Dopo anni in cui sembrava in fase nettamente calante, il mercato immobiliare in Italia sembra attraversare un momento molto florido. A dirlo è un’indagine realizzata da Scenari Immobiliari e Casa.it, secondo cui nel 2017 nell’area lombarda si sono registrati oltre 33mila rogiti, cioè circa il 4,2 % in più rispetto al 2016 e se ne prevedono circa 35mila per il 2018. Si torna così ai volumi del 2007, anno di picco del mercato immobiliare quando i prezzi erano ai massimi. Il fatturato complessivo è in forte crescita: già nel 2015 e nel 2016 si è registrato un giro d’affari intorno agli 8,8 miliardi di euro e quest’anno è prevista un’impennata fino a 9,7 miliardi. Si arriverà a ben 12 miliardi di euro nel corso del 2018.
“Stiamo vivendo una fase molto positiva del mercato che potrebbe durare fino al 2020 — dice Mario Breglia, di Scenari Immobiliari — In Lombardia si concentra l’80% degli investimenti esteri in Italia e il 65 per cento di quelli domestici. Nell’intera regione sono in corso iniziative per circa 8,5 milioni di metri quadrati per un investimento di quasi 18 miliardi di euro”.
Sicuramente i mutui a tassi molto vantaggiosi, specialmente per le giovani coppie, hanno influito molto, consacrando così il ritorno al mattone. Anche qualora i prezzi delle case non si rivalutassero, un triplo locale acquistato oggi in una zona semicentrale a Milano o di Roma e rivenduto tra otto anni, al netto di oneri e spese consentirebbe di mettere da parte un “tesoretto” tra i 40 e gli 80 mila euro solo con gli affitti risparmiati, non confrontabile con nessun’altra forma di investimento a tassi e percorsi prevedibili.
Il 2018 si preannuncia quindi sotto il segno di un cauto ottimismo: “Il punto di svolta – spiegano i ricercatori di Nomisma, società di studi economici e osservatorio del mercato immobiliare – sembra avvicinarsi”. Si tratta, però, di una ripresa a due velocità: “Le previsioni degli operatori per i primi mesi del 2018 vedono il netto consolidarsi della ripresa nel settore abitativo con una buona dinamica delle compravendite e un aumento dei valori. Meno ottimista la visione del trend dei comparti non residenziali”.
La situazione però non appare uniforme. Ad esempio in Piemonte, Torino fa da locomotiva mentre si stima una possibile diminuzione dei prezzi nell’hinterland e negli altri capoluoghi di provincia. Gli scenari cambiano a seconda della provincia: ad Alessandria e Novara, nei primi sei mesi del 2017 l’aumento delle compravendite è a due cifre rispetto allo stesso periodo del 2016: oltre il 19% e oltre il 17%, mentre Asti ha un netto calo (-14,2%). Anche a Vercelli sono state registrate meno compravendite (-7,1%) mentre a Biella il segno è positivo (2,2%). Stabili Cuneo e Verbania.
Sul fronte dei prezzi di abitazioni nuove, a livello semestrale compaiono variazioni positive, ad eccezione del semicentro (- 0,8%) e dei minimi in periferia (-1,8%). Nel segmento della locazione comincia a consolidarsi la ripresa attraverso anche una progressiva risalita dei canoni (+0,3% in media).
Se la situazione residenziale è abbastanza florida, lo stesso non si può dire per quanto riguarda quella commerciale. Nel corso del 2017 il mercato dei capannoni destinati alle imprese non mostra segnali di miglioramento. Guardando ai valori si registrano ancora flessioni consistenti, sebbene meno intense di quelle rilevate a fine 2016. Antonio Mattio, presidente del Collegio dei Costruttori, mette in luce quella che dal suo punto di vista è la criticità del settore, cioè “il carico fiscale e gli altri oneri che penalizzano le nuove costruzioni”.
Le detrazioni fiscali hanno reso più conveniente la ristrutturazione degli alloggi piuttosto che la costruzione di nuovi. In questo modo c’è il rischio di penalizzare gli interventi di rigenerazione urbana di intere aree metropolitane, ecco perché potrebbe essere necessario ragionare a livello locale sulla possibilità di incentivare questi interventi a livello fiscale.