L’unica notizia certa, riguardo ad un cessate il fuoco tra Russia ed Ucraina, è che non vi è nulla di certo salvo i continui attacchi, sempre più virulenti contro i civili, dell’esercito dello zar.
Il presidente ucraino continua, nonostante gli attacchi e le giravolte di Putin, a dare la totale disponibilità ad un periodo di tregua che possa essere prodromo ad una pace giusta e duratura mentre Putin continua a negare la tregua sostenendo che prima bisogna trovare un accordo.
L’accordo cioè, secondo Putin, andrebbe fatto mentre cadono bombe e missili e le persone, civili e soldati, continuano ad essere uccisi in mezzo a devastanti e devastate macerie.
Difficile, per i comuni mortali, immaginare di poter parlare di pace in questa realtà, ma comunque, nonostante la lunga telefonata con Trump, lunga anche per via delle traduzioni reciproche, lo zar non ha indicato né possibili date né ipotetici luoghi, siamo sempre ad dialogo nebuloso.
Ancora una volta Trump, di fronte a Putin, non ha la volontà di prendere una posizione decisa, tutto il resto sono parole e più o meno buone intenzioni, da parte europea, che al momento rimangono proprio indicazioni di principio e di buoni intenti.
Papa Leone XIV ha riacceso nuove speranze ma il silenzio di Kirill, il socio d’affari e di guerra di Putin, la dice lunga e non vorremmo che le esternazioni trumpiane, i suoi spregiudicati azzardi e le sue estemporanee dichiarazioni, anche sulla Santa Sede, portassero a nuovi problemi o a sminuire la portata di quanto il Papa sta facendo, nei suoi primi giorni di pontificato, sia nei riguardi dell’Ucraina che di Gaza.