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L’Albania? Terra promessa per qualche centinaio di italiani

Secondo un rapporto pubblicato congiuntamente dal ministero degli Interni e dal ministero del Welfare albanese, nel 2016 i cittadini stranieri con permesso di soggiorno nel Paese schipetaro erano 8692, di cui 1694 italiani. Sempre secondo il rapporto, al 1° gennaio 2017 si contavano sul suolo albanese 12.519 cittadini stranieri, pari allo 0,4% della popolazione. Tra questi 1854 italiani, ovvero qualche centinaio in più dei detentori permesso di soggiorno  indicati nel 2014 da Erion Veliaj, al tempo ministro del Welfare, oggi sindaco di Tirana. Nel dettaglio nel 2017 in Albania risultava esservi 3954 turchi, 719 kosovari, 331 cinesi, 184 siriani. Secondo la nostra ambasciata, gli italiani che al 1° gennaio 2017 hanno dichiarato di risiedere in Albania sono 1385 e le imprese nostrane operanti in Albania sono più di 350: dal marchio Conad alla Scavolini, passando per banche come Intesa San Paolo e Veneto Banca. «Il regime fiscale è generalmente piuttosto favorevole, perché c’è una tassa per gli utili di impresa del 15%, quindi relativamente bassa», spiegano dall’ambasciata italiana a Tirana. «Recentemente, il governo albanese ha approvato delle agevolazioni per chi assume della manodopera e crea nuove attività». Molti italiani fanno i pendolari tra Italia e Albania nei giorni lavorativi (prezzi e tempi per fare avanti e indietro non sono molto diversi da quelli sulla rotta Roma-Milano). Chi lo fa, paragona il Paese delle Due Aquile all’Italia degli anni ’60 e fa presente che uno stipendio equivalente a 300 euro in quel Paese è più che dignitoso.

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La redazione

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