Il vuoto identitario ed ideologico
Nel secolo scorso Enrico Berlinguer, segretario del PCI, aveva posto la classe lavorativa al centro della propria attività politica. Difficilmente qualcuno potrebbe affermare che esistesse una identità personale tra il segretario del PCI e la classe operaia, tuttavia l’impianto ideologico del suo partito cercava di porsi come obiettivo la tutela e gli interessi della classe lavorativa. Una mancanza di identità, intesa come vicinanza nello stile di vita, veniva quindi sostituita da un articolato impianto ideologico in grado di unire persone e rappresentanti politici di estrazione culturale molto distanti.
Viceversa, nei partiti odierni la ricerca ossessiva di una assoluta identità tra leader di partito iscritti e simpatizzanti esprime, invece, un deserto intellettuale ma soprattutto una incolmabile distanza tra gli stessi, cristallina espressione della mancanza di uno quadro ideologico di riferimento.
In altre parole, in relazione al PD, l’inserimento e l’esaltazione di un fattore identificativo come l’orientamento sessuale, e soprattutto condiviso nella vita privata, esprime la volontà di creare identificazione tra simpatizzanti e quadri dirigenti.
Tutto questo, mentre il mondo industriale registra il 15° calo consecutivo della produzione industriale ed assistiamo all’esplosione della cassa integrazione nei primi sei mesi del 2024, per i quali il PD non esprime alcuna opinione se non quella di una volontà referendaria contro il Jobs Act.
Un comportamento molto comune anche a destra, in quanto la scelta di una multinazionale di Singapore di avviare uno stabilimento di chip in Piemonte piuttosto che nel Veneto non ha suscitato alcuna reazione nell’attuale presidente Zaia: esattamente come quella precedente della Intel che scelse la Germania piuttosto che la provincia di Verona. Risultò più interessante partecipare e mantenere, durante il covid, un bollettino quotidiano, oppure continuare ad intervenire alle diverse sagre di paese. Anche in questo caso il Presidente della Regione Veneto ha dimostrato, come il PD, una volontà di coltivare una identità tra il censo politico ed il popolo degli elettori.
Questa legittima strategia nasce ed esprime, tuttavia, l’assoluto vuoto ideologico che contraddistingue, tanto a destra quanto a sinistra, i diversi leader privi di una visione del nostro Paese, soprattutto in prospettiva del suo futuro, dimostrandosi attenti ed interessati alla sola contemporaneità.
L’identità e la condivisione, in altre parole, rappresentano il vuoto politico ed ideologico nato da un declino culturale all’interno del quale un fattore privato, come l’identità sessuale, diventa un elemento catalizzatore e caratterizzante.
Esattamente come ci sono leader di partito che propongono il reddito di maternità (Gasparri) o affermano che una pista di bob rappresenti assieme alle Olimpiadi invernali uno strumento per fermare lo spopolamento montano (Zaia). Anche per questo il Paese si avvia ad una delle crisi istituzionali, economica e di rappresentanza più disastrose dal dopoguerra ad oggi.