Nuova occupazione, troppo entusiasmo
I nuovi dati resi noti e relativi alla disoccupazione del mese di novembre dimostrano un trend crescente di nuovi occupati. Non esiste giornale che non metta in evidenza il successo del Jobs Act e di conseguenza della politica governativa. Al di là del fatto che buona parte di questi contratti risultano a tempo determinato (oltre il 90%), di medio e basso livello e con retribuzione ad esso adeguata una riflessione viene spontanea.
Da gennaio 2018 scade infatti la decontribuzione per quanto riguarda i nuovi contratti di lavoro sostenuti attraverso la fiscalizazzione degli oneri contributivi del Jobs Act (e quindi a carico dell’intera collettività) ma non della FcA per esempio, che non partecipa alla creazione del patrimonio fiscale in quanto ha delocalizzato la propria sede fiscale a Londra. Le aspettative parlano di un rinnovo di questa decontribuzione per il governo a venire a sostegno dei contratti già in essere. Risulta interessante comunque il trend di crescita che presenta connotati simili a quello del primo anno della entrata in vigore della riforma (2015) in cui il Jobs Act manifestò la propria e massima potenzialità di decontribuzione. Un entusiasmo causato e ingannato da numeri legati molto semplicemente alla conversione di contratti in essere in nuovi contratti sfruttando la decontribuzione massima nel loro primo anno di entrata in vigore della riforma. In questo senso va ricordato infatti come durante il 2015, al netto delle riconversioni contrattuali, i nuovi posti di lavoro creati furono inferiori rispetto a quelli del 2014. Risulta quindi molto probabile che nei mesi di novembre ed ancor più di dicembre assisteremo ad un’esplosione di contratti in vista della fine della contribuzione relativamente ai nuovi contratti del 2018. Prima di esprimere giudizi di merito bisognerebbe attendere i dati definitivi. E’quindi abbastanza azzardato, se non privo di fondamento, associare questo aumento occupazionale ad una manifestazione di ipotetica ripresa economica e di stabilizzazione.