, a quel punto quella persona che però è già stata dichiarata assolta recupera i termini di prescrizione (quali, quanti e soprattutto perché?) eeeee, dopo di che COMUNQUE, anche nel caso di assoluzione, anche in questo caso ci sarà eeeeee verrà dichiarata una sospensione per consentire COMUNQUE che eventualmente ci sia l’impugnazione in Cassazione che si vada insomma che si svolga il processo in grado di  Cassazione”.

    Secondo un sondaggio riportato dal Corriere della Sera solo il 5% degli italiani dichiara di conoscere in dettaglio il provvedimento che ha modificato la disciplina sulla prescrizione, il 40% nelle linee generali, il 19% non ne sa nulla; il 57% propende per la eliminazione o l’allungamento del tempo necessario per la estinzione di un reato, il 20% considera la prescrizione una garanzia, il 23% si astiene dal giudizio.

    Vi è da dubitare che le parole del Ministro abbiano contribuito a fare chiarezza elevando quella misera percentuale a una cifra di cittadini adeguatamente informati e sale la preoccupazione all’annuncio del prossimo varo della riforma del processo penale rispetto al quale una speranza supera di gran lunga tutte le altre destinate – verosimilmente – a restare deluse: che non venga introdotto il processo con giuria.

    Altro che dodici pari se, come risulta sempre dal sondaggio del Corsera, il 76% degli elettori pentastellati e il 65% di quelli DEM ostenta opinioni giustizialiste: il rischio di trovarseli preponderanti in giuria sarebbe elevatissimo, magari ci sarebbe posto anche per Travaglio e Barbacetto e con ciò bye bye al giusto processo declinato dall’art. 111 della Costituzione e attesa di Giustizia vanificata del tutto.

  • In attesa di Giustizia: i maratoneti

    I protagonisti di questo numero della rubrica non sono propriamente atleti e neppure emuli del personaggio mirabilmente interpretato da Dustin Hoffman, bensì le centinaia di avvocati penalisti che dal 2 dicembre e per tutta la settimana si sono alternati dalle prime ore del mattino e fino a sera su un palco allestito di fronte alla Corte di Cassazione, impegnati nella “Maratona oratoria per la verità sulla prescrizione” organizzata dall’Unione delle Camere Penali  durante il periodo di astensione dalle udienze, che qualcuno lo chiama sciopero, proclamata per protesta contro l’inerzia di legislatore e governo nel riformare – come vanamente promesso un anno fa – il settore della giustizia penale in vista della entrata in vigore del nuovo regime della prescrizione che la elimina dopo il giudizio di primo grado.

    Sul modello dello Speakers’ Corner di Hyde Park (che, tra l’altro, non è lontano dal luogo ove sorgeva il patibolo di Londra…ma ogni analogia con la prossimità alla Cassazione è puramente casuale), il palchetto dell’Unione ha offerto l’opportunità di offrire al pubblico un dibattito non stop su un argomento molto attuale ed oggetto di inaccettabili mistificazioni che non sono mancate neppure durante questo periodo di agitazione.

    Ne sono di esempio le garbate e profonde considerazioni del giureconsulto Alessandro Di Battista secondo il quale la prescrizione “salva il culo ai potenti”, cui ha risposto seccamente il Presidente dell’Unione Giandomenico Caiazza o la dimostrazione inequivoca di voluta disinformazione (l’ignoranza, in questo caso, non è immaginabile) di un esponente dell’Associazione Nazionale Magistrati che nel corso della trasmissione RAI “Agorà” ha sostenuto per l’ennesima volta che la prescrizione è frutto di callidi stratagemmi degli avvocati venendo – peraltro – immediatamente sbugiardato da Piero Sansonetti presente in studio.

    La raccogliticcia maggioranza di Governo sul tema della prescrizione e della riforma della Giustizia si è quantomeno incrinata ed il dibattito è tornato ad animare anche la politica: alcuni esponenti dei diversi partiti si sono persino affacciati al luogo della maratona per partecipare in qualche modo alla discussione, la manifestazione – nella sua singolarità – ha richiamato l’attenzione dei media contribuendo a far affluire pubblico incuriosito in Piazza Cavour.

    Insomma, è stato un successo, frutto di una notevole e fantasiosa capacità comunicativa di cui si è dimostrata capace l’Unione sfruttando le armi migliori di cui dispongono i suoi iscritti: la parola, la competenza, l’onestà intellettuale, lo spirito di sacrificio. E la maratona non è stato il solo esempio di intelligente ed originale forma di protesta messa in campo: ridentem dicere verum, quid vietat? Osservava Orazio e il Prof. Giovanni Flora, già Ordinario di Diritto Penale a Firenze, ha realizzato un video clip nel quale – su parole e musica del celeberrimo “Senza fine” di Gin Paoli – canta, senza stonature né falsificazioni, le ragioni del processo senza fine.  Applausi, anzi, standing ovation.

    Qualcosa, intanto, sembra muoversi a Montecitorio e dintorni a livello di ripensamenti sulla modifica della prescrizione e riforme possibili anche se è preferibile non pensare a cosa possa partorire l’ennesima normativa frutto di compromessi ed arditi equilibrismi politici ma, più difficilmente, di competenze effettive nella materia da trattare.

    Resta però l’immagine di quella Piazza Cavour da qui l’Avvocatura esce vincitrice: una piazza che, come ha ricordato l’avvocata Cinzia Gauttieri, è stata una testimonianza di militanza vera contro l’ignoranza di coloro che non sanno di cosa parlano, il pregiudizio di chi ha deciso prima di conoscere e l’ottusità di chi non vuole ascoltare. Una vittoria di chi la Giustizia l’ha veramente a cuore e si batte perché la sua attesa non sia né indefinita né vana.

     

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