Europa

  • La Commissione adotta mandato per avviare negoziati sulla revisione dell’accordo quadro interistituzionale con il Parlamento europeo

    Dopo la prima riunione del nuovo collegio, il 4 dicembre, la Commissione tiene fede gli impegni assunti nei confronti del Parlamento europeo, come indicato negli orientamenti politici della Presidente von der Leyen per la Commissione 2024-2029.

    Il collegio ha approvato il mandato negoziale conferito al Commissario Maroš Šefčovič, responsabile delle relazioni interistituzionali e della trasparenza, per avviare i lavori di revisione dell’accordo quadro del 2010 sulle relazioni tra le due istituzioni.

    La revisione è volta a rafforzare la responsabilità politica comune e a garantire un dialogo migliore, un maggiore flusso di informazioni e una maggiore trasparenza tra le due istituzioni. L’accordo quadro riveduto dovrà essere pienamente in linea con gli altri accordi interistituzionali esistenti e rispettare pienamente le prerogative di entrambi i colegislatori, quali definite nel trattato. La portata della revisione è inquadrata nei nove principi concordati dalla Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen il 21 ottobre 2024.

  • La Commissione avvia l’Industry-Academia Network per colmare il deficit di competenze in cibersicurezza

    La Commissione ha pubblicato un invito a manifestare interesse per aderire al nuovo Industry-Academia Network nell’ambito dell’accademia delle competenze informatiche. Questa rete innovativa è volta a irrobustire i legami tra l’industria e il mondo accademico al fine di rafforzare le competenze in cibersicurezza e preparare la forza lavoro europea del settore informatico alla rapida evoluzione delle esigenze del settore.

    La rete comprenderà membri dell’accademia delle competenze in materia di cibersicurezza, istituti di istruzione superiore, alleanze accademiche europee ed erogatori di istruzione e formazione professionale (IFP), che si concentreranno sull’allineamento dei programmi accademici e di formazione alle esigenze del mercato del lavoro in materia di cibersicurezza. Dovrebbero emergere partenariati concreti, tra cui programmi congiunti, programmi di tutoraggio, apprendistati e altre iniziative.

    L’invito resterà aperto su base permanente. Le parti interessate che desiderano aderire al gruppo di avvio della rete dovrebbero tuttavia candidarsi entro il 15 dicembre 2024.

  • La Commissione accoglie con favore la raccomandazione del Consiglio su misure rafforzate per ambienti senza fumo

    La Commissione accoglie con favore l’adozione da parte del Consiglio della revisione della raccomandazione del Consiglio relativa agli ambienti senza fumo. La raccomandazione riveduta è volta a proteggere meglio le persone, in particolare i bambini, dal fumo passivo e dagli aerosol. È inoltre mirata a denormalizzare e scoraggiare l’uso del tabacco e dei prodotti emergenti, in particolare tra i giovani, e a combattere la dipendenza dalla nicotina.

    Il consumo di tabacco e nicotina è il maggiore rischio evitabile per la salute e la principale causa di morte prematura nell’UE. La raccomandazione riveduta invita gli Stati membri a estendere le politiche in materia di ambienti senza fumo alle principali aree all’aperto, quali i parchi giochi pubblici, al di fuori dei locali adibiti all’assistenza sanitaria e all’istruzione e degli edifici pubblici e alle fermate dei trasporti. La raccomandazione si concentra in particolare su una migliore protezione dei bambini e dei giovani dagli effetti negativi del fumo passivo.

    La raccomandazione fa seguito e si basa sulle azioni già intraprese a livello nazionale da alcuni Stati membri. La Commissione sosterrà gli Stati membri nell’attuazione della raccomandazione, anche con i finanziamenti dell’UE a titolo del programma EU4Health. Spetta a ciascuno Stato membro valutare e attuare la raccomandazione in base al rispettivo contesto nazionale.

    Ogni anno nell’UE si perdono quasi 700.000 vite a causa del consumo di tabacco. L’obiettivo del piano europeo di lotta contro il cancro è ottenere entro il 2040 una generazione libera dal tabacco, in cui meno del 5% della popolazione dell’UE utilizzi prodotti del tabacco.

  • Quel sottile desiderio eversivo

    “È allora forse arrivato il momento di pensare a qualcosa di più radicale, come per esempio l’istituzione di un organismo europeo che possa agire con una certa autonomia dalla politica pur essendo soggetto a valutazione e controllo dal Parlamento, un po’ sul modello di una banca centrale” – Lucrezia Reichlin, Corriere della Sera 1/12/ 2024

    L’indipendenza della attuale BCE dal mondo della politica e, di conseguenza, anche dal Parlamento Europeo rappresenta uno dei capisaldi istitutivi della stessa istituzione europea, per assicurarsi di mantenere l’indipendenza e la libertà dall’influenza delle singole nazioni e un potenziale condizionamento dalle singole compagini governative, come dalle maggioranze parlamentari.

    Quindi l’affermazione relativa ad un nuovo istituto ma “soggetto a valutazione e controllo del Parlamento…sul modello di una Banca centrale…” quando anche per la Banca d’Italia l’elemento di indipendenza risulta presente fino dal suo atto istitutivo del 1893.

    Questo modelli di riferimento, Bce e Banca Centrale nazionale, assolutamente lontani dalla realtà invece nascondono, oltre ad una discutibile competenza, la motivazione per giustificare e confermare la necessità di una imposizione del Green Deal proprio attraverso un nuovo organo europeo, svincolato dalle volontà degli elettori in quanto nominato e non eletto.

    In altre parole, si avanza la necessità di affermare, in un contesto di estrema difficoltà economica per ogni singolo paese dell’Unione europea, la necessità della creazione di un nuovo ordine, all’interno del quale viene considerata come elemento fondativo e qualificante la stessa transizione energetica, la quale diventa la ragione del delirio politico e quindi il collante di spiriti e visioni eversive.

    In considerazione, poi, proprio della assolutamente ininfluente ricaduta a tutela del territorio continentale di tali eurocentriche politiche ambientaliste, se si considera come in Cina siano stati autorizzati 218 GW il cui raggiungimento richiede l’apertura di sei centrali a carbone al mese con emissioni assicurate per i prossimi 75 anni, rimane allora l’implicito obiettivo della creazione di un nuovo ordine.

    Ecco quindi, anche se anche privo di ogni supporto scientifico e frutto semplicemente delle applicazioni ideologiche ad infantili competenze, che il perseguimento forzato della transizione ambientale rappresenta la motivazione per l’istituzione di un organo considerato superiore ad ogni istituzione europea, anche se privo di un consenso elettorale e svincolato dall’esercizio del diritto del voto.

    In questo rinnovato contesto allora paradossalmente si intravedono maggiori similitudini con un modello dittatoriale simile più alla Cina che non a qualsiasi altra democrazia occidentale.

    Il perseguimento della creazione di questo nuovo ordine risulta ormai chiara, e mentre una volta poteva essere semplicemente auspicata, ora si esplicita con i propri connotati mediatici del Corriere della Sera e del suo editore.

    Emerge ora un nuovo esempio di quel suprematismo ideologico espresso all’interno del movimento ambientalista, i cui esponenti di spicco hanno completamente perso il senso della democrazia e dei propri principi.

    Questo nuovo ordine, implicitamente eversivo rispetto ai principi democratici nazionali ed internazionali, non parte più, come in passato, dai ceti popolari che intendevano ribellarsi ad una “condizione di sfruttamento delle masse operaie” e da coloro che se ne facevano interpreti. Viceversa il nuovo desiderio eversivo nasce dal delirio espressione di una presunta superiorità intellettuale unita ad un suprematismo ideologico di chi, a torto, si considera “élite” culturale e conscio degli effetti devastanti per quelle “masse operaie” le quali sono destinate a pagare i costi di questa eversione ambientalista.

    Mai come ora il pensiero di Albert Camus risulta di una contemporaneità agghiacciante: “Il benessere dell’umanità è sempre l’alibi dei tiranni”.

  • Entra in vigore il regolamento SES2+ per un cielo europeo più efficiente e sostenibile

    E’ entrato in vigore il nuovo regolamento sul cielo unico europeo (SES2+), che segna un passo avanti verso uno spazio aereo europeo più efficiente e sostenibile.

    Il nuovo regolamento è volto a incoraggiare i fornitori di servizi di navigazione aerea ad aumentare l’efficienza e ad adottare tecnologie moderne, al fine di ridurre la congestione dello spazio aereo europeo e fornire servizi migliori. Mira inoltre a promuovere l’innovazione e lo sviluppo di nuovi servizi nel settore.

    Il regolamento contribuirà ad alleviare le situazioni di congestione dell’aria, come quelle che hanno perturbato il trasporto aereo quest’estate, quando quasi un volo su due ha subito ritardi, in particolare a causa della congestione dello spazio aereo europeo.

    Il regolamento è inoltre volto a ridurre l’impatto ambientale dei voli fissando obiettivi di prestazione climatica e ambientale per i fornitori di servizi di navigazione aerea e incoraggiando le compagnie aeree ad adottare pratiche più sostenibili grazie a un sistema di tariffazione equo. L’effettiva attuazione del regolamento dipenderà dall’elaborazione di misure di attuazione da parte della Commissione, che saranno adottate con l’accordo degli Stati membri.

  • Corpo europeo di solidarietà: aumento di 166 milioni di euro per il volontariato giovanile nel 2025

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte del Corpo europeo di solidarietà per il 2025, che sostiene la partecipazione dei giovani alle attività di volontariato nelle comunità di tutta l’UE e oltre. Il bilancio di 166 milioni di € stanziato per il 2025 rappresenta un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, a causa del recupero di fondi dagli anni della COVID-19, quando molte attività di volontariato non hanno potuto svolgersi.

    L’invito del 2025 sosterrà nuovamente progetti e attività di volontariato che promuovono la sostenibilità ambientale, le competenze e l’alfabetizzazione digitali, l’inclusione e la diversità, la cittadinanza attiva e molto altro ancora. Azioni mirate continueranno a sostenere le persone in fuga dalla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. I partecipanti possono inoltre prendere parte a un’ampia gamma di attività di solidarietà stimolanti incentrate su ambiti prioritari quali l’inclusione sociale, la transizione verde e digitale, la partecipazione democratica e le questioni relative alla salute.

    Parallelamente a questo invito, la Commissione ha pubblicato la relazione sul corpo europeo di solidarietà 2021-2023, che presenta i risultati che il programma ha ottenuto in questi anni e il modo in cui ha contribuito a promuovere la solidarietà in tutto il mondo. Nel periodo 2021-2023 il programma ha offerto a oltre 66 000 giovani la possibilità di far fronte a sfide sociali e umanitarie. La relazione racconta storie potenti e stimolanti provenienti da tutta Europa su come i giovani e le organizzazioni hanno risposto a disastri climatici e naturali e hanno sostenuto gli ucraini in fuga dalla guerra di aggressione della Russia. La relazione funge anche da invito ad agire affinché un maggior numero di giovani partecipi agli sforzi di solidarietà.

    Il Corpo è aperto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, esteso a quelli tra i 18 e i 35 anni per attività di aiuto umanitario al di fuori dell’UE. I giovani interessati devono registrarsi sul portale del Corpo europeo di solidarietà, dove possono trovare le organizzazioni partecipanti. Anche i gruppi di giovani registrati sul portale possono presentare domanda di finanziamento per i loro progetti di solidarietà.

  • La Commissione chiude le indagini relative ai ruling fiscali concessi a Fiat, Amazon e Starbucks

    La Commissione europea ha chiuso tre indagini approfondite avviate ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato relative ai ruling fiscali sui prezzi di trasferimento concessi dal Lussemburgo a Fiat e Amazon e dai Paesi Bassi a Starbucks. In seguito alle sentenze pronunciate dagli organi giurisdizionali dell’Unione europea, la Commissione ha concluso che i ruling fiscali non concedevano vantaggi selettivi alle imprese.

    Nel 2015 e nel 2017 la Commissione ha constatato che il Lussemburgo aveva concesso vantaggi fiscali selettivi a Fiat e Amazon e i Paesi Bassi a Starbucks, in violazione delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato. In ciascun caso la Commissione ha osservato che un ruling fiscale emesso dalla rispettiva autorità tributaria nazionale aveva ridotto artificialmente l’imposta versata da ciascuna società, concedendo a ciascuna di esse un vantaggio selettivo rispetto ad altre società. Le decisioni iniziali della Commissione in tutti e tre i casi sono state annullate dagli organi giurisdizionali dell’Unione europea, per cui le rispettive indagini approfondite sono rimaste aperte.

    Dal 2013 la Commissione indaga sui ruling fiscali concessi dagli Stati che non costituiscono un problema se si limitano a confermare che le disposizioni fiscali sono conformi alla legislazione fiscale pertinente. Se invece conferiscono un vantaggio fiscale selettivo a imprese specifiche, possono creare distorsioni della concorrenza all’interno del mercato unico, in violazione delle norme UE sugli aiuti di Stato.

    Nell’ottobre 2015 la Commissione è giunta alla conclusione che un ruling fiscale emesso dalle autorità lussemburghesi nel 2012 conferiva un vantaggio selettivo a Fiat e, da quella data, aveva indebitamente ridotto l’onere fiscale per questa società di 20-30 milioni di €. Nel novembre 2022 la Corte di giustizia ha annullato una sentenza del Tribunale del 2019, che confermava la decisione della Commissione del 2015, e ha annullato tale decisione. La Corte di giustizia ha concluso che la Commissione aveva utilizzato parametri errati nella sua indagine.

    Nell’ottobre 2015 la Commissione ha constatato che un ruling fiscale emesso dalle autorità neerlandesi nel 2008 conferiva un vantaggio selettivo a Starbucks e, da quella data, aveva indebitamente ridotto l’onere fiscale per questa società di 20-30 milioni di €. Nel settembre 2019 il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione sostenendo che quest’ultima non aveva dimostrato che, mediante il ruling fiscale, i Paesi Bassi concedevano un vantaggio selettivo a Starbucks.

    Nell’ottobre 2017 la Commissione ha constatato che un ruling fiscale emesso dal Lussemburgo nel 2003 e prorogato nel 2011 aveva ridotto indebitamente l’imposta versata da Amazon nel Lussemburgo di circa 250 milioni di €. Nel maggio 2021 il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione sostenendo che quest’ultima non aveva dimostrato l’esistenza di un vantaggio selettivo. L’annullamento è stato confermato dalla Corte di giustizia nel dicembre 2023.

  • L’UE chiede a piattaforme e motori di ricerca online di grandi dimensioni le prime relazioni di revisione e di valutazione dei rischi

    I fornitori dei primi 19 motori di ricerca online di dimensioni molto grandi (VLOSE) e piattaforme online di dimensioni molto grandi (VLOP) designati nell’aprile 2023 devono pubblicare per la prima volta le loro relazioni annuali di valutazione dei rischi e di revisione, a norma del regolamento sui servizi digitali.

    Tali relazioni devono includere le valutazioni effettuate dai fornitori di piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi per individuare e analizzare i rischi derivanti dai loro servizi, quali la diffusione di contenuti illegali, la disinformazione o la protezione dei minori. Tali relazioni illustrano inoltre le misure messe in atto da piattaforme e motori di ricerca per attenuare i rischi individuati.

    La Commissione organizzerà inoltre seminari in cui i fornitori di tali servizi designati saranno invitati a presentare le valutazioni dei rischi pubblicate ai coordinatori nazionali dei servizi digitali, alle organizzazioni della società civile e ad altre parti interessate. Tali seminari dovrebbero svolgersi all’inizio del 2025.

  • Mercosur: dalla concorrenza alla solita speculazione

    Il declino culturale di un continente e della istituzione che lo rappresenta emerge in modo cristallino dalla incapacità di imparare dai fallimenti passati delle medesime strategie economiche e commerciali e, di conseguenza, riproporli in ogni differente contesto economico e strategico.

    La fine dell’accordo Interfibre all’inizio del 2000 ha favorito l’invasione del mercato europeo di prodotti privi di ogni tracciabilità provenienti da paesi a basso costo in manodopera e realizzati all’interno di laboratori privi di un minimo livello di sicurezza igienico sanitario così come di tutela dei lavoratori e con livelli salariali espressione di un’ulteriore speculazione, quindi assolutamente incompatibili con gli standard normativi europei.

    Proprio per la mancanza di una minima piattaforma normativa condivisa alla base di questo mercato globale, il costo di questa strategia lo hanno pagato i professionisti della filiera industriale e artigianale del tessile abbigliamento con la perdita di milioni di posti di lavoro in Europa.

    Tuttavia, in quegli anni si parlava di un accesso democratico al settore abbigliamento (proprio per i prezzi fuori mercato) non capendo come, senza una base di normativa condivisa, il principio della concorrenza si trasforma semplicemente in quello della speculazione.

    Quest’ultimo, poi, crea le condizioni di un arricchimento per i pochi gestori dei flussi commerciali, mentre tende ad impoverire gli stessi lavoratori che già operano nei settori interessati.

    In questo contesto contemporaneo, mentre l’amministrazione Biden ha già  introdotto la politica dei dazi nei confronti della concorrenza cinese, la quale verrà  confermata  ed amplificata dalla nuova amministrazione Trump, viceversa l’Unione Europea, dimostrando ancora una volta una volontà speculativa preferita a quella della crescita economica, intende ratificare l’accordo di libero scambio nel settore agricolo “Mercosur” ed aprire le porte del mercato europeo a prodotti del Sud America privi delle più elementari garanzie di tracciabilità.

    Basti ricordare come nelle colture europee negli ultimi trent’anni l’utilizzo di azoto risulti diminuito del -15% a fronte di un aumento nel Sudamerica del +45 %, mentre l’utilizzo del fosforo in Europa segni -65% ed in Sudamerica invece un +32% ed infine dei pesticidi aumentati del +24% in Europa ma contemporaneamente in Sudamerica del +413 %.

    In questo modo, un settore già in difficoltà come quello agricolo europeo non si apre alla concorrenza di prodotti equivalenti ma solo espressioni di un complesso normativo assolutamente incompatibile con le stesse europee.

    In relazione agli esiti delle aperture dei mercati europei ai competitor a basso costo di manodopera e senza nessuna base normativa condivisa, operata precedentemente per il tessile abbigliamento e calzaturiero, come ora nell’automotive e nell’immediato futuro anche in agricoltura, non sembrava lontano dal vero considerare come l’obiettivo della Ue risultasse finalizzato più alla creazione di nuove opportunità di speculazione che questi accordi sicuramente favoriranno. Quando, invece, una politica economica applicata ai diversi settori economici industriali e dell’agricoltura, proprio perché espressione di competenze adeguate, dovrebbe avere come unico obiettivo la crescita dell’intera economia europea in un contesto competitivo.

    Continuare a confondere il sano principio della concorrenza con una opportunità di speculazione rappresenta per la classe politica europea nella sua articolata complessità, e sostenuta dall’intero il mondo accademico, la principale ragione dello scenario problematico riservato al Vecchio Continente.

  • L’UE impegnata a concludere un accordo globale sulla plastica all’avvio dei negoziati finali

    Fino al 1° dicembre la Commissione partecipa ai negoziati sul trattato globale sulla plastica (INC-5) a Busan, Repubblica di Corea, con l’obiettivo di raggiungere un accordo su uno strumento globale per affrontare l’inquinamento da plastica. Insieme ai partner del G20, l’UE mantiene l’impegno a concludere i negoziati entro la fine dell’anno.

    Le priorità dell’UE per un accordo efficace comprendono la necessità di affrontare i livelli elevati e insostenibili della produzione primaria di polimeri di plastica, vietare le microplastiche aggiunte intenzionalmente nei prodotti e convergere attorno a una struttura nel nuovo strumento che affronti in modo completo la produzione di plastica. L’UE chiederà inoltre che i grandi produttori assumano una parte della responsabilità finanziaria per l’inquinamento da plastica, sulla base del principio “chi inquina paga”.

    Nel corso dei negoziati l’UE sottolineerà inoltre che, sebbene siano necessarie misure giuridicamente vincolanti a livello mondiale, dovrebbero essere tenute in considerazione anche le circostanze nazionali e dovrebbe essere garantita una transizione giusta.

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