sequestri

  • Sempre più in crescita i bilanci delle zoomafie

    Il 2023 si chiude con un ulteriore bilancio positivo per le zoomafie, delle quali abbiamo scritto anche in altre occasioni.

    Le corse clandestine dei cavalli sono una fonte importante di business anche se molti animali finiscono azzoppati e feriti e poi condotti al macello.

    I combattimenti tra cani rimane una delle attività più cruente, secondo il rapporto della Fondazione Antonino Caponnetto dal 1998 al 2022 sono stati sequestrati dagli interventi delle Forze dell’Ordine, più di 1400 cani, ma anche 120 galli da combattimento e quasi 600 persone sono state denunciate.

    Le zoomafie, le organizzazioni criminali, guadagnano anche con la vendita illecita di cuccioli di animali da compagnia portati, con documenti falsi, da altri paesi europei dell’Est ed ancora troppi piccoli per essere tolti alla madre. E’ un traffico milionario, supportato anche da internet.

    Vi sono stati anche alcuni  casi di canili che si sono appropriati dei fondi dei comuni, per la gestione dei cani randagi, e che invece hanno lasciato morire gli animali o li hanno tenuti in condizioni agghiaccianti.

    Oggi una nuova normativa europea, della quale vi abbiamo già infirmato e che si spera presto entri in vigore in tutti i paesi dell’Unione, dovrebbe dare un duro colpo a questo traffico che oltre a danneggiare economicamente gli acquirenti vede ogni anno morire moltissimi cuccioli durante il trasporto o appena sono stati venduti e assegnati alle famiglie.

    Il bracconaggio contribuisce, non solo in Italia, al traffico di quella fauna selvatica che per legge andrebbe protetta e che non è vendibile ma continuamente si trovano animali importati da altri paesi e detenuti illegalmente.

    Le zoomafie si occupano anche di allevamenti irregolari, di macellazione clandestina, di illegalità nella pesca e della contraffazione di alimenti di origine animale.

    La commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti alimentari finalmente si occuperà anche delle attività illecite delle zoomafie, speriamo che questo porti presto a notizie ancora più dettagliate che consentano un’operazione su larga scala per colpire tutta quella criminalità che guadagna sulle violenze agli animali.

  • Colombian EMC rebel group to stop kidnapping for ransom

    Colombia’s EMC rebel group has announced it will stop kidnapping people for ransom.

    The EMC is the largest offshoot of the Revolutionary Armed Forces of Colombia (Farc) and is made up of rebels who refused to lay down their arms when the Farc signed a peace deal in 2016.

    The announcement is a boost for the government of Gustavo Petro, which is engaged in peace talks with the EMC.

    Ransom kidnappings have been on the rise in Colombia this year.

    Among those seized – and later released – was the father of Liverpool footballer Luis Díaz.

    The kidnapping of Mr Díaz Snr and his wife from their home town of Barrancas, in northern Colombia, shone a spotlight on the practice, which several criminal and rebel groups engage in to raise money.

    While Tuesday’s announcement by the EMC is a victory for President Petro, who says he aims to achieve “total peace” in Colombia, kidnappings for ransom are likely to continue.

    The National Liberation Army (ELN), the rebel group which seized Luis Díaz’s parents, is one of several criminal and rebel groups active in Colombia which have so far refused to stop abducting people for money.

    The Ombudsman’s office said this week that 91 people were still being held hostage across the country.

    According to a report released by Colombia’s Foundation for Peace and Reconciliation, the number of people kidnapped in the first 10 months of this year was the highest since 2016 – the year when the government signed a peace deal with the Farc.

    The EMC – full name Estado Mayor Central (Spanish for Central General Command) – is the largest of the dissident rebel groups to have formed after the 2016 peace deal and has an estimated 3,000 members.

    It is most active in the provinces of Caquetá, Guaviare, Meta and Putumayo.

    Negotiations with the EMC have been rocky. In May, President Petro suspended a ceasefire with the rebel group after it had killed four indigenous teenagers who had tried to flee after being forcibly recruited by the group.

    And it was not until last month that the two sides resumed peace talks.

  • A processo a Kinshasa la gang che sequestrava chi viaggiava in taxi

    Gli abitanti d Kinshasa, capitale Repubblica Democratica del Congo, hanno paura quando prendono un taxi. E’ appena iniziato, infatti, un processo a 27 persone accusate di aver sequestrato clienti che viaggiavano in taxi proprio nella capitale. Tra gli imputati vi sono quattro poliziotti, sei giovani donne che avrebbero adescato le vittime e altre 17 persone. Alcuni dei malcapitati sono stati derubati e rilasciati, mentre altri sono stati trattenuti senza consenso per giorni fino al pagamento del riscatto.

    A Kinshasa, che è la terza città metropolitana più grande dell’Africa dopo Il Cairo e Lagos, sono almeno 30.000 i taxi registrati.

    La notizia, per le autorità locali, è motivo di particolare preoccupazione poiché il prossimo 28 luglio la città ospiterà i Giochi francofoni, una competizione sportiva e artistica dei paesi francofoni di tutto il mondo.

  • Uccisi i tre europei sequestrati in Burkina Faso

    Sono stati uccisi i tre europei, due spagnoli e un irlandese, che erano stati sequestrati da un gruppo di uomini armati che aveva attaccato una pattuglia anti-bracconaggio nell’Est del Burkina Faso. Lo ha comunicato una fonte della sicurezza burkinabe’, secondo la quale i tre uomini sono stati “giustiziati dai terroristi”. L’identità delle vittime spagnole è stata comunicata dal capo del governo di Madrid, Pedro Sanchez: si tratta del giornalista David Beriain, 44 anni, e del cameraman Roberto Fraile, 47 anni.

    I due reporter spagnoli si erano uniti alla pattuglia, composta sia da elementi militari che civili, per effettuare un servizio sulla caccia illegale. Non è ancora nota l’identità della vittima irlandese, un dipendente di una Ong conservazionista. Non si hanno notizie della quarta persona che era stata data per dispersa, un soldato burkinabe’. Il convoglio era caduto in un’imboscata sulla strada tra Fada N’Gourma e Pama, un’area ricca di foreste dove vive una popolazione di elefanti minacciata dai bracconieri, che li uccidono per impossessarsi delle zanne e venderle sul mercato nero dell’avorio. Almeno tre persone sono rimaste ferite nell’assalto. L’attacco non è stato per ora attribuito in modo specifico a nessuna delle varie formazioni jihadiste attive nel Paese africano.

    “Si conferma la peggiore delle notizie. Tutto l’affetto ai familiari e ai congiunti”, ha scritto Sanchez su Twitter, esprimendo “riconoscimento a chi, come costoro, realizzava ogni giorno un giornalismo coraggioso ed essenziale dalle aree di conflitto”. Entrambi i giornalisti uccisi avevano esperienza in aree di crisi. Fraile, nato a Salamanca e padre di due figli, aveva lavorato in Siria, dove era stato ferito mentre era al seguito della Free Syrian Army. Originario della Navarra, Beriain aveva realizzato servizi in numerosi scenari di conflitto, tra cui Colombia, Pakistan e Sudan. Beriain è inoltre autore di un documentario sulla ‘ndrangheta, ‘Clandestino’, che gli era costato un’inchiesta della Procura di Milano per truffa in concorso insieme ad altri tre indagati. Secondo le accuse il documentario, che era stato trasmesso nel novembre 2019 dal canale televisivo ‘Nove’, conteneva sequenze ricostruite con attori in studio che erano state presentate come riprese di vere attività criminali effettuate da giornalisti sotto copertura.

    Il Burkina Faso dal 2015 è entrato nell’orbita dell’offensiva jihadista in Sahel. All’aprile di quell’anno risale il primo sequestro di un cittadino europeo, una guardia di sicurezza rumena rapita in una miniera di manganese a Tambao della quale non si hanno più notizie da allora. Con il passare degli anni la violenza islamista si è estesa dall’area settentrionale del Sahel, confinante con Mali e Niger, al resto del Paese, in particolare l’Est, dove nel 2018 è cresciuta la presenza delle milizie, che hanno inoltre aizzato le tensioni intercomunitarie. Tra i gruppi terroristi più attivi figurano Ansarul Islam, la filiale di Al Qaeda nel Sahel, il Gruppo per il sostegno dell’Islam e dei musulmani (Gsim), e lo Stato Islamico nel Grande Sahara (Isgs). Solo nel 2020 le vittime delle attività terroristiche sono state 2.200. Il grave deterioramento delle condizioni della sicurezza ha provocato inoltre oltre un milione di sfollati, ovvero un abitante su 20.

  • Traffico di cuccioli, giro di affari e truffe in agguato

    Le preoccupazioni che avevamo espresso in precedenti articoli, riportando una serie di fatti accertati dalle Forze dell’Ordine, trovano, purtroppo, ulteriore conferma in nuovi recenti avvenimenti. Infatti nei giorni scorsi i carabinieri forestali di Reggio Emilia sono intervenuti per bloccare un nuovo traffico di cuccioli di cane, traffico che portava ad un giro d’affari di più di 500mila euro. La compravendita era attuata via internet, una delle tante truffe che usa i sistemi informatici. Tra il materiale sequestrato medicine, falsi libretti sanitari, cellulari, registratori di cassa, microchip e automobili utilizzate per prendere i cuccioli nei paesi dell’est e portarli in Italia. 108 i cani sequestrati tra i quali 45 cuccioli. La rete criminale si estendeva in varie regioni, oltre all’Emilia Romagna l’attività si svolgeva in Lombardia, Liguria e Toscana. Vari i provvedimenti cautelari e le denunce sia per associazione a delinquere che per maltrattamento agli animali, frode in commercio, falsità in atti e truffa, coinvolti anche negozi per la toelettatura e accessori per cani che procuravano una parte della clientela ai trafficanti di cuccioli. Ispezioni sono state effettuate a Reggio Emilia, Piacenza, Ravenna, La Spezia, Grosseto, Bergamo e Monza. Molti i cagnolini morti durante i viaggi ed altri deceduti dopo essere stati venduti, proprio l’ispezione su strada, nel 2017, di veicoli che trasportavano cuccioli in condizioni precarie, senza cibo ed acqua, e senza la obbligatoria documentazione sanitaria, ha fatto aprire una nuova indagine che si è avvalsa anche delle denunce di diverse persone che, dopo aver comperato a caro prezzo un cucciolo, si trovavano con l’animale gravemente malato o moribondo. l cuccioli appartenevano tutti a razze pregiate ma di taglia piccola, medio piccola, ed erano venduti almeno a mille euro. Secondo le stime, basate sulle intercettazioni, i cani venduti ogni anno sono stati almeno mille.

    Come abbiamo più volte ricordato i cani vanno acquistati solo da persone autorizzate, non devono avere meno di due mesi e devono essere in possesso dei libretti  sanitari con le vaccinazioni documentate ed è meglio visionare la madre ed i fratelli. Non dimentichiamo che chi vuole un amico peloso può anche cercarlo senza pedigree salvandolo da un rifugio dove è stato abbandonato.

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