Europa

  • Manifesto per l’Europa

    Mentre aumenta la bagarre nelle e tra le forze politiche per individuare i candidati regionali ed ancora non sono definite le liste per le europee, dove si voterà con la preferenza e cioè con un sistema che rispetta il diritto del cittadino elettore di scegliere chi vuole lo rappresenti al Parlamento europeo, cerchiamo insieme di fissare alcuni punti.

    La prossima legislatura vedrà le istituzioni europee, Parlamento, Commissione e Consiglio, affrontare aspetti determinanti per il futuro dell’Unione e perciò di noi tutti.

    Bisognerà decidere come garantire all’Unione la Pace e la sicurezza attraverso un esercito comune ed una diplomazia veramente autorevole, in grado di interventi tempestivi ed idonei alle necessità in un mondo nel quale la velocità e la gravità degli avvenimenti non consente più tentennamenti.

    L’Unione politica, della quale si parla da molti anni, non può essere ulteriormente rimandata, i passi avanti ed i risultati ottenuti con la moneta unica sono ormai acquisiti e non sufficienti neppure per l’Unione economica, è perciò urgente che si dia seguito a quanto già i padri fondatori auspicavano.

    L’Europa con l’Unione politica potrà finalmente evitare di occuparsi di problemi minori, dei quali si faranno carico i singoli Stati, e potrà indirizzare la sua attività ai grandi temi che minano l’esistenza dell’Unione ed il futuro dei popoli.

    L’intelligenza artificiale,

    l’uso scorretto della Rete,

    la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata,

    lo strapotere, non solo economico ma anche culturale e politico, di alcune gigantesche multinazionali,

    la scorrettezza  del mercato, anche dentro il WTO, con merci illegali o contraffatte che minano la sicurezza del consumatore e la produzione europea,

    la banca dati per le scoperte scientifiche inerenti la salute,

    la politica energetica che ci affranchi dai ricatti, ci porti ad uno sviluppo delle fonti rinnovabili, senza velleitarismi e nuovi pesanti aggravi per la vita dei singoli, con incentivi per la produzione europea mentre oggi dipendiamo da altri Stati come la Cina,

    il piano di sviluppo dei rapporti tra noi ed i Paesi del continente africano rivedendo l’intera politica di cooperazione là dove non ha portato risultati o addirittura procurato nuovi gravi problemi consentendo la neocolonizzazione da parte cinese e russa,

    la ricostruzione dell’Ucraina devastata dalla guerra di Putin e dei rapporti di reciproco proficuo partenariato con i  paesi extra UE,

    la carta, almeno europea, dei doveri, i doveri delle istituzioni e dei cittadini, una carta che completi la carta dei diritti e sottolinei il nostro impegno a difendere questi diritti in ogni parte del mondo,

    la tutela dei minori e delle loro famiglie, mentre ad oggi vi sono Paesi europei che, come nel caso dello Jugendamt, decidono il futuro dei minori solo in base al loro ordinamento ed interesse  nazionale,

    la lotta alla violenza sulle donne, alla pedopornografia, al traffico di esseri umani, attuando contestualmente politiche per il raggiungimento del rispetto reciproco e per realizzare un accoglienza mirata e corretta,

    la difesa dell’ecosistema, e perciò della flora e della fauna selvatica, come degli animali da compagnia e da allevamento, l’ecosistema vive quando le varie specie vivono, in caso contrario se nuove ferite saranno inferte, se nuove specie scompariranno, la nostra stessa esistenza sarà sempre più messa a rischio,

    l’armonizzazione effettiva dei sistemi doganali con regole e tempi certi per evitare storture, rallentamenti o eccessive accelerazioni, oggi non si hanno sufficienti garanzie, alcuni Stati sono agevolati rispetto ad altri,

    la revisione del sistema fiscale che oggi crea vere e proprie conflittualità ed una scorretta concorrenza anche nel mercato del lavoro.

    Ovviamente vi sono molti altri aspetti che nei prossimi anni le tre istituzioni europee devono trovare il coraggio di affrontare, non si può infatti immaginare che un’Europa con 27 Stati membri, e che potrebbe ben presto allargarsi o, meglio ancora unificare a sé altri paesi che legittimamente chiedono l’ingresso, possa continuare a decidere, su temi di grave portata, all’unanimità. Mantenere questo sistema significherebbe condannare l’Unione all’immobilismo dando così il via alla sua fine.

    Pensare ad una Europa concentrica e cioè con alcuni Stati che si trovino d’accordo, prima degli altri, per realizzare le importanti riforme della politica e della difesa non è un’eresia ma diventa una necessità se ancora una volta vi saranno paesi miopi di fronte alle urgenze ed ai problemi di questo secolo pervaso da guerre, prevaricazioni, disprezzo delle leggi internazionali ed ingiustizie, umane ed economiche.

    Di fronte a dittature di fatto, alla rinascita di razzismi ed antisemitismo, ad una escalation anche della violenza nella società l’Europa o è un’Unione politica o non è più neppure più un’area commerciale.

  • DiscoverEU: la Commissione offre 35 500 biglietti ferroviari gratuiti ai giovani

    A partire da quest’estate, migliaia di giovani torneranno a viaggiare gratuitamente in treno per l’Europa grazie al programma DiscoverEU. La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare candidature, che si chiuderà martedì 30 aprile alle ore 12:00.

    Sono disponibili in totale 35 500 pass. Per candidarsi, i giovani nati tra il 1º luglio 2005 e il 30 giugno 2006 devono rispondere a un quiz di sei domande sul Portale europeo per i giovani. La Commissione classificherà i candidati sulla base delle loro risposte e offrirà biglietti ferroviari in base alla graduatoria, entro i limiti dei biglietti disponibili. I candidati selezionati riceveranno un biglietto gratuito per viaggiare in treno in Europa tra il 1º luglio 2024 e il 30 settembre 2025 per un periodo massimo di 30 giorni.

    La Commissione ha varato DiscoverEU nel giugno 2018 e l’ha successivamente integrato nel programma Erasmus+ 2021-2027. Dal 2018 sono stati distribuiti 284 000 pass. L’esperienza DiscoverEU ha permesso ai giovani di comprendere meglio le altre culture e la storia europea e di migliorare le loro competenze linguistiche.

  • Dichiarazione della Presidente von der Leyen sull’attacco dell’Iran contro Israele

    Ieri l’Iran ha lanciato un massiccio attacco contro Israele, utilizzando droni e missili. Un simile attacco diretto dell’Iran contro Israele è senza precedenti.

    Oggi noi, leader del G7, abbiamo condannato quest’attacco con la massima fermezza. Esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno al popolo israeliano e ribadiamo il nostro risoluto impegno per la sua sicurezza.

    Le azioni dell’Iran rischiano di provocare un’escalation incontrollabile nella regione, che deve essere evitata.

    Continueremo a lavorare per stabilizzare la situazione.

    Chiediamo all’Iran e ai suoi alleati di cessare completamente gli attacchi. Tutte le parti devono esercitare la massima moderazione.

    Abbiamo anche discusso della necessità di porre fine quanto prima alla crisi a Gaza. Ciò implica un immediato cessate il fuoco e l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas, oltre alla fornitura di maggiore assistenza umanitaria ai palestinesi in difficoltà.

    Valuteremo ulteriori sanzioni contro l’Iran in stretta collaborazione con i nostri partner, soprattutto in relazione ai programmi su droni e missili.

    Grazie.

  • Al via il progetto europeo per la conservazione equilibrata ed a lungo termine dei lupi

    È finalmente uscito sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Economia che dispone il cofinanziamento nazionale per la realizzazione degli interventi che riguardano il progetto ‘Life Wild Wolf’, il progetto europeo che ha per scopo la conservazione equilibrata ed a lungo termine dei lupi.

    La collaborazione vede impegnati 18 partner in otto Paesi, in Italia il fondo sarà gestito dai carabinieri del CUFA, i carabinieri del Comando unità forestali, che effettuerà i controlli sulle erogazioni e verificherà che i finanziamenti comunitari e nazionali siano utilizzati entro le scadenze previste ed ottemperando alle norme.

    Il progetto ‘Life Wild Wolf’ parte dal primo gennaio 2023 e prosegue fino al 31 agosto 2027, l’accordo è stato preso tra la Commissione europea e l’Istituto di ecologia applicata per studiare ed identificare le occasioni di interazione tra i lupi e gli abitanti delle comunità urbane e periurbane.

    In ogni Paese aderente al progetto si raccoglieranno i dati che riguardano i lupi confidenti, i lupi cioè che non hanno paura dell’essere umano e si avvicinano maggiormente alle abitazioni. Ovviamente andrà anche controllato che si tratti di lupi e non di ibridi.

    In ogni Stato, inoltre, sarà sviluppato un protocollo di intervento tempestivo nell’eventualità di casi più problematici.

    Un altro obiettivo dell’intesa è quello di identificare gli elementi che portano alla interazione lupo- cane sia per evitare attacchi dei lupi ai cani che occasioni di ibridazione.

    Il progetto riveste una particolare importanza visto che i lupi, specie protetta, sono un anello fondamentale nella tutela e conservazione dell’ecosistema e tutte le proposte, che arrivano da alcuni gruppi ben identificati per i loro personali interessi, volte alla eliminazione di questo animale sociale sono un attacco proprio alla natura e perciò alla vita del pianeta.

  • Luci e ombre della Ue: lectio dell’on. Muscardini agli scolari all’Istituto europeo di Firenze

    In concomitanza con l’insediamento della professoressa Patrizia Nanz alla guida dell’Istituto universitario europeo di Firenze, l’onorevole Cristiana Muscardini è stata chiamata a un incontro con i cittadini europei in fieri, nell’ambito delle visite da parte di scolaresche che l’Istituto stesso organizza periodicamente per favorire la conoscenza delle istituzioni dell’Unione e sviluppare una coscienza europea.  Quest’anno è toccato alla classe  3 BAT (Accoglienza Turistica) dell’Istituto alberghiero di Firenze Saffi.

    La varietà di origini nazionali degli studenti è stata la chiave attraverso la quale instaurare un primo semplice parallelismo: la costruzione europea realizza un’empatia tra popoli diversi tanto quanto l’istruzione la realizza tra ragazzi e ragazze provenienti da diversi Paesi.

    L’Unione europea, non ha celato l’onorevole Muscardini, ha ancora molti passi da compiere, in termini di unione politica e difesa europea comune e il suo non è stato un percorso sempre lineare e ottimale. Prova ne è, ha ricordato l’onorevole sulla scorta delle sue esperienze in 25 anni al Parlamento europeo, lo scarso ascolto prestato dalle istituzioni europee al generale afghano Massoud durante i suoi incontri con quelle stesse istituzioni prima di essere ucciso alla vigilia dell’11 settembre 2001, la dimenticanza in cui è stato lasciato cadere la figura di un uomo che era la prova provata che la ‘guerra santa’ non è l’unica via che si possa e debba seguire nei rapporti tra Islam e Occidente.

    Ma prima la necessità di affrontare la pandemia Covid, poi quella di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico in seguito all’invasione russa dell’Ucraina hanno portato l’Unione a compiere passi avanti verso una sua più compiuta articolazione e funzionalità.

    Restano questioni aperte, come quelle di una compiuta integrazione doganale che uniformi tempi e procedure da Genova ad Anversa, garantendo corretta concorrenza tra i porti mediterranei e quelli nord-europei. Resta da capire che la preservazione del suolo per fini agricoli è una questione anche strategica, laddove i propositi bellicosi manifestati da Paesi extra europei rendono più difficile esternalizzare e creare catene di valore lunghe. Ma la politica serve proprio a questo, ha lasciato intendere l’on. Muscardini, ricordando che alle elezioni del 9 giugno per il Parlamento europeo, diversamente da quanto accade attualmente per le elezioni nazionali italiano, ciascun elettore può esprimere il voto di preferenza e scegliere quindi non solo il partito ma anche il candidato da cui vuole essere rappresentato, con possibilità di valutare persone e programmi e senza obbligo di comprare a scatola chiusa per così dire.

  • La Commissione apre la strada all’integrazione sicura degli “aerotaxi” e di altri usi innovativi dei droni

    La Commissione ha adottato una serie di misure per affrontare le sfide riguardanti la sicurezza dei nuovi concetti e servizi emergenti nell’ambito della mobilità aerea e garantire che le loro operazioni siano sicure quanto quelle degli aeromobili con equipaggio.

    Il pacchetto riguarda due settori emergenti nel settore degli aeromobili: aeromobili con equipaggio a decollo e atterraggio verticale (spesso denominati VTOL con equipaggio o aerotaxi pilotati, cioè piccoli aeromobili commerciali che effettuano voli brevi su richiesta) e operazioni a rischio più elevato con droni senza equipaggio (la cosiddetta “categoria specifica”).

    L’obiettivo è unificare e razionalizzare il panorama normativo in tutti gli Stati membri, migliorando la sorveglianza e le norme di sicurezza operativa.

    Per esempio, le misure introdurranno nuovi obblighi e procedure di certificazione dell’aeronavigabilità a livello dell’UE per gli aeromobili a decollo e atterraggio verticale con e senza equipaggio, riguardanti sia l’integrità fisica sia i rischi per la sicurezza digitale che potrebbero incidere sulla sicurezza del loro funzionamento.

    Le misure riguarderanno anche i requisiti per la licenza di pilota di aerotaxi, le norme sull’integrazione nello spazio aereo (definizione delle traiettorie di volo, regole di decollo e atterraggio ecc.), oltre a norme specifiche che consentono a tali aeromobili di effettuare servizi medici di emergenza e operazioni di soccorso.

  • Anche l’Armenia bussa all’Occidente e alla Ue

    Unione europea e Stati Uniti sono pronte a dare sostegno all’Armenia, al fine di garantire al Paese del Caucaso “un futuro democratico e prospero” e una prospettiva di stabilità alla regione nel suo insieme. Questo il messaggio trasmesso dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal segretario di Stato Usa Antony Blinken, che il 5 aprile a Bruxelles hanno incontrato il premier armeno Nikol Pashinyan. Von der Leyen ha annunciato un piano di crescita e resilienza per l’Armenia del valore di 270 milioni di euro, “mantenendo una promessa fatta lo scorso ottobre”. L’Ue intende offrire “una visione per il futuro del nostro partenariato”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, specificando che i 270 milioni di euro saranno stanziati in sovvenzioni nei prossimi quattro anni. “Investiremo per rendere l’economia e la società armene più solide e resistenti agli shock. Sosterremo le vostre imprese, i vostri talenti, in particolare le piccole e medie imprese, per aiutarle a crescere, innovare e accedere a nuovi mercati. E investiremo in progetti infrastrutturali chiave. Per esempio, nel cavo elettrico del Mar Nero, una via di trasmissione ricca di opportunità, che può portare in Europa energia pulita e rinnovabile”, ha spiegato von der Leyen. La presidente della Commissione Ue ha citato poi gli investimenti nella produzione di energia rinnovabile in Armenia e in migliori interconnessioni con la Georgia e le nuove misure “per la sicurezza aerea e nucleare e per la diversificazione del commercio”.

    Per il segretario di Stato Blinken, l’Armenia deve prendere “il suo posto come nazione forte e indipendente, in pace con i suoi vicini e collegata nel mondo”. “Gli Stati Uniti e l’Unione europea vogliono essere partner in questo sforzo e credo che la giornata di oggi ne sia la prova”, ha aggiunto. In particolare, gli Usa “stanno investendo in iniziative allineate con le riforme economiche e di governance del primo ministro e siamo impegnati ad aumentare ulteriormente il nostro sostegno alla tenuta democratica ed economica dell’Armenia, con investimenti nella sicurezza alimentare, nelle infrastrutture digitali, nella diversificazione dell’energia, nella diversificazione dei partner commerciali e in altre priorità stabilite dal primo ministro”, ha proseguito Blinken.

    Il capo della diplomazia Usa ha garantito anche il continuo sostegno ai circa 100mila armeni sfollati dal Nagorno-Karabakh. “Questo è fondamentale per la stabilità e la prosperità a lungo termine dell’Armenia, nonché per la sicurezza regionale. Stiamo sostenendo gli sforzi per integrare le persone nell’economia e nella società, compreso l’accesso agli alloggi, ai posti di lavoro e all’istruzione”, ha assicurato. “Per l’Armenia, l’integrazione regionale è una chiave per la sicurezza e la prosperità. Per questo sosteniamo le idee che sono al centro della sua proposta di crocevia della pace”, ha detto ancora Blinken, rivolgendosi a Pashinyan. “Vediamo un Caucaso meridionale più integrato, con nuove vie di trasporto, cooperazione energetica, telecomunicazioni. Ciò promuoverà economie diversificate, opportunità più ampie e sosterrà gli sforzi di pace e riconciliazione. C’è un futuro potente con una regione sempre più integrata, che porterà benefici ai cittadini di tutti i Paesi collegati, e gli Stati Uniti e l’Unione europea vogliono aiutarvi a costruirla”, ha concluso.

    Da parte sua Pashinyan ha rivendicato i progressi significativi per garantire la democrazia nel Paese. L’Armenia “ribadisce il suo impegno a portare avanti le riforme della giustizia e del settore pubblico per costruire un Paese più forte, sicuro e avanzato”, ha detto il primo ministro. “Sulla base della nostra fruttuosa cooperazione politica, è giunto il momento di incentivare la nostra collaborazione economica, promuovere gli scambi commerciali e cercare di espandere il nostro partenariato in materia di mobilità. Siamo determinati a migliorare la competitività del settore privato armeno per espanderci in nuovi mercati. Inoltre, siamo pronti a migliorare il nostro mercato per renderlo più attraente per le aziende europee e statunitensi”, ha aggiunto Pashinyan.

    Washington e Bruxelles intendono dunque offrire alle autorità armene una prospettiva nuova rispetto a quella che finora ha perseguito il governo di Erevan, tradizionalmente legato alla Russia e al mondo ex-sovietico. L’Armenia è del resto uno Stato membro dell’Unione economica eurasiatica (Uee) e dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto). Proprio il funzionamento di questa alleanza militare è stato di recente criticato dal governo di Pashinyan, a seguito della guerra contro l’Azerbaigian del 2020 e poi gli scontri tra Baku e la repubblica separatista del Nagorno-Karabakh. In questa prospettiva va ricordato come i rapporti tra Erevan e Mosca si siano notevolmente deteriorati negli ultimi anni, in particolare per il mancato aiuto della Russia nei confronti dell’Armenia nel contesto delle operazioni militari avviate dall’Azerbaigian. Unione europea e Stati Uniti vorrebbero dunque inserirsi in questa dinamica e “strappare” Erevan all’influenza russa, pur nella consapevolezza del difficile contesto regionale. I progetti economici e infrastrutturali menzionati oggi da von der Leyen e Blinken potrebbero servire a questo scopo, offrendo anche all’esecutivo di Pashinyan una possibile alternativa per lo sviluppo nazionale.

  • La Commissione apre il programma di formazione sulla politica di coesione per studenti di giornalismo e giovani giornalisti

    La Commissione ha aperto il periodo di candidatura per l’8a edizione di Youth4Regions, il programma che offre a studenti di giornalismo e giovani giornalisti una settimana a Bruxelles, nell’ottobre 2024, durante la quale i candidati selezionati seguiranno corsi di formazione, lavoreranno fianco a fianco con giornalisti esperti e visiteranno le istituzioni dell’UE e le organizzazioni operanti nel settore dei media.

    Le candidature, riguardanti tre categorie (generale, fotogiornalismo e video giornalismo), possono provenire dagli Stati membri dell’UE, dai paesi vicini e dai paesi in via di adesione.

    I vincitori parteciperanno inoltre al concorso per il prestigioso premio Megalizzi-Niedzielski, dedicato al riconoscimento dell’eccellenza del lavoro svolto da giovani giornalisti, che verrà assegnato il 9 ottobre 2024.

    Youth4Regions è l’iniziativa faro della Commissione volta a promuovere la crescita degli studenti di giornalismo e dei giovani giornalisti, offrendo loro un’esposizione diretta all’UE. Dal suo avvio nel 2017, il programma è stato completato da più di 210 persone provenienti da tutta Europa, che hanno potuto così accedere a esperienze e conoscenze preziose.

    Il modulo di candidatura e le condizioni di partecipazione sono disponibili nella pagina web del programma. Il periodo per la presentazione delle candidature termina l’8 luglio 2024. La Commissione sosterrà tutti i costi del programma per i partecipanti.

  • Caso Salis: dati a confronto

    Per ogni cittadino italiano è doveroso portare rispetto al Capo dello Stato poiché rappresenta l’Italia e tutti gli italiani. Inoltre, la sua funzione non è solo al di sopra delle parti ma anche degli altri poteri istituzionali: il legislativo (può sciogliere le Camere e non controfirmare le leggi), l’esecutivo (è lui a nominare i ministri) e il giudiziario (è Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura). Naturalmente tale rispetto è giustamente dovuto anche all’attuale Presidente, l’On. Sergio Mattarella che, prima di diventare Deputato, ministro e Presidente della Repubblica, fu perfino docente di diritto presso l’Università di Palermo.

    È proprio per queste sue indiscutibili competenze ed esperienze che stupisce quanto, a detta del sig. Salis, gli abbia espresso nella telefonata in risposta alla lettera di quest’ultimo e cioè una particolare solidarietà per il caso di sua figlia che sembrerebbe essersi recata in Ungheria con l’innocente scopo di picchiare dei locali manifestanti. La cosa più strana è che il nostro Presidente avrebbe pure affermato che la differenza tra il nostro sistema giudiziario e quello ungherese stia nel fatto che il nostro si ispira a “valori europei” mentre quello magiaro non si sa. Purtroppo, credo che il nostro rispettato Capo dello Stato sia stato vittima di alcune spiacevoli dimenticanze che, proprio in quanto Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, avrebbe dovuto ricordare.

    Vediamo di ricordarglielo noi.

    -L’Italia, così come l’Ungheria, ha aderito alla Convenzione di Roma del 1950 che impone la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali verso tutti. Tuttavia, tra il 1959 e il 2021 il nostro Paese è stato condannato ben 2466 volte per aver violato i principi di quella Convenzione ponendosi, tra i firmatari, al terzo posto dopo Turchia e Russia. L’Ungheria ha subito 614 condanne*.

    -Per nove volte l’Italia è stata condannata per torture. L’Ungheria mai.

    -Come tutti gli italiani sanno, la nostra magistratura non brilla per velocità e la Corte di Strasburgo l’ha condannata per questa ragione ben 1203 volte. L’Ungheria ha subito la stessa sorte 344 volte.

    -A proposito di “giusto processo”, noi abbiamo subito 297 condanne per non averlo rispettato. L’Ungheria ha subito “solo” 33 condanne.

    -Da noi più di un detenuto su tre è imprigionato per oltre sei mesi in attesa di giudizio.

    – Gli italiani attualmente detenuti in Stati esteri sono circa 2600 e molti di loro stanno al di fuori dell’Unione Europea. In Ungheria ce ne sono 32 di cui 12 in attesa di giudizio come la signorina Salis accusata di terrorismo. Anche i parenti di costoro scriveranno al Presidente e riceveranno la sua telefonata di risposta?

    -Dal 1991 al 2022 sono stati appurati da noi circa 30.000 casi di errori giudiziari e sembrerebbe che, in media, ogni anno si scopre che almeno 961 cittadini sono incarcerati e poi giudicati innocenti.

    -È meglio non fare paragoni tra le nostre carceri e quelle ungheresi poiché quasi la metà delle nostre non dispone di acqua calda per le docce e i suicidi tra i detenuti nel 2022 sono stati 85. Non risulta che sia lo stesso in Ungheria.

    -Si accusava il Paese magiaro di non rispettare l’indipendenza della magistratura ma il Presidente avrebbe annunciato di chiedere al nostro Governo che si interessi presso il Governo di Budapest affinché intervenga nel processo a favore della nostra connazionale? Pretendiamo una magistratura indipendente e poi vogliamo un’interferenza del loro esecutivo?

    Ho dovuto citare tutti questi dati anche perché sappiamo che il nostro amato Presidente è dichiaratamente un cristiano osservante e quindi conscio del detto evangelico che invita a non guardare la pagliuzza negli occhi altrui se i nostri bulbi ospitano addirittura una trave.

    *Tutte le cifre citate sono contenute in una lettera aperta che Augusto Sinagra ha inviato al Presidente basandosi su una accurata ricerca effettuata dal generale Raimondo Caria.

  • Dichiarazione della Commissaria Kyriakides in occasione della Giornata mondiale della salute

    In vista della Giornata mondiale della salute del 7 aprile, Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “Il tema della Giornata mondiale della salute 2024, “La mia salute, il mio diritto”, sottolinea il fatto che l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità è un diritto fondamentale. Si tratta del principio fondamentale che ha plasmato la solida Unione europea della salute che abbiamo costruito a partire dal 2020. (…) La nostra risposta alla pandemia ha evidenziato il potere della solidarietà e della cooperazione, nonché l’importanza di ottenere risultati uguali per tutti i cittadini. La strategia dell’UE sui vaccini – una sfida senza precedenti – ha fornito a tutti i cittadini dell’UE l’accesso a vaccini sicuri ed efficaci contemporaneamente e alle stesse condizioni. (…)

    La nostra Unione della salute rafforza i nostri sistemi sanitari, mettendo al loro centro i pazienti. La nostra proposta di una storica riforma della legislazione farmaceutica dell’UE garantirà un rapido accesso a medicinali a prezzi accessibili per tutti i cittadini, sostenendo allo stesso tempo la crescita dell’industria farmaceutica. Lo spazio europeo dei dati sanitari consentirà ai cittadini, ai ricercatori e ai responsabili politici di sfruttare appieno il potenziale dei dati sanitari digitali a vantaggio dei pazienti. Il piano europeo di lotta contro il cancro è uno dei modelli d’azione oncologici più ambiziosi e globali al mondo, sostenuto da 4 miliardi di € di finanziamenti dell’UE. Ad appena quattro anni dal suo lancio, sta già facendo la differenza per milioni di pazienti oncologici, famiglie e prestatori di assistenza. Il nostro approccio globale alla salute mentale ha posto la salute mentale e fisica su un piano di parità e ci sta aiutando a porre fine alla stigmatizzazione di tutti i cittadini che si trovano ad affrontare problemi di salute mentale. (…)

    In occasione della Giornata mondiale della salute celebriamo questi progressi e risultati e continuiamo su questa strada nei prossimi anni, a vantaggio di tutti e ovunque”.

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