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  • Commando assalta prigione in Messico e fa evadere un leader del narcotraffico

    C’è anche un pericoloso leader narco tra i 24 detenuti fuggiti dal carcere messicano di Ciudad Juarez dopo l’irruzione di un commando armato che ha provocato 17 vittime. Si tratta di Ernesto Alfredo Piñón de la Cruz – alias ‘El Neto’, leader di una cellula di sicari appartenente al cartello de ‘Los Mexicles’, in carcere dal 2009 e condannato a oltre 200 anni di carcere per diversi omicidi e sequestri.

    ‘El Neto’ è considerato uno degli esponenti più crudeli e sanguinari del cartello. Già ad agosto dell’anno scorso, ‘Los Mexicles’ misero a ferro e fuoco la cittadina al confine con gli Stati Uniti per evitare il suo trasferimento a un carcere di massima sicurezza.

    In quell’occasione furono 11 i morti che si contarono per le strade e nello stesso carcere di Ciudad Juarez al termine del raid narcos. Un’azione quest’ultima che, a detta delle autorità, sancì la rottura dell’alleanza de ‘Los Mexicles’ con il cartello di Sinaloa e l’avvicinamento al cartello di Suarez.

    Secondo l’ultimo bilancio diramato dalla Procura di Chihuahua, sono salite a 17 le vittime. Tra questi 10 agenti di sicurezza e custodia penitenziaria e 7 detenuti; si registrano inoltre 13 feriti e almeno 27 evasi.

    L’azione, riferisce la Procura, ha avuto inizio quando “un gruppo armato a bordo di mezzi blindati ha fatto irruzione nel Centro Penitenziario sparando contro gli agenti di sicurezza”. Il commando, riferiscono le autorità, ha agito appositamente durante l’orario di visita dei detenuti, approfittando la presenza di numerosi familiari attorno al penitenziario tra i quali si sarebbero mischiati gli evasi.

    Precedentemente un’altra cellula de ‘Los Mexicles’ aveva portato avanti un diversivo attaccando con armi da fuoco una pattuglia della polizia in un altro punto della città e provocando in questo modo una persecuzione che aveva tenuto impegnato un numero significativo di agenti.

    La governatrice dello stato di Chihuahua, María Eugenia Campos Galván, ha definito l’azione come “un atto vigliacco” sottolineando che “nessuno può violare la legge e rimanere impune. Non permetteremo che queste azioni ci facciano perdere la speranza”, ha aggiunto.

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