Erasmus

  • L’UE lancia la nuova applicazione Erasmus+ e la Carta europea dello studente

    La Commissione ha lanciato la nuova applicazione Erasmus+, che rappresenta una nuova tappa fondamentale per la digitalizzazione del programma Erasmus+. La nuova applicazione, disponibile in tutte le lingue dell’UE, permetterà a ciascuno studente di dotarsi di una Carta europea dello studente in formato digitale valida in tutta l’Unione europea. Il futuro è digitale, e con questa nuova applicazione gli studenti potranno fare a meno di un altro pezzo di carta.

    Grazie alla nuova app, che funziona con i sistemi Android e iOS, gli studenti potranno:

    • cercare e selezionare la loro destinazione tra gli istituti partner della loro università;
    • firmare il loro contratto di apprendimento online;
    • scoprire eventi e consigli utili relativi alla loro destinazione ed entrare in contatto con altri studenti; e
    • dotarsi di una propria Carta europea dello studente per accedere a servizi, musei, attività culturali e offerte speciali nell’università e nel paese di cui sono ospiti.

    Alla rete Erasmus Without Paper aderiscono attualmente oltre 4 000 università. La rete consente loro di scambiare dati in modo sicuro e di reperire più facilmente i contratti di apprendimento. Questa cooperazione digitale permette la diffusione e un ampio riconoscimento della Carta europea dello studente.

    In linea con il piano d’azione per l’istruzione digitale, il nuovo programma Erasmus+ per il periodo 2021-2027 sostiene lo sviluppo delle competenze digitali e contribuisce alla transizione digitale dei sistemi di istruzione europei. Con un bilancio aumentato fino a oltre 28 miliardi di EUR per il settennio, il programma Erasmus+ sosterrà anche la resilienza dei sistemi di istruzione e formazione di fronte alla pandemia.

    Dal 1987, anno di nascita del primo programma Erasmus, 10 milioni di persone hanno fatto un’esperienza di scambio all’estero. Il nuovo programma Erasmus+ offre opportunità per periodi di studio all’estero, tirocini, apprendistati e scambi di personale in tutti i settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport e per tutte le età.

    Lo studio sugli effetti di Erasmus+ sull’istruzione superiore, pubblicato nel 2019, ha dimostrato che il programma ha ricadute positive sullo sviluppo professionale, sociale, educativo e personale dei partecipanti. In oltre il 70% dei casi, al ritorno dalla mobilità all’estero gli studenti hanno le idee più chiare su ciò che vogliono fare nella loro carriera futura, e riorientano i loro studi in funzione delle loro ambizioni professionali. Più del 90% degli studenti Erasmus+ migliora anche la capacità di lavorare e collaborare con persone di culture diverse e sente di avere un’identità europea.

    Nell’anno accademico in corso (2021-2022) dovrebbero potersi recare all’estero grazie al programma Erasmus+ 600 000 studenti dell’istruzione superiore.

    Nel discorso sullo Stato dell’Unione 2021 la Presidente von der Leyen ha proposto che il 2022 sia l’anno europeo dei giovani.  I giovani devono poter plasmare il futuro dell’Europa.  La nostra Unione deve avere un’anima e una visione in cui i giovani possano credere.

    Fonte: Commissione europea

  • Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà: investire per le future generazioni europee

    La Commissione ha pubblicato la relazione annuale su Erasmus+ 2019, dalla quale si evince che il programma ha pienamente raggiunto i suoi obiettivi per l’anno in questione, con eccellenti livelli di attuazione e un uso efficiente dei fondi. La dotazione finanziaria complessiva del programma Erasmus+ aumenta di anno in anno. Nel 2019 ammontava a 3,37 miliardi di euro, ossia 547 milioni di euro in più rispetto al 2018, il che rappresenta un aumento del 20%. Grazie a questa dotazione Erasmus+ ha sostenuto quasi 940.000 esperienze di apprendimento all’estero e ha finanziato circa 25.000 progetti e 111.000 organizzazioni.

    Una storia europea si successo quella dell’Erasmus che in più di trent’anni ha dimostrato il suo valore aggiunto, tiene a sottolineare Mariya Gabriel, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani. “Il programma rappresenta uno strumento efficace per rispondere a molte delle sfide sociali che l’Europa si trova ad affrontare. In futuro – aggiunge la commissaria – disporremo di un programma Erasmus+ più ampio, più forte e migliore, che sosterrà anche i nostri sforzi volti a realizzare lo spazio europeo dell’istruzione entro il 2025.”

    Nel 2019 il programma ha finanziato la mobilità di quasi 505.000 studenti e membri del personale dell’istruzione superiore. Ha inoltre continuato a sostenere i discenti e il personale dell’istruzione e della formazione professionale: più di 192.000 persone hanno trascorso un periodo di studio all’estero nel 2019. Le prime 17 alleanze universitarie europee sono state create nel giugno 2019 con un bilancio di quasi 85 milioni di euro. La componente dedicata allo sport del programma, con una dotazione di 49,3 milioni di euro, ha finanziato 260 progetti.

    La Commissione ha inoltre pubblicato la prima relazione sull’attuazione del Corpo europeo di solidarietà, istituito nell’ottobre 2018. Si tratta del primo programma dell’UE interamente dedicato a promuovere la partecipazione dei giovani ad attività di solidarietà. Nei primi 15 mesi della sua esistenza, il Corpo ha fornito sostegno a 3 750 progetti, offrendo a più di 27 000 giovani la possibilità di partecipare ad attività di volontariato individuale o di gruppo, tirocini o lavori.

    Erasmus+ e i programmi che lo hanno preceduto sono tra i risultati più tangibili conseguiti dall’UE. Da più di 30 anni offrono ai giovani l’opportunità di scoprire altre realtà in Europa e di proseguire contestualmente gli studi. Il programma continua ad espandersi, raggiungendo nuove regioni e nuovi destinatari. Il programma è inoltre aperto ai paesi partner di tutto il mondo.

    L’11 dicembre gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico sul programma Erasmus+ per il nuovo periodo di programmazione 2021-2027. Il nuovo programma sarà non solo più inclusivo e innovativo ma anche più digitale e più verde. Sarà uno strumento fondamentale per realizzare lo Spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 e per mobilitare il mondo dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport a favore di una ripresa rapida e della crescita futura. Offrirà molte nuove opportunità agli studenti europei: grazie a maggiore accessibilità e formati di mobilità più flessibili, darà opportunità a categorie più diversificate di studenti, compresi quelli che hanno minori occasioni e gli allievi delle scuole, la cui partecipazione è ora prevista dall’azione per la mobilità. Offrirà nuove opportunità di cooperazione, stimolando l’innovazione nella progettazione dei piani di studio e nelle pratiche di apprendimento e insegnamento, oltre a promuovere competenze verdi e digitali. Sosterrà anche nuove iniziative faro, quali le “Università europee”, le accademie degli insegnanti Erasmus, i centri di eccellenza professionale e DiscoverEU.

    Dopo una fase preparatoria tra il 2017 e l’inizio del 2018, il Corpo europeo di solidarietà esiste come programma finanziato dall’UE da ottobre 2018, con un bilancio di funzionamento di 375,6 milioni di euro per il periodo 2018-2020. Si basa su precedenti iniziative dell’UE nel settore della solidarietà e il suo obiettivo è offrire un punto di accesso unico alle organizzazioni attive nel settore della solidarietà e ai giovani che desiderano contribuire alla società nei campi che più li interessano.

    Sulla scia del successo dell’iniziativa, la Commissione europea ha proposto che nel periodo 2021-2027 il Corpo europeo di solidarietà prosegua le sue attività e le estenda agli aiuti umanitari dell’UE con una dotazione finanziaria complessiva di 1,009 miliardi di euro per il periodo 2021-27. L’accordo politico raggiunto sul programma dal Parlamento europeo e dagli Stati membri l’11 dicembre ha accolto la proposta.

  • Coronavirus e mobilità Erasmus+: è possibile chiedere l’applicazione del principio di “causa di forza maggiore”

    La Commissione europea informa che per le mobilità degli alunni, degli studenti e dello staff che operano negli ambiti dell’istruzione scolastica, dell’istruzione superiore e dell’educazione degli adulti nell’ambito del programma Erasmus+ potrà applicarsi il principio di “causa di forza maggiore”.

    Il modello della convenzione di sovvenzione tra le Agenzie nazionali e i beneficiari, la guida al programma e altri documenti contrattuali prevedono la possibilità di cancellare, sospendere o posporre le attività appellandosi alla causa di forza maggiore. E’ quindi possibile richiedere all’Agenzia Nazionale di applicare tale clausola, relativamente alle attività e ai costi per tutte quelle mobilità che vengano annullate in ragione della situazione di emergenza e dei provvedimenti delle competenti autorità.

    Gli istituti e le organizzazioni interessati sono invitate a rivedere la pianificazione e la calendarizzazione delle attività, posticipando le mobilità – anche in entrata – in accordo con i partner di progetto e nell’ambito delle rispettive relazioni bilaterali. Le indicazioni recepiscono quanto disposto dai riferimenti normativi nazionali e dalle note della Commissione europea: Nota della Commissione europea del 25 febbraio 2020 “Coronavirus – exceptional measures with regard to Erasmus+ and European Solidarity Corps projects”

  • Nel 2018 oltre 850.000 studenti hanno sfruttato i programmi Erasmus

    Erasmus+ è uno dei programmi di maggior successo finanziati dall’Unione Europea. Esso permette a milioni di giovani la possibilità di vivere un’esperienza scolastica, di volontariato o di formazione lavorativa all’estero. L’Europa offre dal 1987 la possibilità agli studenti di viaggiare, e in particolare, dal 2014 al 2020 sono stati commissionati 14,7 miliardi di € per il programma.

    Di recente è stata pubblicata la relazione annuale 2018 su Erasmus+, essa mostra come, da oltre 30 anni, 10 milioni di persone abbiano preso parte a questa esperienza unica e fondamentale per la loro vita. Il 2018 si è rivelato un anno record sotto molto punti di vista: sono stati finanziati 23.500 progetti e più di 850.000 studenti, apprendisti, insegnanti e animatori per i giovani hanno avuto la possibilità di spostarsi grazie ai fondi del progetto, e quasi il 10% degli studenti tirocinanti e membri del personale dell’istruzione superiore sovvenzionati durante l’anno scolastico hanno viaggiato da e verso paesi partner in tutto il mondo.

    Di fondamentale importanza è l’ambito sportivo. Lo sport come attività di unione, di confronto e di conoscenza reciproca è un pilastro fondamentale nel progetto europeo: per questo sono stati finanziati 199 progetti sportivi. Erasmus+, in aggiunta, ha sostenuto l’annuale Settimana europea dello sport, un progetto che ogni anno raggiunge un successo enorme, con un grande numero di eventi in tutto il continente. Il 2018 è stato anche l’Anno europeo del patrimonio culturale, dunque molte attività sostenute da Erasmus+ riguardavano proprio la valorizzazione del patrimonio culturale europeo.

    La portata geografica del progetto si è estesa notevolmente nel corso degli anni: dal 1987 quando erano coinvolti 11 paesi, si è arrivati nel 2020 a 34 paesi partecipanti (tutti i 28 Stati membri dell’UE più Islanda, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia). Per questo la Commissione ha presentato una proposta di ampliamento del progetto, con l’obiettivo di raddoppiare gli stanziamenti nel prossimo bilancio a lungo termine 2021-2027, in modo da dare la possibilità a un numero sempre maggiore di persone, anche provenienti da classi sociali meno abbienti, di partecipare a un’esperienza che possa aprire loro le porte dell’Europa e del mondo.

  • L’UE investirà 3,3 miliardi di euro nel programma per studenti Erasmus +

    In molti la considerano l’iniziativa europea più riuscita tant’è che ogni anno sempre più giovani vi partecipano. Stiamo parlando dei Progetti Ersamus ed Erasmus+, il primo riservato agli studenti universitari, l’altro a giovani laureati o appena inseritisi nel mondo del lavoro che intendono cimentarsi in un percorso professionale all’estero. Ed il 5 novembre la Commissione europea ha pubblicato l’invito a presentare proposte per il programma Erasmus + del 2020.

    Il budget previsto di oltre 3 miliardi di euro, per l’ultimo anno dell’attuale programma dell’UE, è stato aumentato del 12% rispetto al budget del 2019. Negli ultimi due anni, oltre 15.000 scuole hanno visto scambi si studenti e insegnanti nell’ambito del programma ed il prossimo anno altre 9.000 scuole avranno l’opportunità di prenderne parte. Inoltre, l’invito di quest’anno offre opportunità di sostegno agli scambi di studenti e personale africano, con l’obiettivo di supportare 35.000 persone entro il prossimo anno, una proposta che fa parte delle iniziative afferenti l’Alleanza Africa-Europa per investimenti sostenibili e posti di lavoro.

  • Per più di 5 milioni di giovani europei Erasmus+ è stata un’esperienza decisiva

    Il progetto Erasmus+, promosso dall’Unione Europea e attivo ormai da più di trent’anni, è sicuramente quello più vincente tra i tanti proposti nel corso degli anni. Dalla sua entrata in vigore nel 1987, infatti, il numero degli studenti universitari che vi hanno partecipato è aumentato sempre più e ad alcuni di essi ha cambiato e sta cambiando la vita. Secondo uno studio condotto dalla Commissione europea e che ha coinvolto 77.000 studenti e più di 500 organizzazioni, più di 5 milioni di giovani europei non solo traggono benefici immediati dall’esperienza di studio all’estero, ma riscontrano esiti positivi anche nella loro futura carriera universitaria e lavorativa, dimostrando come questo progetto agevoli i giovani nelle loro future carriere lavorative e li prepari ad affrontare le sfide della nuova era digitale, sfide particolarmente acute per la società moderna.

    Questa indagine ha provato che gli studenti che prendono parte a questa avventura hanno idee più chiare sul loro futuro quando tornano dall’estero, riuscendo anche a riprogettare i loro studi e le loro ambizioni in modo da raggiungere più facilmente l’obiettivo fissato. Inoltre questa esperienza permette loro di trovare un impiego molto più facilmente: l’80% di questi studenti è stato assunto tre mesi dopo la laurea e il 72% ha avuto il primo lavoro proprio grazie al soggiorno all’estero. Oltre a ciò, le abilità conseguite durante l’Erasmus+ hanno aiutato questi ragazzi nella loro quotidiana vita lavorativa, permettendo loro anche una carriera brillante. Il 90% degli studenti coinvolti sostiene che il viaggio ha permesso loro di sapersi confrontare e lavorare con culture diverse, acquisendo anche una maggiore consapevolezza di un’identità europea.

    In generale, Erasmus+ è un arricchimento enorme non solo dal punto di vista culturale, ma anche lavorativo in quanto è una presenza preziosa nel proprio curriculum e facilita enormemente l’ingresso nel mondo lavorativo. Erasmus+ ha inoltre sostenuto progetti di cooperazione imprenditoriale, favorendo la creazione di spin-offs e start-ups.

  • L’UE stanzia 100 milioni di euro supplementari per favorire i programmi di ricerca e di mobilità degli studenti

    A seguito dell’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio in merito al bilancio dell’UE 2019 , la Commissione europea ha proposto di aggiungere 100 milioni di euro al finanziamento dei programmi faro dell’UE: Orizzonte 2020 e Erasmus+. Questi fondi supplementari contribuiranno a rafforzare la risposta dell’UE dinanzi a sfide fondamentali quali i cambiamenti climatici e ad adattare ulteriormente il settore dell’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro. Dei 100 milioni di euro supplementari, 80 milioni sono destinati alla ricerca sul clima nell’ambito di Orizzonte 2020, il programma di ricerca e innovazione dell’UE. Questo denaro contribuirà all’ambizioso obiettivo di destinare il 35% della dotazione di bilancio di Orizzonte 2020 alla ricerca sul clima.

    I restanti 20 milioni di euro andranno a sostegno del programma dell’UE per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa, Erasmus+. Questi fondi supplementari contribuiranno inoltre a istituire entro il 2025 le “Università europee”, una nuova iniziativa dell’UE e una pietra angolare dello Spazio europeo dell’istruzione. Entro il 2021 l’UE intende istituire 12 università europee che consentiranno agli studenti di ottenere un diploma combinando gli studi in diversi paesi dell’UE e contribuiranno alla competitività internazionale delle università europee nell’UE e nel resto del mondo.

    La proposta adesso richiede l’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio.

    Fonte: Commissione europea

  • Erasmus+, un progetto di successo

    La Commissione europea ha pubblicato la sua relazione annuale sul programma Erasmus+, da cui emerge che al programma sta partecipando il numero di persone più elevato di sempre, mentre il numero di progetti finanziati ha continuato a crescere. Al contempo il programma sta diventando più inclusivo e più internazionale.

    Nel 2017, l’UE ha investito nel programma la cifra record di 2,6 miliardi di EUR, con un aumento del 13% rispetto al 2016. Grazie a tali investimenti, il numero di opportunità offerte ai giovani è oggi più elevato che mai. In base ai dati pubblicati, Erasmus+ rimane sulla buona strada per conseguire l’obiettivo di sostenere il 3,7% dei giovani dell’UE tra il 2014 e il 2020. La relazione sottolinea inoltre che il programma sta diventando più aperto per le persone provenienti da contesti svantaggiati nonché da organizzazioni più piccole.

    Il sostegno per il programma è più forte che mai. Durante la campagna volta a celebrare il trentennale di Erasmus, condotta con successo nel 2017, oltre 750.000 persone hanno partecipato a 1.900 eventi in 44 paesi, evidenziando una volta di più il ruolo del programma Erasmus+ (e dei programmi che lo hanno preceduto) nel consentire ai giovani di sviluppare le loro competenze e di vivere concretamente l’esperienza di sentirsi europei.

    Nel 2017 il programma Erasmus+ ha fornito sostegno a un numero record di persone – quasi 800.000 – permettendo loro di studiare, seguire una formazione o fare volontariato all’estero, con un aumento del 10% rispetto al 2016. Inoltre il programma ha finanziato la cooperazione tra enti di istruzione, organizzazioni giovanili e imprese. In totale, 84 700 organizzazioni hanno partecipato a 22 400 progetti. Durante l’anno accademico 2016/2017 il programma ha consentito a più di 400 000 studenti universitari, tirocinanti e membri del personale di trascorrere un periodo di apprendimento o di insegnamento all’estero. Tra questi, circa 34 000 studenti e membri del personale hanno ricevuto sovvenzioni per recarsi in paesi partner in tutto il mondo, o per essere accolti in provenienza da uno di tali paesi. La Francia, la Germania e la Spagna sono stati i tre principali paesi di partenza per gli studenti, mentre le tre destinazioni più popolari sono state la Spagna, la Germania e il Regno Unito.

    La relazione annuale dimostra ancora una volta che Erasmus+ è ben più che un programma rivolto agli studenti universitari ed al personale accademico. L’UE ha inoltre continuato a mettere a disposizione corsi di formazione professionale per i discenti e il personale (160 000 persone), per i giovani e i giovani lavoratori (158 000) e per il personale del settore dell’istruzione per gli adulti (6 400). Tra i beneficiari dei progetti di cooperazione vanno inoltre annoverati i docenti e il personale scolastico (47 000) e i loro alunni (110 000). Oltre alla Settimana europea dello sport, il programma ha finanziato 162 progetti a cui hanno partecipato 930 organizzazioni sportive, compresi dieci eventi sportivi senza scopo di lucro.

    Erasmus+ sta diventando sempre più accessibile per coloro che possono trarne il massimo vantaggio, offrendo maggiori opportunità e stanziando finanziamenti supplementari per i partecipanti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati. Nel 2017, quasi 21 000 studenti e membri del personale svantaggiati hanno partecipato alle attività di mobilità Erasmus+ nel settore dell’istruzione superiore. Il numero totale di partecipanti svantaggiati nel campo dell’istruzione superiore è salito così ad oltre 67 500 a partire dal 2014, tra i quali quasi 2 000 partecipanti con esigenze speciali.

    Inoltre nel 2017 il programma si è ulteriormente evoluto al fine di integrare le priorità strategiche dell’UE per le competenze digitali nei settori dell’istruzione, della formazione e della gioventù, anche attraverso programmi di studio e metodi di insegnamento innovativi. Ad esempio, la nuova applicazione mobile di Erasmus+ è stata scaricata ed installata oltre 55 000 volte a partire dal suo lancio a metà del 2017; più di 380 000 persone hanno beneficiato di una formazione linguistica online dal 2014, tra cui quasi 5 500 rifugiati arrivati recentemente.

    Fonte: Comunicato stampa della Commissione europea

  • Erasmus un progetto europeo vincente

    Nel 1987 l’Unione europea dà vita al progetto Erasmus che consente agli studenti universitari dei Paesi membri dell’Unione europea di seguire un periodo di studi in un altro Stato. Nei 31 anni di vita, Erasmus ha consentito a 4,4 milioni di studenti, 663mila dei quali italiani, di frequentare l’università in un altro Paese della Ue. Se a questi studenti universitari si aggiungono quelli in formazione professionale, i partecipanti a scambi giovanili, i docenti e i volontari, ben 9 milioni di persone hanno potuto usufruire di un’esperienza Erasmus. Dal 2014 infatti Erasmus è divenuto Erasmus+, cioè un programma della Ue per istruzione, formazione, gioventù e sport, rivolto a tutti gli studenti dai 13 ai 30 anni, La Ue dal 2014 al 2020 ha stanziato 14,7 miliardi di euro per questa iniziativa, che offre non solo la possibilità di studiare in un altro Paese e quindi di conoscerlo ma è utile anche per creare quei cittadini europei che potranno, si spera, un domani risolvere i tanti problemi ancora irrisolti sia del loro Paese che dell’Unione.

    L’Italia è il quarto Paese, dopo Spagna, Germania e Francia, per numero di giovani in partenza per altri Stati ed è al quinto poso, dopo Spagna, Germania, Francia e UK, per studenti europei ospitati nelle proprie università. Gli italiani scelgono principalmente Spagna, Germania, Francia, UK e Portogallo e gli studenti provengono anzitutto dall’Alma Mater di Bologna, dall’università degli Studi di Padova, dalla Sapienza di Roma, dall’Università degli Studi di Torino e dalla Statale di Milano. Le università italiane che accolgono più studenti dall’estero sono l’Alma Mater, la Sapienza, l’Università degli Studi di Firenze, il Politecnico di Milano e l’università di Padova. Secondo i dati a 5 anni dalla laurea il tasso di disoccupazione degli studenti Erasmus è più basso del 23% rispetto agli studenti non Erasmus.

    Il progetto diventa sempre più importante rispetto alle note difficoltà che sta incontrando la Ue nell’affrontare temi incandescenti come quello dell’immigrazione, del terrorismo, della disoccupazione e della capacità di collaborazione e comprensione reciproca tra Paesi che per storia, tradizioni e abitudini, hanno sistemi non omogenei. La frequentazione di Erasmus non solo migliora complessivamente il grado di cultura ma aiuta anche i giovani a una maggiore consapevolezza delle realtà altrui. L’Europa per diventare effettivamente unita ha certamente bisogno di una politica comune, ma per realizzare una politica comune occorrono cittadini europei e cioè persone che rispettando le proprie nazionalità ed origini siano in grado di comprendere anche gli altri. E partire da giovani a conoscere realtà differenti, a sapersi confrontare ed integrare è un grande passo avanti per realizzare quell’unione di popoli che purtroppo è ancora lontana.

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