difesa

  • ReArm Europe aiuterà l’innovazione ma creerà poca occupazione, dice l’Economista

    Per la prima volta da decenni, il mondo ricco si sta lanciando in una massiccia ri-militarizzazione. Secondo un editoriale del settimanale “The Economist”, le guerre in Ucraina e Medio Oriente, la minaccia di un conflitto su Taiwan e l’approccio instabile del presidente statunitense, Donald Trump, alle alleanze hanno reso il rafforzamento della difesa nazionale una priorità urgente. Per questo, il 25 giugno i Paesi Nato hanno deciso di alzare l’obiettivo di spesa militare al 3,5% del PIl, con un ulteriore 1,5% a voci legate alla sicurezza. Se tale obiettivo sarà raggiunto entro il 2035, si spenderanno ogni anno 800 miliardi di dollari (circa 684 miliardi di euro) in più in termini reali rispetto al periodo precedente all’invasione russa dell’Ucraina. Queste cifre, avverte il “The Economist”, rischiano di mettere a dura prova le finanze pubbliche, poiché la conseguenza economica più ovvia dell’aumento dei bilanci per la difesa sarà la pressione sui conti pubblici. “I debiti sono già elevati e i governi sono sottoposti a crescenti pressioni finanziarie a causa dell’invecchiamento della popolazione e dei tassi d’interesse più alti”, scrive il settimanale. Per coprire l’aumento delle spese, molti governi dovranno tagliare la spesa sociale o aumentare i disavanzi. Inoltre, usare le spese militari come leva per creare occupazione, come promesso dal primo ministro britannico, Keir Starmer, sarebbe un errore: “Tali argomentazioni sono sbagliate e politicamente fuorvianti”.

    Secondo il “The Economist”, i benefici potrebbero arrivare solo dalla ricerca e sviluppo in ambito militare: “L’innovazione militare può stimolare la produttività privata”. Ma sul fronte dell’occupazione, le speranze sono ridotte. “La produzione militare, come gran parte della manifattura moderna, è altamente specializzata e automatizzata. Ciò significa che il riarmo creerà meno posti di lavoro rispetto a quelli persi a causa delle nuove tecnologie o della concorrenza straniera”, scrive il settimanale, che spiega: “Secondo una stima, l’aumento della spesa per la difesa nei Paesi europei della Nato potrebbe generare 500 mila posti di lavoro, un numero irrisorio se confrontato con i 30 milioni di lavoratori nel settore manifatturiero dell’Ue”.

    Infine, il “The Economist” mette in guardia dal rischio di inefficienze legate al nazionalismo industriale europeo; sottolineando come uno dei problemi principali della spesa militare europea è che troppi Paesi vogliono produrre in proprio l’equipaggiamento: “Dodici modelli di carri armati nei Paesi Ue, contro uno solo negli Stati Uniti, sono l’emblema di sprechi e scarsa interoperabilità”. Il messaggio finale del “The Economist” è chiaro: “Per avere successo nella nuova corsa al riarmo, i governi dovranno spiegare onestamente agli elettori che la spesa è necessaria per la sicurezza. Se tenteranno di ottenere tutto con un solo bilancio, non faranno bene nulla. Non ha senso cercare di stimolare la crescita se il risultato è essere invasi”.

    Londra e Berlino intanto lavorano al patto d’acciaio del XXI secolo. I governi della Germania e del Regno Unito – come riferisce il portale di informazione “Politico” che cita cinque fonti a conoscenza della questione – sarebbero pronti a firmare un trattato che include una clausola di mutua assistenza in caso di minaccia per uno dei due Paesi. Due funzionari britannici hanno dichiarato a “Politico” che “il testo del trattato è prossimo alla conclusione” e che “la firma è prevista per il 17 luglio, prima che i due Parlamenti si sciolgano per la pausa estiva”. Sebbene il trattato “probabilmente riaffermerà l’impegno di entrambe le nazioni nei confronti della Nato come pietra angolare della loro difesa collettiva, l’inclusione della clausola sottolinea la spinta degli alleati europei a collaborare più strettamente in materia di sicurezza, mentre gli Stati Uniti si ritirano dall’alleanza di difesa transatlantica”. Si prevede inoltre che il documento contenga ulteriori misure per contrastare l’immigrazione clandestina, i trasporti, la ricerca e l’innovazione e un impegno a promuovere gli scambi transfrontalieri. “Il trattato riguarderà l’intera gamma delle nostre relazioni”, ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri tedesco.

  • Forum UE-Ucraina sull’industria della difesa: rafforzamento dei legami nel contesto degli sforzi bellici

    Il 12 maggio si è tenuto a Bruxelles il secondo forum UE-Ucraina sull’industria della difesa per rafforzare la cooperazione e l’integrazione tra le industrie della difesa ucraina e dell’UE. Oltre 500 rappresentanti delle industrie della difesa dell’UE e dell’Ucraina si sono riuniti per rafforzare la cooperazione tra le due parti, incoraggiare gli appalti congiunti e aiutare l’Ucraina ad acquisire capacità nei settori prioritari. Un’industria della difesa forte e capace è fondamentale per mettere l’Ucraina in una posizione di forza per difendersi e scoraggiare eventuali aggressioni future.

    A margine del forum, si è riunita per la prima volta anche una task force UE-Ucraina sulla cooperazione industriale nel settore della difesa, recentemente annunciata, che apre la strada a potenziali progetti faro tra le due industrie. In occasione del forum, l’Ucraina e l’Associazione europea delle industrie aerospaziali e della difesa (ASD) hanno inoltre firmato un memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione industriale nel settore della difesa. Le iniziative sono concepite per attrarre maggiori investimenti dell’UE nel settore ucraino della difesa e approfondire i legami industriali tra le due parti.

  • Il coraggio della paura

    Di fronte ad un episodio di tale violenza nei confronti di una bambina di prima media come quello avvenuto giovedì 10 a Mestre, non si possono esprimere parole o concetti che siano in grado anche solo fornire una vaga idea della gravità della violenza subita da una bambina di undici anni ed il dramma della bimba e dei suoi genitori.

    Il fatto che questa ragazza sia stata seguita dalla palestra e successivamente fino a casa, nonostante fosse al telefono con la sua amica, tuttavia spinge a delle considerazioni fondamentali per quanto riguarda anche il nostro sistema educativo e i valori e le sicurezze che dovremmo trasmettere ai ragazzi.

    La paura è un sentimento umano, molto spesso nasce dalla suggestione e per fortuna anche dalla semplice fantasia. Tuttavia, specialmente in realtà cittadine come quelle di Mestre, emerge come sia vitale educare le ragazze ed i ragazzi a non avere alcuna vergogna di provare una qualsiasi forma di paura e soprattutto, in questo frangente, a non vergognarsi di manifestarla chiedendo aiuto a chiunque abbiano di fronte o semplicemente entrando in un bar o un negozio per cercare un primo riparo.

    Se una ragazza si sente pedinata o in pericolo dovrebbe essere sicura e quindi non provare alcuna vergogna nel fermare le persone che possa trovare di fronte o, nel caso del tram, di chiedere aiuto al guidatore. Oppure, una volta scesa dal mezzo pubblico, entrare immediatamente in un bar e in un negozio e chiedere aiuto alle persone all’interno. E magari, contemporaneamente, chiamare la polizia ed i carabinieri dichiarando il proprio nome e cognome, l’età e chiedere aiuto in quanto si sente in pericolo a causa di un uomo che la sta seguendo.

    Quando una bambina si dovesse trovare in una situazione così terribile dovrebbe sapere di poter contare sulla possibilità di chiedere aiuto a chiunque e non affidarsi al telefonino dove trovare una voce amica ma che purtroppo la isola dal contesto. In altre parole, la tensione e lo sfaldamento sociale della nostra società fa sì che i ragazzini e le ragazzine non abbiano quella sana percezione di vivere in una società disponibile sempre ad aiutarli ed eventualmente a salvarli da situazioni potenzialmente pericolose. Questa sensazione nasce probabilmente anche da una sostanziale sfiducia nei confronti della società stessa che i giovani ragazzi non percepiscono come amica e che magari avvertono tale anche dai comportamenti degli adulti.

    Al di là delle solite, rituali quanto inutili discussioni che seguiranno questo terribile episodio, le quali otterranno il medesimo risultato di quelle successive alla morte di quel povero ragazzo in Corso del Popolo sempre a Mestre, sarebbe ora di tempo che si cominciasse a valutare e magari aggiornare anche il sistema educativo nel quale dovrebbe essere previsto anche un paradigma di comportamenti da seguire nel caso che si trovi in una situazione di paura. In questo nuovo contesto educativo la società dovrebbe insegnare alle ragazzine e a chiunque percepisca una situazione di pericolo o di paura di non vergognarsi di queste sensazione ma, viceversa, di sentirsi in diritto di cercare di superarla attraverso la richiesta di aiuto verso chiunque si trovi lungo il proprio percorso.

    E’, infatti, assolutamente incredibile che nel luogo in cui questo inseguimento è avvenuto, alle 18:30, nessuno abbia compreso la paura di questa ragazza e come lei, forse per una intima vergogna, non si sia rivolta a chiunque lei avesse incontrato per chiedere un primo aiuto.

    Molto spesso, anzi troppo spesso, si parla di società inclusiva, una definizione ideologica incapace di affrontare le problematiche sociali ma che assicura una visibilità politica ed ideologica a chi la definisce. Tanto poi, alla fine, tutti noi non siamo in grado neppure di salvare da una situazione di pericolo una bambina di 11 anni. Troppo distratti dalle nostre misere realtà quotidiane tanto da dimostrarci incapaci persino di vedere la disperazione nel volto di una bimba.

  • La Commissione europea si dà gli obiettivi da perseguire nel 2025

    La Commissione ha adottato il programma di lavoro per il 2025, che delinea l’ambizione di promuovere la competitività, rafforzare la sicurezza e migliorare la resilienza economica nell’Ue. Il programma concretizza gli impegni illustrati negli orientamenti politici e nelle lettere di incarico inviate dalla presidente von der Leyen.

    Il programma di lavoro si concentra sulle iniziative faro che la Commissione adotterà nel primo anno del suo mandato, in risposta alle questioni che più interessano gli europei. Rispecchia il bisogno di più opportunità, innovazione e crescita per i nostri cittadini e per le imprese, promuovendo in ultima analisi un’Ue più sicura e più prospera.

    Il programma di lavoro è accompagnato da una comunicazione sull’attuazione e sulla semplificazione. Illustra in che modo la Commissione intende, nei prossimi cinque anni, agevolare l’attuazione pratica delle norme dell’UE, ridurre gli oneri amministrativi e semplificare le norme. Contiene obiettivi e strumenti per contribuire a ridurre l’onere normativo, rafforzare la competitività e la resilienza e ottenere miglioramenti rapidi e significativi per i cittadini e le imprese.

    Ogni anno la Commissione adotta un programma di lavoro in cui sono elencate le azioni che prevede di realizzare nell’anno successivo. Poiché il nuovo collegio ha iniziato i lavori il 1º dicembre 2024, il programma di lavoro della Commissione per il primo anno del nuovo mandato è stato adottato l’11 febbraio 2025.

    Il programma di lavoro per il 2025 è fortemente incentrato sulla semplificazione. Comprende una prima serie di pacchetti e proposte omnibus volti a migliorare e accelerare il funzionamento delle politiche e della legislazione dell’UE, per rafforzare la competitività dell’UE.

    La prima proposta omnibus introdurrà una semplificazione di ampia portata nei settori dell’informativa sulla finanza sostenibile, del dovere di diligenza ai fini della sostenibilità e della tassonomia. Altre iniziative, come l’atto legislativo sull’accelerazione della decarbonizzazione industriale, semplificheranno le prescrizioni per il rilascio di permessi e autorizzazioni e per la rendicontazione. Una nuova definizione di piccole imprese a media capitalizzazione ridurrà il carico normativo e farà sì che le PMI affrontino meno ostacoli alla crescita.

    Le misure di semplificazione riguardanti la politica agricola comune e altri settori strategici che interessano gli agricoltori affronteranno ulteriormente le radici della complessità e degli oneri amministrativi eccessivi che gravano sulle amministrazioni nazionali e sugli agricoltori. Saranno esaminate ulteriori proposte di semplificazione, tra cui un eventuale omnibus nel settore della difesa per perseguire gli obiettivi di investimento che saranno definiti nel Libro bianco e consentire alle imprese innovative di prosperare.

    Questi i principali obiettivi del programma di lavoro della Commissione per il 2025:

    • prosperità e competitività sostenibili: la bussola per la competitività, varata di recente, guiderà gli sforzi di crescita sostenibile, mentre la strategia dell’UE per le start-up e scale-up migliorerà le capacità degli imprenditori con un migliore accesso al capitale. Al centro del piano collaborativo per la decarbonizzazione e la competitività sta il patto per l’industria pulita, che aprirà la strada a un obiettivo proposto di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040.
    • difesa e sicurezza: in un contesto di tensioni nel panorama geopolitico, l’UE sta intensificando gli sforzi per tutelare la sicurezza e garantire la pace, presentando piani per costruire un futuro solido per la difesa europea. Investendo collettivamente e strategicamente nella cooperazione in seno alla NATO, l’UEmira a rafforzare la sua industria della difesa e a ridurre le dipendenze. La strategia dell’Unione in materia di preparazione rafforzerà l’anticipazione delle crisi e la resilienza, potenziata da iniziative dell’UE quali la strategia di costituzione di scorte e la normativa sui medicinali critici per garantire risorse essenziali
    • sostenere le persone e rafforzare le nostre società e il nostro modello sociale: al fine di consolidare il modello sociale, unico e prezioso, dell’Europa e di rafforzare l’equità, la Commissione guiderà gli sforzi volti a modernizzare le politiche di questo settore attraverso il nuovo piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Per promuovere l’adattamento alle trasformazioni tecnologiche, demografiche e settoriali, la Commissione presenterà l’Unione delle competenze per garantire che tutti i lavoratori ricevano l’istruzione e la formazione di cui hanno bisogno.
    • mantenere la qualità della vita: la Commissione presenterà una visione per l’agricoltura e l’alimentazione volta garantire un quadro stabile per gli agricoltori e delineerà una tabella di marcia per le principali proposte. Il patto per gli oceani creerà un quadro unificato per le politiche in campo oceanico, con l’obiettivo di preservare la salute degli oceani e promuovere l’economia blu dell’UE, mentre la strategia europea per la resilienza idrica adotterà un approccio dalla sorgente al mare per gestire efficacemente le risorse idriche, affrontando impatti dei cambiamenti climatici come inondazioni e siccità. Un pacchetto di semplificazione della politica agricola comune affronterà le radici della complessità e degli oneri amministrativi che gravano sugli agricoltori e sulle amministrazioni nazionali.
    • tutela della democrazia e difesa dei valori: iniziative come lo scudo per la democrazia affronteranno minacce quali l’aumento dell’estremismo e della disinformazione. La Commissione prevede anche di rafforzare le strategie per combattere la discriminazione basata su genere, disabilità, orientamento sessuale o razza, compresa una strategia rinnovata per l’uguaglianza LGBTIQ e una nuova strategia contro il razzismo.
    • un’Europa globale: fare leva sulla nostra forza e sui nostri partenariati: mentre lavorare per la libertà dell’Ucraina rimane una priorità, l’UE si impegna anche a garantire una pace giusta, globale e duratura in Medio Oriente basata sulla soluzione dei due Stati. Un patto mediterraneo e una strategia per il Mar Nero si concentreranno sulla cooperazione regionale, sugli investimenti economici e sulla sicurezza e una nuova agenda strategica UE-India adotterà un approccio globale per individuare settori di comune interesse strategico.
    • raggiungere insieme gli obiettivi e preparare l’Unione al futuro: la Commissione intende presentare un nuovo quadro finanziario pluriennale incentrato sulla semplificazione dell’accesso ai finanziamenti dell’UE e sul potenziamento dell’impatto finanziario per sostenere i finanziamenti nazionali, privati e istituzionali. Sarà dedicata un’attenzione particolare alle revisioni politiche pre-allargamento per valutare ulteriormente le conseguenze e l’impatto dell’allargamento su tutte le politiche dell’UE, garantendo che le nostre politiche possano continuare a produrre risultati efficaci in un’Unione più ampia.
  • Dalla caduta del muro di Berlino ai nuovi assetti mondiali: l’Europa si svegli

    Il 9 novembre 1989 abbiamo tutti festeggiato la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della Germania che rappresentava anche una nuova speranza per un’Unione Europea più forte e coesa.

    A distanza di tempo rimangono ancora irrisolti i problemi dovuti alla riunificazione, non solo quelli economici, tutti gli stati europei hanno infatti, in misura diversa, contribuito a pagarne il costo, ma quelli culturali legati alla permanenza, per tanti anni, degli abitanti della Germania dell’est sotto il giogo comunista e senza conoscere il valore autentici della libertà e della democrazia.

    Oggi la Germania, per molto tempo pilastro fondamentale dell’Unione, sta vivendo una crisi preoccupante per i risvolti interni ed esterni: formazioni politiche estremiste, crisi di governo, riduzione della crescita sono problemi che, assommati a quelli derivanti dalla guerra russa contro l’Ucraina, dalla mancanza di unione politica e di difesa in Europa e dal nuovo corso che con Trump prederanno gli Stati Uniti, destano significative preoccupazioni.

    Il diverso corso che prenderà la politica statunitense verso l’Europa, anche tendendo conto degli altri risvolti internazionali, e l’attuale debolezza tedesca, che va di pari passo a quella francese, e non solo, dovrebbero finalmente convincere il Consiglio europeo ad affrontare immediatamente al proprio interno il confronto sulla urgente necessità di attuare quanto fino ad ora è stato solo enunciato e promesso.

    L’Europa è veramente unita solo se si dota, finalmente, di una politica comune di difesa e di progettualità sociale ed economica, senza l’Unione politica siamo destinati ad un inesorabile declino con catastrofiche conseguenze per noi e per i paesi nostri partner, a cominciare dall’Africa che è sempre più colonizzata da Cina e Russia.

    Il nuovo patto di offesa, più che di difesa, tra Russia e Corea del Nord, la ormai stretta amicizia tra Russia e Cina, la confluenza degli interessi di alcuni paesi Bric verso la ricerca di un diverso ordine mondiale, il che non significa solo modifica di assetti economici ma soprattutto di sistemi culturali e del concetto di libertà e democrazia, non consentono all’Europa ulteriori indugi.

    Anche a noi cittadini il compito di ricordarlo ai nostri rappresentanti nazionali ed europei, solo se sentiranno che la nostra voce è forte e decisa finalmente faranno seguire i fatti alle troppe parole inutili.

  • Nuova guerra fredda: bombardieri cinesi e russi intercettati sull’Alaska

    Il Comando di difesa aerospaziale del Nord America (Norad) ha intercettato a fine luglio due bombardieri russi e due cinesi in volo al largo dell’Alaska. Lo ha riferito un funzionario del dipartimento della Difesa Usa citato dall’emittente televisiva “Cnn”, secondo cui è la prima volta che bombardieri dei due Paesi vengono intercettati mentre effettuano un pattugliamento congiunto al largo di quello Stato Usa. I quattro bombardieri si sono mantenuti nello spazio aereo internazionale all’interno della Zona di identificazione per la difesa aerea dell’Alaska, e “non sono stati ritenuti una minaccia”, secondo un comunicato diffuso dal Norad. I quattro velivoli – due bombardieri strategici russi a lungo raggio Tu-95 Bear e due bombardieri cinesi H-6 – sono stati intercettati da cacciabombardieri statunitensi F-16 ed F-35 e da cacciabombardieri canadesi Cf-18.

    Gli Stati Uniti intendono adottare un nuovo approccio alle sfide strategiche nell’Artide, basato su una più stretta collaborazione con alleati e Paesi partner e in risposta al crescente allineamento delle politiche regionali di Russia e Cina. Il dipartimento della Difesa Usa ha presentato questa settimana una nuova strategia regionale, che prevede l’istituzione di una “Tavola rotonda per le politiche di sicurezza nell’Artide”, tesa a definire linee guida in materia di difesa. La Tavola rotonda si affiancherà al Consiglio artico, il forum internazionale di alto livello che include tra i suoi membri anche la Russia, e che non si occupa di questioni legate alla difesa. Il dipartimento della Difesa Usa non aggiornava la propria strategia per l’Artide dal 2019, e la nuova versione del documento fa esplicito riferimento ai tentativi della Cina di aumentare la propria presenza e influenza nella regione.

    Il documento evidenzia anche la maggior frequenza delle esercitazioni militari congiunte intraprese da Russia e Cina nell’Artide, e sottolinea che navi da guerra dei due Paesi hanno operato in acque internazionali al largo dell’Alaska sia nel 2022 che nel 2023. “L’isolamento della Russia causato dalla sua invasione su larga scala dell’Ucraina l’ha resa sempre più dipendente (dalla Cina) per il finanziamento delle infrastrutture di esportazione energetica nell’Artide”, afferma il documento strategico, secondo cui “oltre l’80 per cento della produzione russa di gas naturale e il 20% di quella di petrolio viene dall’Artide, e la Russia si sta rivolgendo sempre più ai fondi (della Cina) per l’estrazione e l’acquisto di queste risorse”. La politica artica adottata dalla Cina nel 2018 afferma che il futuro della regione è questione che riguarda “il benessere” di tutti gli Stati mondiali, e che la governance dell’Artide richiede la partecipazione e il contributo ” di tutte le parti interessate”.

  • I vertici militari italiani sollecitano la creazione di una forza armata comunitaria

    I vertici militari italiani lanciano l’allarme: le sfide alla sicurezza dell’Europa pongono l’Ue di fronte alla necessità di mettere in campo una difesa veramente europea alla svelta.

    Al convegno sulla difesa comune europea organizzato dalla Fondazione Italiaprotagonista di Maurizio Gasparri («Difesa europea, il nostro futuro») sollecitazioni in tal senso sono giunte da: l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, Sottocapo di Stato Maggiore della Marina militare; il generale Teo Luzi, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri; il generale Carmine Masiello, Capo di Stato maggiore dell’Esercito; il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante operativo di Vertice Interforze, il generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare e l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato maggiore della Difesa.

    «Una nuova Cortina di ferro sta scendendo sull’Europa», ha affermato Berutti Bergotto, mentre il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante operativo di Vertice Interforze, ha evidenziato che «difesa europea significa anche condivisione del budget economico e del know how industriale. Non bastano le risorse economiche per avere le capacità; le capacità si realizzano nel tempo. Vanno preparate le procedure di impiego e le risorse umane». Il generale Teo Luzi, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, ha posto l’accento sul procurement: «Oggi l’89% degli armamenti è prodotto dal singolo Stato, per se stesso. Sicuramente la figura di un Commissario europeo per la difesa è un passo avanti, ma non risolutivo». Cavo Dragone, Capo di Stato maggiore della Difesa, ha messo in rilievo che «l’arco di instabilità che minaccia gli approvvigionamenti energetici. Se si lascia un vuoto, Russia e Cina sono pronte a colmarlo». «Perché non c’è una scuola di guerra europea di formazione per gli ufficiale europei?», si è chiesto il Capo di Stato maggiore dell’Esercito?» Carmine Masiello, Capo di Stato maggiore dell’Esercito. «Oggi manca un’identità europea. Devo capire se c’è la volontà politica per arrivare a una difesa europea», ha affermato, come rispondendo all’interrogativo del pretendete interlocutore, Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare.

  • Dichiarazione della Presidente von der Leyen sull’attacco dell’Iran contro Israele

    Ieri l’Iran ha lanciato un massiccio attacco contro Israele, utilizzando droni e missili. Un simile attacco diretto dell’Iran contro Israele è senza precedenti.

    Oggi noi, leader del G7, abbiamo condannato quest’attacco con la massima fermezza. Esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno al popolo israeliano e ribadiamo il nostro risoluto impegno per la sua sicurezza.

    Le azioni dell’Iran rischiano di provocare un’escalation incontrollabile nella regione, che deve essere evitata.

    Continueremo a lavorare per stabilizzare la situazione.

    Chiediamo all’Iran e ai suoi alleati di cessare completamente gli attacchi. Tutte le parti devono esercitare la massima moderazione.

    Abbiamo anche discusso della necessità di porre fine quanto prima alla crisi a Gaza. Ciò implica un immediato cessate il fuoco e l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas, oltre alla fornitura di maggiore assistenza umanitaria ai palestinesi in difficoltà.

    Valuteremo ulteriori sanzioni contro l’Iran in stretta collaborazione con i nostri partner, soprattutto in relazione ai programmi su droni e missili.

    Grazie.

  • Reati e animali, modifiche al codice penale

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’ANMVI- Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

    Il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi si dice “soddisfatto” dello stop alla Pdl 30. Dopo le contrarietà emerse in audizione, la Commissione Giustizia della Camera si prende un “congruo” tempo gli emendamenti. Salta il calendario: il testo non sarà in Aula la prossima settimana. Melosi: “Apprezziamo la prudenza della Commissione. Le nostre obiezioni erano fondate”.
    Siamo soddisfatti della pausa di riflessione sulla pdl 30. Il testo presenta forti criticità per la professione veterinaria”. Così il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi commenta lo stop deciso ieri dalla II Commissione Giustizia della Camera alle proposte di modifica al codice penale in materia di reati contro gli animali”.

    Il Presidente della Commissione Giustizia, On. Ciro Maschio, ha riferito che sono in corso “interlocuzioni tra le forze politiche” che richiedono “un ulteriore lasso di tempo”. La proposta di legge non sarà in aula il 20 febbraio, come da programmazione iniziale.

    L’Associazione, in audizione la scorsa settimana, aveva evidenziato numerosi profili antigiuridici ed eccessi penalistici sull’operato dei Medici Veterinari, con l’introduzione di fattispecie colpose che non hanno precedenti nel sistema penalistico nazionale. Ai Ministri Nordio, Schillaci e Lollobrigida, l’Anmvi aveva anche segnalato l’incompatibilità di numerosi articoli con l’ordinamento delle professioni sanitarie, con le norme sui controlli ufficiali veterinari e con le produzioni alimentari di origine animale.

    La Commissione Giustizia ha rinviato ad una successiva seduta l’adozione del testo base, risultante dall’abbinamento della pdl 30, la principale in materia, con altre proposte analoghe. Anche per gli emendamenti, ha dichiarato il Presidente Maschio, è necessario un lasso di tempo “congruo” e un esame “approfondito”. A favore del rinvio si è espressa la deputata Maria Carolina Varchi (FDI) “al fine di consentire quella sintesi politica necessaria per l’adozione di un testo largamente condiviso”.

    “Apprezziamo la prudenza della Commissione. Le nostre obiezioni erano fondate”- conclude il Presidente dell’ANMVI.

    Fonte: Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

  • La Commissione apre un invito per la prima edizione degli hackathon sul digitale nella difesa

    La Commissione ha pubblicato un primo invito a manifestare interesse volto a selezionare 6 organizzatori locali per la prima edizione degli hackathon nel quadro del sistema di innovazione nel settore della difesa dell’UE (EUDISL’evento si svolgerà dal 31 maggio al 2 giugno 2024.

    Un hackathon è un evento in cui le persone si incontrano, si riuniscono in squadre e collaborano trovando soluzioni uniche a sfide in un arco di tempo limitato. Gli hackathon del sistema di innovazione nel settore della difesa dell’UE mirano ad attrarre nuovi talenti nel settore e a stimolarne l’innovazione. Si tratta del primo di una serie di hackathon che verranno organizzati simultaneamente nei prossimi 4 anni in diversi Stati membri dell’UE e in Norvegia.

    Il tema della prima edizione degli hackathon è “il digitale nella difesa”. Verranno concepite diverse sfide, per le quali le squadre di studenti o giovani ingegneri competeranno nel trovare le migliori soluzioni. Esperti dei ministeri della difesa, degli ecosistemi dell’innovazione e dell’industria della difesa guideranno le squadre durante l’evento e selezioneranno le soluzioni migliori.

    Le candidature saranno aperte fino alle ore 12:00 dell’11 marzo 2024.

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