EU

  • I padri e le madri della crisi europea

    Emerge evidente e contemporaneamente inquietante, nella valutazione del gigante tedesco Volkswagen, la deleteria sintesi tra una incredibile inadeguatezza del management ed il delirio ideologico, espresso attraverso la propria politica, dalla Commissione Europea.

    Dalle dichiarazioni del CdA emerge evidente la natura della crisi della casa di Wolfsburg la quale nasce da una chiara volontà speculativa,  clonata dal mondo finanziario ma applicata al settore industriale dell’automobile, che ha cercato di massimizzare i vantaggi futuri derivanti da una “opportunità politica europea” fornita dalle scelte pseudo ambientaliste nella politica europea.

    Una volontà speculativa che ha trovato il  limite e quindi le ragioni dell’inevitabile  fallimento in quanto non aveva tenuto in alcuna considerazione la eventuale disponibilità del mercato circa la transizione elettrica nella mobilità privata.

    In altre parole, questa scelta strategica operata dal management della Casa di Wolfsburg, i cui costi sono ora il problema principale dell’azienda, che intende ridurli  attraverso la chiusura o la possibilità di vendita di questi stabilimenti di produzione di auto elettriche, era motivata dalla sola volontà speculativa offerta dalla comunità europea, tanto da illudere il CdA ad andare  verso un periodo caratterizzato da un mercato vergine per i prossimi decenni e relativo alla transizione verso le auto elettriche che avrebbe assicurato oltre 300 milioni di autovetture da cambiare in Europa.

    Proprio questa sintesi deleteria tra ideologia ambientalista e desiderio speculativo ha generato la crisi solo europea del settore Automotive e dell’intera filiera industriale la quale si manifesta nelle sue terribili declinazioni solo ed esclusivamente nel continente europeo, come diretta conseguenza del divieto di produzione e vendita di auto a motore endotermico. Ciò rappresenta un unicum al mondo.

    Tornando alla volontà speculativa del management di Volkswagen, sicuramente i piani industriali di una grossa casa automobilistica non possono essere variati ogni 3-4 anni, come a propria giustificazione afferma il Ceo.

    Ma di fronte ad una scelta assolutamente disastrosa, in quanto basata solo su di una scommessa speculativa, andrebbe assolutamente ritirata da parte degli azionisti la fiducia al CDA e al management, i cui tempi di un avvicendamento però sono sicuramente inferiori, che dovrebbe essere destituito immediatamente per manifesta incompetenza ed inadeguatezza.

    La crisi Volkswagen non rappresenta una problematica evoluzione di un mercato globale e sempre più concorrenziale. Nasce, invece, da una volontà speculativa che ha cercato di sfruttare una ideologica opportunità europea ma senza avere alcuna conoscenza della disponibilità del mercato in merito alle auto elettriche. E proprio per gli effetti ed i mancati risultati ottenuti che dovrebbero essere destituiti per manifesta incompetenza ed inadeguatezza.

    Di conseguenza, gli effetti di questa strategia, espressione di una sintesi tra ideologia ambientalista europea e una  volontà speculativa, dovrebbero ricadere sugli azionisti della Volkswagen che hanno scelto il CdA e, a caduta, il management.

    Invece il perseverare nella medesima strategia finalizzata comunque a nascondere l’errore strategico, con in più il rinnovato sostegno alla posizione dell’Unione europea, si trasformerà in un disastro economico, sociale e politico senza precedenti dal dopoguerra ad oggi per l’intero continente europeo il quale diventerà la Terra di conquista delle auto a carbone (*)  provenienti dalla Cina.

    (*) Il 62% dell’energia necessaria alla realizzazione delle auto cinesi viene dalle centrali a carbone attraverso l’importazione di 5 miliardi di tonnellate all’anno.

  • L’UE avvia la prima azione per affrontare la carenza di personale infermieristico

    La Commissione avvia la prima azione dell’UE per sostenere gli Stati membri nel trattenere e attrarre infermieri, con un bilancio di 1,3 milioni di € nell’ambito del programma “UE per la salute”. L’azione, istituita dalla Commissione europea in collaborazione con l’ufficio regionale europeo dell’OMS a seguito dell’accordo di contributo della Commissione con detto ufficio regionale firmato nel settembre 2024, prende il via a Varsavia in occasione di una riunione di alti funzionari in ambito medico, infermieristico e odontoiatrico, nel contesto della presidenza polacca del Consiglio dell’UE.

    L’azione prevede attività per 36 mesi in tutti gli Stati membri dell’UE, con particolare attenzione ai paesi con notevoli sfide per il personale sanitario. Mediante una stretta cooperazione con gli Stati membri, le organizzazioni di infermieri e le parti sociali, l’iniziativa sarà adattata alle specifiche esigenze nazionali e subnazionali. Le attività principali comprendono programmi di tutoraggio per attrarre una nuova generazione di infermieri, valutazioni d’impatto della forza lavoro infermieristica per comprendere i problemi alla base delle carenze strutturali, strategie per migliorare la salute e il benessere degli infermieri e azioni per sfruttare i benefici della trasformazione digitale e dell’IA.

  • Da Orizzonte Europa 608,6 milioni di euro per formare dottorandi

    La Commissione ha pubblicato un nuovo invito per le reti di dottorato Marie Skłodowska-Curie, che fanno parte del programma di ricerca e innovazione dell’UE Orizzonte Europa. Un finanziamento di 608,6 milioni di euro sosterrà consorzi di organizzazioni nella formazione di dottorandi e dovrebbe finanziare 160 programmi di dottorato in molteplici settori scientifici, riservando particolare attenzione alla cooperazione interdisciplinare, internazionale e intersettoriale. I dottorati offriranno opportunità di lavoro, formazione e sviluppo delle competenze a circa 2 400 ricercatori.

    Oltre agli incentivi specifici per l’istituzione di dottorati congiunti, che offrono programmi di formazione integrati in sinergia con gli obiettivi del progetto di diploma europeo, sono previsti incentivi per istituire dottorati industriali, volti a formare ricercatori e a svilupparne le competenze al di fuori del mondo accademico, in particolare nell’industria, nelle imprese e nel settore pubblico.

    Le reti di dottorato sono attuate da partenariati tra organizzazioni accademiche e non accademiche, che beneficiano del programma attirando talenti, aumentando la propria visibilità globale e promuovendo legami internazionali con altri settori. Il termine per la presentazione delle candidature è il 27 novembre 2024.

  • Manifesto per l’Europa

    Mentre aumenta la bagarre nelle e tra le forze politiche per individuare i candidati regionali ed ancora non sono definite le liste per le europee, dove si voterà con la preferenza e cioè con un sistema che rispetta il diritto del cittadino elettore di scegliere chi vuole lo rappresenti al Parlamento europeo, cerchiamo insieme di fissare alcuni punti.

    La prossima legislatura vedrà le istituzioni europee, Parlamento, Commissione e Consiglio, affrontare aspetti determinanti per il futuro dell’Unione e perciò di noi tutti.

    Bisognerà decidere come garantire all’Unione la Pace e la sicurezza attraverso un esercito comune ed una diplomazia veramente autorevole, in grado di interventi tempestivi ed idonei alle necessità in un mondo nel quale la velocità e la gravità degli avvenimenti non consente più tentennamenti.

    L’Unione politica, della quale si parla da molti anni, non può essere ulteriormente rimandata, i passi avanti ed i risultati ottenuti con la moneta unica sono ormai acquisiti e non sufficienti neppure per l’Unione economica, è perciò urgente che si dia seguito a quanto già i padri fondatori auspicavano.

    L’Europa con l’Unione politica potrà finalmente evitare di occuparsi di problemi minori, dei quali si faranno carico i singoli Stati, e potrà indirizzare la sua attività ai grandi temi che minano l’esistenza dell’Unione ed il futuro dei popoli.

    L’intelligenza artificiale,

    l’uso scorretto della Rete,

    la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata,

    lo strapotere, non solo economico ma anche culturale e politico, di alcune gigantesche multinazionali,

    la scorrettezza  del mercato, anche dentro il WTO, con merci illegali o contraffatte che minano la sicurezza del consumatore e la produzione europea,

    la banca dati per le scoperte scientifiche inerenti la salute,

    la politica energetica che ci affranchi dai ricatti, ci porti ad uno sviluppo delle fonti rinnovabili, senza velleitarismi e nuovi pesanti aggravi per la vita dei singoli, con incentivi per la produzione europea mentre oggi dipendiamo da altri Stati come la Cina,

    il piano di sviluppo dei rapporti tra noi ed i Paesi del continente africano rivedendo l’intera politica di cooperazione là dove non ha portato risultati o addirittura procurato nuovi gravi problemi consentendo la neocolonizzazione da parte cinese e russa,

    la ricostruzione dell’Ucraina devastata dalla guerra di Putin e dei rapporti di reciproco proficuo partenariato con i  paesi extra UE,

    la carta, almeno europea, dei doveri, i doveri delle istituzioni e dei cittadini, una carta che completi la carta dei diritti e sottolinei il nostro impegno a difendere questi diritti in ogni parte del mondo,

    la tutela dei minori e delle loro famiglie, mentre ad oggi vi sono Paesi europei che, come nel caso dello Jugendamt, decidono il futuro dei minori solo in base al loro ordinamento ed interesse  nazionale,

    la lotta alla violenza sulle donne, alla pedopornografia, al traffico di esseri umani, attuando contestualmente politiche per il raggiungimento del rispetto reciproco e per realizzare un accoglienza mirata e corretta,

    la difesa dell’ecosistema, e perciò della flora e della fauna selvatica, come degli animali da compagnia e da allevamento, l’ecosistema vive quando le varie specie vivono, in caso contrario se nuove ferite saranno inferte, se nuove specie scompariranno, la nostra stessa esistenza sarà sempre più messa a rischio,

    l’armonizzazione effettiva dei sistemi doganali con regole e tempi certi per evitare storture, rallentamenti o eccessive accelerazioni, oggi non si hanno sufficienti garanzie, alcuni Stati sono agevolati rispetto ad altri,

    la revisione del sistema fiscale che oggi crea vere e proprie conflittualità ed una scorretta concorrenza anche nel mercato del lavoro.

    Ovviamente vi sono molti altri aspetti che nei prossimi anni le tre istituzioni europee devono trovare il coraggio di affrontare, non si può infatti immaginare che un’Europa con 27 Stati membri, e che potrebbe ben presto allargarsi o, meglio ancora unificare a sé altri paesi che legittimamente chiedono l’ingresso, possa continuare a decidere, su temi di grave portata, all’unanimità. Mantenere questo sistema significherebbe condannare l’Unione all’immobilismo dando così il via alla sua fine.

    Pensare ad una Europa concentrica e cioè con alcuni Stati che si trovino d’accordo, prima degli altri, per realizzare le importanti riforme della politica e della difesa non è un’eresia ma diventa una necessità se ancora una volta vi saranno paesi miopi di fronte alle urgenze ed ai problemi di questo secolo pervaso da guerre, prevaricazioni, disprezzo delle leggi internazionali ed ingiustizie, umane ed economiche.

    Di fronte a dittature di fatto, alla rinascita di razzismi ed antisemitismo, ad una escalation anche della violenza nella società l’Europa o è un’Unione politica o non è più neppure più un’area commerciale.

  • La Commissione apre il programma di formazione sulla politica di coesione per studenti di giornalismo e giovani giornalisti

    La Commissione ha aperto il periodo di candidatura per l’8a edizione di Youth4Regions, il programma che offre a studenti di giornalismo e giovani giornalisti una settimana a Bruxelles, nell’ottobre 2024, durante la quale i candidati selezionati seguiranno corsi di formazione, lavoreranno fianco a fianco con giornalisti esperti e visiteranno le istituzioni dell’UE e le organizzazioni operanti nel settore dei media.

    Le candidature, riguardanti tre categorie (generale, fotogiornalismo e video giornalismo), possono provenire dagli Stati membri dell’UE, dai paesi vicini e dai paesi in via di adesione.

    I vincitori parteciperanno inoltre al concorso per il prestigioso premio Megalizzi-Niedzielski, dedicato al riconoscimento dell’eccellenza del lavoro svolto da giovani giornalisti, che verrà assegnato il 9 ottobre 2024.

    Youth4Regions è l’iniziativa faro della Commissione volta a promuovere la crescita degli studenti di giornalismo e dei giovani giornalisti, offrendo loro un’esposizione diretta all’UE. Dal suo avvio nel 2017, il programma è stato completato da più di 210 persone provenienti da tutta Europa, che hanno potuto così accedere a esperienze e conoscenze preziose.

    Il modulo di candidatura e le condizioni di partecipazione sono disponibili nella pagina web del programma. Il periodo per la presentazione delle candidature termina l’8 luglio 2024. La Commissione sosterrà tutti i costi del programma per i partecipanti.

  • La Commissione accoglie con favore l’accordo politico sulla normativa sulla cibersolidarietà

    La Commissione accoglie con favore l’accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio in relazione alla normativa sulla cibersolidarietà proposta dalla Commissione nell’aprile 2023.

    La normativa sulla cibersolidarietà rafforzerà la solidarietà a livello europeo per migliorare l’individuazione, la preparazione e la risposta alle minacce e agli incidenti informatici. La normativa arriva in un momento cruciale per la cibersicurezza europea, in quanto il panorama delle minacce informatiche nell’UE continua a risentire degli eventi geopolitici.
    La normativa sulla cibersolidarietà prevede 3 azioni: messa in opera di un sistema europeo di allerta per la cibersicurezza, istituzione di un meccanismo per le emergenze di cibersicurezza, istituisce anche un meccanismo europeo di riesame degli incidenti di cibersicurezza,
    Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno inoltre raggiunto un accordo sulla modifica del regolamento sulla cibersicurezza, offrendo la possibilità di adottare sistemi europei di certificazione per i servizi di sicurezza gestiti. Ciò contribuirà a fornire un quadro per l’istituzione di fornitori di fiducia nella riserva dell’UE per la cibersicurezza nell’ambito del regolamento sulla cibersolidarietà.

  • AggregateEU apre il primo bando a medio termine per garantire un approvvigionamento energetico stabile e prevedibile

    Nell’ambito della piattaforma AggregateEU per l’acquisto in comune di gas, la Commissione apre il primo bando a medio termine in cui gli acquirenti potranno presentare la loro domanda di gas per diversi periodi da sei mesi da aprile 2024 a ottobre 2029.

    Il bando a medio termine è un nuovo servizio proposto dalla Commissione per avvicinare acquirenti e venditori al di là della crisi a breve termine che abbiamo vissuto negli ultimi due inverni. AggregateEU raccoglierà la domanda dei consumatori di energia dell’UE per un massimo di 5 anni e la metterà a gara allo scopo di garantire nei prossimi anni un approvvigionamento stabile e prevedibile alle aziende partecipanti, basandosi sulle fondamenta del meccanismo di crisi introdotto nel 2023. La piattaforma è stata creata in risposta a contatti approfonditi con le parti interessate.

    Questo nuovo bando a medio termine porterà avanti i lavori di AggregateEU volti a garantire e diversificare l’approvvigionamento di gas in risposta alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e deriva dal successo ottenuto dai 4 bandi a breve termine per l’acquisto in comune di gas che si sono svolti da aprile a dicembre 2023 nell’ambito della piattaforma dell’UE per l’energia, e che hanno portato alla fornitura di oltre 42 miliardi di m3 della domanda aggregata di gas in Europa grazie a fornitori affidabili. Nel corso dell’anno proseguiranno anche i bandi a breve termine.

    Per partecipare a questo primo bando a medio termine, gli acquirenti e i venditori devono registrarsi e iscriversi alla piattaforma AggregateEU. Per questa prima tornata la domanda deve pervenire entro il 21 febbraio e sarà messa all’asta dal 26 al 27 febbraio. Non appena la domanda e l’offerta saranno state abbinate mediante la piattaforma, le singole aziende negozieranno i loro contratti bilateralmente.

  • La Commissione accoglie con favore norme di commercializzazione più rigorose per il miele, i succhi di frutta, le confetture e il latte

    La Commissione europea accoglie con favore l’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio per rivedere e rafforzare le norme di commercializzazione esistenti applicabili al miele, ai succhi di frutta, alle confetture e al latte.

    Le cosiddette “direttive sulla colazione” stabiliscono norme comuni sulla composizione, le denominazioni di vendita, l’etichettatura e la presentazione di tali prodotti per garantirne la libera circolazione nel mercato interno e aiutare i consumatori a compiere scelte consapevoli.

    Le direttive rivedute concordate dai colegislatori introdurranno modifiche sull’etichettatura d’origine obbligatoria per il miele, innovazioni e opportunità di mercato per i succhi di frutta in linea con le nuove richieste dei consumatori, un contenuto di frutta obbligatorio più elevato nelle confetture e un’etichettatura semplificata per il latte. Ad esempio, nel caso del miele il paese di origine (o i paesi, in caso di miscele) dovrà figurare sull’etichetta. L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione è ora soggetto all’approvazione formale dei colegislatori.

  • Nuove proposte per sostenere l’uso del contante e presentare un quadro per l’euro digitale

    La Commissione europea ha presentato due proposte per fare in modo che i cittadini e le imprese possano continuare ad accedere alle banconote e alle monete in euro, utilizzandole per i pagamenti in tutta la zona euro, e per definire il quadro relativo a un possibile nuovo formato digitale dell’euro che in futuro potrebbe essere emesso dalla Banca centrale europea, in aggiunta al contante.

    Il 60% delle persone intervistate vorrebbe continuare a poter utilizzare il contante, un numero crescente di consumatori sceglie di pagare digitalmente, utilizzando carte e applicazioni di banche e altre imprese digitali e finanziarie. Questa tendenza è stata accelerata dalla pandemia di COVID-19.

    Per rispecchiare queste tendenze, la Commissione ha proposto due serie di misure complementari per fare in modo che le persone abbiano sia la possibilità di pagare in contanti sia quella di pagare in maniera digitale quando vogliono utilizzare la moneta della banca centrale:

    una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro per salvaguardare il ruolo del contante e garantire che sia ampiamente accettato come mezzo di pagamento e che rimanga facilmente accessibile alle persone e alle imprese in tutta la zona euro;

    una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per un possibile euro digitale, a integrazione delle banconote e delle monete in euro. Oltre alle attuali opzioni sul mercato privato, ciò offrirebbe alle persone e alle imprese una scelta in più per effettuare pagamenti digitali nella zona euro con un formato di valuta pubblica ampiamente accettato, economico, sicuro e resiliente, in aggiunta alle soluzioni di tipo privato attualmente esistenti. Anche se la proposta odierna, una volta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, istituirebbe il quadro giuridico per l’euro digitale, spetterà in ultima istanza alla Banca centrale europea decidere se e quando emetterlo.

    Il contante in euro ha corso legale nella zona euro. La proposta intende definire a livello normativo cosa implichi questo corso legale, concentrandosi in particolare sulle “due A”: accettazione e accesso. Anche se il contante è, in media, ampiamente accettato in tutta la zona euro, sono emerse problematiche in alcuni settori e in alcuni Stati membri. Alcune persone hanno difficoltà ad accedere al contante, ad esempio a causa della chiusura di sportelli ATM e filiali bancarie.

    La proposta della Commissione intende fare in modo che il contante continui ad essere ampiamente accettato in tutta la zona euro e che le persone vi abbiano sufficiente accesso per poter pagare in contanti, se lo desiderano.

    Gli Stati membri dovranno garantire che i pagamenti in contanti siano ampiamente accettati e che l’accesso al contante sia effettivo e sufficiente. Dovranno monitorare la situazione, riferire in merito e adottare misure per affrontare gli eventuali problemi individuati. Se necessario, la Commissione potrebbe intervenire per specificare le misure da adottare.

    La proposta garantirà che tutti nella zona euro siano liberi di scegliere il metodo di pagamento che preferiscono e abbiano accesso ai servizi di base per il contante. In tal modo verrà salvaguardata l’inclusione finanziaria dei gruppi vulnerabili che tendono a fare maggiore affidamento sui pagamenti in contanti, come gli anziani.

    Per adeguarsi alla crescente digitalizzazione dell’economia, la Banca centrale europea (BCE), come molte altre banche centrali in tutto il mondo, sta valutando la possibilità di introdurre l’euro digitale a integrazione del contante. L’euro digitale offrirebbe ai consumatori un’alternativa in più per i pagamenti a livello europeo, in aggiunta alle opzioni attualmente esistenti. Ciò si tradurrebbe in una scelta più ampia per i consumatori e un ruolo internazionale più forte per l’euro.

    Come avviene oggi con il contante, l’euro digitale sarebbe disponibile insieme ai mezzi di pagamento privati esistenti a livello nazionale e internazionale, come carte o applicazioni, e funzionerebbe come un portafoglio digitale. Nella zona euro le persone e le imprese potrebbero pagare con l’euro digitale ovunque e in qualsiasi momento.

    Va sottolineato che tale sistema sarebbe disponibile per i pagamenti online ma anche offline, permettendo quindi pagamenti da un dispositivo all’altro anche senza connessione Internet, come capita ad esempio in aree remote o nei parcheggi sotterranei. Le operazioni online offrirebbero lo stesso livello di protezione dei dati dei mezzi di pagamento digitali esistenti, mentre i pagamenti offline garantirebbero un elevato livello di riservatezza e protezione dei dati per gli utenti, in quanto consentirebbero loro di effettuare pagamenti digitali rivelando meno dati personali rispetto a quelli che vengono trasmessi oggi quando si paga con carta, proprio come avviene quando si paga in contanti o si preleva contante da uno sportello ATM. Effettuando pagamenti offline con l’euro digitale, nessuno potrebbe vedere cosa si stia acquistando.

    Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento in tutta l’UE distribuirebbero l’euro digitale alle persone e alle imprese, fornendo gratuitamente alle persone fisiche i servizi di base in euro digitale. Per promuovere l’inclusione finanziaria le persone fisiche che non dispongono di un conto bancario potrebbero aprire e detenere un conto presso un ufficio postale o un altro ente pubblico, come un ente locale. Sarebbe un sistema facile da utilizzare, anche per le persone con disabilità.

    Gli esercenti in tutta la zona euro sarebbero tenuti ad accettare l’euro digitale, eccezion fatta per i piccolissimi esercenti che potranno scegliere di non accettare pagamenti digitali, dal momento che per loro il costo da sostenere per introdurre una nuova infrastruttura per accettare pagamenti in euro digitale sarebbe sproporzionato.

    L’euro digitale potrebbe inoltre costituire una solida base per ulteriori ammodernamenti, consentendo alle banche, ad esempio, di fornire soluzioni innovative ai clienti.

    L’ampia disponibilità e l’uso di una valuta digitale emessa dalla banca centrale rappresenterebbero elementi fondamentali anche per la sovranità monetaria dell’UE, in particolare nel caso in cui altre banche centrali nel resto del mondo iniziassero a sviluppare valute digitali, oltre ad essere un elemento importante nel contesto dello sviluppo del mercato delle criptovalute.

    La proposta definisce il quadro giuridico e gli elementi essenziali dell’euro digitale che consentirebbero alla Banca centrale europea, previa adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, di introdurre eventualmente una valuta digitale che sia ampiamente disponibile e utilizzabile. Spetterà alla BCE decidere se e quando emettere l’euro digitale; questo progetto richiederà dunque un ulteriore e importante lavoro tecnico da parte della BCE.

  • Metsola risponde a Muscardini: sì, la Ue deve impegnarsi ancora di più in Africa

    «Sono d’accordo con te che la situazione in alcuni campi profughi è spaventosa». Così la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola risponde il 23 marzo ad una lettera che Cristiana Muscardini le aveva indirizzato il 12 marzo, nella quale segnalava le condizioni spesso disumane dei centri per migranti gestiti in Africa da Unhcr, autorità locali o sorti al di fuori di qualsiasi aiuto istituzionale.

    «La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Lise) del Parlamento europeo ha inviato numerose missioni ad hoc nei campi profughi anche all’interno dell’Ue. Queste delegazioni hanno assistito in prima persona alle condizioni allarmanti in cui vivono, a volte per anni, i migranti e richiedenti asilo», conferma Roberta Metzola, assicurando che «il Sistema europeo comune di asilo e il Nuovo patto su migrazione e asilo rappresentano una priorità assoluta per il Parlamento europeo. In tale spirito, sono orgogliosa dell’impegno assunto, nei confronti dei nostri cittadini, dal Parlamento, insieme alle cinque Presidenze di turno del Consiglio, di portare a termine la riforma del quadro legislativo in materia di asilo e migrazione prima della fine dell’attuale ciclo politico. Sono fiduciosa che il nuovo Patto porterà soluzioni a molte delle questioni da te sollevate».

    Convenendo con la sollecitazione di Cristiana Muscardini di trovare un accordo tra la Ue e i Paesi africani «per costruire campi profughi organizzati come veri villaggi, con scuole, negozi, luoghi dove le persone possano vivere senza torture e vessazioni», la presidente dell’Eurocamera dichiara: «Dobbiamo fare la nostra parte nell’affrontare la migrazione e tutte le sue componenti, sia nell’Unione europea sia, come tu suggerisci, nei paesi di origine, dove risiedono le cause profonde del fenomeno».

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