Serbia

  • A Roma l’Italia Serbia Business Forum

    Lunedì 29 aprile a Roma alle ore 11.30,  presso lo Spazio Attivo di Lazio Innova in Via Casilina 3T, è prevista la presentazione dell’Italia Serbia Business Forum. Per l’occasione saranno presentati i Programmi Europei di finanziamento per interventi infrastrutturali, ambientali e di innovazione tecnologica.

    L’Italia Serbia Business Forum, previsto a Belgrado il 16 e 17 maggio prossimi, è finalizzato a favorire lo sviluppo di partenariati con le Aziende e le Istituzioni serbe e facilitare l’accesso ai finanziamenti dell’Unione Europea (molto ricchi verso i Paesi in preadesione).

    Da parte italiana è confermata la partecipazione all’Italia Serbia Business Forum  di rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, Ice, Simest e Cassa Depositi e Prestiti, da parte serba saranno relatori rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture, Ministero dell’Ambiente, Ministero per l’Integrazione Europea, Agenzia Serba di Sviluppo, che parleranno di Gare Internazionali  e di  agevolazioni nazionali

    L’iniziativa è realizzata in partnership con Confindustria Serbia, Iccrea BancaOice, Confindustria Servizi Innovativi, con la collaborazione del Maeci. Le informazioni sul Business Forum e le modalità di adesione sono presenti sul sito www.serbiabusinessforum.it

  • Ue, Russia e Ucraina a confronto sulle forniture di gas

    Nuovo round di colloqui trilaterali tra Unione europea, Mosca e Kiev a Bruxelles sul transito del gas attraverso l’Ucraina. In agenda, le questioni del prezzo del gas, dei volumi, della durata e del quadro giuridico, con l’obiettivo di raggiungere un nuovo accordo sulle forniture il prima possibile. Il contratto esistente tra Mosca e Kiev scadrà infatti alla fine del 2019, e si vuole scongiurare che la Russia chiuda definitivamente il passaggio di idrocarburi attraverso l’Ucraina, lasciando i cittadini ucraini senza forniture.

    “Sono passati esattamente sei mesi da quando ci siamo incontrati in questo formato per la prima volta a Berlino, da allora si sono svolti un paio di colloqui a livello di esperti ed è tempo di fare un bilancio e discutere la via da seguire sui parametri chiave concordati – ha sottolineato il commissario Ue all’Energia, Maros Sefcovic -. Abbiamo bisogno di un forte impegno da entrambe le parti”. Al tavolo, oltre a Sefcovic, saranno presenti anche il ministro ucraino degli Esteri, Pavlo Klimkin, il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, e i rappresentanti di Naftogaz per l’Ucraina e Gazprom per la Russia, le due compagnie nazionali del gas. Una portavoce dell’Ue nei giorni scorsi ha negato le voci sulla possibile rinuncia di Gazprom a partecipare.

    Intanto,  il numero uno di Gazprom, Alexey Miller, ha reso noto che la costruzione di un braccio settentrionale lungo 403 chilometri del gasdotto TurkStream sarà completata in Serbia entro la fine del 2019. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa serba Beta, Miller ha specificato che il gasdotto attraverserà il confine tra Bulgaria e Serbia per poi procedere verso Nord, fino al confine serbo-ungherese. Miller ha anche assicurato che tutte le questioni relative al trasporto di gas saranno risolte in linea con la legislazione serba e dell’Unione europea. Ieri, durante una visita ufficiale a Belgrado, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che la Russia è favorevole all’estensione al Paese balcanico del progetto Turkish Stream e che Mosca è pronta a investirvi 1,4 miliardi di dollari. Putin aveva anticipato che il progetto potrebbero essere esteso anche ad altri Paesi europei. Da parte sua, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito che “il gas russo è la migliore opzione” per Belgrado e che la Serbia ha fatto tutto il necessario per garantire l’estensione del gasdotto al territorio serbo.

  • Stallo delle trattative tra Kosovo e Serbia e la porta della Ue rischia di chiudersi

    Kosovo e Serbia sono avversari di vecchia data, con una storia di sanguinosi conflitti. Il profondo disaccordo tra i due non è qualcosa che appartiene al passato, esiste oggi e permea ogni aspetto e ogni persona su entrambi i lati del confine. Accettare un compromesso non si adatta alla narrativa nazionalista in nessuno dei due paesi e per questo l’accordo che le due nazioni stanno perseguendo non sarà favorito da porzioni considerevoli della popolazione.

    L’Ue ha chiarito che né la Serbia né il Kosovo aderiranno all’Unione prima della completa normalizzazione delle relazioni e il veto russo nel Consiglio di sicurezza dell’Onu sta bloccando diversi importanti processi di sviluppo. Eppure le circostanze non sono mai state così favorevoli alla ricerca di un compromesso. Il potere della prospettiva europea rinnovata e rafforzata per i Balcani occidentali, annunciata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato del sindacato del 2017, seguita poi dalla strategia della Commissione in febbraio e dalle conclusioni degli Stati membri dell’Ue, è un forte incentivo che ha già dato i suoi frutti sotto forma di accordo Skopje-Atene sulla questione del nome della Macedonia. Kosovo e Serbia potrebbero essere i prossimi.

    Per il Kosovo, i progressi nel dialogo hanno contribuito alla conclusione dell’accordo di stabilizzazione e associazione UE-Kosovo, entrato in vigore nell’aprile 2016. Alla Serbia hanno fruttato l’apertura dei negoziati di adesione nel giugno 2013.

    Ora l’accordo finale è una possibilità per risolvere tutte le questioni tra i due Stati una volta per tutte e sostituire le divisioni e gli ostacoli regionali con la cooperazione e l’apertura regionali.

    Ma l’attuale mandato della Commissione si esaurisce alla fine dell’anno prossimo e la campagna elettorale del Parlamento europeo distoglierà l’attenzione dalla regione, mentre l’esito delle elezioni potrebbe portare a un’Unione europea più introversa e molto meno disponibile di quella attuale a fare progressi nell’agenda dell’allargamento.

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