Agricoltura

  • Cento anni dell’azienda agricola Folli Vigo per rinnovare un impegno in agricoltura

    I 100 anni di storia dell’azienda agricola Folli e Vigo si intrecciano con quella dell’Italia, cento anni nei quali l’azienda non ha solamente sviluppato una importante attività agricola e imprenditoriale ma una coscienza ed un grande amore per la natura e per la nazione.

    La costante ricerca di prodotti di sempre maggiore qualità, nel rispetto della terra e dei consumatori, ha fatto sì che questa azienda, nei diversi periodi storici, abbia rappresentato, e rappresenti ancora, un modello.

    Nel lontano 1934, mentre le necessità dell’epoca portarono alla così detta battaglia del grano, Mario e Giuseppe Folli con il loro lavoro e la tenacia portarono il grano dell’azienda Folli a vincere il premio grandi aziende, indetto per la battaglia del grano.

    Oggi un’altra guerra del grano, per colpa di Putin, sta creando enormi problemi specie in quelle popolazioni più povere e prive, per i noti motivi, della possibilità di coltivare e di avere cereali sufficienti a sfamarsi.

    Nel 2019 i fratelli Vigo, eredi non solo dell’azienda e della tradizione famigliare, ma anche moderni interpreti della passione e della professionalità del nonno e dello zio, conquistarono il premio nazionale per l’innovazione in agricoltura, per avere innovato la coltivazione del mais attraverso il modello Combimais, meno acqua, meno sostanze chimiche per un mais di alta qualità nel rispetto del risparmio energetico.

    Il filo conduttore non si è mai spezzato, in Mario, Alberto ed ora Andrea, perché la terra non è soltanto strumento di lavoro e di guadagno ma è passione, speranza, visione del futuro.

    Mentre in troppe occasioni vediamo, purtroppo, aumentare il consumo del suolo, vediamo crollare case, ville, castelli, stalle che rappresentano il patrimonio architettonico di varie epoche, che hanno segnato le diverse peculiarità italiane, la famiglia Vigo ha continuato a credere nella terra e ha messo la tecnologia a difesa di un prodotto mai snaturato ma esaltato nella sua qualità.

    Oggi, mentre ancora la guerra di Putin affama intere aree del mondo e distrugge le fertili terre ucraine, con conseguenze che dureranno anni, dovremmo dall’Italia rivolgere all’Europa un appello concreto per realizzare più vaste produzioni agricole che ci mettano in condizioni di sopperire, il più possibile, alle nostre ed altrui necessità alimentari.

    Ci auguriamo che le aziende che hanno aiutato e supportato il progetto Combimais, raggiungendo così brillanti risultati, possano immaginare progetti mirati a quei paesi africani che, per la carenza di acqua, non riescono a coltivare la terra.

    Conosciamo tanti degli errori, spesso tragici, del passato ma ricordiamo un monito, che oggi è particolarmente attuale: i popoli che abbandonano la terra sono destinati alla decadenza, per vivere dobbiamo mangiare e mangiare prodotti di qualità, come sono in gran parte quelli italiani, come è il mais di questa azienda, dipendere dalle importazioni è pericoloso, basta ricordare quanto è avvenuto con la dipendenza dalla Russia per l’energia.

    Non dobbiamo abbandonare, trascurare la nostra terra sapendo che i popoli che hanno la terra e non riescono, non possono coltivarla per provvedere al proprio nutrimento sono popoli che emigrano ed emigreranno se non sapremo aiutarli non solo con la nostra tecnologia ma anche trasmettendo loro la passione, l’esempio che la famiglia Vigo continua a rappresentare.

    C’è chi abbandona la terra perché non la ama, non ne capisce il valore, c’è chi la ama ma è costretto ad abbandonarla, spetta a tutti noi rimediare agli errori di chi non ha capito che senza cibo e senza l’equilibrio dell’ecosistema non c’è futuro, per nessuno.

  • Combi Mais batte la siccità: resa di 17,6 tonnellate per ettaro

    Arrivata ai 100 anni di attività, per i quali ha ricevuto anche un riconoscimento dal sindaco di Mediglia,  Giovanni Carmine Fabiano, l’Azienda agricola Folli della Famiglia Vigo celebra quest’anno i 10 anni di operatività di Combi Mais, il progetto innovativo che utilizza l’agricoltura di precisione per ottimizzare l’impiego di risorse (a partire dall’acqua) per la coltivazione del mais.

    L’edizione 10.0 do Combi Mais ha conseguito una resa di 17,6 tonnellate di granella di mais a ettaro, con un raccolto di alta qualità e privo di micotossine. «Il mais è strategico perché con il mais alimentiamo zootecnia, esseri umani e biotecnologie – ha sottolineato Mario Vigo, titolare con il fratello Andrea dell’Azienda Agricola Folli e ideatore del progetto – Con il nostro protocollo – sostiene Vigo – promuoviamo un’agricoltura sostenibile, che utilizza le più moderne tecnologie per il risparmio idrico e con prodotti chimici “intelligenti”. Non a caso i nostri campi sono circondati dagli alveari con cui produciamo dell’ottimo miele». «Nel 2010 – ha detto ancora Vigo – in Italia avevamo 996mila ettari di mais che nel 2022 sono diventati 573mila, di cui 89mila nella pianura Padana. Nel 2010 la Lombardia aveva 330mila ettari di mais e nel 2022 ne abbiamo 180.015. Il calo è significativo e deve fare ragionare in termini di politiche di adottabilità, soprattutto da parte della Regione Lombardia».

    Sottolineando che «si tratta di un progetto che coniuga qualità produttiva superiore e una quantità di acqua inferiore a quella che richiede una coltura di mais. Un progetto innovativo che cerca di costruire un pezzo di storia e guardare al futuro», l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi per parte sua ha sottolineato che più della metà delle risorse regionali del Psr verranno destinate all’innovazione che è anche il motore trainante del progetto Combimais.

    «Non dobbiamo abbandonare, trascurare la nostra terra sapendo che i popoli che hanno la terra e non riescono, non possono coltivarla per provvedere al proprio nutrimento sono popoli che emigrano ed emigreranno se non sapremo aiutarli non solo con la nostra tecnologia ma anche trasmettendo loro la passione, l’esempio», ha chiosato Cristiana Muscardini, sottolineando il contributo che l’azienda Folli ha dato al progresso sia agricolo che socio-economico.

  • Combi Mais taglia il traguardo dei dieci anni di attività e fa il bis con il centenario dell’azienda agricola Folli

    Doppio anniversario nella storia di Combi Mais, l’innovativo protocollo per la coltivazione del mais messo a punto da Mario Vigo e il suo team che taglia il traguardo dei dieci anni e si conferma l’arma vincente in grado di superare le attuali complessità del settore agricolo, dovute principalmente al cambiamento climatico segnato da fenomeni atmosferici estremi.

    Il 2023 celebra anche il centenario dell’Azienda Agricola Folli della Famiglia Vigo, ora capitanata da Mario e dal figlio Andrea. Pionieri del settore, con la loro vision e lungimiranza hanno traghettato l’agricoltura verso il Pecision Farming, imponendosi come un punto di riferimento per l’intera filiera della coltivazione del mais nel nord Italia, in ogni annata agricola.

    Il protocollo è stato presentato mercoledì 27 settembre nella sede dell’Azienda a Robiano di Mediglia.

    Rinnovarsi è la chiave del successo di questo protocollo che da sempre mette in campo partner qualificati leader nel proprio settore, che continuano a migliorare in efficienza e qualità, con forniture di prodotti di ultima generazione.

    Il coordinamento agronomico è stato affidato al dott. Leonardo Bertolani; tutti gli step delle attività, alla regia del Dipartimento di Agronomia dell’Università di Torino, guidato dal Professor Amedeo Reyneri.

    Dieci anni di impegno, sforzo e passione, che per Combi Mais si traducono nei tre fondamentali capisaldi di produzione: quando le condizioni climatiche sono favorevoli Combi Mais eccelle in produzione e “contiene i danni” nei periodi più complicati per il settore, dovuti ai fenomeni atmosferici estremi; qualità: la totale assenza di micotossine del prodotto è una garanzia assoluta per il consumatore; sostenibilità: oltre al risparmio idrico in tutte le fasi della coltivazione Combi Mais si caratterizza per l’utilizzo di prodotti chimici “intelligenti” e di eccellenza, tipici di una agricoltura moderna e che guarda al futuro.

    Dieci anni di attività segnati anche da successi e importanti riconoscimenti, in un percorso che ha avuto la sua consacrazione a livello istituzionale nel 2019 con la vittoria del Premio Nazionale di CONFAGRICOLTURA per le imprese agricole innovative.

    Nonostante una stagione caratterizzata da fenomeni climatici estremi, il protocollo di produzione ha ottenuto un risultato da record, tra i migliori degli ultimi anni: sono state raggiunte le 17,6 tonnellate di granella di mais a ettaro, sano dal punto di vista delle micotossine e di ottima qualità.

    Combi MaiS, progetto multifunzionale, che tocca l’intera filiera del mais è un concreto esempio per l’agricoltura del domani, che unisce tecnica collaudata e precision farming all’elemento Sostenibilità, garantendo un prodotto sano e sempre in conformità con le linee guida della PAC (Politica Agricola Comune) legate al Green Deal con le Strategie Farm to Fork e Biodiversità.

    Combi Mais 10.0 conferma e traccia la rotta della coltivazione del mais. In un’agricoltura che cambia è in grado di dare una concreta speranza di produzione al mondo agricolo”, commenta Mario Vigo, presidente di Innovagri, ideatore di Combi Mais.

  • Coldiretti contesta pratiche sleali a Lactalis

    «Procederemo a denunciare il gruppo Lactalis per pratiche sleali all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare per la violazione del contratto sul prezzo del latte» – ha annunciato il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’Assemblea Nazionale della principale Organizzazione Agricola Europea.

    Il decreto legislativo in attuazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.

    Le pratiche sleali che Coldiretti contesta a Lactalis consistono nell’aver modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo tra l’altro un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani.

    La multinazionale Lactalis ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli e controlla circa un terzo del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario.

  • Dall’UE30 milioni di euro all’Italia per sostenere l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura

    La Commissione ha approvato misure di aiuto italiane per circa 30 milioni di € a sostegno di imprese attive nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato che la Commissione ha adottato il 9 marzo 2023 per sostenere misure in settori che sono fondamentali ai fini dell’accelerazione della transizione verde e la riduzione della dipendenza dai combustibili. Il nuovo quadro modifica e proroga in parte il quadro temporaneo di crisi adottato il 23 marzo 2022 per permettere agli Stati membri di sostenere l’economia sullo sfondo dell’attuale crisi geopolitica e già modificato il 20 luglio 2022 e il 28 ottobre 2022.

    In base al regime, gli aiuti saranno di importo limitato e avranno la forma di garanzie su prestiti, fino ad un massimo di 250 000 € per beneficiario. Scopo della misura è sostenere il fabbisogno di liquidità dei beneficiari ammissibili, colpiti dall’attuale crisi geopolitica.

    La Commissione ha constatato che il regime italiano rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione. In particolare, gli aiuti i) non supereranno il massimale di 250 000 € per beneficiari attivi nella produzione primaria nel settore dell’agricoltura, di 300 000 € per beneficiari attivi nei settori della pesca e dell’acquacoltura e di 2 milioni di € per beneficiari operanti in tutti gli altri settori; e ii) saranno concessi entro il 31 dicembre 2023. La Commissione ha concluso che il regime italiano è necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro

  • L’Italia apre all’agricoltura biotech

    L’Italia apre all’utilizzo del biotech in agricoltura, ovvero a tecniche di miglioramento genetico che permettono, ad esempio, di rendere frutta e ortaggi più resistenti alla siccità o ai parassiti. Ha avuto il via libera nelle commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente del Senato l’emendamento al Dl Siccità che rende possibile la sperimentazione in campo aperto delle Tecniche di evoluzione assistita in agricoltura (Tea). Ad annunciare l’approvazione è il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, primo firmatario dell’emendamento che parla di “una svolta epocale”. Il plauso arriva dal mondo agricolo, così come dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che sottolinea come il via libera, “grazie alla collaborazione di tutti i partiti, pone l’Italia all’avanguardia in Europa”.

    Con le Tea è possibile inattivare in modo preciso singoli geni. In questo modo, commenta Lollobrigida, “potremo ottenere piante più resistenti a eventi siccitosi e cambiamenti climatici, e con qualità migliorata”. Per questo, “è necessario investirci senza ideologie o pregiudizi, consapevoli che non stiamo parlando di Ogm”. In sostanza, la Tea, afferma il presidente della Copagri Tommaso Battista, “sono fondamentali per raggiungere la rivoluzione green” e “non vanno confuse con i vecchi Ogm transgenici, con i quali hanno ben poco a che vedere, in quanto non fanno altro che accelerare ciò che già avviene in natura, ovvero la selezione delle piante che meglio si adattano a determinati contesti”.

    L’autorizzazione all’unanimità, precisa De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura di palazzo Madama, “mi rende orgoglioso: è una svolta epocale, un obbiettivo condiviso da tutti e che ha abbattuto le ideologie per favorire il progresso e la ricerca”. Lo definisce “un momento decisivo” anche Carlo Gaudio, presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea), “perché le attività di ricerca già svolte nei laboratori dei nostri Centri hanno dimostrato risultati straordinari che ora possiamo mettere alla prova in campo. La ricerca è vitale in agricoltura mai come ora, in uno scenario di cambiamenti climatici, e l’innovazione genetica è indispensabile a garantire la sostenibilità delle produzioni”.

    Parla di “un grande passo avanti” che “mette fine a un lungo periodo di oscurantismo tecnologico”, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Le tecniche di evoluzione assistita, precisa, “permetteranno di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire cibo per una popolazione mondiale in crescita”. “L’emendamento deve spingere ad ottenere al più presto il via libera alla proposta di regolamento sulle tecniche genomiche a livello comunitario”, sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. Intanto, conclude il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, “auspichiamo tempi brevi per il percorso attuativo, così da poter mettere le Tea a servizio delle filiere agricole Made in Italy”. “La convergenza di tutti i gruppi parlamentari – per il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega) – fa ben sperare su una rapida approvazione e consegna al governo una maggiore responsabilità nel finanziare la sperimentazione».

  • Dall’UE un sostegno all’agricoltura da 330 milioni di euro

    La Commissione ha adottato il pacchetto di sostegno eccezionale da 330 milioni di € presentato il 23 giugno 2023. Beneficeranno di questa assistenza finanziaria supplementare gli agricoltori di Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia, Finlandia e Svezia. Gli agricoltori bulgari, ungheresi, polacchi, rumeni e slovacchi ricevono un sostegno separato di 100 milioni di euro per fronteggiare gli squilibri del mercato.

    Questo pacchetto di sostegno interviene in un momento in cui gli agricoltori continuano ad affrontare difficoltà, come indicato nella relazione pubblicata dalla Commissione europea sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’UE. Gli agricoltori dell’UE devono ancora far fronte a costi di produzione superiori alla media di lungo periodo, e alcuni prezzi delle materie prime agricole continuano a diminuire, a condizioni meteorologiche diverse e difficili in primavera, il che ha portato a proiezioni delle rese più basse e a una qualità inferiore di diversi prodotti agricoli di base. Allo stesso tempo, sono stati osservati primi segnali di miglioramento. Ad esempio, i fertilizzanti sono diventati più accessibili a causa del calo dei prezzi del gas naturale. Inoltre, sebbene ancora al di sopra del tasso di inflazione generale, l’inflazione alimentare nell’UE comincia a stabilizzarsi.

  • Miglior efficienza della rete idrica per una maggior varietà di frutta e verdura italiana

    Con la risoluzione 64/292 l’Onu ha affermato: «Il diritto all’acqua potabile e sicura e ai servizi igienico-sanitari quale diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani». L’Italia tuttavia ha un sistema di distribuzione che non agevola certo questo diritto, il 60% della rete ha oltre 30 anni, tanto che col Pnrr sono stati stanziati circa 4,3 miliardi per rimetterla in sesto.

    Intanto l’agricoltura soffre: l’anno scorso la produzione di grano duro nel Belpaese è arretrata del 7,4% rispetto al 2021 e quella di grano tenero del 9%, mentre per il pomodoro il calo è stato dell’11%. Al terzo posto dietro Grecia e Malta per produzioni agricole che necessitano di acqua, la filiera agricola italiana ha perso oltre 6 miliardi, l’anno scorso, per la diminuita produzione legata ai problemi di approvvigionamento idrico. Il Po, principale fonte idrica del Paese, è sempre più in sofferenza ed anche le opere rese possibili dagli stanziamenti del Pnrr stanno procedendo ad un ritmo che non è quello delle necessità dei produttori. La via dell’efficientamento è già stata intrapresa, come pure quella della selezione delle specie da coltivare in funzione della disponibilità di acqua che si ha, ma chiaramente non tutte le specie vegetali possono essere coltivate con bassi consumi idrici e la varietà dell’offerta di prodotti agricoli passa necessariamente per la disponibilità di acqua anche per le coltivazioni che comportano una più forte idratazione.

  • Presentazione del progetto COMBI MAIS 10.0.

    Si svolgerà martedì 4 aprile, alle ore 10,30, presso l’Associazione Granaria di Milano (Via Cesare Lombroso, 54), la conferenza stampa di presentazione del progetto COMBI MAIS 10.0. Organizzata da INNOVAGRI e Società Agricola FOLLI di Mario e Andrea VIGO, vedrà la presenza, in qualità di relatori, di Mario Vigo, A. Reyneri, L. Bertolani, E. Di Tullio.

  • Aperte le candidature per la seconda edizione dei premi dell’UE per la produzione biologica

    A seguito del successo della prima edizione dei premi dell’UE per la produzione biologica, a partire dal 27 marzo e fino al 14 maggio 2023 saranno aperte le candidature per la seconda edizione. I premi sono rivolti ai diversi attori della catena del valore dell’agricoltura biologica che abbiano sviluppato progetti innovativi, sostenibili e stimolanti che conferiscano un reale valore aggiunto alla produzione e al consumo di alimenti biologici. La cerimonia di premiazione si terrà il 25 settembre a Bruxelles.
    Saranno conferiti otto premi in sette categorie: Miglior agricoltore e migliore agricoltrice biologici, Migliore regione biologica, Migliore città biologica, Migliore biodistretto biologico, Migliore PMI di trasformazione alimentare biologica, Miglior dettagliante di alimenti biologici, Miglior ristorante/servizio di ristorazione biologico. I premi dell’UE per la produzione biologica sono organizzati congiuntamente dalla Commissione europea, dal Comitato economico e sociale europeo, dal Comitato europeo delle regioni, dal COPA-COGECA e da IFOAM Organics Europe, con la partecipazione del Parlamento europeo e del Consiglio alla giuria di premiazione.

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