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  • Conte2 taglierà le ambasciate delle Regioni?

    La diplomazia delle Regioni italiane costava 70 milioni di euro l’anno, nel 2012. In quell’anno, il governo Monti, allora in carica, prese in considerazione l’ipotesi di razionalizzare gli uffici di rappresentanza che le varie Regioni avevano aperto, in parallelo a quelli dello Stato centrale, tramite il ministero degli Esteri, in varie parti del mondo. Nel 2017 la situazione risultava tuttavia immutata né abbiamo sentito, durante il primo governo di Giuseppe Conte, parlare di una razionalizzazione delle spese di rappresentanza delle Regioni.  E questo la dice lunga su quello che avrebbe dovuto essere il governo del cambiamento. Dal governo Lega-M5s, che tuonando contro l’Europa auspicava sempre maggior autonomia, almeno per alcune Regioni, non risulta ci sia stato alcun intervento ad hoc per tagliare le spese inutili ed ora, se prenderà effettivamente vita il governo Conte 2, M5s e Pd, ci sarà qualcuno che affronterà questo problema?

    Tanto per rinfrescare a tutti la memoria nel 2012 a Bruxelles, accanto alla rappresentanza nazionale italiana, operavano 21 rappresentanze regionali (2 per il Trentino-Alto Adige, una della provincia autonoma di Trento e l’altra della provincia autonoma di Bolzano), alle quali se ne affiancavano altre due rispettivamente per conto dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani e dell’Unione delle province italiane. Allora peraltro la rappresentanza della Basilicata non risultava operativa e nel 2018 quella della Calabria è rimasta sprovvista di personale.

    L’apertura internazionale delle Regioni non si è limitata a fare della partecipazione all’Unione europea l’unica occasione per aprire centri rappresentanza e (di conseguenza) di spesa. Infatti, il Veneto vantava 61 sportelli all’estero, la Lombardia 16 ‘Lombardia Point’, l’Emilia Romagna un ufficio presso la Tongil University di Shanghai, le Marche un paio di uffici in Indonesia e Cina, l’Abruzzo due in Romania e Brasile, il Molise un’agenzia nell’antistante Croazia, la Puglia uno sportello nell’antistante Albania.

    Accanto a tutte queste sedi, tutte le Regioni suddette, come pure le altre, hanno aperto uffici di rappresentanza non solo a Bruxelles ma anche a Roma. Nella capitale italiana sono stati infatti censiti 22 uffici di rappresentanza regionale (perchè l’esteso Molise ha valutato che gliene occorressero due).

    Il nuovo governo, qualunque esso sarà, vorrà finalmente abbassare i toni su Twitter e occuparsi seriamente delle spese inutili che quotidianamente aumentano il nostro deficit? Forse anche questo sarebbe un segnale che i cittadini e la Ue apprezzerebbero.

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