animale

  • Brevemente, intensamente

    L’orso M90 è stato giustiziato dalle guardie forestali per ordine del Presidente della Provincia di Trento.

    Non sappiamo se M90 avrebbe potuto diventare pericoloso, di fatto non aveva mai minacciato nessuno nei suoi pochi anni di vita, era certamente un orso confidente, che cioè si fidava e che da cinque mesi aveva il radiocollare per poter essere sempre monitorato e dare così informazioni utili.

    Forse se fosse nato in Abruzzo avrebbe vissuto tranquillamente come Juan Carrrito, salvo poi magari morire travolto da una macchina, proprio come il povero Juan, in effetti anche M90 era stato vittima di un incidente ma era sopravvissuto per essere poi ucciso per ordine di chi ancora macina la frustrazione di non aver potuto uccidere anche gli altri orsi che in questi anni aveva più volte condannato a morte.

    Sappiamo invece per certo che la sua morte si ascrive alle decisioni di Fugatti, da tempo noto per il suo irrefrenabile desiderio di abbattere orsi, lupi e a quanto altro aspirino le assatanate carabine di coloro che nella caccia, a differenza di altri, hanno bisogno di sfogare i loro istinti violenti.

    Gli uomini non vanno d’accordo tra di loro, le violenze, di ogni genere, sono notizia di tutti i giorni, i social ci abituano ancor di più a queste manifestazioni e non ci si stupisce, più di tanto, di fronte ad una tredicenne violentata, ad un ragazzo sparato, ad un insegnate accoltellato, ad un femminicidio od alla solita denuncia di quartieri invivibili per la droga o di appalti truccati e strade e case lesionate grazie all’uso di materiale scadente.

    Perché allora dovremmo stupirci se un orso in più o in meno è stato ucciso?

    Infatti non ci stupiamo, dice un vecchio detto “ogni botte dà il vino che ha” e il vino di Fugatti e dei suoi amici è acido, molto acido.

    Comunque se oltre alla guerra tra umani vogliamo continuare la guerra contro la natura, senza cercare regole di convivenza che garantiscono la sopravvivenza del pianeta e cioè di tutti, le conseguenze saranno serie anche per i “buoni” che non reagiscono.

  • ‘Appennino Ecosistema’ chiede alle istituzioni dell’Aquila di procedere penalmente contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Appennino Ecosistema.

    Avezzano. Appennino Ecosistema ha appena inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Avezzano, al Comando Provinciale dei Carabinieri dell’Aquila ed al Gruppo Carabinieri Forestale dell’Aquila, chiedendo di procedere penalmente contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena, avvenuta il 31/08/2023 a San Benedetto dei Marsi, non semplicemente per il reato di uccisione di animali (art. 544-bis c.p., applicabile a chiunque uccida qualsiasi animale senza necessità o per crudeltà, con una pena irrisoria della reclusione da 4 mesi a 2 anni), ma anche per i ben più appropriati e gravi reati di uccisione di specie selvatiche animali protette (art. 727-bis c.p., che vieta l’uccisione di esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta, con la pena dell’arresto da 1 a 6 mesi o l’ammenda fino a € 4.000, senza necessità di dover dimostrare il dolo del reo) e soprattutto di inquinamento ambientale (art. 452-bis o almeno 452-quater, che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da € 10.000 a 100.000 “chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili di un ecosistema, della biodiversità, della flora o della fauna”), introdotti nel nostro codice penale solo nel 2011 (il primo) e nel 2015 (il secondo) in recepimento della Direttiva UE sulla tutela penale dell’ambiente (Dir. 2008/99/CE).
    Infatti, sostiene il Presidente di Appennino Ecosistema che ha firmato l’esposto (il giuri-ecologo Bruno Petriccione), “l’uccisione di una femmina di orso bruno marsicano, entità biologica gravemente minacciata di estinzione e per questo tutelata in modo prioritario a livello nazionale, europeo e mondiale, per di più se accompagnata da due cuccioli che sono quasi sicuramente spacciati in assenza della loro madre, costituisce certamente una gravissima minaccia ed un grave danno concreto alle possibilità di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano (decurtando la sua giù esigua popolazione del 5%) e quindi un grave danno al suo habitat, all’ecosistema del quale è parte fondamentale ed in generale alla biodiversità degli Appennini Centrali.

  • Pensiamo

    Il 26 agosto è stata la Giornata mondiale del cane.

    Pensiamo anche solo per un momento a tutti cani abbandonati nei rifugi e nei canili mentre noi, magari, stiamo comperando un collare firmato per il nostro amico peloso,

    Pensiamo ai cani torturati ed uccisi, a quelli usati dalle associazioni criminali per i combattimenti e a tutto il denaro sporco che certi delinquenti guadagnano facendo soffrire e morire tanti quattro zampe.

    Pensiamo ai cani abbandonati sulle strade perché dopo l’acquisto, o dopo averli presi in un canile, ci si accorge che hanno bisogno di un po’ di cure e di attenzioni e non c’è tempo né voglia.

    Pensiamo ai cani da caccia che sono scartati e lasciati soli perché non sufficientemente bravi.

    Pensiamo ai levrieri  spagnoli sfruttati nelle gare di velocità con collari elettrici e poi, quando non sono più in grado di correre, uccisi anche impiccandoli, o lasciati morire per strada.

    Pensiamo ai cani soppressi dallo stato in tanti paesi o al traffico illegale, che come sempre ingrassa i farabutti, dei cuccioli che troppi acquistano via internet da malfattori che di questo traffico hanno fatto un lucroso business.

    Pensiamo che un cane è un essere senziente, che prova dolore e gioia, sentimenti veri e complessi,  che non è un gioco o un diversivo, che la sua presenza aiuta tante persone anziani o disabili, che ha bisogno di un po’ di cure ma in cambio dà un immenso affetto, che è un compagno per la vita non un passatempo momentaneo.

    Pensiamo, qualche volta fermiamoci a pensare, ci farà molto bene in tutti i sensi e farà bene anche ai nostri amici pelosi.

  • Leptospirosi negli allevamenti di cani nel cremonese

    Due allevamenti di cani nel cremonese sono stati raggiunti da provvedimenti dei Carabinieri del Nas di Cremona. Affiancati dall’Ats locale, i militari erano inizialmente intervenuti su uno dei due stabilimenti, poi risultato abusivo, in seguito al decesso per leptospirosi del gestore. I due allevamenti sono risultati collegati fra loro per lo scambio di cani, “soprattutto femmine, portate per la riproduzione” – ha precisato il tenente Andrea Zendron, comandante dei Nas di Cremona. Un’ordinanza comunale ha fatto sgomberare l’abitazione dell’uomo deceduto, sino a quando non sarà sanificata.

    Dei cani allevati, 115 Siberian Husky è stato disposto il trasferimento presso canili sanitari e associazioni, in primo luogo per gli accertamenti sanitari, gli eventuali interventi di profilassi e, ove possibile, per le adozioni. Insieme ai cani sono stati trasferiti anche 12 cavalli, alcuni ovini e bovini. A carico dei responsabili sono scattate le denunce per maltrattamento degli animali, per le precarie condizioni igienico sanitarie in cui erano detenuti gli animali.

    Sono in corso gli accertamenti per quantificare gli importi delle sanzioni amministrative. Il Nas di Cremona ha infatti ricostruito la rete di cessione degli husky, tramite internet, con annunci in rete e via social network.  I cuccioli sono stati venduti nel cremonese, ma anche in altre parti della Lombardia e dell’Italia. Il focolaio è stato circoscritto ed è sotto controllo, ma le indagini del NAS proseguono per risalire ad eventuali cessioni precedenti a questa emergenza, eventualmente verso privati oppure ad altri allevamenti.

    «La stragrande maggioranza dei 115 cani è sotto osservazione sanitaria – fa sapere alla stampa cremonese la Veterinaria Elena Castelli. Quelli già sottoposti ad analisi, che hanno confermato che non hanno contratto la lepto, sono pronti per l’adozione. Per i primi venti adottabili pubblicheremo progressivamente gli annunci. La gestione di un numero di cani così considerevole va fatta per step”. I primi Husky adottabili sono quasi tutte femmine tra gli otto e i nove anni.  Per evitare rischi di contrarre la leptospirosi, il personale e i volontari si sono attrezzati con dispositivi di protezione e hanno seguito un breve percorso di formazione. «Ci dobbiamo muovere in sicurezza – conclude la veterinaria –, le precauzioni sono indispensabili. Chi vorrà adottare uno degli Husky non avrà invece nessun bisogno di cautelarsi. Gli animali che usciranno per andare in una famiglia saranno perfettamente sani».

  • Le 9 doti naturali del cane

    Ogni cane è fatto a modo proprio e ogni esemplare ha una “personalità”, o ancora meglio, un CARATTERE che si crea sommando le esperienze derivanti dall’apprendimento + le DOTI NATURALI o INNATE che fanno parte del bagaglio genetico e che possono essere più o meno accentuate a seconda del cane preso in considerazione; premettendo che le 9 doti naturali non si possono insegnare e/o imporre e solo parzialmente possono essere stimolate e smorzate attraverso l’apprendimento, ve le vado ora ad elencare dando ad ognuna la sua precisa definizione…ecco che infine potrete osservare con più attenzione il vostro cane e farvi un’idea più chiara del “caratterino” con il quale avete a che fare tenendo conto che solitamente si valutano le doti secondo un sistema di punteggio che va da 1 (meno “dotato”) a 4 (più “dotato”):

    1. DOCILITA’: Propensione del cane ad avere un comportamento deferente nei confronti del proprietario e ad instaurare con lui un rapporto di rispetto, attaccamento, fiducia e subordinazione.
    2. SOCIALITA’: Il cane dimostra socialità quando è in grado di vivere con altri cani e di collaborare con essi (Es. Caccia in muta), e quando sarà in grado di inserirsi nella vita e nella società dell’uomo e di collaborare con lui in un rapporto di partnership( Es. Collaborazione tra cane pastore e padrone).
    3. TEMPERAMENTO: E’ la velocità di risposta del cane ad uno stimolo esterno di qualsiasi natura. Dote naturale quasi completamente immodificabile da parte dell’ uomo e che si manifesta con vivacità differente a seconda del cane.
    4. CURIOSITA’: E’ la vocazione del cane a esplorare l’ambiente che lo circonda e a interessarsi a quanto vi accade. Dote che si sviluppa fin da cucciolo; il senso più utilizzato per soddisfare la curiosità è l’olfatto.
    5. VIGILANZA: E’ la capacità di percepire un pericolo e di segnalarlo tempestivamente agli altri componenti del gruppo. Dote che il cane esprime soprattutto quando si parla di difesa e controllo del territorio che gli “appartiene”; dote che non deve essere troppo accentuata.
    6. TEMPRA: E’ la capacità di affrontare e superare gli stimoli spiacevoli sia dal punto di vista fisico che da quello psichico. Importante che il cane sia anche in grado di dimenticare un determinato evento o una determinata esperienza negativa.
    7. AGGRESSIVITA’: E’ la capacità del cane di reagire a una minaccia che metta in pericolo la sua incolumità o quella dei componenti del branco, o minacci la sicurezza del territorio posto sotto il suo controllo. Spesso vista come dote negativa, in natura è fondamentale per la sopravvivenza della specie; importante che il padrone faccia in modo che il comportamento aggressivo non diventi inappropriato.
    8. POSSESSIVITA’: E’ la capacità del cane di identificare un oggetto o un’ area come propri o del gruppo e di difenderli adeguatamente. Dote che si manifesta già nel cucciolo e che si può dirigere su oggetti, cibo e territorio; il comportamento non deve essere eccessivo e deve essere tenuto sotto controllo dal padrone (Es. Fare in modo che il cane non ringhi verso il padrone che si avvicina per togliere la ciotola dove magari è ancora presente del cibo).
    9. COMBATTIVITA’: E’ la capacità del cane di rispondere con energia, con la lotta e se necessario con il morso, a stimoli esterni spiacevoli. Dote indispensabile in un cane che deve difendere un gregge da altri animali; dote ovviamente non gradita in un cane urbano che la utilizza in modo scorretto; con un adeguato addestramento, è una dote che può anche essere modificata.
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