Giovani

  • Giorgio Gervasini nuovo presidente dello storico club Verbano Calcio

    Il Patto Sociale si unisce alle congratulazioni per la nomina a Presidente del Verbano di Giorgio Gervasini.

    Successore di Pietro Barbarito, per 31 anni alla guida di questo storico club, e originario di Besozzo, Gervasini racconta della sua passione per il calcio nata da piccolo, complice l’essere cresciuto vicino al campo sportivo di Besozzo. Ha giocato nelle giovanili e, successivamente, nel Verbano. Da dirigente ha iniziato una ventina di anni fa a Sant’Andrea e successivamente è passato al Verbano, prima nel ruolo di vicepresidente del settore giovanile e poi ricoprendo diversi ruoli, occupandosi di molteplici mansioni.

    Gavetta, passione per il calcio, per il territorio e per la società sono alla base dei progetti per la ‘sua’ squadra, in primis la riattivazione del settore giovanile, anche con Open Day per il mese di luglio

    Questa nomina, che premia un impegno di molti anni, fa anche sperare in un maggior coinvolgimento dei giovanissimi nel calcio, uno sport di squadra che insegna a lavorare e costruire insieme nel rispetto di regole ed in continua collaborazione gli uni con gli altri. Oggi, in una società sempre più violenta ed indifferente lo sport è una grande opportunità per riaffermare valori e capacità di vivere insieme.

    Augurando a Giorgio Gervasini il maggior successo invitiamo anche i nostri lettori del Verbano a prendere contatto con Giorgio e a iscrivere i loro figli e nipoti e la squadra e il presidente Gervasini sperano anche in qualche nuovo sponsor.

  • Notizie e spunti di riflessione per chi ha voglia di riflettere

    Aymane muore a 16 anni dopo aver aiutato due bagnanti in difficoltà al lido degli Estensi, i due bagnanti se ne vanno senza occuparsi delle sue condizioni.

    La giornalista Lauren Sanchez, durante i festeggiamenti a Venezia per il suo matrimonio con Jeff Bezos cambierà, dicono, 27 vestiti per la gioia di alcuni stilisti prescelti.

    Putin, che continua a massacrare il popolo ucraino, si propone come mediatore fra Israele e l’Iran e Trump non trova l’ipotesi assurda, anzi per lui è normale che chi ha scatenato una guerra diventi mediatore di pace in altra area di conflitti cercando di ridarsi un ruolo internazionale mentre molti pensano che sia un assassino.

    Nel 2022, non ho trovato dati più aggiornati, le licenze di caccia in Italia erano 609.000, molte di queste non rinnovate per esercitare la caccia ma per avere l’autorizzazione a tenere un’arma di difesa in casa.

    Secondo una ricerca Eurispes quasi una persona su due, nel 2025, si dichiara favorevole alla tutela dell’ambiente, la maggioranza degli italiani è contro l’uccisione di animali selvatici ed il 68,3% è espressamente contro la caccia mentre il ministro Lollobrigida, e alcune Amministrazioni regionali, specie leghiste, parlano di caccia aperta fino a mezzanotte e di prolungare sempre di più il calendario venatorio.

    Notizie in apparenza diverse tra di loro ma che denotano tutte lo scollamento all’interno di una società che ha perso valori e nella quale l’interesse personale, o di categoria, prevale sulla logica e il buon senso e chi è miliardario, e muove la finanza, ritiene di potersi comperare per qualche giorno la storia e la vita di una città.

    I due bagnati che Aymane ha soccorso se la sono filata via senza occuparsi delle condizioni del giovane il quale non aveva pensato un attimo a se stesso e si era lanciato in loro aiuto, poi si accerteranno anche le misure di controllo su quel tratto ma intanto Aymane è morto e tra due giorni nessuno si ricorderà di lui e di altri giovani che negli anni hanno soccorso il loro prossimo. Di fronte a tanti ragazzi che girano con i coltelli non diciamo una novità sostenendo che la famiglia ha responsabilità e doveri ai quali non sempre ottempera in questi anni di violenza sempre più diffusa mentre vi sono, per fortuna, ancora famiglie che hanno educato i loro figli a vivere accorgendosi dei bisogni degli altri, se poi sono extracomunitari dobbiamo riflettere su tanti aspetti.

    Siamo contenti che Bezos venga a sposarsi in Italia, a Venezia, ma c’è un limite al potere del denaro che non può affittarsi un intera città, cittadini compresi, c’è un limite allo sfoggio di potere e argento, oro, o diamanti. Siamo contenti che si riconosca all’Italia di avere luoghi di cultura, arte, storia, bellezza che altri non hanno ma un po’ di discrezione e di educazione non guasterebbe anche agli amministratori di Venezia, un vecchio detto dice “I buoni conti fan buoni gli amici”, non credo che dire sì a tutto ciò che i potenti ci chiedono sia utile per farci rispettare.

    Abbiate pazienza se non commento né Putin né Trump sulla proposta, non respinta subito al mittente, che il presidente russo ha fatto al presidente degli Stati Uniti, non commento perché penserei di far torto all’intelligenza dei nostri lettori.

    Per quanto riguarda invece le proposte del ministro Lollobrigida, e di alcune amministrazioni regionali, ricordo che molti personaggi non hanno dovuto confrontarsi seriamente col proporzionale, con il vero pensiero e le reali esigenze dei cittadini, costoro pensano di essere al di sopra anche della logica della scienza e dell’interessa collettivo. Alcuni, purtroppo, si occupano solo dell’interesse di parte, di categoria. Sono persone che non conoscono, e perciò sono ignoranti in quanto ignorano, le necessità dell’ecosistema che sopravvive, nonostante gli errori umani ed i conseguenti cambiamenti climatici, perché, fino ad ora, si erano rispettate un minimo di regole quali vietare la caccia durante le stagioni della riproduzione e nelle ore notturne, ma Lollobrigida non lo sa o non vuole saperlo, cosa è più grave?

  • Amazon tribe sues New York Times over story it says led to porn addict claims

    An Amazonian tribe has sued the New York Times (NYT) over a report about the community gaining access to high-speed internet, which it claims led to its members being labelled as porn addicts.

    The defamation lawsuit said the US newspaper’s report portrayed the Marubo tribe as “unable to handle basic exposure to the internet” and highlighted “allegations that their youth had become consumed by pornography”.

    The lawsuit also named TMZ and Yahoo as defendants, and said their news stories “mocked their youth” and “misrepresented their traditions”.

    The NYT said its report did not say any of the tribe’s members were addicted to porn. TMZ and Yahoo have been contacted for comment.

    The Marubo, an Indigenous community of about 2,000 people, is seeking at least $180m (£133m) in damages.

    The NYT’s story, written nine months after the Marubo gained access to Starlink, a satellite-internet service from Elon Musk’s SpaceX, said the tribe was “already grappling with the same challenges that have racked American households for years”.

    This included “teenagers glued to phones”, “violent video games” and “minors watching pornography”, the report said.

    It stated that a community leader and vocal critic of the internet was “most unsettled by the pornography”, and had been told of “more aggressive sexual behaviour” from young men.

    The report also noted the perceived benefits of the internet among the tribe, including the ability to alert authorities to health issues and environmental destruction and stay in touch with faraway family.

    The lawsuit claims other news outlets sensationalised the NYT’s report, including a headline from TMZ referencing porn addiction.

    The response led the NYT to run a follow-up report around a week after its original story, with the headline: “No, A Remote Amazon Tribe Did Not Get Addicted to Porn”.

    The report said “more than 100 websites around the world” had “published headlines that falsely claim the Marubo have become addicted to porn”.

    But the lawsuit claimed the NYT’s original story had “portrayed the Marubo people as a community unable to handle basic exposure to the internet, highlighting allegations that their youth had become consumed by pornography”.

    The named plaintiffs, community leader Enoque Marubo and Brazillian activist Flora Dutra, who helped to distribute the 20 $15,000 Starlink antennas to the tribe, said the NYT story helped fuel “a global media storm”, according to the Courthouse News Service.

    This, they said, subjected them to “humiliation, harassment and irreparable harm to their reputations and safety”.

    The TMZ story included video footage of Marubo and Dutra distributing the antennas, which they said “created the unmistakable impression [they] had introduced harmful, sexually explicit material into the community and facilitated the alleged moral and social decay”.

    A spokesperson for the New York Times said: “Any fair reading of this piece shows a sensitive and nuanced exploration of the benefits and complications of new technology in a remote Indigenous village with a proud history and preserved culture.

    “We intend to vigorously defend against the lawsuit.”

  • La Commissione assegna quasi 36.000 pass a giovani di 18 anni per viaggiare gratuitamente in treno alla scoperta dell’Europa

    I risultati della tornata di candidature DiscoverEU dell’aprile 2025 offriranno ai 35.753 candidati selezionati la possibilità di viaggiare gratuitamente in tutta Europa tra il 1º luglio 2025 e il 30 settembre 2026, da soli o in gruppi fino a cinque.

    Glenn Micallef, Commissario per l’Equità intergenerazionale, i giovani, la cultura e lo sport, ha così commentato: “DiscoverEU continua a spalancare le porte ai giovani di tutta Europa, non solo verso nuovi luoghi, ma anche verso nuove prospettive. Ad ogni tornata registriamo un forte e costante interesse da parte dei giovani europei per questa sezione del programma Erasmus+. I giovani sono desiderosi di connettersi, esplorare e crescere. In un momento in cui l’Europa si trova ad affrontare numerose sfide, questo tipo di curiosità, apertura e impegno è più importante che mai. Erasmus + e DiscoverEU contribuiscono a costruire la prossima generazione di cittadini attivi e informati“.

    Questa tornata era aperta ai giovani nati tra il 1º luglio 2006 e il 30 giugno 2007, provenienti sia dagli Stati membri dell’UE che dai paesi associati a Erasmus + (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia).

    I partecipanti viaggeranno principalmente in treno. Sono previste modalità speciali (ad esempio viaggi aerei) per le persone provenienti da isole, regioni ultraperiferiche e zone remote. I partecipanti riceveranno un pass DiscoverEU e la Carta europea per i giovani, che garantisce l’accesso a vitto e alloggio, trasporti locali, sconti sulle visite culturali e altro ancora. I giovani selezionati potranno seguire apposite sessioni informative prima della partenza e partecipare agli incontri di DiscoverEU organizzati in tutta Europa.

    Dal 2018 oltre 1,6 milioni di giovani si sono candidati per i 390.000 pass di viaggio messi in palio.

  • Obesità adolescenziale in crescita, in particolare nei maschi: allarme per i rischi cardiovascolari già in giovane età

    Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il numero di bambini e adolescenti obesi tra i 5 e 19 anni nel mondo è aumentato di 10 volte negli ultimi 40 anni. Attualmente in Europa il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 è in sovrappeso od obeso, e in Italia la situazione non è migliore: il 43% degli adulti ha un eccesso ponderale, con punte del 49% in Puglia. Inoltre, secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 22% degli adolescenti italiani presenta un eccesso ponderale. Tra i maschi di 17 anni, la quota sale a quasi il 24%, con un 3,9% classificato come obeso.
    Il trend, che fino a pochi anni fa sembrava in lieve diminuzione, sta nuovamente crescendo, soprattutto nella fascia 11–14 anni. Inoltre, a livello globale, un rapporto OMS ha stimato che nel 2022 l’obesità infantile e adolescenziale in Italia ha raggiunto livelli circa quattro volte superiori rispetto al 1990 (​epicentro.iss.it). Ancora più preoccupante è la distribuzione geografica del fenomeno: le prevalenze più elevate di obesità tra i giovani si osservano nelle regioni del Sud Italia​ (epicentro.iss.it). Le regioni meridionali come la Campania presentano tassi di adolescenti sovrappeso/obesi superiori al 25-30%, con la Puglia al 27%, mentre in alcune regioni del Nord (es. Trentino Alto Adige) tali valori scendono sotto il 15%​ (epicentro.iss.it). In generale, almeno 1 adolescente su 4 nel Mezzogiorno risulta in eccesso di peso, a fronte di quote sensibilmente inferiori nelle regioni settentrionali​.
    Il Progetto Scuola della Fondazione Foresta ETS, partito lo scorso ottobre a Padova, ha coinvolto quasi seimila studenti delle scuole superiori. I dati raccolti confermano un quadro preoccupante: i giovani maschi sono più frequentemente obesi rispetto alle coetanee (18% vs 12%), e questa forbice è sempre più ampia rispetto a 8 anni fa quando la differenza era di soli due punti percentuali. Le conseguenze sulla salute non sono trascurabili e includono certamente le disfunzioni sessuali (già il 20% degli obesi dichiara di avere almeno una disfunzione sessuale già a 18 anni, contro meno del 10% dei coetanei normopeso), ma anche i tipici fattori di rischio cardiovascolare dell’adulto, come ipertensione, iperglicemia e ipercolesterolemia.

    Uno studio condotto dall’equipe del prof. Foresta in collaborazione col prof. Andrea Di Nisio dell’Università Pegaso, su oltre 100 ragazzi italiani tra 11 e 14 anni, nell’ambito di un progetto di prevenzione dell’obesità e della salute andrologica e pubblicato sulla rivista internazionale Endocrine, ha mostrato dati preoccupanti.
    Quasi la metà del campione era in sovrappeso o obeso. Un elemento chiave emerso è la diffusa carenza di vitamina D: Il 92% dei ragazzi obesi e il 76% dei normopeso risultavano avere livelli insufficienti. Tale carenza si è rivelata essere un indicatore indipendente di accumulo di fattori di rischio cardiovascolare, anche nei soggetti normopeso. In condizioni di ipovitaminosi D, cioè con livelli inferiori a 30 ng/ml, la probabilità di presentare almeno un fattore di rischio risultava aumentata del 31% nella popolazione totale e del 41% tra i ragazzi in eccesso ponderale. Nei casi di carenza grave (inferiore a 20 ng/ml), il rischio risultava addirittura raddoppiato.
    “Questo studio dimostra che l’obesità adolescenziale espone i ragazzi, già in tenera età, a fattori di rischio cardiometabolico, che se non corretti nell’adulto possono svilupparsi precocemente in patologie cardiovascolari severe, per non parlare del rischio di ipogonadismo ed infertilità, confermato già da diversi studi che mostrano come la funzionalità testicolare del giovane obeso sia già alterata e si mantenga tale durante tutto la fase di sviluppo sessuale dell’adolescenza” conclude Foresta.
    Lo studio, illustrato a Lecce presso il Mercure Hotel President, nelle giornate del 9 e del 10 maggio all’interno del XVIII convegno di endocrinologia e medicina della sessualità sul tema “Obesità, osteoporosi, infertilità: un complesso sindromico dilagante” dimostra come queste tre patologie sono frequentemente interconnesse, soprattutto nel maschio infertile e indipendentemente dall’invecchiamento. Basti pensare che quasi il 50% dei giovani infertili è infatti obeso, ipogonadico e presenta una ridotta densità dell’osso, prodromica all’osteoporosi.

  • Vacanze, boomer più decisi nella scelta della meta rispetto alla generazione Z

    Pianificare le vacanze può trasformarsi in un vero e proprio mestiere capace di generare stress. Secondo un’analisi di Vamonos-Vacanze.it, tour operator specializzato in viaggi di gruppo, ogni anno si impiegano in media più di due giorni (circa 54 ore) per scegliere la destinazione delle ferie. Un tempo che può salire sensibilmente a seconda della fascia d’età.

    Quelli della generazione Z, nati tra la seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso e la prima metà degli anni 2010, si confermano i più indecisi: impiegano fino a 75 ore l’anno solo per decidere dove andare. Al contrario, i boomer, quelli nati a cavallo tra il 1946 e il 1964, sono decisamente più rapidi, riuscendo a scegliere in “appena” 36 ore.

    Il fenomeno è conosciuto nel mondo anglosassone con l’acronimo «fobo» (Fear of Better Options), la paura di fare la scelta sbagliata senza aver valutato tutte le opzioni disponibili. Un’ansia che colpisce più di quanto si pensi.

    Il 48% delle persone si sente oppresso dall’ansia di decidere dove andare in vacanza, il 45% considera questa decisione una delle più stressanti dell’anno, il 35% si sente sopraffatto dal caos di avere troppe schede aperte su dispositivi digitali ed il 22% ammette di prendere in considerazione 20 o più destinazioni prima di prenotare.

    «È paradossale che un momento pensato per il relax possa diventare una fonte di stress. Per questo cerchiamo di rendere la scelta facile, proponendo pacchetti chiari, tour leader esperti e gruppi omogenei, così da eliminare ogni dubbio e semplificare la vita ai viaggiatori», commentano gli esperti di Vamonos-Vacanze.it che, da sempre attenti alle nuove tendenze del turismo, continuano ad innovare la loro offerta per aiutare chi viaggia a scegliere in modo consapevole e sereno.

  • Aperto l’invito a presentare candidature al premio per i giovani imprenditori europei

    La Commissione europea ha aperto le candidature al premio per i giovani imprenditori europei, volto a dare visibilità alle iniziative innovative dei giovani in tutta Europa. Il premio permetterà ai giovani innovatori di accedere a preziose opportunità di tutoraggio e finanziamento.

    Le presentazioni finali si terranno il 5 giugno, in occasione della Giornata europea dell’industria, a Rzeszów, in Polonia. I finalisti presenteranno i loro progetti a leader del settore, responsabili politici e potenziali investitori di tutta Europa. Ciascuno dei 10 finalisti riceverà un sostegno personalizzato fino a 20 000 €, comprendente consulenza di esperti del settore, accesso a reti professionali e strumenti pratici per sviluppare le idee e garantire il successo a lungo termine.

    Il premio per i giovani imprenditori europei è un concorso che celebra l’innovazione e l’imprenditorialità in tutti i settori. Aperto agli imprenditori al di sotto dei 40 anni, mira a dotare le start-up e gli innovatori delle competenze, delle conoscenze e delle risorse necessarie per prosperare in un panorama economico sempre più competitivo. I candidati sono invitati a presentare progetti rispecchianti le priorità dell’Unione europea, come la sostenibilità, la trasformazione digitale e le ricadute sociali positive.

  • Quasi 36.000 alla scoperta dell’Europa grazie a un pass di viaggio gratuito

    La Commissione ha annunciato i risultati dell’ultima tornata di candidature DiscoverEU. 35 762 viaggiatori, al compimento dei 18 anni di età, riceveranno infatti un pass per esplorare la diversità del continente, conoscere il suo patrimonio culturale e la sua storia ed entrare in contatto con persone di tutta Europa. Lanciata nel 2018, l’iniziativa DiscoverEU offre ai giovani viaggiatori l’opportunità di scoprire l’Europa da soli o in o in gruppi formati al massimo da cinque persone, principalmente in treno. L’edizione di quest’anno si svolge tra marzo 2025 e maggio 2026.
    Rientrante nell’ambito del programma Erasmus+, questa tornata di candidature di DiscoverEU era aperta ai giovani degli Stati membri dell’UE e dei paesi associati a Erasmus+ nati tra il 1º gennaio 2006 e il 31 dicembre 2006. Ben 135.000 le domande pervenute.

  • Non tutti i giovani si lasciano incantare dai social. Ma tra chi ci casca ci sono soprattutto le ragazze

    I social già oggi richiedono un’età minima di 13 anni per iscriversi. Ma il problema, che neanche il divieto di iscriversi fino ai 16 anni introdotto in Australia risolve, è che i dati forniti all’iscrizione possono essere falsati. Così, la questione dei social resta un nodo che è semplicistico pensare di risolvere a colpi di norma e di divieti.

    I giovani in realtà “vorrebbero avere una sana vita ‘analogica’ e circa la metà di loro prova a uscire di casa per divertirsi, a fare sport con regolarità e ad avere uno stile alimentare equilibrato. Tanti altri però si lasciano ipnotizzare dalla dimensione digitale, con effetti deleteri su umore e prospettive per il futuro. Le più colpite sono le ragazze”.

    Questa è la realtà di fatto, così come emerge dall’annuale indagine condotta dall’Associazione Nazionale DiTe (Dipendenze tecnologiche, gap e cyberbullismo) in collaborazione con il portale studentesco Skuola.net e in anteprima pubblicata da Adnkronos Salute – su un campione di 2.510 ragazze e ragazzi italiani, tra i 10 e i 24 anni – in occasione della Giornata nazionale contro le dipendenze tecnologiche, indetta dalla stessa associazione per il 30 novembre. Lo studio arriva nei giorni della clamorosa decisione presa dall’Australia sul divieto di utilizzo dei social per gli “under 16”.

    Il quadro che emerge è quello dei giovani “sempre più isolati”, secondo l’indagine “la ridotta capacità di relazionarsi ‘vis a vis’ si riflette in una crescente assenza di amici in carne ed ossa: il 26,8% non ha legami significativi coltivati regolarmente con incontri al di fuori delle piattaforme digitali. E nella riduzione della capacità di uscire di casa: il 14,4% spesso se non sempre fa fatica a incontrare i propri amici dal vivo”. “Questi dati – sottolinea Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Di.Te. – ci restituiscono il ritratto di una generazione consapevole dell’importanza delle relazioni autentiche e delle buone abitudini, ma al tempo stesso immersa in una realtà che amplifica insicurezze e solitudini”.

    I social influenzano stati d’animo e percezioni del sé. “In questa pericolosa deriva, l’influsso del digitale è evidente: il 49,3% dei giovani ammette di sentirsi influenzato da ciò che vede sui social media, mentre il 34,2% si sente spesso triste o insoddisfatto dopo un uso prolungato delle piattaforme sociali”, avverte l’indagine. “Qui sta la chiave – commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – dell’apparente contrasto tra la ricerca del benessere fisico e il malessere mentale: infatti il 36% del campione ammette che il rapporto con il proprio corpo è legato a doppio filo con i modelli proposti dai social. Anche la ricerca di un ‘fisico da post’ fa parte degli effetti della dieta digitale”. Ma non basta: “la cura per questi stati d’animo viene cercata nella loro causa. Spesso, infatti, si visitano i social per gestire distrarsi dagli stati d’animo come tristezza o rabbia (58%) oppure frustrazione/delusione (54,4%)”, rimarca l’indagine.

    Un effetto a catena che ha ricadute oltre l’esperienza online. “Il passaggio più preoccupante della ricerca – avverte Lavenia – è legato a un altro aspetto: la gestione delle emozioni e la percezione del domani. Il 62,3% delle ragazze e dei ragazzi, infatti, confessa di fare fatica a immaginare la propria vita futura. Una difficoltà che, peraltro, cresce con l’età. Viviamo in un’epoca in cui tutto è istantaneo, e questa immediatezza sembra soffocare la capacità di progettare a lungo termine. I social, che dovrebbero essere uno strumento, diventano spesso un rifugio che però amplifica frustrazione e insoddisfazione”.

    Entrando più nel dettaglio dell’indagine, la percezione dell’influenza (negativa) dei social varia notevolmente tra i generi: se tra la ragazze è il 65% a sentirsi condizionata da ciò che vede online, tra i ragazzi ci si ferma al 31%. Per questo, secondo lo psicologo Lavenia, “è fondamentale lavorare su percorsi educativi che aiutino le ragazze a sviluppare una maggiore autostima, offrendo loro strumenti per leggere criticamente i contenuti online e contrastare le insicurezze”. “La situazione è ancora peggiore – conferma Grassucci – se ci limitiamo a misurare l’impatto dei social sul rapporto con il proprio corpo: è rilevante secondo il 47% delle ragazze intervistate e solo per il 18% della controparte maschile.

  • Aumentano gli adolescenti disadattati

    L’indice di salute mentale tra gli adolescenti nel 2023 è sceso a 71, rispetto al 72,6 registrato l’anno precedente. I giovani restano la fascia d’età con l’indice più alto, ma in confronto alla media della popolazione è nitido il contrasto tra prima e dopo la pandemia. Un gap che peraltro non sembra essere ancora del tutto recuperato. Spiccato è il divario di genere: tra le adolescenti l’indice di salute mentale è stato pari a 67,4 nel 2023, circa 7 punti in meno dei coetanei maschi (74,3). Sebbene uno svantaggio femminile sia comune a tutte le fasce d’età, lo scarto registrato tra i 14 e i 19 anni è particolarmente ampio.

    “La differenza di genere a svantaggio delle donne si osserva a tutte le età, ma è particolarmente accentuata tra i più giovani e tra i più anziani. Nel 2023, in questi gruppi il divario di genere raggiunge i 7 punti: il punteggio è pari a 74,3 per i ragazzi di 14-19 anni (67,4 tra le coetanee)” segnala l’Istat nel Rapporto Bes 2023 dello scorso aprile 2024.

    Quello sulla salute mentale non è l’unico indicatore che segnala una difficoltà nella condizione di bambini e ragazzi. Dai dati sull’isolamento sociale a quelli sulle dipendenze, fino ai disturbi del comportamento alimentare, i segnali in questa direzione sono numerosi. Tuttavia, se è abbastanza chiaro il quadro complessivo, non è altrettanto semplice ricostruire il fenomeno con una disaggregazione territoriale fine, premessa obbligata per qualsiasi tipo di intervento.

    Un primo elemento che questi dati consentono di analizzare è il contesto familiare. In presenza di un disagio psicologico o di un disturbo, poter contare sul sostegno dei genitori e in generale della famiglia è fondamentale. Tanto è vero che lo studio effettuato durante la pandemia dal garante dell’infanzia e dall’Iss ha fatto emergere questo aspetto come fattore protettivo per la salute mentale dei minori nell’emergenza Covid-19. I dati mostrano che al crescere dell’età, diminuisce la facilità con cui ragazze e ragazzi riescono ad aprirsi con i genitori, con una maggiore facilità nel parlare con la madre. La questione riguarda soprattutto le ragazze. Poco più della metà delle quindicenni dichiara di ricevere un elevato supporto familiare (51,8%), a fronte del 60,7% registrato tra i coetanei maschi. Una quota che varia anche rispetto al territorio di appartenenza. Solo il 42% delle ragazze di Veneto ed Emilia-Romagna dichiara un elevato supporto familiare. Oltre due terzi degli studenti maschi della provincia autonoma di Bolzano (71,7%), della Valle d’Aosta (66,5%) e della Puglia (66,2%) dichiarano un elevato supporto della famiglia. Tra le giovani la quota è sistematicamente più bassa, anche se supera il 60% in 3 territori. Oltre all’area di Bolzano, due regioni del mezzogiorno come Sicilia e Campania. Quest’ultima è anche la regione con il minor divario di genere: la quota di giovani che si sentono supportati dalla famiglia è analoga tra maschi e femmine e sfiora il 61%. Al contrario, meno del 45% delle ragazze di Friuli Venezia Giulia, Marche, Emilia Romagna e Veneto dichiara un elevato supporto familiare.

    Insieme alla famiglia, la scuola è l’altra istituzione con un ruolo centrale. È qui infatti che bambini e ragazzi trascorrono buona parte del proprio tempo, vivendo esperienze che possono influenzarne il benessere e lo sviluppo. Anche in questo caso, l’apprezzamento verso la scuola è inversamente correlato all’età. I rispondenti 11enni a cui “piace molto la scuola” sono il 21% tra le ragazze e il 15% tra i maschi. La quota si dimezza a 13 anni (7% maschi, 10,7% femmine), per poi calare ulteriormente tra i 15enni (5,6% maschi, 7% femmine). In questa fascia d’età, il 61,8% si sente accettato dagli insegnanti, ma solo poco più di uno su 3 (35,4%) percepisce un interesse da parte dei docenti. Due su 3 (66,6%) si sentono accettati per come sono dai compagni di classe. Fortemente correlata con i rapporti con insegnanti e compagni è la percezione di stress rispetto all’esperienza scolastica. La difficoltà di gestire lo stress è uno dei fattori più spesso chiamati in causa per l’impatto sulla dimensione psicologica e sociale. Circa il 60% degli studenti intervistati dichiara di sentirsi molto o abbastanza stressato dalla scuola, una quota cresciuta rispetto alla precedente rilevazione del 2017/18. La percentuale varia rispetto ai territori, all’età e al genere degli studenti. Non raggiunge il 50% in provincia di Bolzano (40,6%) e in Calabria (49%), mentre supera il 62% in Veneto e Valle d’Aosta. Il picco massimo tra le ragazze 15enni: quasi l’80% dichiara di sentirsi abbastanza o molto stressata dall’impegno scolastico (60,2% tra i coetanei maschi).

    Due terzi delle adolescenti dichiara di aver utilizzato spesso i social media per scappare da sentimenti negativi. L’uso problematico dei social è più frequente tra chi viene da una famiglia a basso status socio-economico: tra questi ragazzi raggiunge il 15%, contro il 12,7% di quelli con status medio-altro. Le variazioni sono ampie anche rispetto al territorio di appartenenza: nelle regioni del mezzogiorno si registra un uso più problematico dei social tra i minori. La Campania è la regione italiana dove si registra la maggiore frequenza di un uso problematico dei social media tra gli adolescenti (16%). Seguono, con quote poco inferiori al 15%, Calabria e Puglia.

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