Politica

  • La resistenza “monetaria” dell’inflazione

    Marzo 2023: https://www.ilsole24ore.com/art/istat-rientro-inflazione-piu-del-previsto-AE6QJ53C

    Risulta incredibile come ci si possa ancora oggi stupire della resistenza del fenomeno inflattivo ad oltre un anno e mezzo dal sua primo palesarsi. Chissà se nella attuale analisi come in quelle precedenti si sia mai presa nella dovuta considerazione l’origine stessa dell’aumento dei prezzi in quanto questa “inaspettata” resistenza dello stesso fenomeno alle politiche monetarie restrittive varate tanto dalla Fed quanto dalla Bce (*) dipende ovviamente anche dalla sua Genesi.

    Febbraio 2022: https://www.ilpattosociale.it/attualita/le-due-diverse-genesi-inflattive/

    Ad oltre un anno da una imprescindibile ma omessa analisi dei principali organi finanziari ed istituzionali relativa alla stessa natura dell’inflazione si rileva, con malcelato stupore e disappunto per la sua resistenza espressa dagli organi sopracitati, l’ennesima conferma del senso di mancanza di visione di insieme della classe dirigente e politica italiana ed europea.

    (*) incapace di tarare la politica monetaria europea proprio in ragione della propria diversa genesi rispetto a quella statunitense

  • A botta calda

    A botta calda il risultato elettorale premia, giustamente, Giorgia Meloni per come ha saputo crescere politicamente portando avanti il suo partito ma anche aprendosi alla società e dimostra, non solo con le incredibili esternazioni di Berlusconi, che il pericolo maggiore per il governo sono proprio gli alleati di Fratelli d’Italia.

    Il meritato successo non deve distrarre i vincitori, e neppure i vinti, dall’analisi approfondita della sempre maggior disaffezione al voto di tanta parte degli italiani.

    Qualcuno può anche sostenere che lo stesso astensionismo si è verificato in altre democrazie ma in questo periodo storico, nel quale proprio il concetto di democrazia è messo in discussione dai vari presidenti dittatori che governano in troppi paesi, è necessario che chi governa e chi è all’opposizione analizzi e comprenda come l’astensionismo, nato dalla mancanza di credibilità dei partiti, sia un grave pericolo in e per l’Italia.

    Salvini può anche dirsi soddisfatto di aver preso più o meno il 16% ma è il 16% del misero 41% che è andato a votare!

    Se poi vogliamo parlare del peso dell’Italia in Europa le dichiarazioni di Berlusconi non incoraggiano certo le istituzioni europee a fidarsi del nostro Paese nonostante i lodevoli sforzi della Presidente del Consiglio.

    Finita la conta dei voti bisognerà cominciare a fare altri conti e nuove riflessioni.

  • Il ricordo di Carlo Borsani

    Carlo Borsani ci ha lasciato domenica mattina.

    Ora molte notizie d’agenzia e molti media lo ricorderanno, molti di quegli stessi che in questi anni quando si è parlato di scandali, veri o presunti, legati alla sanità lombarda si sono ben guardati dal ricordare che Borsani, assessore regionale per 10 anni e padre di una riforma sanitaria che aveva posto la Lombardia davanti a tutte le regioni italiane, non è mai stato sfiorato da uno scandalo.

    Un politico galantuomo che ha svolto il suo lavoro, prima in Consiglio comunale a Milano e poi in Regione Lombardia con onestà intellettuale e con un profondo impegno per tutti, non solo per la forza politica che rappresentava.

    Nascondeva sotto l’ironia sofferenze antiche, dall’omicidio del padre prima della sua nascita, alle falsità che per molto tempo hanno ammantato la infame vicenda, dalle incomprensioni, che spesso incontrava anche nella sua parte politica e negli alleati di governo, alla lunga malattia della moglie.

    Carlo Borsani era senza menzogne, senza schermi, furbizie, era com’era, prendere o lasciare.

    Cosi la politica, che avrebbe avuto ancora bisogno di persone come lui, a conti fatti ha preferito accantonarlo mentre Carlo non ha voluto entrare di forza dove gli sarebbe spettato essere di diritto, anche perchè tanto era cambiato in un mondo che sentiva non essere più in sintonia con molti dei suoi ideali.

    Periodicamente puntualizzava, scriveva, non lasciava che nuove menzogne infiltrassero la verità perchè Carlo era di quelli che non si arrendono mai.

    Tanta gente dimentica, tanti ricordano quello che fa comodo, gli amici, coloro che con lui hanno condiviso tante difficoltà e speranze, lo avranno invece sempre presente, nel cuore e nella mente.

  • 41 bis per tutti per garantire i cittadini e rendere giustizia alle vittime

    Inutile che una parte del personale politico si impanchi in più o meno pretestuose polemiche, la verità incontrovertibile è che lo Stato, per garantire i cittadini e rendere giustizia alle troppe vittime, non può che applicare il 41 bis per tutti i crimini per i quali è contemplato.

    Tutto il resto è ininfluente.

  • Dalla comunicazione alla…

    All’interno di una civiltà globale la comunicazione diventa un elemento importante e determinante per la sua stessa definizione. Si parla, infatti, di “infocrazia” come di una evoluzione (assolutamente imperfetta) degli asset democratici espressi dalle diverse “civiltà” contemporanee.

    In questo contesto, allora, anche la stessa comunicazione istituzionale rappresenta un fattore fondamentale nel mantenimento di un rapporto tra le istituzioni ed i cittadini quanto nella sua evoluzione.

    L’obiettivo principale dovrebbe essere rappresentato dal fornire all’utenza dei riferimenti precisi e verificabili, tanto nella tutela dei propri diritti quanto nella trasparenza delle linee guida politiche, economiche e sociali delle istituzioni stesse.

    Ovviamente, i canali utilizzati quanto le occasioni scelte per rafforzare la comunicazione istituzionale rappresentano essi stessi delle forme di rispetto e sensibilità tali da comprometterne lo stesso contenuto informativo proposto. Quando, infatti, si utilizza un evento di natura assolutamente lontano dal contesto politico per riaffermare la posizione del governo all’interno di un confronto importante per l’intera cittadinanza italiana, si passa inevitabilmente dalla comunicazione alla banale “propaganda” governativa, espressione della peggiore deriva ideologica massimalista.

    Oggi, ma il problema nasce molto prima, utilizzare un Festival per “propagandare” e quindi giustificare le posizioni governative (nazionali quanto europee) rappresenta la conferma di una regressione culturale senza precedenti.

    Un altro passo nella direzione contraria rispetto ad una qualsiasi evoluzione di un sistema democratico e liberale.

  • La notte porta consiglio

    I vecchi dicevano: la notte porta consiglio ed in effetti ora i neuroscienziati ci confermano che durante il sonno i pensieri si ristrutturano e al risveglio la visione dei problemi diventa più chiara e spesso con soluzioni diverse rispetto a quelle che avevamo individuato il giorno prima, trovate magari arrovellandoci per ore.

    Anche quando dormiamo le onde cerebrali funzionano elaborando, nel sonno, quanto abbiamo appreso durante il giorno.

    Da qui il nostro suggerimento ai tanti che dichiarano, urbi et orbi (orbi non significa poco vedenti), di prendersi un po’ di tempo, una notte almeno, prima di rendere pubbliche le proprie decisioni politiche e non solo. Lasciamo che la notte porti consiglio così, magari, si eviteranno errori che possono avere gravi conseguenze, per se stessi e per gli altri.

  • Adesso basta

    C’è un limite a tutto, anche alla pazienza dei più pazienti e questo limite è stata decisamente superato da una parte “sinistra” dei partiti d’opposizione contestando il ricordo della nascita del Msi fatto da Isabella Rauti, Ignazio La Russa ed altri.

    Solo degli uomini piccoli, i quaquaraquà, possono ancora oggi sostenere che un partito che dalla sua nascita è stato presente nelle istituzioni italiane e poi europee non sia stato un partito democratico.

    Non sono bastati i morti ed i feriti che l’Msi ha purtroppo annoverato tra i suoi iscritti e simpatizzanti né i voti favorevoli all’Europa, mentre il Pci votava contro, non è bastato che sia stato l’unico partito uscito indenne da Mani Pulite e Tangentopoli. A distanza di anni dalla chiusura di un movimento che ha contribuito alla crescita politica dell’Italia, continuano le calunnie e le mistificazioni di troppi che parlano di democrazia mentre nei fatti la calpestano anche con leggi elettorali che espropriano gli elettori dal loro diritto di scelta.

    Il Movimento Sociale Italiano diventa troppe volte il pretesto per attaccare Fratelli d’Italia in un gioco sporco che, fortunatamente, non trova sponda nelle persone, negli elettori, un gioco sporco che si ritorce contro chi lo ha iniziato e continua a giocarlo.

    Le radici profonde non muoiono e danno vita a nuove realtà, le radici del male, del comunismo sovietico hanno dato vita a Putin ed alla sua vigliacca e crudele guerra, le radici del Msi hanno contribuito a dar vita al pensiero di quegli italiani, a partire da Fratelli d’Italia, che sono a fianco dell’Ucraina, con l’Europa e il mondo civile, per far vincere la libertà, l’integrità nazionale, il diritto internazionale, la giustizia.

  • Basta con la politica dell’annuncio

    Comprensibile l’entusiasmo che alcuni ministri o esponenti di partito possono avere nell’annunciare questa o quella nuova norma che il governo intende varare, meno comprensibile che poi, puntualmente, la norma debba essere rivista e modificata a fronte di ragionamenti più approfonditi.

    La fretta non è mai una buona consigliera specie quando si tratta di argomenti delicati che riguardano tutti i cittadini, con riflessi in vari settori.

    Il limite del contante a 10.000 poi, giustamente, riproposto a 5,000, tema che avrebbe dovuto dividere il problema tra quanto si può prelevare dal proprio conto, senza incorrere in controlli che comunque suonano un po’ vessatori visto che ognuno dovrebbe essere padrone dei propri soldi, e quanto si può pagare in contanti.

    Alle considerazioni di chi teme che pagare in contanti porti ad un aumento del “nero” il governo dovrebbe rispondere dando, finalmente, nuove indicazioni in materia fiscale utili a contrastare tanta parte di evasione. Basterebbe consentire anche ai privati, come avviene per partite iva e imprese, di poter detrarre almeno l’iva di alcune spese quali quelle per idraulico, elettricista, imbianchino, o giardiniere.

    Anche i privati fanno girare l’economia dando lavoro e non si comprende per quale motivo debbano essere penalizzati: tasse le pagano già sul loro reddito e su tutto quello che acquistano, servizi compresi, per quale motivo devono ulteriormente pagare l’iva sulle spese di manutenzione della casa o del verde? Se ci fosse una norma che consentisse la detrazione dell’iva, per le voci sopra indicate, eviteremmo l’evasione in molti settori.

    Si è parlato di togliere l’obbligo del pos per cifre inferiori a 60 euro e già ci si corregge pensando di diminuire l’importo, un’altra inutile confusione che crea sconcerto ed incertezza nei singoli e in diverse categorie.

    Basta con la politica dell’annuncio che ci ha ammorbato per troppi anni, grazie a troppi governi, si passi, in questo che vorremmo fosse il nuovo corso della politica, a dare notizia di un nuovo provvedimento solo dopo che si sono valutate tutti i pro ed i contro, sempre ovviamente disponibili ad ascoltare il Parlamento per eventuali modifiche ma non correggendosi da soli in continuazione.

  • In ricordo di Roberto Maroni

    Ci sono persone per le quali, al di là delle frequentazioni, senti affetto, simpatia e qualche volta anche condivisione di pensieri e modi di intendere la vita e la politica

    La scomparsa di Roberto Maroni lascia un vuoto importante nella Lega, specie in quella parte più moderata e consapevole di quello che veramente serve all’Italia, e un vuoto anche in tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato oltre le differenze partitiche

    Alla famiglia la sentita partecipazione al loro dolore mia e del Patto Sociale nel ricordo di un uomo che abbiamo potuto conoscere e stimare.

  • Appello al Presidente della Repubblica perchè invii un messaggio alle Camere sulla modifica in senso democratico della legge elettorale

    Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’Associazione Europa Nazione inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

    L’Associazione Europa Nazione ha inviato un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il quale elenca tutte le ragioni per le quali la vigente legge elettorale costituisce un gravissimo vulnus alla democrazia italiana, essendo pasticciata ed inutilmente complessa, ma soprattutto perché espropria i cittadini del diritto costituzionalmente garantito di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e non consente la rappresentanza dei territori.

    L’Associazione, costituita ad aprile del 2022, torna sul tema per la seconda volta, dopo la lettera aperta ai leader dei partiti, diffusa poche settimane prima delle elezioni del 25 settembre, con cui, alla luce delle palesi incostituzionalità della legge Rosatellum, invitava i beneficiari della norma a prendere, prima del voto, l’impegno a modificare radicalmente la legge subito dopo la tornata elettorale, restituendo dopo ben 5 elezioni e 17 anni, la piena sovranità al popolo elettore.

    Nessuno dei leader ha mai pensato minimamente di porre fine al bengodi di una norma, che assicura ai leader un potere da sovrano assoluto, oltre che l’indiscutibile vantaggio di un Parlamento totalmente addomesticato e leader-dipendente e, pertanto, l’associazione ha deciso di rivolgere un appello al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, individuando analiticamente tutte le ragioni critiche della legge elettorale vigente, che ha trasformato la democrazia della libera manifestazione del voto, in una triste “democratura illiberale”.

    In particolare, con il suo appello, Europa Nazione, dopo avere elencato tutte le carenze della norma ed alla luce dell’assenza di qualsivoglia iniziativa in merito, chiede al Presidente Mattarella, come previsto dalla Costituzione, di valutare l’esigenza e l’urgenza di inviare un messaggio al Parlamento affinché metta mano adesso, in tempi lontani dalle scadenze elettorali, alla radicale riforma della legge elettorale vigente, rivelatasi inadeguata al rispetto della sovranità popolare, così come definita dalla Costituzione, in quanto non prevede né il diritto di scelta degli eletti da parte degli elettori, né la garanzia del fondamentale diritto di rappresentanza dei territori.

    La richiesta di una nuova legge elettorale che rispetti i diritti e le prerogative costituzionali degli italiani, è una delle principali proposte di cambiamento del Manifesto di Europa Nazione, sulla quale, data la fondamentale importanza del tema e la sua indiscutibile popolarità bipartisan, l’Associazione sente il dovere di insistere, a maggior ragione davanti alla esagerata e inedita astensione dal voto, che evidenzia un enorme e crescente distacco dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni democratiche.

    Il testo integrale della lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

    Ill.mo Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Palazzo del Quirinale 00187 ROMA – Piazza del Quirinale

    OGGETTO: APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PERCHE’ INVII UN MESSAGGIO ALLE CAMERE SULLA MODIFICA IN SENSO DEMOCRATICO DELLA LEGGE ELETTORALE

    Signor Presidente,

    I sottoscritti soci e simpatizzanti dell’Associazione Europa Nazione, con la presente fanno appello al suo Magistero affinché valuti se è necessario o meno inviare un messaggio alle Camere per la modifica della legge elettorale vigente, che lede Costituzione e Democrazia.

    Europa Nazione, prima delle scorse elezioni, aveva inviato ai leader di tutti i partiti italiani interessati al rinnovo del Parlamento, una lettera aperta chiedendo, dopo le elezioni, di modificare il “Rosatellum”, per restituire agli elettori il diritto costituzionalmente garantito di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, nel conseguente rispetto della rappresentanza dei territori.

    Il suo illustrissimo intervento appare indiscutibile alla luce della peggiore campagna elettorale della storia repubblicana e del modo con cui i partiti hanno imposto ai territori candidati nominati dall’alto, spesso sconosciuti e senza collegamento col territorio, cosa che appare ancor più grave se si considera la riduzione del numero dei parlamentari.

    Questa non è Democrazia, e non è un caso che dopo ben cinque elezioni con leggi che hanno espropriato il diritto di scelta dei cittadini, il degrado del rapporto tra elettori, partiti ed istituzioni ha raggiunto il record di astensione del 37%. D’altronde come potrebbe essere diversamente, se il ruolo di elettori si limita ad una croce su un simbolo, a prescindere da qualsiasi rapporto con i candidati?

    Se si aggiunge che negli attuali partiti non ci sono notoriamente garanzie democratiche nella gestione interna, si ha ben chiara la totale e definitiva debacle di ogni forma di partecipazione democratica alla vita del Paese. Sembra un paradosso, ma è un fatto che proprio nel momento in cui è richiesto il massimo di responsabilità dei cittadini per frenare il populismo, si consumi il peggior processo di esproprio dei diritti degli elettori, a favore dei leader di partito che, peraltro, hanno imposto candidature plurime per trasformare quella che dovrebbe essere una elezione dal basso, con una nomina dall’alto.

    Se è vero che la nostra è stata definita da un autorevole studioso una democrazia semi-autoritaria, perché al popolo non resta che prendere o lasciare il pacchetto dei nominati, cioè votarli in blocco, astenersi o annullare la scheda. Se è vero che il “Rosatellum” è congegnato, anche grazie al divieto di voto disgiunto nei collegi uninominali, in modo da “costringere” l’elettore a votare o a non votare l’intero pacchetto formato dal candidato/nominato del sistema uninominale e dai candidati/nominati del sistema plurinominale. Se è vero che col “Rosatellum” il popolo non esercita la sovranità come pensata dal Costituente, perché la legge elettorale non consente all’elettore una scelta, ma solo la ratifica con un “si o un no” di quanto deciso “altrove” dal Partito-sovrano”. Se quanto sopra risponde al vero, le forme e i limiti del “Rosatellum” alla sovranità popolare rispettano l’appartenenza al popolo, o l’hanno trasferita di fatto ai segretari di Partito, mettendone in discussione la titolarità? Esiste un Paese in Europa dove si applica una legge siffatta? Se non esiste, significherà qualcosa? Si può sostenere che col “Rosatellum” la sovranità appartiene al popolo e non a chi ha nominato, dall’alto, deputati e senatori? Si può parlare di sovranità popolare se la scelta a cui sono sottoposti elettrici ed elettori è quella di ratificare la nomina decisa dal proprio partito, oppure quella di annullare la scheda o di astenersi dal voto? Può definirsi democratica una legge che spinge il dissenso ad annullare la scheda o ad astenersi dal voto? Signor Presidente, l’articolo 1 della Costituzione recita che “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nella forma e nei limiti della Costituzione”. Europa Nazione pensa che non si dicano scempiaggini affermando che le forme e i limiti non devono esser tali da mettere in discussione o, peggio ancora, da espropriarne l’appartenenza al popolo e da intaccarne la sua titolarità. Una qualunque legge elettorale di tipo proporzionale o maggioritaria e/o uninominale o plurinominale, non lede la sovranità di cui all’articolo 1 della Costituzione, se riconosce a chi guida una forza politica il diritto di proporre i candidati e al corpo elettorale il diritto di decidere col voto chi vince e chi perde tra i candidati proposti. La lede e lede in radice il sinallagma tra sovranità popolare e democrazia – se riconosce a chi guida una forza politica, grazie ai trucchi e ai marchingegni del “Rosatellum” (tipo candidature quintuple e varie) il diritto di nominare, e dunque di decidere, chi saranno i deputati e i senatori che andranno a comporre la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica, già da prima che sia il popolo a votare. Signor Presidente, Lei ha dimostrato con una legge che porta il suo nome, come gestire nel rispetto della costituzione l’esercizio della sovranità popolare, ed ormai è chiaro che i capi-partito non rinunceranno mai a un potere di nomina che li mette in condizione di fare a meno di quel diritto costituzionale di scelta del corpo elettorale, giudicata da loro quasi “un ingombro”, ma che costituisce l’essenza stessa della democrazia, per il necessario periodico ricambio delle classi dirigenti. La democrazia e la sovranità popolare – come Lei sa meglio e più di EN – non è roba da poco, né una questione da affrontare a tempo debito. Con la legge elettorale “non si mangia”, ma di legge elettorale si alimenta la democrazia.

    Questo è il motivo che spinge EN a manifestarLe la preoccupazione per la gravità dello stato in cui si trova la democrazia italiana. Solo Lei, se lo riterrà opportuno, può richiamare l’attenzione delle Camere con un messaggio sull’opportunità di una nuova legge elettorale, che risponda ai requisiti propri di una democrazia, rispetti la sovranità popolare e soprattutto restituisca il diritto di rappresentanza ai territori.

    Con deferenza

    Seguono firme.

    Nicola Bono, Domenico Nania, Alfonso Amaturo, Alessandro Arancio, Nadia Barattucci, Luca Bellotti, Mario Biral, Corrado Cammisuli, Maria Teresa Conte, Piero Daglia, Vittorio Delogu, Enrico Facco, Edoardo Franza, Enea Franza, Renato Giovannelli, Giorgio Holzmann, Salvo La Porta, Mario Landolfi, Antonino Lo Presti, Gennaro Malgieri, Maria Teresa Manuela Ruggieri, Simone Margheri, Dino Melluso, Silvio Meloni, Silvano Moffa, Pippo Monaco, Sabino Morano, Cristiana Muscardini, Adriano Napoli, Orlando Oronzo, Walter Pepe, Perdicaro Maria Rosaria, Rosario Polizzi, Cinzia Renzi, Tommaso Romano, Francesco Rubera, Antonino Sala, Noemi Sanna, Enrico Squillante, Roberto Visentin, Marco Zacchera.  

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