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  • India and China agree to de-escalate border tensions

    India and China have agreed on patrolling arrangements to de-escalate tensions along a disputed Himalayan border which has seen deadly hand-to-hand clashes in recent years, India’s top diplomat has said.

    Vikram Misri said on Monday the two sides have agreed on “disengagement and resolution of issues in these [border] areas that had arisen in 2020”.

    He was referring to the Galwan Valley clashes – the first fatal confrontation between the two sides since 1975, in which both sides suffered casualties.

    Relations between the neighbours have been strained since then.

    “An agreement has been arrived at on patrolling arrangements along the Line of Actual Control (LAC) in the India-China border areas, leading to disengagement and a resolution of the issues that had arisen in these areas in 2020,” Mr Misri said.

    Mr Misri, however, did not give any details about the disengagement process and whether it would cover all points of conflict along the disputed border.

    The Indian foreign secretary’s statement comes just a day before Indian Prime Minister Narendra Modi travels to Russia for a meeting of Brics nations which includes Brazil, Russia, India, China and South Africa.

    Mr Misri didn’t confirm if a bilateral meeting between Mr Modi and Chinese President Xi Jinping was on the agenda.

    His remarks on Monday mark a major development between the two nuclear-armed nations since the Galwan clashes.

    Troops in the Galwan Valley fought with clubs and sticks because of 1996 agreement between the two countries that prohibited the use of guns and explosives near the border.

    Several rounds of talks between their diplomats and military leaders in the last four years had not resulted in a major breakthrough.

    Troops from the two sides clashed in the northern Sikkim area in 2021 and again in the Tawang sector of the border in 2022.

    Border tensions have cast a long shadow on India-China relations for decades. The two countries fought a war in 1962 in which India suffered a heavy defeat.

    Business relations between the two Asian giants have also suffered due to the tensions.

    The root cause is an ill-defined, 3,440km (2,100-mile)-long disputed border. Rivers, lakes and snowcaps along the frontier mean the line often shifts, bringing soldiers face to face at many points, sparking a confrontation.

    The two nations have been also competing to build infrastructure along the border, which has sparked further tensions.

  • Pyongyang medita di far saltare le strade verso la Corea del Sud

    La Corea del Nord ha posto le forze militari schierate al confine con la Corea del Sud in stato di massima allerta, dopo aver accusato Seul di aver inviato droni sui cieli di Pyongyang. Lo stato maggiore dell’esercito nordcoreano ha ordinato ai reparti di artiglieria al confine di “prepararsi ad aprire il fuoco” nell’eventualità di nuove violazioni dello spazio aereo nazionale, secondo quanto riferito ieri dall’agenzia d’informazione ufficiale del Nord, “Korean Central News Agency” (“Kcna”). Pyongyang, che accusa la Corea del Sud di “provocazioni belliche”, sostiene che Seul abbia inviato droni sui cieli di Pyongyang per tre volte dall’inizio di ottobre, e che questi ultimi abbiano sganciato sulla capitale nordcoreana volantini di denuncia del governo guidato da Kim Jong-un. Lo stato maggiore congiunto delle Forze armate sudcoreane ha affermato in una nota di essere a conoscenza delle attività militari nordcoreane oltreconfine, e di essere pronto a rispondere a qualunque provocazione.

    Le Forze armate della Corea del Nord hanno annunciato la scorsa settimana ulteriori lavori di fortificazione del confine tra le due Coree, e l’interruzione fisica di tutti i collegamenti stradali e ferroviari transfrontalieri tra i due Paesi, già in disuso a causa delle tensioni in atto nella Penisola coreana. L’annuncio, rilanciato dall’agenzia di stampa ufficiale “Korean Central News Agency” (“Kcna”), presenta le misure come una risposta alle esercitazioni militari congiunte intraprese da Corea del Sud e Stati Uniti in prossimità del confine, e alla decisione degli Usa di schierare “assetti nucleari strategici” nella Penisola coreana. Nella nota dello Stato maggiore dell’Armata del popolo coreano in cui si annuncia il taglio totale delle vie di collegamento tra i due Paesi, le forze armate affermano che le misure hanno carattere esclusivamente difensivo, e accusano la Corea del Sud di aver causato “una situazione critica nella quale il rischio di innescare un conflitto è in continuo aumento”.

    Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha dichiarato nei giorni scorsi che il Paese accelererà ulteriormente gli sforzi tesi ad affermarsi come “superpotenza militare dotata di armi nucleari”, e ha ribadito che la dottrina di Pyongyang non esclude l’uso delle armi atomiche in caso di aggressione. Lo ha riferito ieri l’agenzia di stampa ufficiale “Korean Central News Agency” (“Kcna”), che ha rilanciato parti di un discorso tenuto dal leader nordcoreano presso l’Università nazionale della difesa a lui intitolata. Kim ha nominato espressamente il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, accusandolo di essere “in combutta con gli Stati Uniti per destabilizzare la regione”: “Yoon Suk Yeol ha pronunciato commenti privi di gusto e volgari in merito alla fine della Repubblica (Popolare Democratica di Corea, la Corea del Nord) in un suo recente discorso, e questo dimostra che è del tutto consumato dalla sua cieca fiducia nella forza dei suoi padroni”, ha dichiarato il leader nordcoreano riferendosi agli Stati Uniti.

    “Ad essere sinceri, non abbiamo assolutamente alcuna intenzione di attaccare la Corea del Sud”, ha aggiunto Kim. “Ogni qual volta ho enunciato la nostra posizione sull’uso della forza militare, mi sono espresso al condizionale: se i nemici proveranno ad usare la forza contro il nostro Paese, le Forze armate della Repubblica utilizzeranno tutta la forza offensiva (di cui dispongono) senza alcuna esitazione. Questo non preclude l’utilizzo di armi nucleari”, ha ribadito il leader della Corea del Nord, aggiungendo che “i nostri passi per affermarci come superpotenza militare e nucleare accelereranno”.

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