Giovani

  • La Commissione apre il programma di formazione sulla politica di coesione per studenti di giornalismo e giovani giornalisti

    La Commissione ha aperto il periodo di candidatura per l’8a edizione di Youth4Regions, il programma che offre a studenti di giornalismo e giovani giornalisti una settimana a Bruxelles, nell’ottobre 2024, durante la quale i candidati selezionati seguiranno corsi di formazione, lavoreranno fianco a fianco con giornalisti esperti e visiteranno le istituzioni dell’UE e le organizzazioni operanti nel settore dei media.

    Le candidature, riguardanti tre categorie (generale, fotogiornalismo e video giornalismo), possono provenire dagli Stati membri dell’UE, dai paesi vicini e dai paesi in via di adesione.

    I vincitori parteciperanno inoltre al concorso per il prestigioso premio Megalizzi-Niedzielski, dedicato al riconoscimento dell’eccellenza del lavoro svolto da giovani giornalisti, che verrà assegnato il 9 ottobre 2024.

    Youth4Regions è l’iniziativa faro della Commissione volta a promuovere la crescita degli studenti di giornalismo e dei giovani giornalisti, offrendo loro un’esposizione diretta all’UE. Dal suo avvio nel 2017, il programma è stato completato da più di 210 persone provenienti da tutta Europa, che hanno potuto così accedere a esperienze e conoscenze preziose.

    Il modulo di candidatura e le condizioni di partecipazione sono disponibili nella pagina web del programma. Il periodo per la presentazione delle candidature termina l’8 luglio 2024. La Commissione sosterrà tutti i costi del programma per i partecipanti.

  • La Giornata degli autori europei 2024 promuove la lettura tra i giovani

    Il 25 marzo 2024 tutti gli europei sono stati invitati a (ri)scoprire il piacere della lettura in occasione della Giornata degli autori europei. Per celebrare questa occasione, il 25 e 26 marzo 2024 la Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, Iliana Ivanova, ha partecipato a una conferenza sulla promozione della lettura. L’evento, tenutosi a Lovanio (Belgio), si è concentrato sulla lotta al calo delle competenze e delle abitudini di lettura dei giovani e ha riunito rappresentanti dei ministeri della cultura e dell’istruzione dei 40 paesi del programma Europa creativa, assieme ai settori del libro, dell’istruzione e delle ONG.

    Oltre alla conferenza, scuole, librerie e biblioteche di tutta Europa hanno ospitato sessioni di lettura per bambini e giovani. Lo scorso anno oltre 1.000 scuole vi hanno partecipato.

    La Commissione ha inoltre organizzato, insieme al Consiglio degli scrittori europei, un tour con 120 autori europei per condividerne il lavoro con i giovani.

    La Giornata degli autori europei è un’iniziativa del programma Europa creativa, che sostiene anche i settori editoriale e letterario dell’UE. Dal 2014 il programma ha investito 2,5 miliardi di € in progetti a sostegno della diversità culturale e delle industrie creative.

  • Interventi della Commissione per migliorare la qualità dei tirocini nell’UE

    La Commissione europea propone di migliorare le condizioni di lavoro dei tirocinanti, anche per quanto riguarda la retribuzione, l’inclusività e la qualità dei tirocini nell’UE. L’iniziativa contiene una proposta di direttiva relativa al miglioramento e all’applicazione delle condizioni di lavoro dei tirocinanti e alla lotta ai rapporti di lavoro stabili spacciati per tirocini e  una proposta di revisione della raccomandazione del Consiglio del 2014 su un quadro di qualità per i tirocini per affrontare questioni legate alla qualità e all’inclusività, quali una retribuzione equa e l’accesso alla protezione sociale.

    Nel 2019, anno al quale si riferiscono gli ultimi dati affidabili disponibili, si stima che nell’UE vi fossero 3,1 milioni di tirocinanti, circa la metà dei quali (1,6 milioni) ha usufruito di tirocini retribuiti.

    Tra gli elementi principali della proposta di direttiva ci sono il principio di non discriminazione, che garantisce che, per quanto riguarda le condizioni di lavoro, compresa la retribuzione, i tirocinanti siano trattati allo stesso modo dei dipendenti in pianta stabile, a meno che un trattamento diverso sia giustificato da motivi oggettivi, quali la differenza di mansioni, responsabilità inferiori, l’intensità di lavoro o il peso della componente di apprendimento e formazione; la garanzia che i tirocini non servano per nascondere posti di lavoro stabili: tale obiettivo sarà conseguito attraverso controlli e chiedendo alle imprese di comunicare il numero, la durata e le condizioni di lavoro dei tirocini; la possibilità, per i rappresentanti dei lavoratori, di impegnarsi per conto dei tirocinanti a tutela dei loro diritti; l’obbligo per gli Stati membri di garantire la presenza di canali attraverso i quali i tirocinanti possano denunciare pratiche scorrette e cattive condizioni di lavoro.

    La raccomandazione del Consiglio rafforzata si applica a tutti i tirocinanti, indipendentemente dalla posizione professionale, compresi i tirocini che sono parte integrante di programmi di istruzione e formazione formale e quelli obbligatori per accedere a professioni specifiche.

    Tra gli elementi principali della raccomandazione del Consiglio riveduta ci sono la promozione della parità di accesso alle opportunità di tirocinio presso le persone in situazioni di vulnerabilità e facendo in modo che i luoghi di lavoro siano accessibili ai tirocinanti con disabilità; la possibilità di svolgere lavoro ibrido e da remoto garantendo che i tirocinanti ricevano l’attrezzatura necessaria; l’aumento dell’occupabilità mediante un ulteriore orientamento professionale e incentivi ai soggetti promotori di tirocini affinché offrano ai tirocinanti un impiego stabile dopo il tirocinio.

    Questi nuovi elementi si aggiungono a quelli già contenuti nella raccomandazione del 2014 su un quadro di qualità per i tirocini, ad esempio avere avvisi di posto vacante chiari, fornire al tirocinante un contratto scritto prima dell’inizio del tirocinio che ne definisca i termini, garantire che i tirocini non siano eccessivamente lunghi o ripetuti, far sì che l’esperienza di apprendimento sia una parte fondamentale, garantire gli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza e promuovere il successivo riconoscimento dei tirocini.

  • A Milano cerimonia di premiazione del concorso ‘I giovani e le scienze’

    Si svolgerà lunedì 18 marzo a Milano (9,30 – 13,30, Piazzale Morandi 2 – presso FAST) la premiazione del concorso europeo EUCYS, organizzato da FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche) su incarico della Direzione generale Ricerca della Commissione europea. L’European Union Contest for Young Scientists- EUCYS premia ogni anno progetti di ricerca, studi, prototipi, invenzioni realizzati da giovani meritevoli in tutti i settori/materie (es. ambiente, energia, chimica, disabilità, Ict, etc). ed è il concorso più prestigioso per le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori in quanto voluto sia dalla Commissione europea, che dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo. Molti dei vincitori delle edizioni precedenti hanno poi aperto delle start up. Il Ministero dell’Istruzione e del merito considera I giovani e le scienze come parte del Programma per la valorizzazione delle eccellenze ‘Io merito’.

    All’evento parteciperanno, tra gli altri, Alberto Pieri, segretario generale della FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche), Rinaldo Psaro, Presidente FAST, Massimo Gaudina, DG Ricerca e Innovazione Commissione Europea, Coordinatore New European Innovation Agenda, l’on. Patrizia Toia, Vicepresidente Commissione ITRE, Parlamento Europeo, Claudia Casavola, Referente regionale per il PNRR e Piano nazionale Scuola Digitale, Delegata Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia

  • Campari mette a disposizione borse di studio per diventare Bartender

    All’interno del Patto per il Lavoro del Comune di Milano, Campari Academy mette a disposizione 40 borse di studio destinate a ragazze e ragazzi tra i 18 e 25 anni che desiderano avviare una professione nel mondo della miscelazione e dell’ospitalità

    È un’opportunità unica quella offerta da Campari Academy all’interno del Patto per il Lavoro del Comune di Milano: grazie al progetto Next generation, la prestigiosa accademia di Campari per la formazione in bartending e bar management mette in palio 40 borse di studio – 20 per ciascuno dei due corsi che partiranno –  del valore di 690,00 euro ciascuna per frequentare un corso altamente professionale per diventare i bartender di domani, acquisendo tutte le informazioni teoriche e pratiche per affrontare i primi passi nel mondo della miscelazione e dell’ospitalità.
    Next Generation è rivolto a giovani talenti che desiderano lavorare nel settore bar/pub/locali/hotellerie di età compresa tra i 18 e i 25 anni residenti nella città metropolitana di Milano.

    I posti sono limitati per cui verranno considerati quali elementi valutativi anche il voto di diploma (preferibilmente nell’ambito degli Istituti professionali dedicati alla ristorazione/hotellerie) e un ISEE non superiore a € 27.000
    La formazione fornirà le competenze per poter lavorare al banco bar per la preparazione di cocktail e aperitivi, figura molto richiesta su tutto il mercato lombardo.
    Alla fine del programma, i corsisti entreranno a far parte del network di Campari Group e Campari Academy.
    Queste le figure professionali che verranno formate: Bartender – Barback – Preparazione cocktail

    I corsi sono strutturati seguendo un approccio teorico-pratico. Ogni corsista avrà a disposizione una personale postazione da lavoro per poter praticare quanto studiato e simulare reali situazioni lavorative. Durante la formazione il programma consentirà di applicare le tecniche apprese sin da subito e riconoscere prodotti, attrezzature e tecniche necessarie alla preparazione dei cocktail.

    Nello specifico, il programma toccherà le seguenti tematiche:

    • Set-Up
    • Tools
    • Bicchieri
    • Barback & HACCP
    • Frutta e Garnish
    • Il servizio in sala
    • Pouring
    • Merceologia
    • Tecniche di preparazione
    • Il gusto
    • La struttura dei cocktail
    • BilanciamentoRicette classiche

    Durante la formazione saranno inoltre previsti dei momenti di autovalutazione ed un esame finale volto a garantire il corretto apprendimento e la concreta crescita professionale e personale.
    I corsi di formazione ha una durata di 40 ore ciascuno distribuite in 5 giornate – 8 ore al giorno – e si terranno presso la Campari Academy Italia, Via Davide Campari 23, – Sesto San Giovanni

    Le candidature devono essere inviate a Campari Academy utilizzando il modulo allegato scrivendo all’indirizzo mail Info-it@campariacademy.com

    La prima sessione di corso è prevista in partenza in data 18/03, verranno prese in considerazione per questa prima sessione solo le candidature arrivate entro la data di partenza.

    Info e contatti: Campari Academ, Via Davide Campari, 23 – Sesto San Giovanni (MI)
    Info-it@campariacademy.com

  • Sempre più urgente un intervento serio dei governi sui social prima che questi manipolino i nostri giovani

    Mentre negli Stati Uniti e nelle sedi dell’Unione Europea è stato vietato a funzionari e dipendenti l’uso di Tik Tok, negli orari di lavoro, non vi è sufficiente attenzione per i danni che l’uso di questo social sta procurando alle generazioni più giovani.

    Su Tik Tok, infatti, veicolano indisturbati messaggi ed immagini che invitano a gare estreme, che possono portare anche alla morte o provocare gravi danni, spesso permanenti, a chi si fa irretire da queste che non sono prove di coraggio ma di stupidità e segno di disturbi comportamentali o psichici.

    Sul social ci sono vere e proprie lezioni, con esplicite dimostrazioni, di come ci si taglia le braccia od altre parti del corpo meno visibili, un coltello, un rasoio, un paio di forbici ma anche un righello rotto, un pezzo di vetro sono gli strumenti suggeriti per tagliarsi mentre per aiutarsi a vomitare, se non si riesce con due dita in gola, si suggerisce di usare un cucchiaio o una forchetta dalla parte del manico.

    Sfide di ogni tipo che portano a contusioni del viso, autolesionismo, ed ancora inviti ad attraversare le rotaie mentre arriva il treno, a camminare tra le macchine che transitano in velocità, ad arrampicarsi su stabili alti, a bere d’un fiato alcolici pesanti e via discorrendo.

    Ribadendo come sia importante la libertà ci chiediamo quando i governi capiranno quanto sia necessario ed urgente fermare, controllare questi strumenti di comunicazione, per impedire che diventino i manipolatori proprio della libertà dei nostri giovani condizionando anche il futuro di tutti.

    L’Unione Europea ha il dovere di affrontare il problema.

  • Dall’UE un progetto per le riforme volte a migliorare la salute mentale e il benessere dei giovani

    La salute mentale e il benessere dei bambini e dei giovani sono motivo di crescente preoccupazione in Europa. Per questo motivo la Commissione ha avviato un progetto multinazionale biennale per sostenere quattro Stati membri nell’attuazione di riforme volte a migliorare l’offerta di sostegno alla salute mentale e al benessere per tale segmento della popolazione.

    Grazie a questo progetto dello strumento di sostegno tecnico (SST), la Commissione, in collaborazione con l’UNICEF, instaurerà una cooperazione con le autorità di Cipro, Slovenia, Italia e Spagna (in particolare l’Andalusia) per rafforzare la capacità amministrativa degli Stati membri e promuovere la collaborazione tra le pubbliche amministrazioni nazionali. L’obiettivo è migliorare la qualità complessiva dei servizi di salute mentale.

    Il progetto assicurerà lo sviluppo di capacità per affrontare la frammentazione dei servizi sanitari, sociali e dell’istruzione, che spesso porta a interventi non coordinati. Rafforzerà inoltre le conoscenze, la consapevolezza e la capacità degli operatori sanitari di affrontare le esigenze di assistenza sanitaria in modo tempestivo ed efficace. Gli operatori sanitari e gli educatori, i bambini e i giovani saranno consultati nel corso dell’intero progetto.

  • I tumori giovanili aumentati dell’80%

    Il 15 gennaio scorso alcuni tra i più importanti giornali italiani hanno riportato la notizia che negli ultimi trent’anni, nel Mondo, l’incidenza dei tumori tra i giovani è aumentata di quasi l’80% e quasi tutti questi giornali hanno citato il commento alla notizia di un noto scienziato italiano che ha affermato: “un dato allarmante e non sappiamo ancora il perché”. Confesso che alla lettura di questo commento ho provato un senso di profondo sconforto misto a rabbia ma prima di condividere con il lettore le mie considerazioni al riguardo vorrei portare l’attenzione sui dati dello studio pubblicato nel settembre del 2023 sul British Medical Journal Oncology (https://bmjoncology.bmj.com/content/2/1/e000049) da cui emerge questa (tragica) percentuale e, di seguito, alcuni dati sulla situazione della salute dei più giovani in Italia. Obiettivo di questo studio, che ha visto coinvolti oncologi di diversi Paesi, era quello di esplorare l’incidenza mondiale negli ultimi trent’anni del cancro a esordio precoce (ovvero, nella popolazione giovane). Come detto, il risultato è stato che l’incidenza mondiale del cancro tra i più giovani è aumentata del 79,1%. Ora, a differenza del nostro emerito scienziato, gli autori di questo importante studio scientifico hanno indicato quelle che, secondo quanto osservato, potrebbero essere le principali cause di questa tendenza: una cattiva alimentazione (dieta ricca di carne rossa, ricca di sodio, di zucchero e povera di verdura, frutta ecc.), scarsa attività fisica, il consumo di alcolici, l’obesità e il fumo. I ricercatori, inoltre, hanno concluso che se non verranno rapidamente promossi e adottati stili di vita ed alimentari più sani l’incidenza dei tumori a esordio precoce è destinata ad aumentare significativamente.

    Qual è la situazione in Italia? L’Associazione Italiana Registri Tumori ha stimato che nel nostro Paese dal 2016 al 2020 sono state diagnosticate circa 7.000 neoplasie tra i bambini e 4.000 tra gli adolescenti (15-19 anni) con un aumento, rispetto al quinquennio precedente di circa il 4%. La media annuale stimata è di 1.400 casi nella fascia d’età da 0 a 14 anni e di 900 in quella dai 15 ai 19 anni. E stiamo parlando solo dei tumori.

    Cosa dire per tutte le altre patologie riscontrate nei giovani? Stanno diminuendo o aumentando? “Giovani: 1 su 10 rischia infarto e ictus” (Fonte: Ansa, 26 settembre 2023), “I ricoveri per infarto tra le persone di età compresa tra i 20 e i 50 anni sono aumentati del 40%” (Fonte: Rivista Circulation 2021), “Dal 15 al 20% dei giovani sotto i 15 anni ha almeno un disturbo di competenza del neuropsichiatra infantile: disturbi del neuro sviluppo, autismo, paralisi cerebrale, epilessia, disturbi dell’apprendimento, deficit d’attenzione, disabilità intellettive, ecc.” (Fonte: ISS, 2022); “Allarme anoressia e bulimia, 3,6 milioni di casi. Il 20% dei pazienti sotto i 14 anni” (Fonte: IlSole24Ore, 15 marzo 2023), “Dal 2020 l’accesso al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma da parte di bambini e giovani è aumentato del 40%. Il 70% di questi ricoveri di emergenza deriva da tentativi di suicidio o autolesionismo e ogni giorno almeno 4 tra bambini e ragazzi accedono al pronto soccorso per problematiche mentali” (Fonte: IlSole24ore, 8 settembre 2023); “L’uso intensivo dei media digitali in età evolutiva è associato ad una significativa riduzione dello sviluppo delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, linguaggio, lettura e scrittura) e un aumento del disagio psicologico (disturbi del sonno, ansia, depressione, isolamento, anoressia, bulimia, ecc.) e ad un aumento dei fenomeni di dipendenza (alcol, nicotina, cocaina, gioco, ecc.). In media i giovani dai 6 e i 16 anni dei paesi industrializzati trascorrono nei media digitali circa 5 ore al giorno” (Fonte: WHO, 2022); “Ogni anno, nei Paesi industrializzati, una morte su cinque nei giovani in età compresa tra i 10 e 20 anni è imputabile al consumo insufficiente di cibi sani o, in altre parole, al consumo eccessivo di cibi insalubri, come bevande zuccherate, alimenti molto salati e carni rosse o processate” (Fonte: Lancet, 2022); “Negli USA, il 67 per cento delle calorie della dieta di un bambino proviene oramai da alimenti ultra-processati (ricchi di zuccheri, sale, carboidrati e grassi idrogenati e poveri di fibre, proteine, vitamine e minerali” (Fonte: Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2021); “L’aumento dei consumi in Europa dei cibi precotti è in grado di determinare un aumento dei tassi di mortalità a tutte le età: in particolare per problematiche cardiovascolari” (Fonte: British Medical Journal, 2019, 2021); “L’aria che respiriamo, l’acqua in bottiglia di plastica e molti alimenti confezionati e precotti contengono sempre più interferenti endocrini che sono sostanze in grado di alterare il sistema endocrino, influenzando negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che nelle specie animali” (Fonte: MASE, 2020); “Nei soggetti esaminati sono state riscontrate nel sangue tracce di plastiche e microplastiche. Il materiale più abbondante è il Pet (polietilene tereftalato) di cui sono fatte le bottiglie: è stata misurata una quantità di 1,6 microgrammi per millilitro di sangue. È risultato molto comune anche il polistirene utilizzato negli imballaggi, seguito dal polimetilmetacrilato, noto anche come plexiglas” (Fonte: Environment International, 2022); “L’Italia rimane ai primi posti in Europa per consumo di cannabis, cocaina ed eroina. È quanto emerge dall’ultima Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga. L’analisi rivela uno stretto legame tra spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, fenomeno in forte crescita tra i giovani sotto i 19 anni. Nel 2021, quasi il 40% degli studenti italiani, prevalentemente di genere maschile, ha riferito di aver utilizzato almeno una volta nel corso della propria vita una sostanza illegale tra cannabis, cocaina, stimolanti, allucinogeni e oppiacei” (Fonte: Scienze Forensi Magazine, 2022); “In Europa si stima che l’80% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni faccia un uso abituale di alcol; in Italia la percentuale di adolescenti della stessa fascia d’età è dell’84%, inoltre il 45% di questi ha iniziato il consumo alcolico a 13 anni o prima” (Fonte: OPBG, 2022) …e, purtroppo, la lista di questi problemi è molto più lunga.

    Che dire? Si tratta indubbiamente di dati spaventosi e che ci devono indubbiamente far riflettere sulle nostre scelte presenti e future. Una società che produce più malessere che benessere, soprattutto nelle e per le generazioni future, non è di certo una società che può guardare con ottimismo al proprio futuro.

    Cosa fare? Innanzitutto, non mentire a noi stessi. Come possiamo affermare che “non sappiamo ancora perché” tutto questo succede? Forse l’illustre medico intendeva dire che sono talmente tante le possibili cause e concause (l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, degli alimenti, la malnutrizione, lo stress, l’ibridazione dei semi in agricoltura, la diminuzione della biodiversità, il disboscamento, ecc.) che concorrono nel generare tali problemi che non si riesce ancora a determinare per ogni singola patologia – come per ogni singola persona – quali possano essere le specifiche ed effettive cause chimiche, biologiche, ecc? Se così fosse, che si parlasse chiaro. Che si dicesse che la popolazione tutta (giovani, adulti e anziani compresi) a causa di molteplici fattori (vedi la lista citata sopra) sta gradualmente ammalandosi. In modo tale che proprio a partire dai medici, che più di tutti noi assistono a questa mattanza, possa rafforzarsi la consapevolezza a quanti e a quali rischi siamo esposti tutti i giorni. Solo a causa dell’inquinamento dell’aria muoiono in Europa quasi 6.000 persone al giorno e l’Italia ha il primato con circa 140 morti al giorno (Fonte: Openpolis su dati Eurostat, 2023). È o non è dovere del medico “perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo a cui ispirare con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e SOCIALE, ogni suo atto professionale?” (Vedi il Giuramento di Ippocrate).

    Quello che sappiamo per certo (medici e non medici) è che gli esseri umani sono un prodotto dell’ambiente e possono vivere solo grazie all’ambiente. Se l’ambiente è inquinato, siamo inquinati. Se l’ambiente è malato, inevitabilmente, ci ammaleremo. Sono ormai migliaia gli studi scientifici che lo dimostrano ma a che pro? Se i risultati di questi importanti studi per le nostre scelte future sono oggetto di dibattito solo in piccoli e selezionati contesti? Dagli albori dei tempi viviamo perché respiriamo, beviamo, mangiamo e perché ci relazioniamo con gli altri per imparare a sopravvivere. La qualità dell’aria, dell’acqua, degli alimenti e delle nostre relazioni darà la qualità della nostra vita. Ma la qualità dell’aria è migliorata o peggiorata in questi ultimi trent’anni? E la qualità dell’acqua? La qualità degli alimenti? La qualità di vita? La qualità delle relazioni umane? Allora, se siamo onesti con noi stessi e con gli altri, conosciamo fin troppo bene i motivi per i quali i nostri figli e nipoti (e anche noi) sono sempre più malati fisicamente e mentalmente.

    Nel lontanissimo 1971 il Club di Roma commissionò al MIT (Massachusetts Institute of Technology) un “rapporto sui limiti dello sviluppo” che venne poi pubblicato l’anno seguente. Ebbene, più di 50 anni fa, la conclusione di questo studio fu che “la Terra non è infinita né come serbatoio di risorse (terra coltivabile, acqua dolce, petrolio, gas naturale, carbone, minerali, metalli, ecc.), né come discarica di rifiuti. La crescita della popolazione e della produzione industriale comporta sia il consumo delle risorse, sia l’inquinamento e, di conseguenza il rischio di sopravvivenza per tutte le specie viventi”. Dov’è finito questo rapporto del MIT? Dov’è finito il buon senso? Dov’è finita la politica? Fino a dove crediamo di arrivare? Pensiamo davvero di pulirci la coscienza riempiendo di burattini o di pagliacci i reparti di oncologia pediatrica? Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere…

    Molti giovani (e spero sinceramente siano sempre di più) stanno mettendo insieme le poche forze rimaste per ribellarsi ad una società che ha perso completamente di vista l’ambiente e con esso il loro diritto di nascere in un contesto sano (come Dio lo ha fatto!). Quanti di loro hanno già visto un  amico o un fratello o una sorella morire suicida? O di tumore? O di anoressia? O di overdose? Quanti di loro hanno già conosciuto fin da bambini la violenza fisica o psicologica? O sono stati vittime di abusi sessuali o di sfruttamento? E qualcuno ancora si meraviglia che i ragazzi non hanno alcuna fiducia nelle Istituzioni? E negli adulti in generale?

    Un volta, durante un mio viaggio in Sud America, lessi questa frase sul muro all’entrata di un piccolo paese di provincia: “Si una persona no te demuestra con hechos lo que dice, no es necesario escuchar sus palabras” (Se una persona non dimostra ciò che dice con le azioni, non è necessario ascoltare le sue parole).

    Per tutto quello di cui abbiamo parlato fino ad ora, credo che i giovani di quest’epoca, più di tutti gli altri giovani delle epoche passate, siano impauriti del futuro che li attende e stanchi di vedere le Istituzioni e gli adulti riempirsi di belle parole sul futuro “sostenibile” e non vedere ora e oggi, azioni concrete, per quanto impopolari tra gli adulti, per eliminare le cause di tutto questo generale malessere e di tutta la sofferenza fisica, mentale e sociale di questi tempi. Pertanto, di fronte a tanta disumana inerzia ad affrontare il concreto rischio di sopravvivenza, è istintivamente UMANO reagire. Ed è certamente positivo che ancora qualcuno di loro riesca a farlo. Purtroppo qualcuno risponde a questa violenza con la violenza, qualcun altro ha la fortuna di poter ritornare a lavorare la terra dei propri nonni, qualcun altro fugge in paesi lontani, qualcun altro, invece, rischia la vita tutti i giorni unendosi a movimenti di resistenza e lotta non violenta per tutelare le foreste e con esse, i popoli nativi che vi abitano (Il Rapporto 2023 di Global Witness ha censito quasi 2.000 ragazzi e ragazze ambientalisti assassinati nel mondo negli ultimi 10 anni).

    I bambini e i giovani vivono sulla loro pelle quotidianamente quanto il mondo sia sull’orlo di una catastrofe ambientale. E loro, più di noi, percepiscono nei loro giovani cuori quanto stiamo diventando bugiardi (ci raccontiamo e raccontiamo che è colpa di qualcun altro…) e/o impauriti (dal cambiamento perché schiavi del salario… e del consumismo in generale) e/o impietriti (indifferenti, perché concentrati solo su noi stessi)… in altre parole, quanto stiamo diventando quei burattini e pagliacci che crediamo ancora possano riuscire a dar loro speranza ed alleviare il loro dolore.

  • Feder: a frequentare le vie del bosco di Rogoredo sono ormai i giovanissimi grazie anche a sostanze smerciate 24 ore al giorno a prezzi stracciati

    Ogni mercoledì sera lo si può incontrare al bosco di Rogoredo, il non-luogo di Milano noto alle cronache per essere una piazza di spaccio a cielo aperto e divenuto sinonimo di degrado e solitudini. Lui è Simone Feder, psicologo, da anni impegnato nelle strutture della comunità Casa del Giovane di Pavia dove è coordinatore dell’Area Giovani e dipendenze, che da tempo incontra e si confronta con i tanti giovani, e non, che popolano quell’area, soprattutto quando cala la sera, offrendo loro aiuto e ascolto. Da questa esperienza ha scritto, nel 2020, il libro ‘Alice e le regole del bosco’. Oggi in quello spazio, grazie all’interesse degli abitanti e al lavoro costante di chi vi opera, la situazione è migliorata., ma c’è ancora tanto da fare. Per aiutare il Team Rogoredo, qualche sera fa, è stato organizzato, a Milano, un evento di solidarietà in cui, grazie al passaparola, in tanti hanno incontrato Feder e ascoltato i suoi racconti, i suoi progetti e il suo invito a partecipare tutti attivamente per provare ad arginare un fenomeno solo apparentemente sopito.

    Qual è attualmente la situazione al bosco di Rogoredo?

    L’emergenza si è spostata fisicamente dal bosco di cui siamo abituati a parlare. Quella che non è cambiata e permane è la disperata situazione di vita di molti giovani, sempre più devastati da sostanze e prigionieri di una vita che non lascia scampi né respiro.

    Chi sono gli operatori del Team Rogoredo e quali sono gli interventi che abitualmente svolgete? 

    Come team Rogoredo, di cui fan parte ‘Casa del Giovane’, ‘La Centralina’, ‘Milano sospesa’, ‘Vispe’, ‘Cisom’, ci occupiamo fondamentalmente di aggancio e di accoglienza. Un’accoglienza che non è fatta di porte da aprire, ma di parole da ascoltare e mani da tendere. Il nostro appuntamento fisso del mercoledì sera è volto a creare un primo aggancio con chi abita il bosco, un segnale che possa risvegliare nell’altro il desiderio di riprendere in mano la propria vita. Vuole essere un modo per condurlo con i tempi necessari alla cura e alla presa in carico di un malessere che rischia altrimenti di diventare pervasivo.

    Ricevete appoggio e collaborazione dalle istituzioni e dalle Forze dell’Ordine?

    L’appoggio maggiore e più importante ci arriva soprattutto dalle associazioni che ruotano intorno al bosco e da tutta la gente che ha scelto di avvicinarsi alla nostra realtà. Sono giovani, studenti e lavoratori che, inciampati per qualche motivo nelle richieste di aiuto provenienti dal bosco, decidono di non essere indifferenti e impegnarsi in prima persona ad essere soggetti attivi di una rivoluzione cultuale sempre più necessaria.

    Qual è la fascia di età che maggiormente fa uso di stupefacenti e quanto è facile acquistarli? Sappiamo che i prezzi si sono abbassati e con essi la qualità dei prodotti, se si può usare un’espressione simile…

    Gli ospiti del bosco sono di appartenenze trasversali sia per età che per classe sociale, ormai non esiste più lo stereotipo del dipendente, adulto e appartenente a fasce più povere della società, a cui le narrazioni passate ci hanno abituati. Molti sono ormai i giovanissimi che frequentano le vie del bosco, in un continuo viavai favorito anche da sostanze smerciate 24 ore al giorno a prezzi stracciati. La droga al bosco si acquista con le monetine che facilmente si possono reperire scollettando in stazione.

    Le famiglie, alla fine anch’esse vittime delle droghe, come si relazionano con la vostra realtà? Vi cercano? Propongono di collaborare?

    Riceviamo continue richieste da parte di genitori disperati che ci chiedono notizie dei loro figli dispersi. Sono mamme e papà abbandonati da tutti, che cercano aiuto per strappare i loro cari dai sentieri del bosco, senza neanche sapere se sono ancora vivi.

    Numerose sono anche le famiglie che si avvicinano al mondo del volontariato e con buona volontà ci aiutano e sostengono con donazioni

    Tra i giovani che incontra c’è ancora la speranza di imbattersi in una nuova Alice?

    Nessuno è irrecuperabile, sono profondamente convinto che assolutamente in tutti c’è parte bella nascosta. Certo, sarebbe bello non avere più necessità di incontrare un’altra Alice, sarebbe bello pensare che non esista più nessuna Alice nel bosco che necessita di una mano per essere tirata fuori da quel luogo.

    Dobbiamo però essere pronti ad ascoltare la loro richiesta, anche quando non è espressa, a cogliere i segnali che diano appigli per riaccendere la speranza. Essere in prima persona ‘accoglienza’ e fare il possibile per porci in questa ottica.

    Negli anni scorsi c’è stato molto clamore mediatico attorno al bosco di Rogoredo, poi solo qualche notizia sporadica (e di mezzo il covid) che indurrebbe a far pensare che l’emergenza si sia ridotta, ma sappiamo bene che non è così. Come se lo spiega?

    Nell’ultimo periodo si è ridotto il tam tam mediatico su giornali e televisioni, il disagio fa audience solo se presentato in termini sensazionalistici, atteggiamento da cui siamo sempre rifuggiti, preferendo un diverso tipo di comunicazione.

    Quello che invece è sempre più in aumento è, per fortuna, la risposta di chi desidera aiutarci. Tanti sono i donatori che ci sostengono con forme più diverse, a seconda delle proprie disponibilità.

    Da diversi anni all’interno dei servizi si dice che è ora di cambiare paradigma, noi lo stiamo facendo partendo dal basso, andando incontro alle persone nel nascondimento e con costanza, con il sostegno di molti volontari che ci credono insieme a noi.

    Che aiuto concreto possono dare i cittadini al Team Rogoredo?

    L’aiuto più importante e necessario è quello di aiutarci a diffondere la cultura dell’accoglienza verso il prossimo, generare quella sensibilità necessaria a creare il giusto senso di responsabilità condivisa che è il primo motore di un cambiamento.

    Per il resto prosegue da alcuni anni la nostra iniziativa ‘dona un libro al bosco’, che prevede la raccolta di libri inviati da tutta Italia, con una dedica per i giovani del bosco, che andranno poi a riempire la nostra biblioteca.

    Nell’ultimo anno abbiamo poi iniziato la raccolta di vestiti che, specialmente nei mesi invernali, sono preziosi per combattere il freddo pungente.

    Negli Stati Uniti da qualche tempo è allarme Fentanyl, droga 30 volte più potente dell’eroina che sta uccidendo migliaia di persone. In Italia che rischio corriamo?

    Da diverso tempo al bosco abbiamo le prime avvisaglie dell’arrivo di diverse sostanze, mai viste prima, che danno effetti nuovi tra cui lacerazioni sulla pelle devastanti. Sono sperimentazioni sotto gli occhi di tutti al bosco, costantemente ci imbattiamo in persone preda di sostanze nuove o non sostanze perchè non conosciamo l’eziologia di certi comportamenti e manifestazioni fisiche e non.

    Il mercato si muove anche nel mondo della droga seguendo un’unica logica: risparmiare. Il Fentanyl è più pesante dell’eroina, i suoi effetti sono diverse volte più forti e con una dose piccolissima ottieni già effetti devastanti: è più conveniente per i venditori di morte.

    Lei è conosciuto per il suo impegno nella lotta alle ludopatie. Quanto l’uso, se non compulsivo ma abituale, dei social ha aggravato la situazione?

    Oggi il disagio si esprime attraverso forme sempre più trasversali e variegate. Oltre alle sostanze pensiamo all’azzardo, all’autolesionismo, ai disturbi alimentari… tutte forme di malessere in aumento esponenziale anche nei giovanissimi.

    Sono tentativi di lenire un dolore che è per loro devastante, non ha una risposta e non viene facilmente intercettata.

    Questo ci richiede di rivedere costantemente il nostro essere operatori oggi, ci interroga sulla nostra presenza e sul nostro modo di rispondere ad una sofferenza che rompe gli argini. Il termometro oggi non è cosa usi, ma perchè lo fai. In questo i social sono una potente cassa di risonanza, troppo spesso fuori controllo.

  • Vivere la vita affrontando ogni giorno quello che ci porta

    Da tempo, purtroppo, sappiamo che vi sono persone, specie giovani, che “affrontano” i loro problemi procurandosi tagli e lesioni volontarie, il fenomeno, negli ultimi anni, è peggiorato colpendo ragazzi sempre più giovani.

    Secondo alcuni dati, di recente pubblicazione, l’autolesionismo è aumentato del 70% interessando ragazzi che hanno una media di età dai 13 ai 14 anni.

    La crescita, non solo per il covid, del disagio dei più giovani, la depressione, l’incapacità di accettarsi e di sentirsi accettati, la violenza sempre più frequente, che molti devono subire, la competizione eccessiva, che emargina tanti, ed i messaggi negativi della rete sono solo alcuni dei motivi per i quali troppi adolescenti si sentono insicuri, frustrati, non capiti, senza un posto nel mondo.

    Il primario di neuropsichiatria infantile del Bambin Gesù di Roma avverte che i tre quarti delle malattie mentali iniziano prima dei 18 anni.

    L’autolesionismo è l’evidente sintomo di una grave sofferenza interiore che i genitori e gli insegnanti dovrebbero poter capire da tanti sintomi, dagli sbalzi d’umore all’eccessiva aggressività o indifferenza a quanto avviene intorno, ai disturbi dell’alimentazione.

    Diventa difficile combattere l’angoscia, che per altro ha attraversato anche le vite dei nonni e dei genitori degli adolescenti di oggi, quando diventa sempre più forte lo spirito di imitazione dei comportamenti di altri componenti del gruppo o di quanto si vede su Tik Tok o su altri sistemi di diffusione di massa che propagano notizie e comportamenti negativi.

    Spesso i tagli sono messaggi che si mandano alla stessa famiglia, anche se i tagli sono in punti nascosti, un grido d’aiuto che non ha suono e visibilità perché chi lo lancia vuole stare solo, è convinto di non essere capito, e contemporaneamente vorrebbe essere salvato.

    Troppe volte anche i genitori sono fragili come i loro figli, non danno loro la sicurezza che si cerca quando si è adolescenti, la scuola è distratta e i social sono diventati prevalenti con le loro orride suggestioni che portano anche a sfidare la morte in folli gare.

    Sapere educare i giovani alla vita per renderli autonomi e consapevoli significa far loro conoscere che l’ansia, la paura, i momenti d’angoscia o d’inadeguatezza fanno parte della vita di ciascuno, e che non bisogna avere paura del buio né rifugiarsi in esso.

    L’autostima è fondamentale, chi si rispetta rispetta gli altri, bisogna imparare a conoscere i propri pregi ed i propri difetti, non sentirsi inermi di fronte al giudizio degli altri, non sentirsi inadeguati o in eterna competizione.

    Ogni essere umano è un piccolo miracolo in se, una piccola grande meraviglia, cerchiamo di dare ai ragazzi, ai bambini il senso della vita che è proprio vivere affrontando ogni giorno quello che ci porta sapendo che non si è mai veramente soli ma che nessuno può sostituirsi a noi per affrontare le prove che ci toccano.

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