Commissione

  • Bruxelles rafforza la prevenzione rispetto ai rischi del sistema bancario ombra

    La Commissione europea ha adottato gli standard tecnici che gli enti creditizi dovranno utilizzare nel segnalare le proprie esposizioni verso soggetti del sistema bancario ombra (in inglese shadow banking system), ossia quel complesso di mercati, istituzioni e intermediari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione in quanto posti al di fuori del perimetro di applicazione delle relative norme.

    Gli standard promosso dall’esecutivo comunitario stabiliscono i criteri per l’identificazione dei soggetti del sistema bancario ombra, garantendo l’armonizzazione e la comparabilità delle esposizioni segnalate dagli enti creditizi. Gli standard forniranno inoltre alle autorità di vigilanza dati affidabili per valutare i rischi delle banche in relazione ai non-banking financial intermediaries.

    Tutto questo dovrebbe rafforzare il quadro prudenziale, consentendo una maggiore trasparenza dei collegamenti materiali tra il settore bancario tradizionale e il settore bancario ombra.

    “Le istituzioni finanziarie non bancarie sono cresciute negli ultimi anni – ha commentato Mairead McGuinness, Commissaria per i servizi finanziari – Alcuni hanno accumulato considerevoli disallineamenti di liquidità e di leva finanziaria e, come evidenziato dalle recenti perdite nel settore bancario che hanno coinvolto tali entità, la loro attività potrebbe rappresentare un rischio per il sistema finanziario. Le norme odierne forniscono alle banche attive nell’UE ulteriore chiarezza su quali entità rientrano nel sistema bancario ombra, garantendo coerenza di reporting tra le banche e migliorando la capacità delle autorità di vigilanza di individuare l’accumulo di grandi esposizioni verso istituzioni finanziarie non bancarie e gestire i rischi in modo efficace”.

  • Storie dall’Ucraina: a Milano la mostra fotografica sulla vita durante la guerra

    Dal 15 settembre al 15 ottobre, dopo la prima tappa a Roma, sarà aperta al pubblico la mostra fotografica “CONTRA SPEM SPERO. Storie dell’Ucraina”, allestita al Palazzo delle Stelline (Milano, Corso Magenta 61), che raccoglie i progetti documentaristici e artistici di 11 fotografi di nazionalità ucraina, prodotti durante la guerra di aggressione russa.

    Il titolo della mostra fa riferimento a un testo della poetessa classica ucraina Lesia Ukrainka, scritto nel 1890, un monologo dell’autrice che proclama lo spirito di speranza e di opposizione a tutti i problemi anche nelle circostanze più difficili. La mostra è divisa in tre parti – la lotta, la speranza e l’indomani – che parlano ognuna della nuova realtà e dell’adattamento alla vita durante la guerra, della lotta per l’esistenza del Paese, delle esperienze traumatiche e della speranza che li spinge a continuare a vivere.

    Curata da Kateryna Radchenko dell’Odesa Photo Days Festival (Odesa, Ucraina), organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia e dalla Fondazione Stelline con il supporto della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, l’Ambasciata di Spagna in Italia (Presidenza del Consiglio dell’Unione europea), l’Ambasciata di Svezia in Italia e l’Ambasciata d’Ucraina in Italia, la mostra ha il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano.

    “Promuovere queste testimonianze ci aiuta a riflettere insieme sulle varie fasi dell’aggressione – la lotta, la speranza e il dopo – che ci vede tutti coinvolti anche se in modo diverso. Anche nelle sere più buie, la speranza ci è amica, perché ci indica il cammino”, il commento di Claudia Colla, Capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano.

  • Green Deal, migranti, obiettivi raggiunti e un report sulla competitività chiesto a Mario Draghi. Il discorso ‘State of the Union’ della Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen

    Stato di diritto, politica di difesa, miglioramento e rafforzamento delle economie, maggiore autonomia energetica per contrastare la politica economica scorretta della Cina, sostegno alle imprese, il grande impegno per il Green Deal. Questi i capisaldi dello ‘State of the Union’ pronunciato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von del Leyen, nell’emiciclo di Strasburgo, davanti ai deputati europei riuniti per la Sessione Plenaria. Un discorso atteso perché l’ultimo di una quinquennio di legislatura che ha visto l’intera UE colpita da eventi inattesi e gravi come la pandemia da Covid 19 e l’attacco sferrato dal Presidente russo Putin all’Ucraina causando una guerra ancora in corso, con le gravi conseguenze che ne sono conseguite. Nella sede della Rappresentanza a Milano della Commissione europea il discorso sullo Stato dell’Unione è stato commentato, alla presenza di numerosi giornalisti, dal capo della Rappresentanza, Claudia Colla, dal Presidente dell’Associazione Stampa estera di Milano, Andrew Spannaus, e dall’economista e docente dell’Università Bocconi, Carlo Altomonte.

    “Grazie al Parlamento, agli Stati membri e alla mia squadra di Commissari, oltre il 90% degli orientamenti politici che ho presentato nel 2019 sono diventati misure concrete”, dichiara la Presidente von der Leyen, che aggiunge: “Insieme abbiamo dimostrato che, quando agisce con coraggio, l’Europa raggiunge i propri obiettivi. C’è ancora molto da fare, perciò restiamo uniti. Trasformiamo il presente e prepariamoci per il futuro”. Ed anche per questo la Presidente della Commissione ha chiesto a “Mario Draghi, uno dei più grandi cervelli economici d’Europa, di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”.

    A meno di 300 giorni dalle prossime Elezioni europee (6-9 giugno 2024) gli europei sono invitati sin da ora a riflettere su quale Europa vorranno. “Tra loro ci saranno milioni di persone che voteranno per la prima volta, le più giovani nate nel 2008. Nella cabina elettorale penseranno ai temi che stanno loro a cuore: alla guerra che infuria ai nostri confini, o all’impatto devastante dei cambiamenti climatici, al modo in cui l’intelligenza artificiale influenzerà le loro vite o alle loro possibilità di comprare una casa o trovare un lavoro negli anni a venire. Oggi la nostra Unione rispecchia la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la Seconda guerra mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme all’insegna della pace e della prosperità. Per loro l’Europa significava rispondere alle sfide della Storia. La stessa convinzione che, in un’epoca di incertezze, l’Europa debba ancora una volta rispondere alle sfide della Storia. Ed è proprio quello che dobbiamo fare insieme”.

    Von der Leyen fa un bilancio del suo quinquennio a capo dell’istituzione europea, a partire dalla nascita di “un’Unione geopolitica, che sostiene l’Ucraina, si oppone con forza all’aggressione della Russia, reagisce all’assertività della Cina e investe nei partenariati”, dal Green Deal europeo come fulcro della “nostra economia”, fino alla transizione digitale senza dimenticare il NextGenerationEU, uno strumento storico che destina 800 miliardi di euro a riforme e investimenti e sta creando posti di lavoro dignitosi per il presente e per il futuro, all’essere più indipendenti in settori cruciali come l’energia, i chip o le materie prime fino al lavoro svolto in tema di parità di genere. E a tale proposito la Presidente fa il suo appello ai deputati presenti: “So che quest’Aula sostiene la nostra proposta sulla lotta alla violenza contro le donne. Anche qui vorrei che si trasformasse in legge un altro principio fondamentale: No, significa no. Non può esserci vera uguaglianza senza libertà dalla violenza”. 

    Green Deal. “Sul Green Deal europeo manteniamo la rotta. Rimaniamo ambiziosi. Manteniamo la nostra strategia di crescita. E ci impegneremo sempre per una transizione giusta ed equa”. “La nostra Unione oggi riflette la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme per condividere pace e prosperità. Essi credevano che l’Europa fosse la risposta all’appello della storia. Quando parlo con la nuova generazione di giovani, vedo la stessa visione di un futuro migliore. Lo stesso ardente desiderio di costruire qualcosa di migliore. La stessa convinzione che, in un mondo di incertezza, l’Europa debba ancora una volta rispondere all’appello della storia. Ed è questo che dobbiamo fare insieme”, ha aggiunto. “Entrando nella fase successiva del Green Deal europeo, una cosa non cambierà mai: continueremo a sostenere l’industria europea durante questa transizione”.

    Azioni per il contrasto alle pratiche economiche cinesi. “Il nostro obiettivo sarà sempre una transizione equa e giusta! Ciò significa garantire un risultato equo per le generazioni future: vivere su un pianeta più sano. E garantire a tutti una transizione equa, con lavori decorosi e la promessa solenne di non lasciare indietro nessuno. Ecco perché l’equità è così importante nell’economia globale: ha ripercussioni sulle vite e sui mezzi di sostentamento. Interi settori e comunità dipendono da essa. Dobbiamo quindi essere consapevoli dei rischi che corriamo. Prendiamo il settore dei veicoli elettrici. Si tratta di un’industria cruciale per l’economia verde, con un potenziale enorme per l’Europa. Attualmente però i mercati globali sono invasi da automobili elettriche cinesi a buon mercato, i cui prezzi sono mantenuti bassi artificialmente grazie a ingenti sovvenzioni statali. La Commissione avvierà un’inchiesta antisovvenzioni riguardo ai veicoli elettrici provenienti dalla Cina. L’Europa è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso. Dobbiamo difenderci dalle pratiche sleali.

    Allo stesso modo, però, è essenziale mantenere aperta la porta della comunicazione e del dialogo con la Cina”.

    Il pianeta e il clima. “Quattro anni fa, il Green Deal europeo è stata la nostra risposta alla chiamata della storia. E quest’estate, la più calda mai registrata in Europa, ce lo ha chiaramente ricordato. La Grecia e la Spagna sono state colpite da devastanti incendi, e solo poche settimane dopo sono state colpite nuovamente da devastanti inondazioni. E abbiamo visto il caos e la carneficina provocati da condizioni meteorologiche estreme, dalla Slovenia alla Bulgaria e in tutta la nostra Unione. Questa è la realtà di un pianeta in ebollizione”.

    Necessarie forme di energia alternative. “La Commissione europea presenterà un pacchetto di misure europee sull’energia eolica, in stretto coordinamento con l’industria e i Paesi membri. Accelereremo ulteriormente il rilascio dei permessi. Miglioreremo i sistemi di aste in tutta l’Ue”.

    Agricoltura. Non manca un riferimento a quel principio che è alla base del progetto europeo, cioè l’essere uniti nelle differenze. E infatti la Presidente rimarca l’orgoglio della nostra diversità culturale poiché “siamo l'”Europa delle regioni” con un’eccezionale varietà di lingue, musica, arti, tradizioni, artigianato e specialità culinarie”. Senza dimenticare una biodiversità unica, indispensabile per la sopravvivenza di noi tutti in Europa. “Per questo motivo vogliamo avviare un dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’UE. Sono profondamente convinta che l’agricoltura e la tutela della natura possano andare di pari passo. Molti stanno già lavorando per un’agricoltura più sostenibile. Dobbiamo lavorare insieme agli uomini e alle donne dell’agricoltura per affrontare queste nuove sfide. È l’unico modo per garantire l’approvvigionamento di cibo per il futuro. Abbiamo bisogno di più dialogo e meno polarizzazione. Per questo vogliamo avviare un dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’Ue.

    Sull’inflazione. La prima sfida, per la Presidente von der Leyen, riguarda il mercato del lavoro. “Grazie a SURE, la prima iniziativa europea di riduzione dell’orario lavorativo, abbiamo salvaguardato 40 milioni di posti di lavoro. Successivamente ci siamo prodigati per ridare slancio alla nostra economia con NextGenerationEU. Oggi ne vediamo i risultati. L’Europa si appresta a raggiungere la piena occupazione. Anziché milioni di persone che cercano lavoro, oggi ci sono milioni di posti di lavoro per cui si cercano persone. Dobbiamo inoltre rispondere ai profondi cambiamenti in campo tecnologico, sociale e demografico. Per farlo dovremo affidarci alle competenze delle imprese e dei sindacati, ovvero i nostri partner nella contrattazione collettiva. Christine Lagarde e la Banca centrale europea (BCE) stanno lavorando sodo per tenere sotto controllo l’inflazione. Come sappiamo, il ritorno all’obiettivo a medio termine della BCE richiederà tempo. La buona notizia è che l’Europa ha iniziato a ridurre i prezzi dell’energia. Non dimentichiamo come Putin abbia deliberatamente usato il gas come arma e come ciò abbia innescato in noi la paura del blackout e della crisi energetica, ricatapultandoci negli anni ’70. Molti temevano che non avremmo avuto abbastanza energia per affrontare l’inverno. Ma ce l’abbiamo fatta e questo perché siamo rimasti uniti”.

    Innovazione. “Il terzo pilastro della nostra strategia è guidare l’innovazione in modo responsabile. Grazie ai nostri investimenti degli ultimi anni, l’Europa è diventata leader nel supercalcolo, con 3 dei 5 supercomputer più potenti al mondo. Dobbiamo trarre vantaggio da questa situazione. È per questo che oggi posso annunciare una nuova iniziativa per aprire i nostri computer ad alte prestazioni alle start-up di IA per addestrare i loro modelli”.

    Gestione dei migranti. Von der Leyen, a questo punto, parla apertamente di sicurezza e umanità. “Il nostro lavoro sulla migrazione si basa sulla convinzione che l’unità sia alla nostra portata. Un accordo sul patto non è mai stato così vicino. Il Parlamento e il Consiglio hanno l’opportunità storica di superarlo. Dimostriamo che l’Europa può gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole”. E a tal proposito lancia l’organizzazione di una Conferenza internazionale sulla lotta al traffico di esseri umani. “Abbiamo firmato un partenariato con la Tunisia che apporta vantaggi reciproci oltre la migrazione: dall’energia e l’istruzione, alle competenze e alla sicurezza. E ora vogliamo lavorare su accordi simili con altri Paesi. L’Europa sarà sempre pronta a prestare aiuto, in tutti i modi possibili. Pensate ora al Sahel, una delle regioni più povere, ma con la crescita demografica più rapida. Il susseguirsi di colpi di Stato militari renderà la regione più instabile negli anni a venire e anche più soggetta all’influenza della Russia, che sta traendo vantaggio dal caos che si è creato.

    E la regione, nel frattempo, è diventata terreno fertile per una recrudescenza del terrorismo. Questa situazione riguarda direttamente l’Europa, la nostra sicurezza e la nostra prosperità. Nei confronti dell’Africa dobbiamo quindi dar prova della stessa unità d’intenti che abbiamo dimostrato per l’Ucraina. Dobbiamo concentrarci sulla cooperazione con i governi legittimi e con le organizzazioni regionali”.

    Estendere la protezione temporanea per gli ucraini. “Sono orgogliosa di annunciare che la Commissione proporrà di estendere la nostra protezione temporanea agli ucraini nell’Ue. Il nostro sostegno all’Ucraina continuerà. Solo quest’anno abbiamo fornito 12 miliardi di euro per contribuire al pagamento di salari e pensioni. Per contribuire al funzionamento di ospedali, scuole e altri servizi. E con la nostra proposta Asap stiamo incrementando la produzione di munizioni per far fronte alle necessità immediate dell’Ucraina”

    Bulgaria e Romania nell’area Shengen: “Bulgaria e Romania fanno parte della nostra area Schengen. Quindi facciamole finalmente entrare, senza ulteriori indugi. Sofia e Bucarest stanno svolgendo un buon lavoro sulla migrazione, mostrando le migliori pratiche sia in materia di asilo che di rimpatri”.

    Adesione all’Ue basata sul merito: “L’adesione all’Ue è basata sul merito e la Commissione difenderà sempre questo principio. Ci vuole duro lavoro e leadership. Ma ci sono già molti progressi. Abbiamo visto i grandi passi avanti già compiuti dall’Ucraina da quando le abbiamo concesso lo status di candidato. E abbiamo visto la determinazione di altri Paesi candidati ad attuare riforme. Tocca a noi, adesso, dimostrare altrettanta determinazione. Dobbiamo cioè pensare a come prepararci al completamento dell’Unione. È l’ora di abbandonare le vecchie discussioni manichee sull’allargamento. Non si tratta di scegliere se approfondire l’integrazione o allargare l’Unione. Possiamo e dobbiamo fare entrambe le cose. Per acquistare il peso geopolitico e la capacità di agire. Del resto, la nostra Unione lo ha sempre fatto. Sono convinta che il nuovo allargamento debba essere anche catalizzatore di progresso”.

    Stato di diritto. “Oggi la Storia ci chiama ad adoperarci per completare la nostra Unione. In un mondo in cui c’è chi prende di mira i paesi uno dopo l’altro, non possiamo permetterci di lasciare indietro i nostri concittadini europei. In un mondo in cui contano le dimensioni e il peso, il completamento dell’Unione è chiaramente nell’interesse strategico e di sicurezza dell’Europa. Ma al di là degli aspetti politici e geopolitici, dobbiamo avere in mente qual è la posta in gioco. Dobbiamo delineare una visione per il successo dell’allargamento. Un’Unione completa in cui più di 500 milioni di persone vivano in libertà, democrazia e prosperità. Un’Unione completa in cui i giovani possano vivere, studiare e lavorare in libertà. Un’Unione completa con democrazie vitali in cui la magistratura sia indipendente, le opposizioni siano rispettate e i giornalisti siano protetti. Perché lo Stato di diritto e i diritti fondamentali saranno sempre il fondamento della nostra Unione, sia negli Stati membri attuali che in quelli futuri”.

  • Gestione della migrazione: il Vicepresidente Schinas a Roma

    Il 13 e 14 luglio il Vicepresidente Schinas a Roma per una visita incentrata sulla migrazione. Previsti incontri con funzionari di alto livello italiani per portare avanti l’accordo sul nuovo patto sulla migrazione e l’asilo e per discutere delle priorità dell’UE nei settori delle competenze e dell’istruzione superiore.

    Il Vicepresidente Schinas ha incontrato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e la Ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani.

  • Discorso del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Timmermans, in occasione del 79° anniversario dell’eccidio di Cibeno

    Parenti delle vittime di Cibeno e dei prigionieri dei campi di Fossoli, Presidente Bonaccini, Sindaco Bellelli, Onorevole Castagnetti, Dottoressa Luppi e Dottoressa Soliani, signore e signori,

    Viviamo giorni dolorosi.

    Dolorosa, la lettura dei giornali che ogni mattina ci porta notizie di nuovi orrori sul fronte ucraino.

    Doloroso, l’incontro che ho avuto con i rappresentanti dei comuni colpiti dall’inondazione del Maggio scorso.

    Dolorosa, la visita al Museo dei Deportati da cui provengo.

    Dolorosa la lettura dei materiali che ho visionato per preparare questa mia partecipazione che ho accettato con grande onore.

    E fra tutti questi documenti, quello che più mi ha stretto il cuore è stato il più semplice: l’elenco dei nomi e dei luoghi di provenienza delle 67 vittime dell’eccidio di Cibeno.

    Nomi e luoghi comuni: due Giovanni, tre Antonio, quattro Luigi. Nove venivano dall’Emilia-Romagna, uno dalla Sicilia, molti dalla Lombardia.

    Un elenco qualsiasi. Avrebbe potuto essere la composizione di un coro degli Alpini o la lista degli ospiti di un albergo e invece no, è l’elenco di 67 eroi internati per le loro idee politiche in questi campi da cui partivano verso la morte anche altre persone colpevoli solo per il loro essere ebrei.

    È l’elenco di 67 uomini che qui hanno vissuto un’ultima notte “che occhi umani non avrebbero dovuto assistervi”, come dice Primo Levi descrivendo la sua partenza da questi stessi luoghi, 67 persone che con un ultimo inganno la mattina del 12 Luglio 1944 vennero portate a Cibeno e lì trucidate, i loro corpi fatti cadere in una fossa scavata e poi richiusa da ebrei terrorizzati sotto la mira dei fucili aguzzini.

    È l’apparente banalità di quella lista che la rende agghiacciante. Elenca i nomi di eroi entrati nella storia ma ne sottolinea la natura comune: un nome, una provenienza, una famiglia… Quelle scarne righe ci urlano in faccia l’umana tragedia di quell’evento, ci insinuano l’orribile dubbio della banalità del male assoluto. Non tutti sapremmo essere eroi ma tutti possiamo diventare vittime.

    Due anni fa, quando venne a questa stessa manifestazione insieme all’allora presidente del Parlamento Europeo, il compianto, e mio grande amico, David Sassoli, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si riferì ai martiri di Cibeno come ai nostri più sconosciuti padri fondatori.

    Li chiamò così perché’ nella loro scelta di combattere per la libertà e la democrazia non persero mai la fede in un futuro migliore, in un’Europa che potesse essere pacifica e unita, nella sua diversità e nella reciproca solidarietà. Perché ci da tanto fastidio la diversità? Io non capisco. È bella la diversità. Ci rende umani, la diversità.

    Quel sogno, e i valori che quel sogno inspirano, sono nati anche grazie al loro sacrificio.

    Uno di loro veniva da quello che allora era Friuli e che oggi è Slovenia. Quel confine che una volta si spostava col sangue, oggi evaporato grazie alla nostra Unione.

    Sono passati 79 anni da quel martirio ma solo due da quel discorso. Ma in quei due soli anni il fato ha portato via David, una grande persona che aveva dedicato la vita a rendere quel sogno in realtà. E in quei due soli anni, la storia ha spazzato via la certezza che quel sogno fosse ormai il nostro ineludibile destino.

    Una guerra di nuovo si combatte sul suolo del nostro continente, una guerra dal cui esito dipende il futuro del nostro continente, non facciamoci illusioni a riguardo.

    Di nuovo uomini e donne come noi muoiono per quello che sono. Di nuovo Anna e Julia, due sorelle ucraine di 14 anni sono morte per le bombe lanciate su un ristorante, un ristorante!

    Di nuovo fosse comuni scavate mal nascoste dall’infamia, dii nuovo treni nella notte e bambini deportati. Lo hanno detto i Russi: 700.000 bambini ucraini deportati. Perché? Per volergli togliere l’identità ucraina.

    Di nuovo l’inimmaginabile diviene realtà, il male banale, l’eroismo quotidiana necessità.

    Nuovi Cibeno, nuovi Fossili e un giorno, speriamo vicino, nuovi musei, nuove fondazioni, nuove commemorazioni.

    Sta tornando la notte o stiamo risvegliandoci da un sogno? O forse, orribile sospetto, l’una e l’altra cosa insieme?

    Il linguaggio dell’odio [da tanti tollerato quando non richiamato] si fa azione.  L’Europa si fa campo di battaglia, il diverso altro da avversare, il diritto privilegio da negare, le restrizioni tradizioni da rispettare.

    Corpi abbandonati nei villaggi ucraini, corpi alla deriva nel blu del mediterraneo, corpi di donne violentate abbondate sul ciglio della strada.

    L’unica colpa? Difendere la proprio patria, fuggire alla povertà, essere donna, essere chi si vuole essere, essere chi si è.

    L’unico errore? Forse credere nella fratellanza? Credere nell’umanità dell’animale più feroce della terra?

    Sono forse inutili queste continue morti? Sono morti invano i 67 di Fossoli? Sono morti invano gli abitanti di Bucha? [Muoiono invano i soldati russi mandati a combattere una guerra insensata?] Muore invano chi è ucciso a causa del suo genere, del colore della sua pelle, delle sue idee, della religione che professa?

    Vorrei rispondere con il più certo dei “no” ma in realtà dipende da noi. Questa è la vera risposta e la nostra enorme responsabilità.

    I nostri sconosciuti padri fondatori non sono morti invano e non lo saranno mai se noi sapremo continuare ad esserne degni figli. E per esserlo, eventi come questo e il lavoro di tutte coloro che li rendono possibili sono di fondamentale importanza.

    Da qui, pochi mesi prima dell’eccidio di Cibeno, [il 22 Febbraio del 1944] iniziò il viaggio di Primo Levi verso l’abisso del male più profondo. Qui, quello stesso giorno, Primo Levi si chiese come fosse possibile colpire un uomo senza collera.

    Qui, oggi, dobbiamo riscontrare l’assurda attualità di quella domanda. Ma qui, oggi come ogni anno, al mistero del male contrapponiamo la follia della speranza.

    Qui si celebra la memoria perché non si può lottare per un futuro migliore se non si conosce il passato peggiore, perché non si può dire “mai più” se non si riconosce l’ancora.

    E permettetemi una piccola richiesta personale. Con umiltà, da straniero, Vi chiedo: non dimenticate mai la memoria dei partigiani. Non dimenticate mai la bellezza della resistenza. Non fatevi dire che non era eroismo italiano.

    Qui si COM-memora, insieme affinché la memoria diventi base comune del nostro sentire, del nostro agire.

    Qui si RI-corda cioè si richiama al cuore, non alla mente, l’orrore di questi campi e la grandezza di quei sacrifici.

    E con il cuore fatto centro della nostra memoria comune, qui si rinnova lo scandalo.

    Qui ci si E-moziona, qui si è smossi, scossi, qui si è trasportati all’azione, qui si rinnova la resistenza contro la banalizzazione del male.

    Qui ci si riappropria dei sogni e dei desideri dei nostri progenitori, non solo per esserne degni figli ma per diventare, a nostra volta, degni antenati delle generazioni future.

    Questo il miglior omaggio alle memoria dei caduti, dei martiri di Cibeno, dei deportati che non fecero ritorno, dei caduti di ieri e di oggi, di tutti coloro che muoiono o soffrono per la ferocia dell’uomo verso gli altri uomini.

    Seguire l’esempio di quei caduti del luglio 1944, continuare a sognare, continuare a lottare per lasciare ai nostri figli un mondo migliore, più giusto e più sostenibile. Essere i migliori antenati come loro lo sono stati per noi.

    Il male assoluto non è inevitabile. Persino queste strutture maledette non sono nate come centro di smistamento verso l’orrore della soluzione finale ma come campo di internamento per prigionieri di guerra nel rispetto delle garanzie di tutela fissate da accordi internazionali.

    Oggi queste strutture sono memento concreto dello spirito più maligno ma una volta, anche se per troppo poco, sono state esempio del nostro eterno desiderio di umanità.  Anche di questo siamo capaci. Anche questo teniamolo sempre bene a memoria, che sia giorno o che sia notte.

    Grazie.

  • Nella seconda metà del 2023 la Commissione europea emetterà obbligazioni a lungo termine dell’UE per 40 miliardi di euro

    Per continuare a finanziare la ripresa dell’UE attraverso NextGenerationEU, fornire sostegno all’Ucraina e garantire fondi per altri programmi chiave, nella seconda metà del 2023 la Commissione europea prevede di emettere obbligazioni a lungo termine dell’UE per 40 miliardi di €.

    I fondi raccolti saranno utilizzati per onorare i pagamenti connessi a NextGenerationEU, finanziare il sostegno all’Ucraina nell’ambito del programma di assistenza macrofinanziaria+ dell’UE e per coprire eventuali fabbisogni di pagamenti supplementari derivanti da altri programmi dell’UE esistenti, quali il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF) e l’assistenza macrofinanziaria (AMF).

    La Commissione continuerà a emettere obbligazioni nell’ambito del suo approccio unificato in materia di finanziamento, sotto la denominazione unica di “obbligazioni dell’UE”. Tale approccio è stato adottato dalla Commissione nello scorso dicembre al fine di consolidare la propria presenza sul mercato e proseguire la sua trasformazione in emittente sovrano.

    Uniti alla corretta attuazione dell’obiettivo di finanziamento nel primo semestre dell’anno (80 miliardi di €), i finanziamenti nel secondo semestre del 2023 porteranno il totale delle emissioni dell’UE nel 2023 a 120 miliardi di € (importi corrispondenti nel 2022). L’obiettivo di finanziamento della Commissione per il resto dell’anno tiene conto delle esigenze di esborso previste per i singoli beneficiari, compresi gli Stati membri dell’UE, nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

    Le emissioni della Commissione continueranno inoltre a comprendere obbligazioni verdi NextGenerationEU volte a finanziare la componente verde del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In tal modo la Commissione continuerà ad esercitare la dovuta diligenza nel verificare che i proventi dell’emissione di obbligazioni verdi NextGenerationEU siano assegnati a spese ammissibili nel quadro delle obbligazioni verdi, conformemente al quadro stabilito per tali obbligazioni.

  • Nuove proposte per sostenere l’uso del contante e presentare un quadro per l’euro digitale

    La Commissione europea ha presentato due proposte per fare in modo che i cittadini e le imprese possano continuare ad accedere alle banconote e alle monete in euro, utilizzandole per i pagamenti in tutta la zona euro, e per definire il quadro relativo a un possibile nuovo formato digitale dell’euro che in futuro potrebbe essere emesso dalla Banca centrale europea, in aggiunta al contante.

    Il 60% delle persone intervistate vorrebbe continuare a poter utilizzare il contante, un numero crescente di consumatori sceglie di pagare digitalmente, utilizzando carte e applicazioni di banche e altre imprese digitali e finanziarie. Questa tendenza è stata accelerata dalla pandemia di COVID-19.

    Per rispecchiare queste tendenze, la Commissione ha proposto due serie di misure complementari per fare in modo che le persone abbiano sia la possibilità di pagare in contanti sia quella di pagare in maniera digitale quando vogliono utilizzare la moneta della banca centrale:

    una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro per salvaguardare il ruolo del contante e garantire che sia ampiamente accettato come mezzo di pagamento e che rimanga facilmente accessibile alle persone e alle imprese in tutta la zona euro;

    una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per un possibile euro digitale, a integrazione delle banconote e delle monete in euro. Oltre alle attuali opzioni sul mercato privato, ciò offrirebbe alle persone e alle imprese una scelta in più per effettuare pagamenti digitali nella zona euro con un formato di valuta pubblica ampiamente accettato, economico, sicuro e resiliente, in aggiunta alle soluzioni di tipo privato attualmente esistenti. Anche se la proposta odierna, una volta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, istituirebbe il quadro giuridico per l’euro digitale, spetterà in ultima istanza alla Banca centrale europea decidere se e quando emetterlo.

    Il contante in euro ha corso legale nella zona euro. La proposta intende definire a livello normativo cosa implichi questo corso legale, concentrandosi in particolare sulle “due A”: accettazione e accesso. Anche se il contante è, in media, ampiamente accettato in tutta la zona euro, sono emerse problematiche in alcuni settori e in alcuni Stati membri. Alcune persone hanno difficoltà ad accedere al contante, ad esempio a causa della chiusura di sportelli ATM e filiali bancarie.

    La proposta della Commissione intende fare in modo che il contante continui ad essere ampiamente accettato in tutta la zona euro e che le persone vi abbiano sufficiente accesso per poter pagare in contanti, se lo desiderano.

    Gli Stati membri dovranno garantire che i pagamenti in contanti siano ampiamente accettati e che l’accesso al contante sia effettivo e sufficiente. Dovranno monitorare la situazione, riferire in merito e adottare misure per affrontare gli eventuali problemi individuati. Se necessario, la Commissione potrebbe intervenire per specificare le misure da adottare.

    La proposta garantirà che tutti nella zona euro siano liberi di scegliere il metodo di pagamento che preferiscono e abbiano accesso ai servizi di base per il contante. In tal modo verrà salvaguardata l’inclusione finanziaria dei gruppi vulnerabili che tendono a fare maggiore affidamento sui pagamenti in contanti, come gli anziani.

    Per adeguarsi alla crescente digitalizzazione dell’economia, la Banca centrale europea (BCE), come molte altre banche centrali in tutto il mondo, sta valutando la possibilità di introdurre l’euro digitale a integrazione del contante. L’euro digitale offrirebbe ai consumatori un’alternativa in più per i pagamenti a livello europeo, in aggiunta alle opzioni attualmente esistenti. Ciò si tradurrebbe in una scelta più ampia per i consumatori e un ruolo internazionale più forte per l’euro.

    Come avviene oggi con il contante, l’euro digitale sarebbe disponibile insieme ai mezzi di pagamento privati esistenti a livello nazionale e internazionale, come carte o applicazioni, e funzionerebbe come un portafoglio digitale. Nella zona euro le persone e le imprese potrebbero pagare con l’euro digitale ovunque e in qualsiasi momento.

    Va sottolineato che tale sistema sarebbe disponibile per i pagamenti online ma anche offline, permettendo quindi pagamenti da un dispositivo all’altro anche senza connessione Internet, come capita ad esempio in aree remote o nei parcheggi sotterranei. Le operazioni online offrirebbero lo stesso livello di protezione dei dati dei mezzi di pagamento digitali esistenti, mentre i pagamenti offline garantirebbero un elevato livello di riservatezza e protezione dei dati per gli utenti, in quanto consentirebbero loro di effettuare pagamenti digitali rivelando meno dati personali rispetto a quelli che vengono trasmessi oggi quando si paga con carta, proprio come avviene quando si paga in contanti o si preleva contante da uno sportello ATM. Effettuando pagamenti offline con l’euro digitale, nessuno potrebbe vedere cosa si stia acquistando.

    Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento in tutta l’UE distribuirebbero l’euro digitale alle persone e alle imprese, fornendo gratuitamente alle persone fisiche i servizi di base in euro digitale. Per promuovere l’inclusione finanziaria le persone fisiche che non dispongono di un conto bancario potrebbero aprire e detenere un conto presso un ufficio postale o un altro ente pubblico, come un ente locale. Sarebbe un sistema facile da utilizzare, anche per le persone con disabilità.

    Gli esercenti in tutta la zona euro sarebbero tenuti ad accettare l’euro digitale, eccezion fatta per i piccolissimi esercenti che potranno scegliere di non accettare pagamenti digitali, dal momento che per loro il costo da sostenere per introdurre una nuova infrastruttura per accettare pagamenti in euro digitale sarebbe sproporzionato.

    L’euro digitale potrebbe inoltre costituire una solida base per ulteriori ammodernamenti, consentendo alle banche, ad esempio, di fornire soluzioni innovative ai clienti.

    L’ampia disponibilità e l’uso di una valuta digitale emessa dalla banca centrale rappresenterebbero elementi fondamentali anche per la sovranità monetaria dell’UE, in particolare nel caso in cui altre banche centrali nel resto del mondo iniziassero a sviluppare valute digitali, oltre ad essere un elemento importante nel contesto dello sviluppo del mercato delle criptovalute.

    La proposta definisce il quadro giuridico e gli elementi essenziali dell’euro digitale che consentirebbero alla Banca centrale europea, previa adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, di introdurre eventualmente una valuta digitale che sia ampiamente disponibile e utilizzabile. Spetterà alla BCE decidere se e quando emettere l’euro digitale; questo progetto richiederà dunque un ulteriore e importante lavoro tecnico da parte della BCE.

  • La Commissione approva una modifica della carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’Italia

    La Commissione europea ha approvato, nell’ambito delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato, una modifica della carta dell’Italia per la concessione degli aiuti a finalità regionale dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2027, nel quadro degli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.

    Il 2 dicembre 2021 la Commissione ha approvato la carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’Italia, modificata il 18 marzo 2022. Il 16 dicembre 2022 la Commissione ha approvato inoltre i piani territoriali per una transizione giusta dell’Italia, che individuano i territori ammissibili al sostegno del Fondo per una transizione giusta. I territori si trovano in regioni ammissibili agli aiuti ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (le cosiddette zone “a”), che garantisce gli aiuti a sostegno delle regioni più svantaggiate.

    Per far fronte ulteriormente alle disparità regionali, la modifica della carta permette importi massimi più elevati per gli aiuti agli investimenti in questi territori. Gli importi massimi degli aiuti aumenteranno dal 40% al 50% dei costi di investimento ammissibili in una parte della Puglia, e dal 30% al 40% dei costi di investimento ammissibili in parti della Sardegna.

  • Giornata dell’Europa

    Il 9 maggio l’Unione europea festeggerà la Giornata dell’Europa 2023, in commemorazione della dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950. Per celebrare questa ricorrenza speciale le istituzioni dell’UE, comprese le delegazioni e le rappresentanze in tutto il mondo, organizzano una serie di attività online e in presenza che permetteranno di scoprire e conoscere più da vicino l’Unione europea.

    Nel prossimo mese di maggio la Giornata dell’Europa costituirà un punto d’incontro per saperne di più su come l’Unione europea supporti la pace, la sicurezza e la democrazia con la sua determinazione di fronte alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina e ad altri conflitti nel resto del mondo. La Giornata dell’Europa 2023 consentirà inoltre ai visitatori di conoscere meglio l’impegno dell’UE a costruire un’Europa verde, digitale e competitiva, equa e qualificata, forte, resiliente e sicura. Particolare rilievo verrà dato in questa edizione anche all’Anno europeo delle competenze 2023, al via ufficiale proprio il 9 maggio.

    Il giorno stesso e nei giorni precedenti e successivi le istituzioni dell’UE organizzeranno numerose attività interattive nelle sedi locali dei 27 Stati membri e in tutto il mondo.

    I cittadini dell’UE potranno conoscere da vicino le istituzioni dell’UE a Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo

    Sabato 6 maggio: a Bruxelles sarà possibile visitare le istituzioni dell’UE

    Martedì 9 maggio: a Lussemburgo sarà possibile visitare la Corte di giustizia dell’Unione europea e il villaggio europeo, allestito dalla rappresentanza della Commissione insieme alle autorità nazionali, alle ambasciate degli Stati membri, alle istituzioni dell’UE ubicate a Lussemburgo e alla società civile.

    Sabato 13 maggio: sarà possibile esplorare il Parlamento europeo a Strasburgo e visitare la sede del più grande organo democratico d’Europa.

    Per maggiori dettagli sulle attività della Giornata dell’Europa 2023 consultare la pagina web interistituzionale sulla Giornata dell’Europa.

  • All’Italia 27 milioni di cofinanziamento per 294 focolai di influenza aviaria

    L’’Italia sarà indennizzata dalla Commissione Europea per i danni economici causati da 294 focolai di influenza aviaria  con uno stanziamento di 27,2 milioni di euro che aiuteranno a risarcire gli allevatori italiani che ne sono stati colpiti. Come riporta AnmviOggi, il dato è riferito ai focolai confermati tra la fine di ottobre e il 31 dicembre 2021 e notificati dall’Italia nello stesso periodo alla Commissione Europea.

    La copertura del 50% della spesa sostenuta dall’Italia supporterà il mercato delle uova e delle carni di pollame delle aree soggette a restrizioni di movimentazione a causa dei focolai. Le specie interessate dalle restrizioni sono polli, galline ovaiole, tacchini, anatre e faraone.

    Il co-finanziamento è stato riconosciuto all’Italia il 30 marzo scorso, per avere adottato “immediatamente ed efficacemente” tutte le necessarie misure sanitarie e veterinarie, comprese misure di controllo, monitoraggio e prevenzione. La Commissione ha deciso di riconoscerlo solo alle aziende situate nelle zone soggette a restrizioni fino al 31 dicembre 2021.
    Il regolamento attuativo entrerà in vigore nella seconda metà di aprile, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. I pagamenti saranno eseguito entro il 30 settembre prossimo.

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