
Chi muore tace chi vive si dà pace, AN trent’anni fa
“Chi muore tace e chi vive si dà pace“, dice un vecchio detto, poi i vivi, ogni tanto, se i morti hanno meritato rispetto ed amore o se, più prosaicamente, è conveniente ricordarli, dedicano loro periodiche celebrazioni.
Più o meno anzianotti molti ricordano la nascita di Alleanza Nazionale, la strada che ha aperto perché poi si arrivasse alla nascita e alla crescita di Fratelli d’Italia, oggi saldamente al governo.
Altri, altrettanto anzianotti, ricordano che AN non sarebbe mai nata se prima non ci fossero state le lucide intuizioni di Almirante e la sua caparbia volontà di non arrendersi né alle violenze fisiche, morti e feriti missini, né alle pressioni politiche, non solo di Democrazia nazionale.
La storia e neppure la cronaca si fanno con i se e con i ma, ciò non toglie che ancora in tanti ci chiediamo come sarebbe stato il corso degli eventi se Fini non avesse dato retta ai colonnelli, se non fossimo confluiti nel Popolo della Libertà, se fossimo andati al governo con Berlusconi, di Berlusconi, rimanendo, come la Lega, un partito indipendente.
E ancora: se dopo il tragico errore di entrare nel Pdl e poi di uscirne gioco forza, grazie alle manovre del Cavaliere, cosa sarebbe avvenuto se Fini, dopo aver dato vita a Futuro e Libertà lo avesse anche diretto in prima persona dando attenzione ai tantissimi che, da diversa estrazione politica, erano venuti a sentirlo a Mirabello?
In molti ricorderemo in questi giorni i trenta anni dalla fondazione di AN ma AN non si è estinta per malattia, è stata suicidata da diversi personaggi tra quelli che ora intervengono a celebrarla.
Il suo spirito però vive ancora anche tra i tanti che non vanno più a votare e che la politica, con leggi elettorali sbagliate che riducono sempre più la democrazia, sbagliando continuano ad ignorare.