No al redditometro per gli animali da compagnia
Possedere un animale da compagnia non è un lusso, né può essere un indice di capacità contributiva. In base a questo principio l’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ) chiede al Vicepremier Luigi di Maio e al Ministro delle Finanze Giovanni Tria di togliere le spese per gli animali da compagnia, cavalli compresi, fra quelle che denotano ricchezza. L’articolo 10 del Decreto Dignità, infatti, ha congelato il redditometro, lo strumento con il quale il Fisco accerta la capacità contributiva dei cittadini e in vista dell’emanazione di un nuovo provvedimento l’associazione propone una revisione dato che già la Corte di Cassazione, con una sentenza del 23 luglio del 2015, aveva dato ragione al possessore di un cavalla d’affezione finita nel redditometro. In quell’occasione la Suprema Corte sentenziò che i cavalli detenuti non senza finalità lucrativa ma per affezione, compagnia e passeggiata non possono essere considerati un indice di capacità contributiva.