guerra

  • Fatti che smentiscono verità di parte

    I fatti sono la realtà che smentisce ogni presunta verità di parte.

    La Russia ha aggredito l’Ucraina, bombardato scuole, ospedali, abitazioni civili, supermercati, compiuto  stragi come quella di Bucha, messo in pericolo centrali nucleari e colpito quelle elettriche condannando al buio ed al gelo centinaia di migliaia, milioni di civili, compresi bambini ed anziani.

    La Russia ha deportato migliaia  di bambini strappandoli alle loro case, ai loro genitori e parenti, per cercare di snaturare la loro cultura e vita e trasformarli in russi.

    La Russia aveva stretto un accordo con la Cina, tramite la maggiore esportazione di gas, già nel 2021, prima dell’inizio dell’invasione, accordo che le consente oggi di utilizzare la tecnologia e  i molteplici componenti dell’industria cinese per proseguire nella sua sciagurata guerra contro l’Ucraina.

    La Russia ha stretto un’alleanza con un despota folle, nelle sue minacce ed azioni guerrafondaie, come Kim Jong-un e grazie a questo accordo la Corea del Nord ha alzato pericolosamente le sue minacce contro la Corea del  Sud ed inviato migliaia di suoi soldati e di armamenti per combattere contro l’Ucraina. E sempre la Russia ottiene da tempo armi dall’Iran.

    La Russia, tramite la Wagner, e il presunto defunto Prigozin, si è impossessata di importanti giacimenti e ricchezze in vari paesi africani.

    La Russia manovra e minaccia contro gli Stati suoi vicini, incarcera i cittadini dissidenti, fa sopprimere gli oppositori al regime, sia in patria che all’estero.

    La Russia usa hacker per destabilizzare paesi democratici.

    La Russia vuole creare un nuovo ordine mondiale nel quale avere un posto predominante.

    La Russia ha commesso molti più crimini di quelli che abbiamo elencato e continua a commetterli pur essendo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sbeffeggiando gli stessi principi per i quali l’organizzazione è nata.

    Abbiamo detto la Russia ma non è vero, non è vero perché è Putin il fautore, la mente malvagia che ha architettato tutto questo, ed altro ancora, mentre il popolo russo è mandato come carne da cannone a combattere, mentre i russi sono tenuti all’oscuro di quanto sta realmente avvenendo con l’involontaria complicità di quanti, non solo in occidente, non riescono a contrastare lo zar, almeno con la stessa controinformazione da lui usata contro tutti coloro che non sono suoi alleati.

    Le parole di Rutte, il nuovo segretario della Nato, parole chiare e coraggiose, speriamo servono a rendere meno miopi quei leader politici che nel passato antico e recente non hanno saputo agire per prevedere ed evitare tante sofferenze e quei pericoli che oggi sono sempre più incombenti, le armi a Kiev non possono aspettare e devono poter essere usate come è necessario senza alcun tipo di restrizione e la diplomazia, se ancora esiste, cominci ad agire su tutti i fronti.

  • La fine di Sinwar esempio per irriducibili fautori di violenza

    Quando muore una persona, specie se è uccisa, umanamente dispiace ma quando è eliminato uno dei più feroci terroristi ed assassini come Sinwar pensiamo solo che con la sua morte saranno risparmiate le vite di migliaia di innocenti.

    La fine dei vertici di Hamas ci auguriamo porti al più presto ad una nuova era per la Palestina e per Israele, che l’intera area ritrovi una convivenza civile, che ogni popolo, ogni legittimo governo abbiano la capacità, la volontà di sconfiggere qualunque tipo di terrorismo.

    La fine di Sinwar serva di estremo esempio agli irriducibili fautori di violenze, dagli Hezbollah all’Iran.

  • Che cos’è la pace?

    Andate in pace, vivete in pace, la pace sia con voi, quante volte la parola pace e sulle nostre labbra e quante volte effettivamente nei nostri cuori, nelle nostre azioni?

    Mentre camminiamo in un campo o guardiamo in riva al mare una luminosa stellata quante volte abbiamo detto “Senti che pace”.

    La pace è una condizione dello spirito ed una condizione sociale e politica che può esistere solo in assenza di conflitti, di ingiustizie manifeste, di aggressioni, la pace è tale solo nel rispetto di reciproche regole condivise, nella comprensione di se stessi e degli altri.

    Dove è la pace se le regole sono calpestate, se la legge del più forte, potente, ricco vuole imporsi sugli altri?

    Dov’e la pace se la finanza prevale sugli interessi sociali, se il profitto illecito, e fine a se stesso, prevale sulla dignità dell’essere umano, dove è la pace quando i diritti sono calpestati?

    Ci sono voluti secoli di guerre, di armistizi, di carneficine, di accordi perché si arrivasse ad aumentare il grado di civiltà e il recente passato della seconda guerra mondiale portasse gradualmente molti paesi europei ad unirsi per trovare con l’Unione Europea una strada che allontanasse i conflitti e garantisse, tra mille problemi, la Pace.

    Oggi siamo tutti angosciati dalle guerre in medio oriente ed in Ucraina e spesso dimentichiamo le molte altre guerre che anche in questo momento stanno insanguinando il mondo, uccidendo persone inermi, travolgendo economie già deboli in paesi dove povertà e fame sono una drammatica consuetudine.

    Abbiamo scritto e firmato la Carta universale dei diritti ignorando che senza una corrispondente carta universale dei doveri i diritti sarebbero stati spesso violati.

    Abbiamo accolto nelle nostre associazioni democratiche, dalle Nazioni Unite all’Organizzazione Mondiale del Commercio, Paesi che non conoscono né democrazia né diritti senza mettere negli atti costitutivi clausole che ci ponessero al riparo dalle loro logiche di potere, così l’Onu non può fare nulla nel Consiglio di sicurezza per frenare, sospendere od espellere la Russia, dopo il massacro che ha iniziato in Ucraina, e il WTO non ha strumenti per opporsi alle guerre commerciali cinesi.

    Molti governi parlano di pace e parte di quegli stessi governi consente delittuose triangolazioni di armi, petrolio, acciaio che rendono ridicoli i tanti proclami sugli embarghi.

    Se un paese è attaccato, i suoi confini violati, una parte del suo popolo violentata ed uccisa come fa questo paese ad ottenere la pace se non respingendo l’aggressore?  Se non sperando nell’aiuto di chi dovrebbe poter ripristinare le regole internazionali, e come si possono ripristinare queste regole se a monte non si sono predisposti gli strumenti necessari?

    L’arte, nelle sue multiformi espressioni può essere di grande aiuto per ritrovare un dialogo tra le persone ed i popoli, l’arte, che non deve avere colore partitico, è il ponte naturale che, attraverso persone dotate di particolare sensibilità e capacità, può arrivare a toccare le corde più intime di ciascuno.

    La musica, la pittura, la scultura che non hanno bisogno di traduzioni ma arrivano direttamente a noi, con l’udito e la vista, sono i primi veicoli di comunicazione purché si presentino in modo comprensibile e non criptico. Poi le altre espressioni artistiche, a partire dalla poesia, dovranno provare a ricostruire quei sentimenti, quella predisposizione all’ascolto ed alla comprensione che oggi, anche per colpa di un distorto utilizzo della Rete, è sempre più difficile ed effimero.
    Io non credo si debba mai sostenere che se si vuole la pace si deve preparare la guerra ma altrettanto convintamente credo che per mantenere la pace dobbiamo  predisporre tutti gli strumenti necessari, dalle regole comuni ad una diplomazia più forte fino a sistemi militari di difesa adeguati e, per quanto riguarda l’Europa, ad un esercito ed una intelligence comuni e tra gli strumenti per difendere e ritrovare la pace l’arte ha un compito primario.

    La parola Pace è una delle più belle parole quando significa dignità nei fatti, convivenza civile, giustizia, rispetto delle regole internazionali, libertà e sicurezza.

    La parola Pace è una delle più inutili quando è pronunciata senza programmi seri, volontà sincere per raggiungerla.

    La parola Pace è una delle più abusate quando non si sa cosa altro dire, cosa proporre e la si usa strumentalmente.

    La parola Pace diventa una presa in giro, un vilipendio proprio alla pace quando si vuole ottenere la sconfitta dell’aggredito ed il trionfo dell’aggressore.

  • Notizie in breve per ricordare a chi dimentica

    Ogni giorno Mosca fa volare i suoi missili sulle centrali nucleari ed energetiche dell’Ucraina, il rischio di un disastro nucleare è sempre più reale e gli ucraini, nell’inverno, sono al gelo e senza luce, per Putin ogni mezzo è lecito per distruggere la popolazione che invece, insieme al proprio esercito, gli resiste dando prova di un attaccamento alla patria e di un coraggio degno di  ogni onore.

    Steven Seagal, l’ex popolare attore americano, ormai bolso e grasso e che ha preso la cittadinanza russa ha nuovamente dichiarato, dopo quanto già detto all’inizio della guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina, di essere pronto a morire per Putin, il suo presidente. Speriamo vada presto in Russia e che le tv italiane smettano di trasmettere i suoi vecchi e ridicoli film.

    Molte fonti confermano che soldati nord coreani stanno già combattendo contro l’Ucraina ed altre migliaia si stanno addestrando in Russia, lo zar macellaio continua ad usare gli esseri umani, russi o di qualunque nazionalità, come carne da cannone pur di tentare di sfiancare i coraggiosi soldati ucraini che, ad oltranza, difendono  la loro patria e la loro identità.

    L’India, secondo notizie statunitensi, sarebbe il secondo maggior fornitore della Russia per tecnologie soggette a restrizione, così anche l’India alimenta sempre più la macchina da guerra di Putin attraverso microchip e macchine utensili particolari, il primo paese a supportare Putin è la Cina, l’India contribuisce con circa un quinto della tecnologia sensibile che invia a Putin per la sua sciagurata guerra.

    Putin si è rifiutato di rispondere alla telefonata del cancelliere tedesco, la sua arroganza prima o poi dovrà pagare un prezzo.

    Ancora un delitto pesa su Putin: è morta, durante il trasferimento da un carcere all’altro, anche la giovane reporter ucraina catturata da Mosca nel 2023.

    Ancora una volta, fortunatamente, fallisce il test, sarebbe il quarto, per il super missile di Putin, l’area di lancio si è trasformata in un immenso cratere.

  • Il silenzio arabo nella crisi mediorientale

    Credere che un anno fa, il 7 ottobre 2023, sia cominciata una delle più gravi crisi mediorientali rappresenta una visione legittima ma piuttosto limitata e probabilmente viziata da un approccio ideologico. L’inizio di questa crisi sfociata nell’attuale conflitto trae la propria origine strategica e politica con l’inizio della presidenza Biden, il quale annullò, appena insediatosi alla Casa Bianca, l’accordo siglato dalla precedente amministrazione Trump con l’Arabia Saudita (sunnita), che aveva una funzione anti Iran (sciita), con l’obiettivo di isolare quella teocrazia all’interno del mondo arabo e con lo stesso appoggio della Russia.

    Questa scellerata decisione di politica estera dell’amministrazione Biden, invece, ha determinato come effetto immediato quello di riportare la teocrazia iraniana all’interno dello scacchiere internazionale e soprattutto medio orientale, come hanno dimostrato i finanziamenti a vari gruppi terroristici come Hamas e gli Hezbollah,

    In altre parole, il riconoscimento statunitense di un ritrovato ruolo alla teocrazia sciita iraniana all’interno dello scacchiere politico ha rigenerato, come affetto collaterale, lo stesso ruolo dell’Opec che l’accordo tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Russia, anche sul prezzo del barile di petrolio, aveva messo in disparte.

    Soprattutto nello scacchiere mediorientale, il tradimento diplomatico statunitense ha posto le basi politiche dell’attuale crisi, il cui esito finale risulta ancora in via di definizione, anche se già ora alcune aspettative politiche cominciano a delinearsi.

    Pur riconoscendo che il mondo arabo, infatti, da sempre risulti di difficile lettura ed interpretazione, tuttavia forse all’interno di questo scenario di guerra israelo-palestinese contemporaneo i ruoli appaiono un po’ più definiti. Prova ne sia che dal 7 ottobre 2023 ad oggi si sia registrato l’assoluto silenzio delle Nazioni arabe moderate e soprattutto dell’Arabia Saudita, un silenzio indice di un nuovo atteggiamento politico nei confronti di Israele.

    Questi paesi arabi intendono assistere in complice silenzio alle azioni sempre più profonde della strategia militare israeliana, da tempo non più limitate all’interno di Gaza ma anche del Libano e forse in previsione probabilmente anche dello stesso Iran.

    L’inconfessabile desiderio dell’Arabia Saudita, i cui vertici politici hanno confermato una volta di più l’assoluto disinteresse per la causa palestinese, quanto dei paesi arabi moderati, rimane quello di vedere implodere la democrazia iraniana, da sempre fornitrice di supporti finanziari ai diversi gruppi terroristici che mettono a rischio la stabilità di molti paesi del Medio Oriente.

    Il paradosso di questa crisi mediorientale è definibile dal clamore assicurato nell’occidente dalle frange più estremiste nelle democrazie occidentali nella più totale assenza di una posizione politica dell’Unione europea, al quale si contrappone il silenzio dei paesi arabi moderati e della stessa Arabia Saudita che vedono in Israele lo strumento attraverso il quale eliminare il più grande pericolo al mondo arabo rappresentato dall’Iran.

  • 7 ottobre: troppi

    Troppi gli Stati, le persone che non hanno mai condannato la strage del 7 ottobre, denunciato il terrorismo di Hamas

    Troppi gli ostaggi uccisi e troppi quelli ancora nelle mani dei terroristi

    Troppi i tunnel che anche dal Libano mettono in pericolo la vita degli israeliani

    Troppi i morti, troppi gli sfollati di una guerra che non solo Israele porta avanti in modo sempre più violento e che ormai colpisce nel mucchio i civili

    Troppi i terroristi ancora attivi e capaci di altre stragi oggi e domani

    Troppi finti santoni in Iran alimentati dall’odio verso Israele e verso qualunque concetto di pace e libertà

    Troppi gli armamenti in possesso di Hezbollah, degli Houthi, di Hamas e troppi gli aiuti ufficiali ed ufficiosi sui quali possono contare

    Troppi i proclami, gli inviti al cessate il fuoco, dei leader di tante nazioni, fatti con la consapevolezza della loro inutilità, dell’estrema debolezza che hanno di fronte al reale pericolo, per lo Stato di Israele, di essere attaccato e distrutto se lascia ancora spazio ai suoi nemici, da sempre decisi ad annientarlo

    Troppi i silenzi che ci sono stati nel passato di fronte ad una situazione che ogni giorno peggiorava, che ci sono stati prima e dopo il 7 ottobre da parte di tanti occidentali, per non parlare di dittatori, come russi e cinesi, che con l’Iran hanno interessi comuni specie in tema di armi, di violenza, di libertà negate

    Troppi gli attacchi agli ebrei che anche in Europa rendono lo stato di allerta sempre più alto

    Troppi i violenti, fiancheggiatori di fatto dei terroristi, che sfilano nei cortei delle nostre democrazie sempre più deboli e confuse

    Troppi gli esponenti del mondo musulmano ed orientale che si nascondono dietro il silenzio nell’attesa di capire come andrà a finire

    La parola Pace è una delle più belle parole quando significa dignità nei fatti, convivenza civile, giustizia, rispetto delle regole internazionali, libertà e sicurezza

    La parola Pace è una delle più inutili quando è pronunciata senza programmi seri, volontà sincere per raggiungerla

    La parola Pace è una delle più abusate quando non si sa cosa altro dire, cosa proporre e la si usa strumentalmente

    La parola Pace diventa una presa in giro, un vilipendio proprio alla pace quando si vuole ottenere la sconfitta dell’aggredito ed il trionfo dell’aggressore

  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, questo verso di Cesare Pavese rappresenta plasticamente quello che sta accadendo nella nostra vita in questo travagliato momento.

    Gli occhi di una madre che uccide i suoi neonati

    Gli occhi di un figlio che uccide i suoi genitori

    Gli occhi di un adolescente che uccide una sconosciuta per sapere cosa si prova ad uccidere

    Gli occhi della mafia o della ‘ndrangheta che uccidono anche chi non c’entra niente con le loro aspirazioni di vendetta

    Gli occhi dei fidanzati, compagni, mariti che uccidono le donne

    Gli occhi dei terroristi che da anni seminano stragi

    Gli occhi degli assassini del 7 ottobre in Israele

    Gli occhi dei soldati che uccidono anche innocenti per cercare di evitare altre morti ed altre stragi

    Gli occhi di Putin e dei tanti criminali dittatori che avvelenano e distruggono libertà e speranze

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, intorno a noi come lontano da noi ci sono gli occhi del male e saperli riconoscere non è facile perché la disperazione e la morte arrivano anche da occhi che non vediamo, gli occhi dei social che si insinuano nel nostro privato, studiano, sollecitano violenza, creano mostri là dove erano inizialmente solo persone che avevo forse solo bisogno di aiuto per guarire dall’oscurità.

  • Sostenere Kiev con tutto quello che occorre

    Se su Kiev arrivano i missili russi, è bene che a Kiev siano mandati i missili occidentali per colpire i depositi di armi in Russia.

    Come sempre, l’Europa e gli Stati Uniti si rimpallano la decisione sull’invio di armi a Kiev e sull’utilizzo di queste armi anche in territorio russo, al fine di poter minare l’avanzata delle truppe di Putin e la continua distruzione di abitazioni civili in Ucraina. Dall’altro canto Putin a metà settembre ha firmato un decreto per aumentare il numero dei militari, che ora arrivano a 1,5 milioni di unità. Intanto continuano gli attacchi alle centrali ucraine per infiacchire sempre più la popolazione, da tempo ormai periodicamente privata di riscaldamento e/o di luce. Basti ricordare, ad esempio, gli attacchi di droni russi agli impianti di Sumy.

    Sono inoltre frequenti i sorvoli da parte di aerei russi nei cieli di Paesi Nato, salvo poi ritirarsi rapidamente. Si tratta di operazioni mirate a testare l’allerta dei Paesi europei.

    Putin insiste a bombardare palazzi residenziali, facendo morti e feriti, ma inorridisce se i droni ucraini, finalmente, riescono a colpire i suoi depositi di armi. Secondo Kiev, la Russia sta preparando attacchi alle centrali nucleari ucraine e molti sembrano aver dimenticato che Mosca ha sequestrato da ormai molto tempo una centrale atomica in Europa, ricattando così il mondo intero.

    Intanto tra le vittime continuano ad annoverarsi bambini e i missili balistici russi continuano a essere lanciati anche sul porto di Odessa. Kramatorsk come vari villaggi nella regione di Kherson sono stati ulteriormente presi di mira.

    Ancora: il cannibale di Volgograd, condannato per omicidio e cannibalismo e poi graziato dal presidente russo e mandato a combattere in Ucraina è tornato nella sua città, in convalescenza. Molti russi sono preoccupati per il ritorno a casa di vari criminali graziati dal Cremlino purché andassero a combattere al fronte. Le notizie, si sa, arrivano frammentate ma pare che oltre 50 russi siano morti per mano di questi delinquenti arruolati come soldati una volta che hanno potuto fare ritorno dal fronte alle proprie abitazioni.

    Il 22 settembre sembra che il supermissile russo Sarmat sia esploso nel suo sito di lancio e che questo tipo di esplosioni sia già avvenuto in altre occasioni. Questo lascia sperare che le tanto minacciate superarmi di Putin non siano sempre così efficienti come lui afferma.

    Resta il fatto che Putin utilizza armi che gli arrivano dai suoi sanguinari alleati, dall’Iran e dalla Corea del Nord ma la Cina cosa fa veramente?
    Anche se il Consiglio europeo continua a sostenere in modo risoluto l’indipendenza, integrità e sovranità dell’Ucraina mentre i confini riconosciuti a livello internazionale, lo zar del Cremlino aumenta l’escalation della sua aggressione, in spregio alle nuove sanzioni adottate dalle Ue verso Bielorussia, Iran e Corea del Nord quale risposta al loro sostegno a Putin. Le sanzioni comunque non sembrano per ora essere quel deterrente risolutivo che si sperava, anche perché molti continuano a praticare esportazioni tramite triangolazioni e questo la dice lunga sulla moralità e correttezza di molti paesi

    I mass media, almeno in Italia, hanno ridotto molto la copertura informativa su quanto sta avvenendo in Ucraina, ma è bene che ciascuno di noi cerchi di informarsi il più possibile perché la scellerata determinazione di Putin di proseguire in questa guerra sanguinosa, che ha portato ad autentici massacri e stragi di civili (bimbi inclusi), resta una minaccia per tutti noi e non è il momento di tentennamenti o indifferenza.

    Salvini e Orban, una parte del Pd e il M5s per parte loro continuano a parlare della necessità di fermare la guerra senza indicare proposta diversa dalla resa dell’Ucraina e della sua conquista da parte di Putin.

    A chi parla di pace dovrebbe essere chiesto di presentare progetti concreti, non a scapito degli ucraini; a chi parla di diplomazia va ricordato che ad oggi, purtroppo, le feluche non sono state in grado di imbastire con Putin neppure l’avvio di una trattativa. A chi vuole seriamente la pace non resta che la strada di sostenere Kiev con tutto quello che occorre, sia per riconquistare il proprio territorio, invaso dai russi, che per garantire alla popolazione civile il massimo della sicurezza e quei sistemi energetici necessari per poter affrontare l’inverno.

  • La platea Pd di Reggio Emilia contro Gentiloni e l’Ucraina

    Non ha avuto eco sulla stampa nazionale la contestazione al commissario Gentiloni alla festa dell’Unità di Reggio Emilia. L’ex premier e commissario europeo è stata contestato a tal punto che lo stesso Gianni Riotta, che lo stava intervistando, è dovuto intervenire con forza.

    La platea, che già aveva fischiato i ragionamenti di Gentiloni che riguardavano un’ipotesi, per il campo largo, di aprire a Renzi, è diventata incontenibile quando Gentiloni ha, giustamente e ovviamente, ribadito la necessità di sostenere l’Ucraina e si è arrivati quasi alla rissa sul tema Medio Oriente.

    Citiamo la notizia solo per sottolineare due aspetti: il primo che Gentiloni si è comportato correttamente come commissario europeo; il secondo che la posizione ufficiale del Pd sarebbe quella di sostenere l’Ucraina e di contrastare qualunque posizione antisemita. E pertanto non si comprende come gli iscritti e i simpatizzanti del Pd partecipanti alla festa dell’Unità abbiano così violentemente contestato Gentiloni, a meno che, al di là delle dichiarazioni ufficiali della segreteria del partito, sia vero, come in qualche occasione è stato dimostrato, che il Pd e la sinistra sono contro l’Ucraina e contro Israele.

  • L’UE fornisce all’Ucraina 40 milioni di euro in aiuti umanitari per in vista dell’inverno

    A fronte degli incessanti attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine, la Commissione incrementa i finanziamenti umanitari a favore degli ucraini vulnerabili con ulteriori 40 milioni di euro in vista dell’inverno. Di questo importo, 35 milioni sono destinati a progetti umanitari in Ucraina e 5 milioni al sostegno dei rifugiati ucraini e delle comunità di accoglienza in Moldova.

    L’obiettivo principale dei finanziamenti è aiutare l’Ucraina a prepararsi ai gelidi mesi invernali. Insieme ai suoi partner umanitari, l’UE mira a riparare gli edifici danneggiati, garantire la fornitura di energia elettrica e la produzione di riscaldamento e fornire riparo ai più bisognosi.

    In Moldova i nuovi finanziamenti sono destinati ai rifugiati più vulnerabili, per fornire loro protezione e accesso ai servizi di base, e a migliorare la preparazione a ulteriori flussi di rifugiati.

Pulsante per tornare all'inizio