diritto d’autore

  • Dichiarazione alla vigilia del 5° anniversario del regolamento generale sulla protezione dei dati

    In occasione del quinto anniversario dell’entrata in vigore del regolamento generale sulla protezione dei dati (25 maggio) Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, e Didier Reynders, Commissario per la Giustizia, hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Cinque anni fa, nel 2018, è entrato in vigore un atto pionieristico: il regolamento generale sulla protezione dei dati. Questa normativa storica ha permesso ai cittadini di acquisire un vero controllo sui propri dati e ha generato condizioni di concorrenza eque per le imprese. Il regolamento ha rappresentato una tappa fondamentale nell’elaborazione della transizione digitale nell’UE. Non solo abbiamo fissato norme globali per una regolamentazione sicura dei flussi di dati, ma abbiamo anche gettato le basi per un approccio antropocentrico all’uso delle tecnologie.

     Il regolamento ha rafforzato e armonizzato il diritto fondamentale alla protezione dei dati per tutti i cittadini dell’Unione europea. Tutti hanno ormai il diritto di sapere quali dei propri dati vengono utilizzati e a quale scopo. Tutti possono esercitare il diritto di accedere, rettificare e cancellare i propri dati personali”.

  • Gli Stati membri iniziano ad applicare le nuove norme UE sul diritto d’autore

    Lunedì 7 giugno scade il termine entro il quale gli Stati membri sono tenuti a recepire le nuove norme UE sul diritto d’autore nell’ordinamento nazionale. La nuova direttiva sul diritto d’autore tutela la creatività nell’era digitale, con benefici concreti per i cittadini, i settori creativi, la stampa, i ricercatori, gli educatori e gli istituti di tutela del patrimonio culturale in tutta l’UE. Allo stesso tempo, grazie alla nuova direttiva sui programmi televisivi e radiofonici, per le emittenti europee sarà più semplice rendere disponibili oltre frontiera alcuni programmi sui loro servizi online. Oggi la Commissione ha inoltre pubblicato i propri orientamenti sull’articolo 17 della nuova direttiva sul diritto d’autore, che prevede nuove norme relative alle piattaforme per la condivisione di contenuti.

    Le due direttive, entrate in vigore nel giugno 2019, mirano ad aggiornare le norme UE sul diritto d’autore e consentiranno ai consumatori e ai creatori di sfruttare al meglio il mondo digitale, in cui i servizi di musica in streaming, le piattaforme di video su richiesta, la televisione via satellite e IPTV, gli aggregatori di notizie e le piattaforme di contenuti caricati dagli utenti sono diventati i principali punti di accesso alle opere creative e agli articoli di stampa. Le nuove norme stimoleranno la creazione e la diffusione di un maggior numero di contenuti ad alto valore e consentiranno di utilizzare maggiormente il digitale in settori chiave della società, salvaguardando nel contempo la libertà di espressione e altri diritti fondamentali. Grazie al recepimento negli ordinamenti nazionali, i cittadini e le imprese dell’UE possono iniziare a beneficiarne.

    La direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale prevede nuove norme volte a garantire una remunerazione più equa per i creatori e i titolari dei diritti, gli editori di giornali e i giornalisti, in particolare quando le loro opere sono utilizzate online, oltre a rendere più trasparenti le loro relazioni con le piattaforme online. Prevede inoltre nuove garanzie per proteggere appieno la libertà di espressione online dei cittadini dell’UE, che potranno condividere legittimamente i loro contenuti. Le nuove norme creano inoltre ulteriori opportunità di utilizzare materiale protetto dal diritto d’autore online e a livello transfrontaliero a fini di istruzione, ricerca e conservazione del patrimonio culturale.

    Gli orientamenti sull’articolo 17 della nuova direttiva sul diritto d’autore sono intesi a favorire un’applicazione coerente in tutti gli Stati membri di questa importante disposizione della nuova normativa UE sul diritto d’autore. L’articolo 17 prevede che i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online debbano ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti per i contenuti caricati sul proprio sito web e che, qualora non sia concessa alcuna autorizzazione, debbano adottare misure per evitare caricamenti non autorizzati. Gli orientamenti forniscono indicazioni pratiche sulle principali disposizioni dell’articolo 17 aiutando gli operatori del mercato a migliorare la loro conformità alle normative nazionali che le recepiscono.

    Gli orientamenti tengono conto dei pareri raccolti tra le parti interessate e gli Stati membri che hanno partecipato alle riunioni organizzate dalla Commissione per discutere le migliori prassi per la cooperazione tra le piattaforme online per la condivisione di contenuti e i titolari dei diritti.

    Le nuove norme stabilite dalla direttiva sui programmi televisivi e radiofonici garantiscono che i cittadini dell’UE possano accedere a una più ampia scelta di programmi online e a livello transfrontaliero. Grazie alla direttiva, per le emittenti sarà più facile rendere disponibili alcuni programmi nelle dirette televisive o nei servizi di catch-up in tutti gli Stati membri, garantendo nel contempo che i creatori siano adeguatamente remunerati per l’uso dei loro contenuti. La direttiva semplifica inoltre la distribuzione di una gamma più ampia di canali televisivi e radiofonici da parte degli operatori di ritrasmissione.

    Fonte: Commissione europea

  • Ok definitivo alla protezione europea del copyright

    Via libera definitivo alla riforma del copyright europeo: il Consiglio ha approvato come punto A, cioè senza discussione, la direttiva che modifica le regole sul diritto d’autore. Come annunciato, l’Italia ha votato contro assieme a Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Astenuti Slovenia, Estonia e Belgio. La Germania ha fatto mettere a verbale un suo protocollo in cui invita la Commissione, responsabile dell’attuazione, ad evitare filtri all’upload e censura.

    “Sono molto contento che abbiamo ottenuto un testo bilanciato, creando molte opportunità per il settore creativo europeo, che rifletterà meglio la nostra diversità culturale, e per gli utenti, la cui libertà di espressione su internet sarà consolidata. E’ una pietra miliare per lo sviluppo di un mercato unico digitale robusto e ben funzionante”, ha detto Valer Daniel Breaz, ministro rumeno della cultura e presidente di turno del Consiglio Ue.

    Tra le novità più importanti della riforma, viene data la possibilità (non l’obbligo) agli editori di stampa di negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti. Gli introiti dovranno essere condivisi con i giornalisti. Viene riconosciuto il diritto a colmare il divario tra i ricavi che le grandi piattaforme commerciali fanno diffondendo contenuti protetti da copyright e la remunerazione offerta a musicisti, artisti o detentori dei diritti. Gli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato online materiale protetto da copyright non autorizzato, ma la responsabilità sarà delle grandi piattaforme come YouTube o Facebook.

    Non ci sono filtri ex-ante ma l’obbligo per le piattaforme di fare il “massimo sforzo” per non rendere disponibili i contenuti per cui non hanno i diritti. Obbligatori anche meccanismi rapidi di reclamo, gestiti da persone e non da algoritmi, per presentare ricorso contro un’ingiusta eliminazione di un contenuto. “Con l’accordo di oggi (15 aprile n.d.r) rendiamo le regole del copyright adatte all’era digitale. L’Europa avrà ora regole chiare che garantiscono equa remunerazione ai creatori, diritti per gli utenti e responsabilità per le piattaforme. La riforma era il pezzo mancante del completamento del mercato unico digitale”, ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker.

    “Abbiamo un testo bilanciato che fissa un precedente da seguire per il resto del mondo, mettendo cittadini e creatori al centro della riforma e introducendo regole chiare per le piattaforme online”, lo ha detto il presidente dell’associazione dei produttori di musica indipendente europea (Impala), Helen Smith, commentando la decisione. “La Ue ha dimostrato di essere un leader nel sostenere un internet equo, aperto e sostenibile”, ha aggiunto.

    “Ora che la riforma del copyright è stata adottata da tutte le istituzioni europee, facciamo appello agli stati membri perché la attuino rapidamente”, perché “non c’è tempo da perdere”. Così il presidente dell’Enpa Carlo Perrone dopo l’ok finale dei 28 alla nuova direttiva sul diritto d’autore. “Abbiamo bisogno urgente che il diritto degli editori migliori la posizione negoziale degli editori di stampa nel mondo digitale e li protegga dall’uso commerciale non autorizzato delle loro pubblicazioni”, ha sottolineato il numero uno dell’associazione degli editori di stampa europei. Il plauso all’approvazione definitiva della legislazione europea è arrivato anche dalle altre associazioni europee di editori Emma, Nme ed Epc.

     

  • Il Parlamento europeo approva la direttiva sul Copyright

    “Con il voto di oggi il Pe dà il via libera definitivo alla nuova direttiva per la protezione del diritto d’autore dimostrando la sua determinazione a proteggere e valorizzare l’inestimabile patrimonio di cultura e creatività europeo”. Il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, esprime tutta la sua soddisfazione dopo che gli eurodeputati, riuniti in Sessione plenaria a Strasburgo, hanno approvato con 348 voti favorevoli, 274 contrari e 36 astensioni la direttiva europea sul copyright. Adesso spetterà agli Stati membri approvare, nelle prossime settimane la decisione dell’Europarlamento. Si conclude così l’iter legislativo iniziato nel 2016 e che, con il voto del 26 marzo, garantirà nuove norme, che includono salvaguardie alla libertà di espressione, grazie alle quali creatori ed editori di notizie potranno negoziare con i giganti del web.

    Dare un’organizzazione al mondo del web era un compito che l’Europa si era riproposta dal 2001 ma da allora le cose sono molto cambiate, all’epoca infatti non esistevano ancora le piattaforme Social, né i grandi giganti dell’e-commerce. Con la direttiva attuale, il cui testo era stato formulato dalla Commissione europea nel 2016, si spera di poter fare finalmente ordine, attraverso regole precise e condivise, in quello che lo stesso Tajani ha definito un “far west” delle notizie. E sappiamo bene quanto l’uso inappropriato degli strumenti digitali in questi anni abbia prodotto danni, a partire dalla diffusione di fake news.

    La direttiva intende così garantire che diritti e obblighi del diritto d’autore di lunga data si applichino anche online. YouTube, Facebook e Google News sono alcuni dei nomi di gestori online che saranno più direttamente interessati da questa legislazione. La direttiva si impegna inoltre a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione.

    Secondo la nuova normativa i titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi), editori di notizie e giornalisti potranno negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet le quali, a loro volta,saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito, dando automaticamente agli editori di notizie il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.

    Numerose disposizioni sono specificamente concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione. Poiché la condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, essa può continuare esattamente come prima. Tuttavia, la direttiva contiene anche delle disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino.

    Lo “snippet” (frammento) può quindi continuare ad apparire in un newsfeed (sezione notizie) di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”.

    Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è stato protetto ancor più di prima, garantendo che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.

    Nel testo viene inoltre specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia (che per protesta aveva oscurato il sito italiano il giorno prima del voto di Strasburgo), o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.

    Autori, artisti, interpreti o esecutori potranno chiedere alle piattaforme una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti qualora la remunerazione originariamente concordata fosse sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per i distributori.

    Questi ultimi due passaggi, che nel testo precedente, modificato a febbraio, facevano capo gli assai discussi articoli 11 e 13 sono stati rielaborati con due nuove articoli, 15 e 17.

    L’accordo mira a facilitare l’utilizzo di materiale protetto da diritti d’autore per la ricerca che si basa sull’estrazione di testi e dati, eliminando così un importante svantaggio competitivo che i ricercatori europei si trovano attualmente ad affrontare. Viene inoltre stabilito che le restrizioni del diritto d’autore non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica.

    Infine, la direttiva consentirà l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale. Le opere fuori commercio possono essere utilizzate quando non esiste un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.

    Cosa cambia allora con l’approvazione della direttiva? Attualmente, le aziende online sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Sono obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti solo su richiesta del titolare. Tuttavia, ciò è oneroso per i titolari dei diritti e non garantisce loro un reddito equo.

    La responsabilità delle società online aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti (in particolare musicisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori di notizie e giornalisti) di ottenere accordi di licenza equi, ricavando in tal modo una remunerazione più giusta per l’uso delle loro opere sfruttate in forma digitale.

    E’ inutile sottolineare che il voto del PE ha suscitato reazioni controverse tra chi ha applaudito alla nuova norma e chi invece ha visto nella sua approvazione un bavaglio alla libera informazione, una contrapposizione che ha coinvolto anche gli eurodeputati italiani chiamati a votare in Aula. Le delegazioni del Movimento 5 Stelle e della Lega all’Europarlamento hanno votato compatte contro, mentre la grande maggioranza dei deputati europei del Pd ha votato a favore della direttiva, insieme all’intera delegazione di Forza Italia, ma tre deputati del Pd – Brando Benifei, Renata Briano e Daniele Viotti –  hanno votato contro il testo. Nel gruppo dei Socialisti&Democratici, anche Eli Schlein di Possibile e Sergio Cofferati di Sinistra Italiana hanno espresso voto negativo. Contrari alla direttiva anche Barbara Spinelli e Eleonora Forenza del gruppo di estrema sinistra della Gue, nonché i due ex deputati eletti al M5S Marco Affronte (passato ai Verdi) e David Borrelli (non iscritti). Un’altra ex del M5S, ha preferito invece astenersi. Infine, hanno votato a favore i deputati italiani del gruppo dei Conservatori e riformatori europei Raffaele Fitto, Innocenzo Leontini e Remo Sernagiotto

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