Attualità

Considerazioni di inizio anno

L’avvicinarsi della campagna elettorale scatena le promesse più improbabili, ma il problema non è tanto l’impraticabilità, una volta eventualmente al governo, delle promesse effettuate, bensì la ragione per la quale in Italia abbiamo un sistema di informazione al limite delle fake news, che raccoglie con titoli cubitali le promesse elettorali, presentandole come se fossero realizzabili. Sappiamo purtroppo che la maggior parte dei lettori legge i titoli e i sottotitoli più che gli articoli e che pertanto ciò che resta impresso è il titolo ad effetto e non il contenuto. Purtroppo tanto la maggior parte dei politici ritiene di poter turlupinare gli elettori con promesse ad effetto e slogan, tanto sono ugualmente colpevoli coloro che si spacciano per informatori e sono in realtà disinformatori. Torniamo a un vecchio problema: visto che esiste una deontologia per i professionisti (medici, avvocati e architetti, ecc), almeno nella maggior parte dei casi, quale è la deontologia che dovrebbe regolare la vita politica e l’attività informativa dei nostri mass-media?

L’Italia mi risulta essere l’unico Paese europeo con una norma che obbliga a pagare il famoso sacchetto biodegradabile per portarsi a casa la frutta piuttosto che le medicine. Dopo le lamentele e le giuste proteste di tanti, il ministero della Salute ha precisato che «si possono portare dall’esterno dei sacchetti purché siano nuovi e non riutilizzati». In verità, nei negozi chiedono: ‘Lo mette nella borsa o vuole il sacchetto (ovviamente a pagamento)?’. E altrettanto ovviamente la nostra borsa non è nuova ed è riutilizzabile! Così come riutilizzabili sono i sacchetti che da molti anni si vendono nei supermercati per portare spese pesanti e che tutti infatti riutilizziamo più volte. Dobbiamo aspettarci una nuova circolare ministeriale o una nuova legge che vieta l’utilizzo di questi sacchetti e delle nostre borse personali?
Sempre per quel che riguarda i sacchetti, qualche autorevole rappresentante politico o di associazione ha dichiarato che i sacchetti dei supermercati già li pagavamo e che oggi si è raggiunta una maggiore trasparenza perché il prezzo appare nello scontrino. Se fosse così dovremmo vedere anche una, seppur lieve, diminuzione del costo di quello che compriamo dato che prima il costo del sacchetto era inglobato nel prezzo delle merci stesse mentre ora ne è scorporato (per i dettagli, rinviamo all’articolo pubblicato dal Corriere della Sera a pagina 19 venerdì 5 gennaio).
In sintesi: vorremmo non essere presi in giro.
Nei giorni scorsi, ha avuto una certa attenzione sui quotidiani la notizia che Marina Ripa di Meana ha scelto di affrontare gli ultimi momenti della sua malattia terminale utilizzando la sedazione profonda prevista dalla legge italiana. Quanti cittadini italiani conoscono effettivamente la possibilità di utilizzare la sedazione profonda per accompagnare le ultime ore di vita senza inutili sofferenze? Se già esiste una legge in questo senso, per quale motivo abbiamo perso mesi, per non dire anni, a discutere sull’eutanasia e via discorrendo?

Tenuto conto che, ad avviso dei più, l’eutanasia è improponibile, non solo per un concetto etico-religioso, ma perché rischia di diventare lo strumento che, per interessi e motivi diversi, lo Stato, le strutture sanitarie o addirittura persone vicine al malato terminale potrebbero sfruttare per eliminare un costo per la società o un peso per chi deve assisterlo o perfino per accelerare una successione ereditaria. La presenza di uno strumento come la sedazione profonda ci sembra venir incontro all’esigenza di evitare inutili sofferenze fisiche e psichiche, quali quelle che sicuramente prova chi è giunto al termine della propria esistenza, senza prestarsi nello stesso tempo a strumentalizzazioni che poco hanno a che fare con la pietas nei confronti del malato stesso.

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