L’interesse parla ogni genere di lingua e interpreta ogni genere di personaggio,
perfino quello del disinteressato.
François de La Rochefoucauld; da “Massime”, 1678
È passata soltanto una settimana dal giorno in cui si sono svolte le elezioni parlamentari in Albania. Nel frattempo il nostro lettore è stato informato, sempre con la dovuta oggettività e soltanto riferendosi ai fatti accaduti, documentati e pubblicamente noti, sia delle aspettative prima delle elezioni che di quello che è accaduto l’11 maggio scorso, il giorno delle elezioni (In attesa di altri abusi elettorali, 6 maggio 2025; Un autocrate che ottiene il quarto mandato con abusi elettorali, 12 maggio). Ma purtroppo durante questi giorni sono stati evidenziati, documentati e ufficialmente denunciati altri innumerevoli fatti legati a dei clamorosi abusi elettorali. Perciò si potrebbe dire che si è trattato di un processo, ben organizzato ed altrettanto ben attuato, per condizionare e manipolare il risultato delle elezioni. Si è trattato di un vero e proprio massacro elettorale.
E solo grazie ad un simile processo, grazie a quel massacro elettorale, il primo ministro albanese ha avuto il suo quarto mandato consecutivo. Un fatto simile, tenendo presente anche la vera, vissuta e spesso sofferta realtà albanese, si è verificato soltanto in altri regimi dittatoriali, come quello in Russia, in Bielorussia, in Turchia, per non andare oltre l’Europa. Gli abusi elettorali sono stati evidenziati, documentati e ufficialmente denunciati presso le strutture del sistema “riformato” della giustizia. Ma, chissà perché, quelle “strutture specializzate” non reagiscono. Invece è un loro obbligo costituzionale, nonché un impegno ufficialmente annunciato prima che cominciasse la campagna elettorale, intervenire per prevenire e combattere qualsiasi abuso elettorale. Purtroppo ancora niente ha costretto ad agire le “strutture specializzate” del sistema “riformato” della giustizia in Albania. Un sistema che però ubbidisce subito agli ordini partiti dagli uffici del primo ministro e dei suoi più stretti collaboratori. Come accade in tutti i sistemi dittatoriali nel mondo.
Ormai, a conteggio dei voti quasi concluso, risulta che il partito del primo ministro albanese ha ottenuto molti più seggi parlamentati rispetto a quelli della precedente legislatura. Seggi ottenuti però mentre il numero degli elettori che hanno “votato” per il primo ministro ed i suoi candidati è stato inferiore, se si fa riferimento alle precedenti elezioni parlamentari del 2021. L’11 maggio scorso hanno votato, per la prima volta, anche i cittadini albanesi che vivono all’estero. Ma con il voto degli emigranti c’è stata una vera e propria strage elettorale. È risultato che ci sono stati più voti che schede elettorali mandati per posta! Non solo, ma a conteggio ormai concluso, risulta che il partito del primo ministro ha ottenuto dagli emigranti più del 61% dei voti considerati validi. Invece lo stesso partito ha ottenuto dagli elettori che vivono in Albania solo circa 52% dei voti. E pensare che la maggior parte degli emigranti albanesi sono stati costretti a lasciare tutto e cercare la fortuna in altri Paesi proprio per i continui abusi del potere e del bene pubblico da parte del primo ministro, dei suoi ministri e di tanti funzionari del governo centrale e delle amministrazioni locali. Un’altra “stranezza” di queste “elezioni” in Albania è legata ai voti dei carcerati, la maggior parte dei quali si trovano lì per furti ed altre cose simili. A conteggio concluso però, risulta che i carcerati hanno votato quasi tutti per il ministro degli Interni! Una specie di sindrome di Stoccolma.
Per seguire sia tutto il processo pre-elettorale, che le elezioni parlamentari dell’11 maggio scorso, in Albania sono stati presenti molti osservatori internazionali, rappresentanti di diverse istituzioni. Ma i più numerosi sono stati gli osservatori dell’ODIHR (Office for Democratic Institutions and Human Rights – l‘Ufficio per le Istituzioni democratiche e i Diritti umani; n.d.a.). ODIHR è una struttura molto importante della ben nota OSCE (Organization for Security and Co-operation in Europe – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa; n.d.a.). Ebbene, un giorno dopo le elezioni la coordinatrice della Missione di ODIHR ha presentato il rapporto preliminare. In quel rapporto sono stati evidenziati, raggruppandoli, significativi abusi elettorali. Durante quella presentazione era presente anche il capo della delegazione del Parlamento europeo, il quale ha, tra l’altro, dichiarato che “…Gli aspetti che hanno a che fare con la corruzione ed altre cose che vanno oltre alle elezioni, verranno certamente trattati, siate sicuri”. Ed ha aggiunto che “…questo Paese [l’Albania] non entrerà nell’Unione europea così com’è oggi”.
E mentre aumentava di ora in ora il numero dei clamorosi abusi elettorali, che evidenziavano non un processo con qualche irregolarità, bensì un vero e proprio massacro elettorale, il primo ministro albanese riceveva gli auguri per la sua “meritata vittoria elettorale” (Sic!). La prima che lo ha augurato, la sera del 12 maggio scorso, è stata la presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia. Lei, che il primo ministro albanese la chiama ormai la mia “sorella”, scriveva: “ …la profonda amicizia e la collaborazione strategica che lega le nostre due nazioni si è ulteriormente rafforzata grazie a iniziative comuni, frutto di un dialogo costruttivo e di una volontà condivisa per affrontare le sfide globali con soluzioni innovative…”. E sempre mentre il conteggio dei voti continuava, al primo ministro sono arrivati gli auguri, in albanese, del presidente francese, che gli scriveva: “Auguri caro amico per la tua vittoria….”. Invece il cancelliere tedesco gli scriveva, sempre in albanese: “Auguri per la sua rielezione! Tanti auguri! Sono impaziente di continuare la nostra collaborazione…”. Mentre il premier britannico scriveva, in inglese però: “Auguri per la sua vittoria storica. Attendo impaziente di continuare la nostra collaborazione…”.
Sempre mentre il conteggio dei voti continuava, il presidente del Consiglio europeo scriveva al suo “caro amico”, il primo ministro albanese: “I più calorosi auguri per questi impressionanti risultati elettorali..”. Al primo ministro albanese non potevano mancare gli auguri della presidente della Commissione europea. Lei gli scriveva: “Auguri per la vittoria elettorale! Sotto la sua guida l’Albania ha fatto dei grandi progressi verso la nostra Unione [europea]…”. Questi però sono stati soltanto una parte degli auguri ricevuti dal primo ministro albanese, mentre il conteggio dei voti continuava. E soprattutto mentre aumentava il numero degli abusi elettorali evidenziati e denunciati. Chissà perché questa fretta per augurare a un autocrate che ha voluto, programmato ed attuato un massacro elettorale. Ormai si sa però, da diverse fonti mediatiche internazionali, che il presidente francese, il cancelliere tedesco ed il premier britannico hanno reso noti i loro progetti per avere in Albania dei centri dove trasferire migliaia di detenuti problematici e pericolosi. Tutto è stato reso noto la scorsa settimana, mentre in Albania si evidenziava, sempre di più, il massacro elettorale. Bisogna sottolineare che si tratta di progetti simili a quello ormai operativo, in seguito alla firma il 6 novembre 2023, dell’Accordo tra l’Italia e l’Albania sui profughi. L’Albania rischia così di diventare un Guantanamo in Europa.
Chi scrive queste righe è convinto che i “grandi dell’Europa” appoggiano un autocrate corrotto, come il primo ministro albanese, in cambio di proficui accordi. Chi scrive queste righe pensa che in cambio il primo ministro albanese cerca di ottenere l’appoggio o, almeno, il silenzio dei “grandi dell’Europa” di fronte ai tanti e continui abusi di potere, agli innumerevoli scandali, alla galoppante corruzione diffusa a tutti i livelli, partendo dai più alti. Abusi, scandali e atti corruttivi che, fatti pubblicamente noti alla mano, coinvolgono direttamente il primo ministro. E purtroppo i “grandi dell’Europa” lo appoggiano. Aveva ragione François de La Rochefoucauld: l’interesse parla ogni genere di lingua e interpreta ogni genere di personaggio, perfino quello del disinteressato.