Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Franco Maestrelli apparso su ‘Destra.it’ il 30 ottobre 2025
Chissà quanti turisti italiani, e magari anche liguri, che ogni anno passano le vacanze alle Canarie sanno che l’isola più settentrionale dell’arcipelago, Lanzarote, deve il suo nome al navigatore nativo di Varazze o di Celle Lanzarotto Malocello sbarcatovi nel 1312. E chissà quanti buongustai che apprezzano il baccalà alla vicentina o mantecato veneziano sanno che lo “stocfisi” ovvero lo stoccafisso fu portato in Laguna dal patrizio Pietro Querini che nel 1432 con la sua “cocca” chiamata La Querina naufragò su uno sperduto isolotto che il veneziano definì nel suo rapportò al Senato della Serenissima “in culo mundi”.
Queste spigolature storiche sono raccolte nell’ultima fatica di Marco Valle “Andavano per mare. Scoperte, naufragi, e sogni dei naviganti italiani” edito quest’anno dall’editore vicentino Neri Pozza. L’autore, triestino trapiantato da quarant’anni a Milano e appassionato di viaggi di mare, seguendo la tradizione del trisnonno dalmata imbarcato a Lissa con Tegethoff, prosegue con questo saggio la sua preziosa opera di narratore dell’eccellenza italiana nella scoperta di nuove terre. Lo scorso anno sempre con Neri Pozza illustrò gli esploratori “terrestri” italiani con il suo saggio “Viaggiatori straordinari. Storie, avventure e follie degli esploratori italiani” quest’anno ci porta per mare riallacciandosi al suo “Patria senza mare”, una storia dell’Italia marittima (Signs Books, Milano 2022). E sempre i suoi libri che hanno alle spalle un serio lavoro di ricerca storiografica aggiornatissima come risulta dalle accurate bibliografie che completano i volumi, sono piacevoli da leggere perché scritti con scorrevolezza al punto da sembrare romanzi. Invece è storia vera, purtroppo spesso dimenticata come ricorda l’autore.
La penisola italiana ha ottomila chilometri di coste ma riprendendo la citazione di Lucio Caracciolo direttore di Limes “il mare bagna l’Italia ma non gli italiani” ormai immemori delle passate glorie delle Repubbliche marinare e non solo. Il libro non poteva iniziare che con la figura più famosa dei navigatori italiani, Cristoforo Colombo e dei suoi predecessori liguri che fin dai tempi delle Crociate si avventurarono per mare, prima il Mare Interno, quella che lo storico Ferdinand Braudel definisce la “pianura liquida” e poi oltre le Colonne d’Ercole dello Stretto di Gibilterra quando le rotte mediterranee erano ormai minacciate dalla conquista musulmana.
Marco Valle sulla base anche degli studi più recenti ribadisce che Cristoforo Colombo era genovese e cristiano sgombrando il campo dalle fanfaluche che lo descrivono come monferrino, catalano, ebreo o converso. E non risparmia le critiche all’attuale moda woke che in nome del politically correct ha abbattuto molte statue dedicate al navigatore negli Stati Uniti ed è giunta a eliminare il Columbus Day fortunatamente ripristinato quest’anno dal Presidente Donald Trump. L’autore ci illustra le vicende che portarono famiglie genovesi a installarsi in Spagna e in Portogallo e da lì cominciare ad affrontare la navigazione nell’Oceano Atlantico, dapprima costeggiando l’Africa oppure risalendo a Nord verso le ricche Fiandre e l’Inghilterra e infine con Colombo effettuando il pericoloso balzo verso il Nuovo Mondo.
Valle poi ci racconta le vicende del geniale ammiraglio di Carlo V Andrea Doria, di Amerigo Vespucci che si trovò a dare il nome al Nuovo Mondo inizialmente ed erroneamente credute le Indie. Troviamo poi le vicende avventurose di Giovanni Caboto, naturalizzato veneziano e finito col figlio Sebastiano al servizio del Re d’Inghilterra. Altrettanto avventurosa è la vita di Giovanni da Verrazzano nato a Greve in Chianti e che ha dato il nome al più lungo ponte sospeso al mondo, il Verrazzano Bridge di New York. Il saggio di Valle ci immerge nelle complicate vicende storiche del XVI secolo dove le navigazioni oceaniche si intersecano con le guerre tra Spagna e Inghilterra e Francia senza dimenticare i temuti Saraceni con il calabrese Giovan Dionigi Galeni divenuto Comandante della flotta ottomana ricordato come Uccialì o Ucchialì (El Ulug Alì).
Particolarmente interessante è il capitolo sui “piemontesi in mare” dove Valle ci racconta di come il Duca Filiberto di Savoia iniziò il primo abbozzo di politica navale e nello sviluppo di questa politica troviamo un personaggio nato nella Valle di Susa (nel 1761) e poi avventuratosi nel mare per difendere le coste dalle scorrerie corsare nordafricane: Giorgio des Geneys. Ammiraglio durante le guerre contro i giacobini francesi partecipò al Congresso di Vienna come rappresentante di Vittorio Emanuele I. Il libro affronta poi le vicende poco note e poco onorevoli del “marinaio” Giuseppe Garibaldi e le intuizioni talassocratiche del Conte di Cavour e la sconfitta di Lissa per arrivare alle vicende belliche del “Guerrone” come lo definì San Pio X con particolare attenzione al siciliano Luigi Rizzo, uomo di mare autore con il suo MAS della beffa di Buccari assieme al poeta soldato Gabriele D’Annunzio e dell’affondamento della imperial regia corazzata Santo Stefano. Il saggio si conclude, dopo aver dedicato spazio alla stagione dei grandi transatlantici italiani con le vicende veliche di Agostino “Tino” Straulino, nativo di Lussinpiccolo e medaglia d’oro olimpica e tre volte campione mondiale di vela. Impossibile ricordare qui tutti i nomi e le vicende dei tantissimi naviganti italiani che hanno costellato la storia della penisola italiana ma vale la pena di leggere questo libro per scoprirli o riscoprirli.
Marco Valle, Andavano per mare. Scoperte, naufragi e sogni dei naviganti. Neri Pozza Editore, Vicenza 2025 pagine 328 euro 20,00