uomini

  • Giornata della parità retributiva: il divario nell’UE rimane al 13%

    Nell’Unione europea le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio pari al 13%. Ciò significa che, per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna riceve solo 0,87 €. La Giornata della parità retributiva, che quest’anno si è celebrata il 15 novembre, segna la data che simboleggia il numero di giorni aggiuntivi che le donne devono lavorare fino alla fine dell’anno per guadagnare quanto gli uomini nello stesso anno. Sebbene La parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, sancita dal trattato di Roma nel 1957, sia uno dei principi fondanti dell’UE, quest’anno tuttavia i progressi verso l’eliminazione del divario retributivo di genere sono in fase di stagnazione e nel corso degli anni sono stati lenti. “Ciò ci ricorda che gli stereotipi di genere continuano a colpire le donne e gli uomini in tutti gli ambiti della vita, anche sul luogo di lavoro, e che sono necessarie azioni specifiche per attuare il principio della parità retributiva”, hanno dichiarato in una nota congiunta Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, e Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza.

    La Commissione lavora senza sosta per promuovere la parità di genere nell’UE, come dimostra l’entrata in vigore, a giugno di quest’anno, della direttiva sulla trasparenza retributiva.

  • Vil razza dannata

    Agli amanti della lirica, e non solo, è nota la frase dell’opera Il Rigoletto, dell’imperituro Giuseppe Verdi, “cortigiani vil razza dannata”.

    Siamo ovviamente ben contenti che il termine razza esca dal vocabolario quando il termine è usato per definire persone di un colore, di una religione, di un territorio o di un altro.

    Siamo certi che il legislatore saprà come affrontare il problema per gli animali, distinti in razze diverse anche se appartenenti a categorie che hanno aspetti comuni: la mucca è un mammifero come la tigre ma non vanno confuse.

    Il problema si fa più complesso quando dobbiamo riferirci a quei cortigiani citati nel Rigoletto che hanno anche oggi tanti loro simili che vivono tra noi, dalle pieghe della politica al mondo degli affari, in ogni campo della società.

    Il problema diventa poi insolubile se dobbiamo, per forza, parlare di “esseri” come Alessandro Impagnatiello che ha ucciso la fidanzata ed il suo bambino di sette mesi, e dei tanti altri, veramente troppi, che hanno trucidato, violentato, persone inermi, di coloro che, attraverso la grande criminalità, lo spaccio di droga, hanno distrutto migliaia, decine di migliaia di vite.

    Come riverirci a costoro se non con dicendo razza infame, razza dannata,” vil razza dannata”?

  • Trasparenza per colmare il divario retributivo di genere nell’UE

    Lo stesso lavoro merita parità di retribuzione: si tratta di un principio fondante dell’Unione europea. Non è possibile affrontare il problema dell’ingiustizia del divario retributivo di genere senza modificare gli squilibri strutturali della società. Per questo motivo la Commissione ha raddoppiato gli sforzi a favore della parità di genere e delle cause profonde della disuguaglianza retributiva”. E’ quanto hanno dichiarato congiuntamente Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, e Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza in occasione della Giornata europea della parità retributiva caduta quest’anno il 15 novembre. “Ci troviamo ora nella fase finale per rendere l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione una realtà in tutta l’UE. Abbiamo già introdotto nuovi diritti che consentono a donne e uomini di avere una scelta più ampia e di condividere meglio le responsabilità di assistenza e il lavoro. E contiamo sugli Stati membri per garantire che l’istruzione prescolastica e l’assistenza a lungo termine siano accessibili, abbordabili e di buona qualità come prerequisito per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Dobbiamo emancipare le donne affinché possano realizzare il loro potenziale.

    Manca tuttavia un elemento importante del puzzle: la trasparenza retributiva. La trasparenza contribuisce infatti a porre fine ai pregiudizi retributivi di genere fin dall’inizio e consente ai lavoratori di far valere il loro diritto alla parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. Chiediamo al Parlamento europeo e al Consiglio – concludono Jourová e Dalli –  di adottare senza ingiustificati ritardi la nostra proposta di direttiva sulla trasparenza retributiva. Tutti ne beneficiano, quando tutti sono ugual”.

  • Gli umani ed i mostri

    Cosa differenzia un essere umano da un mostro?
    Gli esseri umani provano sentimenti i mostri no, gli umani fanno le guerre, purtroppo, ma mediamente cercano di non uccidere appositamente i civili, i mostri distruggono scuole, ospedali, abitazioni, sparano sugli inermi, non hanno remore davanti a nulla, sono mostri.
    I mostri non hanno etichette di destra o di sinistra perché sono convinti di essere loro l’assoluto, non apprendono nulla dagli errori o dalle tragedie del passato, non combattono per difendersi ma solo per conquistare e in alternativa distruggere.
    I mostri si ritengono onnipotenti e tutti gli altri appartengono a una razza inferiore da annientare o da asservire perchè i mostri non hanno un popolo ma solo schiavi sotto di loro.

    I mostri sono sempre terroristi perchè seminano il terrore per potere fiaccare ogni resistenza, col terrore cercano di impadronirsi del corpo e dell’anima e trovano sempre menti deboli che li fiancheggiano per sentirsi anch’esse forti.

    I mostri si nutrono delle paure altrui, distruggono chi prova sentimenti o comprensione, dileggiano chi parla di pace e di dialogo, annientano tutto ciò che non è funzionale al raggiungimento del loro scopo: il potere assoluto.
    La storia ci ha insegnato che periodicamente i mostri ritornano, prima o poi soccombono ma dopo aver portato morte e distruzione, soccombono senza lasciare altro che l’orrore del loro ricordo come Hitler ieri, come Putin oggi.

    Annientare I mostri non è l’unico obiettivo :gli esseri  umani, le società civili, dovrebbero cominciare a pensare seriamente come si può evitare che risorgano o come si possano, si debba, stroncarli sul nascere.

    Per combattere i mostri scesi in guerra occorrono le armi, e dopo averli resi inoffensivi, per impedire che altri mostri ritornino, occorre che sia resa sempre più forte,sempre più condivisa, partendo dalle nuove generazioni, la culture della libertà, della conoscenza del passato, della giustizia, della democrazia.

  • Transgender ideology e Self Id

    Transgender ideology e “Self Id”, in italiano “ideologia dell’auto-identità” o meglio, nell’uso corrente, ideologia dell’identità di genere, un’ideologia già molto diffusa nei paesi anglofoni e ancora poco, ma sempre più presente anche nel nostro Paese.

    Nei succitati paesi sono ormai state promulgate leggi a difesa di questo concetto, a difesa cioè del diritto di decidere della propria identità di genere, a prescindere dalla realtà biologica.

    L’ideologia dell’identità di genere parte dal presupposto che l’uomo e la donna siano due identità e non due realtà biologiche. Mentre per le altre specie si continua a parlare di leone e leonessa, di gallo e gallina etc., non si ritiene che “uomo” e “donna” si riferiscano rispettivamente al maschio e alla femmina adulti della specie umana, bensì che si tratti della percezione di appartenenza all’uno o all’altro sesso, indipendentemente dalla realtà biologica. Se dunque un uomo si veste da donna, ama truccarsi e “si percepisce” come donna andrà considerato come tale (e viceversa). Tutto ciò ha portato ad un epidemico aumento delle richieste di “transizione” da parte di ragazzine in età preadolescenziale. Il messaggio è chiaro: se non ti piacciono i trucchi, se non ti interessano le bambole e ti piace giocare a calcio, non puoi essere una ragazza (!). “Sei nata in un corpo sbagliato” e le “gender clinic” ti aiuteranno con mastectomie (in alcuni stati avvenute anche a 13 anni) e testosterone di sintesi. Peccato che – andrebbe forse ricordato – non siamo cernie, pesci marini che possono cambiare sesso, e l’unica cosa certa che questi interventi ormonali e chirurgici hanno creato è innanzi tutto un enorme giro di affari.

    Diretta conseguenza di questa ideologia è che per esempio nello sport aumenta il numero di uomini che “si identificano in donne” e che pertanto potranno partecipare alle competizioni sportive nella categoria femminile. Un caso che recentemente ha fatto molto discutere è quello del nuotatore “Lia Thomas”, il cui vero nome è Will Thomas. Questo sportivo ha in sostanza trovato il modo di passare dall’essere un atleta mediocre (quando gareggiava con altri uomini) a diventare una “campionessa”, appunto da quando si identifica in Lia e può pertanto gareggiare con le donne.

    Leggiamo infatti in un sito femminista e sicuramente non conservatore: “USA: il caso “Lia” Thomas, IL nuotatrice ruba-trofei. Will Thomas ha trovato il modo di battere ogni record: chiamarsi Lia e sbaragliare le avversarie, passando dal 462° posto nello stile libero maschile al primo in quello femminile” (https://feministpost.it/magazine/primo-piano/usa-il-caso-lia-thomas-la-nuotatore-ruba-trofei/). Non si tratta di un caso unico, ma di uno dei tanti sportivi che, in nome del Self ID, riesce a primeggiare tra le donne, lasciandosi alle spalle un passato di mediocrità. Va da sé che le atlete che osano ribellarsi vengano tacciate di transfobia.

    Se non è bello perdere la competizione perché superati dal nuotatore Lia, è ancora più grave rischiare di subire violenza a causa della stessa ideologia. Bagni pubblici, spogliatoi, centri accoglienza per donne vittime di violenza maschile dei paesi in cui già sono in vigore le leggi a difesa di questo diritto di auto-identità sono invasi da uomini che si identificano in donne. Recentemente in California un pedofilo, che stuprò nel 2014 una bambina di dieci anni in un bagno pubblico, è stato condannato e incarcerato in una prigione femminile minorile, perché così si sente James Tubbs, ormai Hannah.

    Foxnews riporta “Un giudice della contea di Los Angeles giovedì ha condannato Hannah Tubbs, una donna transgender californiana, a scontare due anni in una struttura giovanile dopo essersi dichiarata colpevole di aver aggredito sessualmente una bambina di 10 anni nel 2014”. Tubbs ha ora 26 anni, mentre al momento delle molestie stava per compierne 18. Allora e fino al momento dell’arresto si sentiva uomo, solo dopo si è percepito come Hannah (https://www.foxnews.com/us/transgender-ca-woman-molesting-sentenced).

    Dai documenti da noi visionati sembrerebbe, ma approfondiremo ulteriormente, che questa ideologia più che tutelare discrimini senza ritegno.

  • La pandemia rallenta il percorso verso la parità di genere

    Lo shock pandemico, con il duro colpo inflitto alla partecipazione femminile al lavoro, allontana di ulteriori 36 anni il momento in cui il mondo dovrebbe vedere l’uguaglianza di genere: “nonostante si stiano creando condizioni di parità in termini di educazione e condizioni sanitarie, le donne non hanno le stesse opportunità, fronteggiano ostacoli economici, un peggioramento della partecipazione politica e difficoltà nel mantenere il posto di lavoro”.

    A tracciare il bilancio della situazione globale delle disparità di genere è il World Economic Forum nel suo Gender Gap Report, che come ogni anno fa il conto, sulla base delle condizioni attuali, degli anni che in prospettiva ci vorranno per arrivare alla parità. Un bilancio nettamente peggiorato nell’anno segnato dal Covid, che ha colpito l’occupazione, inasprito le disparità familiari con incombenze mediamente ricadute soprattutto sulle madri, falcidiato opportunità per le ragazze: dai 99,5 calcolati nella precedente edizione, ora ce ne vogliono 135,6. “La pandemia ha fortemente l’eguaglianza di genere, sia nel posto di lavoro che a casa, riportando indietro le lancette dopo anni di progressi”; spiega Saadia Zahidi, Managing Director del World Economic Forum.

    In testa alla classifica della parità di genere si mantengono i Paesi nordeuropei, a partire da Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia, quest’ultima preceduta dalla Nuova Zelanda e seguita dalla Namibia. Gli Usa sono solo 30esimi. Pur con tutte le difficoltà vissute dalle donne in Italia, nient’affatto immuni al trend globale che le ha viste pagare il prezzo più salato dell’impatto socio-economico della pandemia insieme ai giovani, la Penisola segna un miglioramento degli indicatori calcolati dall’organizzazione di Ginevra. La posizione dell’Italia migliora infatti di 14 posizioni, al 62esimo posto su 156 economie prese in considerazione: nel 2020 era 76esima: va meglio, ma resta distanza dalle vicine Germania (11esima) e Francia (16esima). E’ al 41esimo posto nella scala dell’emancipazione politica femminile, 33esima quanto a numero di donne con posizioni ministeriali.  Più indietro, tuttavia, al 55esimo posto sul fronte dell’educazione, con strada da fare in particolare nella partecipazione femminile ai corsi di studio con più futuro: come le materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) da dove provengono solo il 15,7% delle laureate, quasi la metà rispetto ai maschi (33,9%). E ancora, parità di genere lontana nel lavoro part time (49,9% delle donne, contro il 21,4% degli uomini) e nei redditi: la media femminile è del 42,8% più bassa rispetto agli uomini, e persino quando svolgono mansioni simili, le donne soffrono ancora un gap di ben il 46,7% rispetto agli stipendi degli uomini.

  • La competenza non ha un genere privilegiato

    Una delle forme più ridicole di “politicamente corretto” utilizzate con l’obiettivo dichiarato di dimostrarsi anche progressisti è quella di individuare nel genere femminile la soluzione ai problemi della nostra articolata e complessa società in quanto l’universo femminile sarebbe espressione di una superiorità congenita rispetto a quello maschile. Contemporaneamente si arriva anche ad affermare come le donne sarebbero solo in quanto tali migliori dei colleghi maschili all’interno di qualsiasi campo operativo nel quale si trovassero ad interagire.

    La sacrosanta parità di genere rappresenta sicuramente un obiettivo da raggiungere attraverso atti normativi e comportamenti i quali possono indicare la direzione da seguire.  In un contesto più articolato e complesso questo traguardo, la parità, rappresenta e soprattutto esercita quella funzione svolta “dall’ascensore sociale” all’interno delle società democratiche per le classe meno abbienti. Il riconoscimento dell’assoluta uguaglianza deve venire ricercata e contemporaneamente conseguita, o quantomeno progressivamente avvicinata, tanto nei diritti quanto nell’accesso a supporti attraverso sostegni normativi e finanziari. Il tutto come semplice e naturale riconoscimento delle articolate espressioni del genere umano e non tanto come uno specifico supporto ad una sola delle forme di genere.

    Il mondo progressista, invece, per dimostrare la propria posizione “all’avanguardia” risulta andare oltre questa parità “dalla linea di partenza”, individuando ed identificando come una vera e propria icona la superiore potenzialità dell’universo femminile quale nuova forma di rivincita e rinascita della civiltà occidentale.

    La vicenda dei vaccini dimostra, invece, come Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, assieme a Sandra Gallina, interprete, la cui competenza in passato è stata espressa nell’ambito della pesca, entrambe prive di una minima competenza in ambito contrattualistico, abbiano gestito in modo indegno i contratti con le Big Pharma. Le problematiche relative all’approvvigionamento dei vaccini nascono essenzialmente dalla loro responsabile incapacità, per di più ammessa dalla stessa Presidente. Contemporaneamente, sul suolo italiano due esponenti del genere femminile e maschile, Azzolina ed Arcuri, hanno investito centinaia di milioni in banchi a rotelle, ora vergognosamente accatastati nei magazzini.

    Queste due coppie di genere, la prima iconica ed europea, la seconda italiana ed espressione dei due generi, dimostrano come abbiano entrambe espresso la propria incompetenza. In più il commissario Arcuri (per l’emergenza sanitaria) avrebbe dovuto elaborare, ancor prima di sapere quando potessero diventare disponibili, un piano vaccinale articolato e preciso da attuare immediatamente dopo la disponibilità dei vaccini. Basti ricordare in questo senso la vergognosa operazione delle primula (https://www.ilpattosociale.it/attualita/le-1-500-primule-il-fiore-del-delirio-italico/).

    Sembra incredibile come non si riesca, all’interno del mondo della politica e in quello dell’intelligentia italiana, a comprendere come la competenza non sia legata al genere (e ancor meno alle tendenze sessuali) ma sia espressione finale di una forma mentale assolutamente indipendente dal genere stesso che si esprime all’interno di un percorso di apprendimento cominciato (la vera base di partenza) dal conseguimento del titolo di studio.

    In altre parole, non può essere il semplice titolo di studio, unito ad una qualità di genere riconosciuta, a certificare la competenza di una persona quanto la capacità, con la disponibilità e la volontà ad un continuo miglioramento ed aggiornamento delle proprie competenze da sviluppare partendo proprio da quelle conseguite e certificate dal titolo di studio.

    Mai come ora l’arretramento culturale assume caratteristiche macroscopiche proprio all’interno di quegli ambienti che si considerano progressisti. Si indica nel genere femminile la soluzione ai nostri problemi incapaci di comprendere di commettere il medesimo errore dal quale la società vorrebbe ora emendarsi: cioè la superiorità di un solo genere.

    Sembra incredibile, in più, come questa visione colpevole dei medesimi vizi della cultura maschilista da combattere altro non sia che l’espressione di una visione infantile la quale tende ad annullare il valore della preparazione preferito ad un concetto di “competenza espressione di una qualità di genere”.

    L’incompetenza emersa evidente dalla vicenda dei vaccini nel contesto europeo ed italiano rappresenta il vero problema in ambito politico, e soprattutto istituzionale, pur vedendo come protagoniste anche delle donne, perché dimostra esattamente come la competenza sia l’unica qualità da ricercare indipendentemente dal genere che la esprime.

    All’interno di una società evoluta è necessario operare sulle opportunità da offrire per valorizzare le competenze indipendentemente del genere.

    In una società evoluta, democratica e liberale le differenze, di genere o espressione di altri fattori, non vengono annullate ma sublimate in quanto l’interazione tra queste offre come risultato non la semplice somma delle singole qualità di genere ma la crescita esponenziale come espressione della moltiplicazione delle stesse differenze. Annullare le evidenti differenze di genere difatti annulla il valore che queste possono produrre all’interno un sistema politico economico paritario.

    Mai come ora contro il nuovo massimalismo di generi Vive la difference!

  • (Neuro) Psiche -16

    V sec. a. C. Pindaro: L’oro è figlio di Zeus. Scorre dalla sua stessa forza.

    65 d.C. L’imperatore romano Nerone avvia la costruzione della sua Domus Aurea (la Casa Dorata). Una enorme villa ricca di marmi pregiati, oro e pietre preziose provenienti dai saccheggi di ricche città Orientali.

    1271 Il mercante veneziano Marco Polo viene nominato consigliere dall’imperatore Kublai Khan della Dinastia Yuan.

    1296 Marco Polo, noto a Venezia come messer Marco Milioni (per via dei suoi racconti sulle enormi ricchezze viste in Oriente) viene imprigionato e interrogato per tre anni dai Genovesi. In cella dettò le memorie dei suoi viaggi allo scrittore Rustichello da Pisa che le pubblicò in lingua franco-veneta con il titolo di Livre qui est appelé le Divisiment dou monde.

    1300 Nasce e si diffonde la leggenda che al di là del Mare Oceano (come era chiamato al tempo l’Oceano Atlantico) esistessero sette città dorate note con i nomi di Aira, Anhuib, Ansalli, Ansesseli, Ansodi, Ansolli e Con.

    1338 Papa Benedetto XII invita ad Avignone (per ottenere informazioni?) una delegazione dell’imperatore cinese Zhiyuan della Dinastia Yuan.

    1371 Papa Gregorio XI invita ad Avignone (per ottenere informazioni?) una delegazione dell’imperatore cinese Xuānguāng della Dinastia Yuan.

    1405 L’imperatore cinese Yǒnglè della dinastia Ming commissiona i viaggi esplorativi dell’ammiraglio Zheng He il quale, tra il 1405 e il 1433 navigò con una imponente flotta (oltre 310 navi e circa 27 mila uomini) da oriente a occidente (1).

    L’imperatore invierà in Italia alcuni ambasciatori che in uno loro resoconto così descrivono Firenze: La terra di Fulin commercia in oro, argento, perle, vestiti, cavalli, olive e uva.

    1413 L’enorme flotta cinese, dell’ammiraglio Zheng He ha navi cariche d’oro e pietre preziose. In uno dei suoi viaggi, ospita come interprete un commerciante veneziano, Niccolò de’ Conti che aveva trascorso già molti anni in Asia.

    1420 A Pechino, l’imperatore Yǒnglè della dinastia Ming riceve una delegazione inviata (in missione esplorativa?) da Papa Martino V (Il Re di Lumi (Roma) negli scritti cinesi).

    1432 o 1433 Una delegazione Ming viene ricevuta (in gran segreto?) a Firenze alla presenza di delegati del Papa, delle famiglie nobili e degli eruditi del tempo, fra i quali Paolo del Pozzo Toscanelli. La delegazione porta in dono: il calendario Datong (il più accurato dell’epoca nel prevedere le fasi lunari, il passaggio delle stagioni e le varie eclissi), il calendario delle comete (i cinesi registrano il passaggio delle comete, compresa quella di Halley, già da diversi secoli), varie mappe con longitudine e latitudine (una di questa tracciava il continente americano?) e molte altre informazioni astronomiche, matematiche, architettoniche, etc. sconosciute al tempo in Europa.

    1433 A Firenze la potente famiglia Albizi costringe all’esilio Cosimo de’ Medici il quale si rifugerà a Venezia ospite dell’amico e socio in affari, il Doge Francesco Foscari. Nello stesso anno Paolo del Pozzo Toscanelli traccia le orbite delle comete (farà la stessa cosa negli anni a venire 1449-1450, 1456, 1457 e 1472).

    Nello stesso anno l’artista-ingegnere fiorentino Mariano Danniello detto il Taccola pubblica un manoscritto intitolato De machinis dove illustra il funzionamento di nuovi macchinari di notevole ingegno per l’epoca tra i quali macchine idrauliche e macchine da guerra. Disegni e studi utilizzati in seguito dal Brunelleschi e da Leonardo da Vinci.

    1434 Cosimo de’ Medici fa rientro a Firenze dove riesce a prendere il potere della città e dove ospiterà il veneziano Papa Gabriele Condulmer (Eugenio IV) costretto a scappare da Roma. Da qui a pochi anni Cosimo con il suo Banco Medici (che ha filiali in tutta Europa) diventerà uno degli uomini più ricchi del Mondo (e della storia).

    1436 Paolo del Pozzo Toscanelli presenta un primo progetto di riforma del calendario Giuliano.

    1439 Niccolò de’ Conti rientra a Venezia. Come penitenza per la sua conversione all’Islam, Papa Eugenio IV gli impone di raccontare i suoi viaggi al segretario papale Poggio Bracciolini. De’ Conti descrisse il Sud-est asiatico come superiore a tutte le altre regioni per ricchezza, cultura e magnificenza.

    1441 Il Bracciolini pubblica i resoconti del De’ Conti includendoli nel libro IV del suo De Varietate Fortunae. Le informazioni del De’ Conti vennero usate da diversi esploratori e viaggiatori, come Ludovico di Varthema e Antonio Pigafetta, che navigarono attorno al mondo con la spedizione di Ferdinando Magellano finanziata da importanti famiglie italiane di commercianti.

    1444 Fra Mauro, un monaco camaldolese disegna a Venezia il più dettagliato mappamondo dell’epoca (in Europa).

    1456 Paolo del Pozzo Toscanelli è il primo europeo a prevedere esattamente il passaggio della cometa di Halley.

    1460 Paolo del Pozzo Toscanelli viene considerato il più eminente matematico e astronomo del tempo. A Toscanelli si rivolgevano eminenti studiosi per avere conferme o delucidazioni in merito alle sue teorie scientifiche, come il filosofo Nicola Cusano o l’astronomo e astrologo tedesco Regiomontano.

    1471 Paolo del Pozzo Toscanelli è il primo europeo a suddividere la mappa del pianeta per longitudini e latitudini. Mappa che destò molto interesse fra le più influenti e ricche famiglie dell’epoca (3).

    1. 1471. Sale al soglio pontificio con il nome di Sisto IV, Francesco della Rovere il quale, consigliato dal nipote Girolamo Riario, signore di Imola e di Forlì, porta avanti una politica espansionistica ai danni degli altri Stati italiani.

    1474 Paolo dal Pozzo Toscanelli scrive al canonico della cattedrale di Lisbona, l’arcivescovo Martines sulla possibilità di navigare verso Occidente per raggiungere le Indie allegando una carta nautica da lui disegnata per raggiungere il Giappone (il Cipangu di Marco Polo) facendo rotta dall’Europa verso Ovest. In una lettera successiva, inviata a Cristoforo Colombo, il Toscanelli scrive di una lunga conversazione che Papa Eugenio IV avrebbe avuto con un testimone diretto (forse il de’ Conti?) il quale avrebbe affermato che questo paese vale la pena essere conosciuto dai Latini, non solo perché è grande la ricchezza che può essere ottenuto da esso, oro e argento, tutti i tipi di gemme, e spezie, che non raggiungono mai noi, ma anche per i suoi dotti, filosofi, geografi e astrologi esperti […] e tale viaggio è non solo possibile, ma è vero e certo di essere onorevole di portar profitti incalcolabili. Sempre in questa lettera menziona anche la visita di uomini da Catai (Cina) durante il regno di papa Eugenio IV (quindi fra il 1431 e il 1447). In una seconda lettera il Toscanelli aggiunge di avere informazioni ricche e dettagliate da uomini eminenti venuti da quelle terre fino alla corte papale.

    1475 Paolo del Pozzo Toscanelli fa costruire nel Duomo di Firenze un grande gnomone, strumento astronomico per studiare il moto del sole. Grazie a ciò fu possibile correggere le tavole dei moti solari del tempo.

    1478 A Firenze, per espugnare il potere dei De’ Medici, la famiglia di banchieri fiorentini de’ Pazzi, tramite l’appoggio di Papa Sisto IV ed altri appoggi esterni organizzano un piano per assassinare i due nipoti di Cosimo. La congiura portò all’uccisione di Giuliano e al ferimento di Lorenzo, noto come Lorenzo il Magnifico, senza tuttavia condurre alla fine del potere mediceo su Firenze, come era nei piani.

    1484 A Roma, con l’appoggio dei De’ Medici, viene nominato Papa Giovanni Battista Cybo (di una ricca famiglia genovese alleata della potente famiglia fiorentina) che prenderà il nome di Innocenzo VIII. Per molti anni il Papa affidò a Lorenzo de’ Medici il ruolo, non ufficiale, di suo primo consigliere. Uno dei suoi figli illegittimi, Francesco “Franceschetto” Cybo nel 1488 prenderà come moglie una figlia di Lorenzo de’ Medici, Maddalena.

    1485 Cristoforo Colombo parte per il “Nuovo Mondo”? (Con la mappa del Toscanelli copia di una mappa cinese)? Di sicuro si sa che su una carta del 1513, attualmente conservata nel museo Topkapi di Istanbul, c’è un’annotazione sull’area delle coste americane dove si legge che questi lidi vennero scoperti nell’anno 890 dell’era araba da un infedele di Genova chiamato Colombo. L’anno arabo 890 corrisponde nel nostro calendario al 1485.

    1488 Cristoforo Colombo parte nuovamente per il “nuovo mondo”? Nel 1582 lo studioso e letterato romano Francesco Sansavino nella sua opera intitolata “Cronologia del Mondo” scrive che nel 1488 Colombo ottenne dai Reali di Spagna huomini, navali, vettovaglie e armi e partitosi dalle Gadi, trova con maraviglia d’ogniuno, il mondo di sotto, incognito per quanto si crede à gli antichi.

    1492 17 Aprile. I Reali di Spagna e Cristoforo Colombo firmano un contratto (noto come Capitolaciones) dove si precisa che la Corona avrebbe concesso a Colombo quanto stabilito per quello che ha scoperto… (che ha già scoperto?) e dove si fa riferimento al fatto che metà della somma necessaria per l’armamento della flotta l’avrebbero messa alcuni finanziatori italiani e l’altra metà gli spagnoli. Da recenti studi è emerso, tuttavia, che nessuna delle risorse per finanziare l’impresa provenga dai Re spagnoli ma da banchieri genovesi e fiorentini legati a Papa Innocenzo VIII e da fondi della Chiesa in Spagna che erano stati istituiti per volere del papato per sostenere la guerra contro i Mori nella Penisola Iberica.

    Per contratto e per legge, quindi, tutti i diritti sulle terre conquistate sarebbero state dei finanziatori italiani ma all’improvviso cambia tutto.

    25 Luglio. Muore improvvisamente Papa Innocenzo VIII (forse avvelenato?).

    6 Agosto. In tutta fretta, dopo soli 11 giorni dalla morte del Pontefice e, nonostante gli scarsi mezzi di comunicazione e di trasporto dell’epoca, ha inizio il Conclave.

    11 Agosto. Il Collegio Cardinalizio sceglie come Papa lo spagnolo Rodrigo Borgia (Roderic Llançol de Borja) che prende il nome di Alessandro VI. Papa che assegnerà tutte le nuove terre conquistate (e tutti i diritti al loro sfruttamento) ai Re di Spagna, Isabella e Ferdinando (che, come dimostrano i documenti storici, nell’impresa, non misero un soldo). Il resto di questa storia è nota. In questa corsa all’eldorado (abbreviazione di El rio dorado – Il fiume d’oro) i de’ Medici videro l’inizio della loro fine mentre la Spagna divenne in pochi anni e per oltre due secoli una super potenza mondiale.

    1896 Canada: tre cercatori scoprono notevoli quantità di oro in due fiumi canadesi, lo Yukon e il Klondike. La notizia si diffuse rapidamente dando inizio all’ennesima corsa all’oro.

    2019 La Nasa dichiara di avere in programma un viaggio nel 2022 per raggiungere Psiche-16, un asteroide che si trova tra Marte e Giove al fine di estrarvi molti metalli preziosi, in primis l’oro, di cui pare ve ne siano decine di tonnellate.

    2020 Russia, Europa, Cina e Giappone hanno già avviato programmi simili. L’ammontare attuale degli investimenti tecnologici in questo settore si stima abbia già raggiunto la cifra di un miliardo di dollari.

    L’ennesima nuova corsa all’oro è appena cominciata…

    Quante corse (e quanta distruzione) per un semplice minerale.

    E quante altre violenze, nei secoli, per pochi altri semplici minerali.

    Quanti uomini, animali e vegetali sono morti a causa di tanta avidità? E quanti altri devono continuare a morire? Quanti bambini stanno morendo ancora oggi nelle miniere di tutto il mondo? Eppure siamo stati tutti bambini. Ma cosa fa diventare un innocente bambino, di ogni epoca e luogo, in un adulto indifferente, avido sfruttatore e consumatore di altri esseri umani e di ogni risorsa naturale?

    Dai mitici racconti greci, passando dalle leggendarie storie medioevali di città dorate, fino alle trame dei cartoni animati moderni (straripanti di re, regine, pirati e fantastici mondi luccicanti) pare che il livello di giudizio di molti popoli su cosa davvero sia importante per la convivenza vitale su questo pianeta non sia molto cambiato. E a questo riguardo, quanto contano i racconti e l’esempio nell’educazione di un bambino e sulle sue scelte future? E quanto contano sul futuro di un popolo?

    “Non ostentare ciò che può desiderarsi, fa sì che il cuore del popolo non si turbi”

    Lao Zi

    (1) Nel XV secolo la Cina è all’avanguardia mondiale in tutte le scienze e le arti, fra le quali l’astronomia e la navigazione.

    (2) Nonostante il diametro terrestre fosse stato misurato con notevole precisione da Eratostene nel II secolo a.C. e nel IX secolo d.C. dagli astronomi arabi, la cultura cristiana aveva a disposizione solo il risultato di questi ultimi, che era espresso in miglia arabe; più lunghe delle miglia in uso in Europa; perciò attribuirono alla Terra una circonferenza di 30.000 km invece dei 40.253 misurati dagli Arabi e dei 40.075 misurati da Erastotene. Quest’errore condusse Toscanelli, e come lui Colombo, a valutare la distanza tra Lisbona e le Indie in circa 6.500 miglia navigando verso ovest.

    (3) Lo storico contemporaneo Wang Tai Peng ricorda che fino a quell’epoca la cartografia europea era relativamente arretrata: i navigatori occidentali dovevano affrontare i mari senza un’accurata misurazione delle longitudini. Le lacune delle mappe rispecchiavano a loro volta i ritardi dell’astronomia europea. Le flotte cinesi, invece, da secoli perlustravano l’Oceano Indiano utilizzando conoscenze astronomiche più avanzate per determinare sia la latitudine che la longitudine di una nave in mare.

  • Covid-19 è sessista

    Quello che si era osservato in questi mesi di pandemia, ora sembra avere una spiegazione: se il Covid-19 tende a essere più grave negli uomini che nelle donne, è per una diversa risposta del sistema immunitario. Le pazienti femminili hanno mostrato infatti di avere una più forte e sostenuta risposta delle cellule T (o linfociti T), una parte essenziale del sistema di difesa dell’organismo, che tra i loro compiti hanno anche quello di uccidere le cellule infettate.

    Già ad aprile il primo studio sulle differenze di genere nella risposta all’infezione, condotto all’ospedale Tongren a Pechino, aveva rilevato come la mortalità da coronavirus negli uomini fosse più che doppia di quella delle donne: 2,5 volte in più. Una tendenza riscontrata anche in Italia. Secondo i dati pubblicati a luglio da Istat e Istituto superiore di sanità l’epidemia di Covid-19 in Italia ha colpito di più le donne, mentre la mortalità è stata alta tra gli uomini. I casi femminili erano il 54,2% mentre tra i decessi prevalgono quelli maschili (52%). Gli esperti avevano puntato il dito inizialmente sul maggior numero negli uomini di recettori ACE2, cui il virus si attacca per spiegare la maggiore mortalità maschile. Questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori dell’università di Yale, guidati da Akiko Iwasaki, sembra chiarire la questione, dopo aver studiato 98 pazienti dai 18 anni in su, con un’età media di 61-64 anni, ricoverati allo Yale New Haven Hospital con sintomi da lievi a moderati a positivi al coronavirus. In questo modo hanno potuto vedere che una cattiva risposta delle cellule T è collegata ad una malattia più grave negli uomini. Già nei mesi scorsi si era infatti osservato che i malati di Covid-19 avevano elevati livelli di citochine e chemochine (molecole fondamentali nel regolare e attivare i meccanismi difensivi e processi infiammatori) rispetto a chi non aveva contratto il virus. Tuttavia, alcuni di questi fattori e molecole sono risultati maggiori negli uomini, mentre nelle donne livelli più alti di risposta immunitaria innata data dalle citochine sono risultati collegati ad una malattia più forte. Secondo lo studio i pazienti maschili potrebbero trarre beneficio da terapie che aumentano la risposta delle cellule T mentre le donne da farmaci che mitighino la prima risposta immunitaria innata. Tuttavia, concludono i ricercatori, non è possibile scartare altri possibili fattori che incidano sul rischio di avere una forma più forte di malattia nei due sessi.

     

  • Il Tempo del prima e del dopo

    Se fossimo saggi, se avessimo quel minimo di saggezza, di comprensione degli eventi e di capacità di elaborarli, che ha consentito, nei secoli e nei millenni, agli essere umani di conservare la specie, dovremmo capire che c è un prima e un dopo. Un prima e un dopo pandemia.

    Il prima è come siamo stati per decenni, quei decenni che ci hanno consentito di arrivare ad un grado di benessere altissimo per alcuni mentre intere altre popolazioni vivevano ancora, sia economicamente che culturalmente, in realtà arretrate fatte di fame e di violenza fisica. I soprusi appartengono invece a tutte le fasce sociali e a tutte le epoche. Il Tempo del prima è il lungo periodo delle scoperte scientifiche utili e di quelle pericolose, il periodo dello stravolgimento dei sistemi economici, dovuti al prevalere della finanza virtuale sull’economia reale e i derivati, che hanno avvelenato la maggior parte delle banche, sono solo uno dei tanti aspetti nocivi che hanno inquinato, in modo globale, la società.

    Il Prima è lo sfruttamento sconsiderato del pianeta perché chi lo effettuava era incapace di previsione delle conseguenze o indifferente alle stesse. Molti si sono sempre sentiti al di sopra o, meglio ancora, al di fuori, da quello che riguardava le persone normali. E’ sempre esistita, ed è stata particolarmente radicata negli ultimi decenni, la convinzione, in alcuni piccoli gruppi di persone, particolarmente potenti per i mezzi i diversi mezzi, che avevano a disposizione, che le eventuali conseguenze negative delle loro scelte non li avrebbero colpiti. Ed è prevalsa, sia nel mondo capitalista che in quello comunista, la convinzione che il patrimonio che la natura ci aveva offerto, dalle foreste ai giacimenti del sottosuolo, dagli animali, alla gestione delle acque e alla modifica dei venti fosse eterno o anche eventualmente sostituibile.

    Il dopo se fosse il ritorno al prima, alla realtà che ci ha portato alla pandemia e al suo diffondersi nel mondo, sarebbe ricominciare un cammino destinato a portarci a nuove tragedie senza più possibilità di tornare indietro. Una strada senza uscita, un baratro nel quale dopo aver lanciato i più anziani vedremo cadere giovani e bambini nell’inarrestabile declino della specie più debole del pianeta, l’uomo. C’è un prima al quale non possiamo, non dobbiamo ritornare come se nulla fosse accaduto e se il tempo del contagio e dell’isolamento non è servito a comprendere che ci sono momenti nei quali si deve scegliere e saper dividere il grano dall’olio allora tutto diventa pericolosamente possibile. Prima di arrivare al dopo, al nuovo tempo, dobbiamo affrontare molte sfide, quelle economiche con centinaia di migliaia di persone rimaste senza la prospettiva di un lavoro e di centinaia di migliaia che il lavoro hanno perso sia come dipendenti che come imprenditori. Le sfide economiche sono aggravate in Italia da una burocrazia elefantiaca e dall’evidente calo di consumi frutto della mancanza di reddito di chi non lavora o lavora a ritmo ridotto. La mondializzazione, che era stata affrontata senza la capacità di guidarla, è servita al virus per espandersi, i controlli internazionali hanno funzionato male e con ritardo, i paesi hanno gestito la pandemia in modo difforme ma il virus ha colpito quasi tutti più o meno con la stessa intensità ed ovunque le vittime più numerose sono stati gli anziani. La politica ha dovuto lasciare campo libero ai tecnici, spesso non adeguatamente preparati e sicuramente non in grado di supportare le risposte scientifiche con le necessità sociali ed economiche della popolazione e il mondo si è spaccato tra negazionismi e super previdenti senza che il risultato complessivo cambiasse. Siamo tornati in pochi giorni alle misure di cautela utilizzate nei secoli scorsi per le grandi epidemie, lavarsi le mani, stare lontani, coprirsi la bocca. Tutta la nostra sapienza tecnologica e il credere di poter vedere avanti con business sempre più avanzati non ci ha consentito di provvedere in tempo a fare scorta dei presidi di protezione più elementari, come le mascherine, i tamponi e i reagenti necessari per andare a stanare il virus. Qualcosa di infinitamente piccolo, qualcosa che presumibilmente, ancora una volta arriva da un animale e dalla nostra incuria e superbia ci ha messo tutti in ginocchio nonostante i nostri viaggi su Marte, le più sofisticate armi nucleari ed i sistemi informatici e robotici che ormai ci esonerano anche dal pensare.

    Se torneremo  al tempo di prima sarà per indifferenza, per ignoranza, per inerzia, per nostalgia, per prosopopea, perché prima avevamo la sensazione di sapere, di conoscere, anche nei momenti difficili, la composizione della nostra cuccia o la posizione del nostro ipotetico trampolino di lancio. Sembrava tutto possibile e permesso, chi non arrivava al benessere poteva sperarci, chi c’era arrivato arrancava per conservarlo, tutti comunque nell’ignoranza di cosa si celava dietro la nube tossica dell’inquinamento, l’abbattimento di una foresta, il pericolo degli allevamenti intensivi e dei troppi prodotti pericolosi abbandonati o portati appositamente sul terreno agricolo e nella falda.

    Il dopo è la crisi economica sia per i mercati internazionali che dovranno riconsiderare chi è in grado di comperare e a che prezzo vendere, sia per i mercati interni che già soffrivano da tempo, e si dovranno fare i conti con i derivati che hanno intossicato le banche, con le necessità dell’economia reale che quando produce rischia di non trovare a chi vendere. Il dopo è anche la crisi umana che covava da tempo e che è sul punto di esplodere. Prima lentamente siamo stati portati a confondere i diritti individuali, sanciti anche dalla carta universale, col diritto di ciascuno di fare qualunque cosa gli potesse portare appagamento, senza tenere conto di quanto ledesse gli altrui diritti la difesa dei propri piaceri. Più importanti i diritti degli adulti di chiamare figlio anche chi è, su commissione, stato procreato da altri che il diritto di una nuova creatura obbligata a venire al mondo, più importante il diritto di affermare la propria religione o tradizione che rispettare le vite altrui e l’inviolabilità fisica di altri esseri umani.

    Più importante poter vendere a poco prezzo che conservare, come necessarie all’ecosistema, non solo di un area determinata, le foreste rumene o amazzoniche, più importante strappare energia dalle rocce che impedire lo sprofondamento di intere aree, più importante solcare avanti e indietro i cieli che riflettere sulle conseguenze sopportate dall’atmosfera, più importante iniettare lo zucchero nelle fragole o gonfiare i vitelli che produrre con meno guadagno ma nel rispetto della salute. Popoli di vecchi malandati e caparbi nella difesa delle loro verità, nei mondi sviluppati, popoli di giovani arrabbiati, affamati e sempre di più disposti anche al suicidio pur di trascinare con se i presunti colpevoli, nei paesi meno sviluppati. E’ stata chiamata civiltà quel tipo di progresso che intorno alle megalopoli ha creato le bidonville o gli ammassamenti nei casermoni popolari e che ha assistito alla propria sconfitta per colpa di un virus invisibile e vecchio come il mondo.

    Per contenere il virus hanno detto che bisognava mantenere il distanziamento sociale. Non il distanziamento fisico ma sociale. Già da questo lapsus freudiano capiamo quanto privo dei più elementari valori, quanto anaffettivo, era il tempo del prima, il distanziamento sociale ha significati ben diversi dal distanziamento fisico! Il tempo del dopo non può essere uguale al tempo del prima perché il silenzio dell’isolamento, i malati, i morti, le differenze e le difficoltà economiche dovrebbero averci insegnato la necessità di saperci reciprocamente aiutare con una solidarietà vera e costante, di pretendere dalle istituzioni, e da chi le rappresenta, il rispetto del ruolo che ricopre, la capacità di affrontare per tempo i problemi e di sapersi assumere le responsabilità delle scelte che comunque vanno sempre prese nel rispetto della democrazia parlamentare e della nostra Costituzione. Il tempo del dopo è il tempo dell’ambiente, della sua preservazione, unico modo per conservare la salute e il lavoro. Il tempo del dopo è il tempo che sconfigge l’arroganza e premia il merito, che boccia l’intruppamento, il pensiero unico e crede che la scienza debba essere coniugata con la coscienza, che sa che il mercato deve avere regole corrette, che chi sbaglia deve pagare, che le megalopoli non sono sempre una conquista di libertà e che per costruire il futuro si deve cominciare a costruire il presente.

     

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