Politici senza acqua
Per governare bene bisogna conoscere i problemi che si devono affrontare oggi, avere visione del futuro e procedere celermente. Bisognerebbe anche conoscere i problemi che andavano risolti ieri e l’altro ieri e non perdere più tempo.
Delle tante situazioni difficili che vanno risolte alcune sembrano non essere ancora entrate nella agenda, per questo suggeriamo a tutti coloro che si occupano di politica, nei luoghi ove si può intervenire direttamente o si può suggerire ad altri di farlo, perciò maggioranza e opposizioni, di fare un piccolo esperimento.
Chiudete l’acqua centrale della vostra abitazione, dell’ufficio, dei bagni di Montecitorio e Palazzo Madama, per 24 ore rimanete senza acqua, neppure quella minerale dei vari frigoriferi e provate a vedere come vi sentite, nel frattempo, per distrarvi e passare il tempo, guardatevi qualche foto di tante zone della Sicilia, della Sardegna, del centro Italia.
Anche se il nostro Paese è il più forte consumatore di acqua minerale sembra difficile poterla usare per irrigare i campi e, se, mentre aspettate di riaprire i rubinetti, avete voglia di leggervi qualche dato che, fino ad ora vi è inspiegabilmente sfuggito (inspiegabilmente è ironico visto i tanti interessi che ci sono dietro l’acqua e gli acquedotti) potrete scoprire che quasi il 45% dell’acqua delle reti di distribuzione va dispersa, perduta per sempre, basta riguardare quanto risulta nel 2021.
Regioni ricche d’acqua ma senza acqua, case e imprese agricole completamente all’asciutto e intanto anche le aree dove si sono verificate le recenti tragiche alluvioni soffrono di siccità perché alluvioni e siccità si inseguono ed alternano nel ciclo idrogeologico.
Se gli acquedotti perdono acqua non stanno certo meglio dighe e bacini di stoccaggio, sporchi di troppi sedimenti, obsoleti, mai finiti di realizzare, o mai collaudati, mentre dei dissalatori si parla solo e solo si parla.
Senza acqua non c’è agricoltura, non c’è industria, non c’è turismo, non c’è vita ma dietro i consorzi delle acque e dei canali, dietro la gestione delle risorse idriche, dietro la manutenzione, non fatta, dei fiumi, dietro troppe attività, collocate in aree pericolose per la falda, vi sono interessi che, ad oggi, hanno scalzato via i diritti dei cittadini.