Ambiente

  • Al via il voto pubblico per selezionare il vincitore del premio Natura 2000 tra 27 finalisti

    La Commissione ha aperto il voto per selezionare il vincitore del Citizens’ award, al suo 10º anniversario, nel quadro dell’edizione 2024 del premio Natura 2000. È possibile votare il proprio finalista preferito fino al 25 aprile al seguente link https://environment.ec.europa.eu/topics/nature-and-biodiversity/natura-2000-award/natura-2000-award-meet-2024-edition-finalists_en

    Con 96 candidature provenienti da 25 Stati membri, l’edizione 2024 del premio Natura 2000 ha riscosso un grande successo. Le 27 iniziative finaliste sono state svolte in siti Natura 2000 in Belgio, Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Paesi Bassi, e illustrano con esempi concreti come la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile possono sostenersi a vicenda e contribuire alla formazione di ecosistemi resilienti a beneficio delle persone, del clima e del pianeta.

    La cerimonia di premiazione si terrà il 29 maggio 2024 nell’ambito della Settimana verde dell’UE. Oltre al Citizens’ award, una giuria indipendente selezionerà i vincitori in categorie riguardanti, tra l’altro, la conservazione su terra, la cooperazione transfrontaliera, la collaborazione per la natura, la conservazione dell’ambiente marino e la comunicazione.

  • Al via un percorso di transizione per un commercio al dettaglio digitale e verde

    La Commissione ha pubblicato il percorso di transizione verso un ecosistema del commercio al dettaglio più resiliente, più digitale e più verde.

    Si tratta di un piano elaborato congiuntamente da Commissione, Stati membri, imprese, parti sociali e ONG che individua le sfide e le opportunità per l’ecosistema del commercio al dettaglio e propone azioni per migliorarne la resilienza e per sostenerne la trasformazione digitale, verde e nell’ambito delle competenze. Questo percorso promuove una transizione giusta ed equa per tutti gli attori dell’ecosistema, tra cui la forza lavoro, i consumatori e le imprese di ogni tipo e dimensione; incoraggia attori economici, parti sociali e autorità nazionali, regionali e locali a impegnarsi nel processo di attuazione congiunta e a contribuire a un ecosistema del commercio al dettaglio competitivo, sostenibile, resiliente ed equo.

    Il commercio al dettaglio è il più grande ecosistema industriale europeo: rappresenta infatti l’11,5% del valore aggiunto dell’UE. È inoltre il principale settore occupazionale dell’economia dell’UE, in quanto dà lavoro a quasi 30 milioni di persone in 5,5 milioni di imprese (il 99% delle quali sono PMI). L’ecosistema del commercio al dettaglio svolge un ruolo fondamentale nella distribuzione dei prodotti, di cui usufruiscono quotidianamente 450 milioni di consumatori in tutta l’UE. Si tratta anche di un elemento chiave del tessuto sociale delle comunità urbane e rurali e offre un contributo importante alla creazione di posti di lavoro locali e alla vitalità e all’attrattiva dei centri urbani.

  • La Commissione adotta metodologie per combattere la presenza di microplastiche nell’acqua potabile

    La Commissione ha adottato una metodologia standardizzata per misurare la presenza di microplastiche nell’acqua e un atto delegato per garantire il riutilizzo sicuro delle acque reflue trattate per l’irrigazione agricola. Queste due nuove misure contribuiranno a rafforzare la resilienza idrica e a migliorare la qualità e la quantità di acqua in tutta l’Ue.

    Questa metodologia armonizzata e standardizzata aiuterà gli Stati membri a raccogliere informazioni sulla presenza di microplastiche nella propria catena di approvvigionamento idrico. Ciò renderà il confronto e l’interpretazione dei risultati ottenuti più facili rispetto alla situazione attuale in cui gli Stati membri utilizzano metodi differenti.

    La normativa sul riutilizzo delle acque chiarisce la procedura che le autorità nazionali dovranno seguire per gestire in modo proattivo i rischi connessi all’uso delle acque reflue per l’irrigazione. Si tratta in particolare di individuare tali rischi.

    Queste nuove norme relative alle acque si aggiungono a un avviso pubblicato all’inizio di questa settimana per aiutare gli Stati membri a definire il “buono stato ecologico” degli oceani. Ciò aiuterà in particolare gli Stati membri a sostenere gli attori economici nell’uso sostenibile del mare, evitando al contempo danni significativi o irreversibili alla vita o agli habitat marini.

    Il commissario Sinkevičius ha dichiarato: «Vogliamo garantire che l’acqua che utilizziamo, dalle bevande all’irrigazione, soddisfi sempre gli standard di sicurezza più elevati. Grazie alle norme attuali i cittadini avranno la certezza che l’acqua potabile sarà attentamente controllata per scongiurare la presenza di microplastiche, che qualsiasi acqua riutilizzata sarà sicura e che verrà limitata l’estrazione eccessiva di acqua, contribuendo a ripristinare il ciclo dell’acqua interrotto. Tuttavia, per ripristinare realmente questo ciclo dobbiamo anche proteggere i nostri mari. Conto quindi sugli Stati membri per garantire che le nostre ambizioni in materia di uso sostenibile dell’ambiente marino si concretizzino nelle loro prossime strategie in questo ambito».

  • L’Auto di Troia

    Con la tipica superficialità di una civiltà ormai prossima all’estinzione e sostenuti da un mondo retroambientalista, espressione di un totale scollegamento da ogni problematica della vita quotidiana, l’arrivo delle auto cinesi nel mercato europeo sta già dimostrando i propri devastanti effetti.

    Forte di aiuti statali (oltre sessanta miliardi solo lo scorso anno) le aziende cinesi stanno utilizzando la deriva ambientalista massimalista per imporre i propri prodotti elettrici usando a proprio vantaggio le aperture del mercato globale assieme al dumping fiscale e retributivo.

    Questa logica, quindi, non risponde alle regole del libero mercato, come l’intero mondo progressista europeo ancora crede, ma piuttosto ad una implicita e velata volontà politica di dominio sulle economie occidentali della stessa Cina.

    L’invasione cinese, i cui disastrosi effetti risultano decisamente sottostimati ancora oggi, attraverso la depatrimonializzazione del settore automobilistico europeo, il quale ad oggi conta 13 milioni di occupati e determina l’8% del Pill, con le autovetture elettriche cinesi si pone come obiettivo strategico e politico l’abbattimento dell’intero sistema economico e contemporaneamente del benessere diffuso in Europa legato a decenni di crescita del settore industriale Automotive.

    L’auto cinese, così, diventa l’Auto di Troia finalizzata a rendere l’intero continente dipendente economicamente e tecnologicamente dalla superpotenza cinese, un dominio facilitato dalla stessa digitalizzazione.

    In altre parole, mentre il mondo occidentale è distratto dal conflitto russo ucraino il colosso cinese ha avviato una “unconventional war” nei confronti dell’intero asset Automotive europeo, potendo anche contare sulla colposa o magari dolosa complicità della Commissione Europea e di tutte le forze ambientaliste, nessuna delle quali è in grado di comprendere come in gioco non ci sia tanto il livello di emissioni quanto lo stesso concetto di democrazia.

    La complicità delle istituzioni europee, Commissione e Parlamento europei, i quali hanno imposto il divieto di vendita di auto a motore endotermico (unici al mondo), permette di intravedere non tanto una colposa ignoranza quanto una dolosa compromissione con gli interessi cinesi, forti anche di una trentennale incapacità di elaborazione di strategie economiche dalla stessa UE.

    L’auto cinese rappresenta il Cavallo di Troia utilizzato dalla dittatura cinese per ridurre in schiavitù economica e digitale l’intera Europa. Sarà la storia a chiarire se esista una compromissione diretta o meno di tutti gli ambienti favorevoli alla transizione ecologica con il colosso cinese. Di certo la Cina nell’ultimo anno ha aumentato le emissioni di un altro +5%, il che rende inutile ogni risparmio energetico europeo.

    Dall’Eneide, poema epico di Virgilio, siamo passati alla realtà scritta da una classe politica e dirigente europea e nazionale assolutamente incapace di leggere le sfide per la sopravvivenza economica e l’indipendenza politica nel futuro del nostro continente.

  • Edison e Sea costruiranno una stazione di idrogeno verde per i voli cargo a Malpensa

    Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica, e Sea, Aeroporti di Milano, hanno annunciato lo sviluppo di una stazione di rifornimento a idrogeno verde all’interno dell’aeroporto internazionale di Milano Malpensa per la decarbonizzazione della logistica aeroportuale. Il progetto è un tassello importante nel percorso di riconversione green dello scalo di Milano Malpensa, punto di riferimento per l’air-cargo nel centro-sud Europa, tra i primi cinque scali europei e il primo in Italia per traffico merci, con oltre 720.000 tonnellate di merce gestite nel 2022, pari a una quota di mercato di circa il 65% rispetto al totale transitato negli aeroporti italiani.

    Il progetto Malpensa H2, finanziato dal Pnrr, sarà sviluppato in collaborazione con Sea, Aeroporti di Milano, nei pressi dell’area di Malpensa Cargo City in sinergia con Olga (hOListic Green Airport), programma finanziato dalla Commissione europea (Horizon 2020) che si inserisce in un più ampio percorso di decarbonizzazione intrapreso da Sea per ridurre l’impatto ambientale del settore dell’aviazione. Nell’ambito del progetto Malpensa H2, Edison Next realizzerà una stazione di rifornimento a idrogeno verde, alimentata da un elettrolizzatore installato in loco, che rifornirà i veicoli pesanti della logistica aeroportuale dell’area Malpensa Cargo City. La mobilità a idrogeno è “zero-emission”, ciò significa che la sostituzione potenzialmente totale del parco mezzi presente nella cargo city permetterà un importante abbattimento delle emissioni inquinanti della zona.

    “Il settore aeroportuale è uno dei più sfidanti dal punto di vista della transizione energetica. Gli aeroporti sono ecosistemi complessi che coinvolgono numerosi attori e che stanno cominciando un percorso di trasformazione profonda con l’obiettivo di diventare veri e propri hub energetici in grado di autoprodurre, accumulare e condividere energia green – dichiara Gabriele Lucchesi Direttore Idrogeno di Edison Next. – L’idrogeno è un vettore energetico chiave nella transizione energetica e può giocare un ruolo importante anche nella decarbonizzazione del mondo dell’aviazione, non solo a livello dei velivoli, ma anche delle infrastrutture aereoportuali. Lo sviluppo di una stazione di rifornimento a idrogeno all’interno dell’aeroporto di Milano Malpensa rappresenta un importante passo in questo percorso di trasformazione, contribuendo alla decarbonizzazione della logistica aeroportuale di uno degli scali più trafficati d’Europa.”

    “Gli aeroporti di Milano sono impegnati nella riduzione delle emissioni di CO2, con un ruolo trainante verso la decarbonizzazione del trasporto aereo – afferma Alessandro Fidato, Chief Operating Officer di Sea Aeroporti di Milano. – Ci siamo impegnati a raggiungere zero emissioni entro il 2030 nei nostri scali. Lavoriamo su più fronti nel breve periodo ci siamo concentrati sui SAF, ma vogliamo essere pronti all’utilizzo dell’idrogeno come rifornimento: partiamo dalla mobilità su gomma, preparandoci ad accogliere in futuro anche gli aerei con motori a idrogeno”. Si prevede che l’impianto entrerà in servizio tra dicembre 2025 e febbraio 2026, in modo da essere operativo in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, che si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026. La stazione di rifornimento a idrogeno verde del progetto Malpensa H2 si estenderà su un’area di circa 12 mila metri quadrati e ospiterà sia tecnologie e attrezzature all’avanguardia per la produzione e la fornitura di idrogeno verde, sia spazi per i servizi destinati al pubblico. L’impianto potrà erogare a doppia pressione, 350 e 700 bar, al fine di asservire tutte le tipologie di mezzi presenti nell’area Malpensa Cargo City.

    L’impianto di produzione di idrogeno verde di Malpensa H2 sarà realizzato in modo da consentire il raddoppio della sua potenza così da essere in grado di sostenere lo sviluppo di ulteriori passi nel percorso di decarbonizzazione del parco mezzi dell’aeroporto. Quella con Sea Aeroporti di Milano non è l’unica stazione di rifornimento a idrogeno nella cui realizzazione è impegnata Edison Next; sono in sviluppo ulteriori sei stazioni di rifornimento, tre nei pressi di Venezia, Verona e Piacenza e tre nei dintorni di Vercelli, Frosinone e Foggia che serviranno principalmente mezzi pesanti e autobus in aree altamente trafficate e posizionate lungo corridoi TEN-T – Trans-European Networks Transport, (Rete transeuropea dei trasporti) – che attraversano l’Italia collegandola con il resto dell’Europa. Gli impianti di Venezia, Verona e Piacenza, che hanno ottenuto i finanziamenti già a marzo 2023, entreranno in servizio nel corso del 2025, mentre quelli di Vercelli, Frosinone e Foggia, appena finanziati, saranno operativi nel primo semestre del 2026.

  • La Commissione investe oltre 233 milioni di euro in progetti strategici per l’ambiente e il clima in tutta Europa

    La Commissione investirà oltre 233 milioni di euro in 12 nuovi progetti strategici in tutta Europa, a titolo del programma LIFE, allo scopo di sostenere l’attuazione delle ambizioni dell’UE sul piano ambientale e climatico nell’ambito del Green Deal europeo. Tali progetti strategici dovrebbero mobilitare importanti finanziamenti aggiuntivi provenienti da altre fonti dell’UE, tra cui i fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, oltre che dai governi nazionali e dal settore privato.

    I finanziamenti concessi a questi 12 progetti strategici favoriranno il raggiungimento degli obiettivi nazionali sul piano ambientale e climatico di Bulgaria, Cechia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lituania, Austria, Polonia e Finlandia, oltre ad aumentare il contributo di questi paesi alla transizione ecologica dell’UE.

    Sono stati selezionati anche altri sei progetti per promuovere la natura e la biodiversità. Nell’ Italia settentrionale LIFE NatConnect2030 intraprenderà azioni in oltre 500 siti per migliorare la biodiversità e rafforzare i corridoi ecologici.

  • Ambiente tema centrale delle elezioni del 2024 nel mondo. Incognita intelligenza artificiale sulle campagne elettorali

    Nel 2024 metà della popolazione mondiale andrà alle urne e a quanto pare la questione ambientale sarà una delle issue più rilevanti in tutte le consultazioni.

    Nella più popolosa democrazia del mondo, l’India, il premier uscente (e favorito nei pronostici) Narendra Modi si barcamena tra la spinta verso le fonti energetiche rinnovabili e l’accelerazione nell’estrazione di carbone, mentre lì accanto, nel Pakistan, la contesa elettorale si gioca anche sui problemi del cambiamento climatico resi evidenti dalle piogge torrenziali che nel 2022 hanno provocato 8 milioni di senza casa. L’Indonesia nell’eleggere il suo prossimo presidente dovrà scegliere se proseguire lungo la diminuzione della deforestazione, la sua foresta pluviale è tra le più grandi al mondo, oppure no: Prabowo Subianto, ex genero del dittatore Suharto e uno dei candidati con maggiori chances di spuntarla, è contrario alle politiche in difesa dalla deforestazione. C’è poi la possibilità che negli Usa Donald Trump riesca a guadagnarsi l’epiteto che a suo tempo Indro Montanelli affibbiò ad Amintore Fanfani – «rieccolo!» – e riproponga quelle politiche che il suo successore e rivale Joe Biden ha sconfessato, come il ritiro dell’adesione statunitense dagli accordi di Parigi decisa da Obama nel 2015, col conseguente impegno cioè ad agire per contenere l’aumento di temperatura entro +1,5° rispetto all’epoca pre-industriale.

    Sulle elezioni pesano sempre più, peraltro, i timori di registi occulti che tramite i social media diffondano fake news. Negli Usa già durante le primarie per il Partito repubblicano sono partite telefonate in cui una voce che sembrava della di Biden ma era invece opera dell’intelligenza artificiale invitava gli elettori a disertare la votazione per scegliere chi tra Trump e i suoi competitors debba rappresentare il Gop nella corsa alla Casa Bianca. Un report dell’americana Advance Democracy segnala il possibile utilizzo diffuso dell’intelligenza artificiale anche per orientare gli elettori, in un senso o nell’altro, facendo leva su tematiche ambientali. Sander van der Linden, docente di Psicologia sociale a Cambridge, creatore del primo strumento psicometrico che verifica se sia possibile che le reti neurali generino disinformazione, ha confermato su Wired quanto sostenuto un’altro studio pubblicato su Science. L’algoritmo GPT-3 produce notizie false più convincenti rispetto agli umani: «Nel 2024 vedremo più deepfake, clonazione vocale e manipolazioni prodotte dall’AI. La disinformazione generata dall’intelligenza artificiale arriverà alle elezioni vicino a noi e probabilmente non ce ne renderemo nemmeno conto».

  • Zalando si impegna a fornire informazioni più chiare ai consumatori a seguito dell’azione dell’UE

    A seguito di un dialogo con la Commissione e le autorità nazionali per la tutela dei consumatori, Zalando si è impegnata a rimuovere gli indicatori e le icone di sostenibilità ingannevoli visualizzati accanto ai prodotti offerti sulla piattaforma. Tali indicazioni possono indurre i consumatori in errore circa le caratteristiche ambientali dei prodotti. A partire dal 15 aprile 2024 le icone non appariranno più; Zalando fornirà invece informazioni chiare sui benefici ambientali dei prodotti, come la percentuale di materiali riciclati utilizzati.

    Zalando presenterà una relazione sull’attuazione degli impegni. Sulla base di questo rapporto, la Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) valuterà come il colosso delle vendite on line ha implementato gli impegni e, ove necessario, ne farà rispettare la conformità, ad esempio imponendo multe o rimuovendo contenuti.

  • L’insostenibilità economico-ambientale

    Qualsiasi esito di una strategia si basa sulla valutazione del pieno o parziale raggiungimento dell’obiettivo indicato anche in ragione dei costi sostenuti per il suo conseguimento, il tutto inserito in un contesto temporale.

    Questo principio vale soprattutto nella considerazione di una strategia economica all’interno di una macro area come l’Unione Europea, la quale si confronta con le dinamiche di un mercato sempre più globale.

    Ogni obiettivo strategico la cui valutazione si basi su parametri diversi, determina inevitabilmente l’ingresso di un ipotetico fattore ideologico come termine di riferimento. Ed è esattamente quello che sta accadendo in Europa con il settore Automotive.

    Da anni tanto a livello europeo quanto nazionale l’automobile rappresenta il nemico pubblico espressione anche di un becero individualismo e quindi da combattere non solo per l’inquinamento ma anche sulla base di valutazioni prettamente etiche.

    In questo senso si può interpretare la virata della Commissione europea la quale ha individuato nell’articolato mondo dell’Automotive il primo vero responsabile del cambiamento climatico quando invece questo rappresenta solo l’1% delle già risibili emissioni dell’Unione Europea che rappresentano il 6,7/7 % del totale delle emissioni europee.

    Inoltre questi cambiamenti climatici probabilmente possono ritenersi conseguenza non tanto dell’attuale livello di emissioni quanto di quelle dei decenni precedenti in quanto le automobili hanno ridotto negli ultimi vent’anni di oltre il 92% le proprie emissioni.

    Di conseguenza si considera legittimo ed assolutamente proficuo cercare di ridurre l’1% dell’inquinamento attribuibile all’automobile, un settore che rappresenta il 6,7% della occupazione europea.

    Contemporaneamente si rinuncia, sempre e solo sulla base di parametri ideologici, ad oltre il 7% del PIL e a 396 miliardi di tasse che il settore, nel suo complesso, versa nelle casse delle Nazioni e della stessa Unione Europea.

    Non paghi della apocalisse prossima ventura gli esperti di economia ambientalista sostengono come il supporto fiscale assicurato dal settore Automotive dovrebbe venire caricato alle società petrolifere, un delirio la cui sola idea creerebbe un tracollo finanziario molto simile a quello del ’29 e che non risparmierebbe alcun settore.

    La stessa crisi di Volkswagen, la quale ora si vede costretta a tagliare il 10% del proprio personale a causa degli avventati investimenti nell’auto elettrica come espressione della propria strategia speculativa che aveva adottato il delirio ambientalista della Commissione, ne rappresenta una pericolosa anteprima.

    In altre parole, quando pretendi di combattere l’1% di emissioni di un complessivo 6,7% dell’inquinamento attribuibile all’Europa, sacrificando scientemente il 7% del PIL espressione di un know how frutto di decenni di investimenti industriali e professionali, quando pretendi di lasciare senza lavoro oltre il 6,7% degli occupati assicurati dal settore Automotive e rinunciando a 394 miliardi di tasse, in più utilizzando le risorse fiscali per incentivare automobili made in China prodotte con l’energia assicurata dalle centrali al carbone a fortissimo impatto ambientale, allora è necessario assumersi le responsabilità del proprio delirio di fronte ai lavoratori ed ai cittadini europei.

    (*) https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AE8MlslB

  • Dalla BEI, con il sostegno di InvestEU, 1,2 miliardi di euro a supporto del piano di ASPI per una rete autostradale sempre più sicura, green e resiliente

    Sostenere la prosecuzione del piano di ammodernamento dei circa 3mila chilometri della rete gestita da Autostrade per l’Italia (ASPI) per renderla più moderna, sempre più sicura e resiliente a fronte di futuri eventi climatici estremi. Questi sono fra gli obiettivi principali dell’accordo da 1,2 miliardi di euro siglato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e Autostrade per l’Italia, uno dei principali concessionari del settore delle autostrade a pedaggio in Europa. Delle risorse investite dalla BEI, almeno 800 milioni di euro sono sostenuti da InvestEU, il programma di investimenti della Commissione europea di cui il Gruppo BEI è il principale partner esecutivo.

    In particolare, questo finanziamento per 800 milioni di euro ha una durata di 15 anni (allineata dunque alla scadenza della concessione) e contribuirà al programma di rigenerazione della rete, rendendola più sostenibile e resiliente, anche nell’eventualità di futuri eventi climatici. L’impegno della BEI comprende anche ulteriori 400 milioni di euro volti a supportare l’avanzamento del piano di ammodernamento di ASPI.

    Sul fronte della sostenibilità ambientale, le risorse della BEI contribuiranno a promuovere la mobilità sostenibile, supportando l’utilizzo di energie alternative e l’adozione di soluzioni tecnologiche nel segno di un risparmio energetico sempre più consistente. In particolare, le risorse messe a disposizione dalla BEI contribuiranno a sostenere l’istallazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, di pannelli fotovoltaici, e sistemi di illuminazione a LED lungo la rete.

    Inoltre, il progetto genererà importanti ricadute economiche, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro in tutto il Paese. La BEI stima che l’implementazione del progetto sosterrà 13.000 posti di lavoro, consolidando ulteriormente l’impegno della BEI nel supportare la crescita economica del territorio.

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