pirateria

  • Gli Usa sventano una fornitura d’armi agli Houthi dalla Somalia. Ma è allarme per ambiente e pirateria

    Le autorità statunitensi hanno incriminato quattro cittadini stranieri accusati dell’invio di armi di fabbricazione iraniana alle milizie yemenite Houthi, responsabili degli attacchi sferrati in questi mesi contro le navi commerciali che attraversano il Mar Rosso. Il dipartimento di Giustizia ha divulgato ieri i capi d’accusa a carico di Muhammad Pahlawan, Mohammad Mazhar, Ghufran Ullah and Izhar Muhammad: i quattro sarebbero responsabili del carico di armi sequestrato dai Navy Seals al largo delle coste della Somalia il mese scorso, e sono anche accusati di aver fornito informazioni false alla Guardia costiera statunitense dopo il loro arresto.

    Pahlawan è stato inoltre accusato di aver trasportato illegalmente una testata esplosiva, pur sapendo che gli Houthi avrebbero potuto utilizzarla per attaccare navi commerciali. L’arresto dei quatro contrabbandieri e il sequestro di un piccolo carico di componenti per missili sono stati effettuati l’11 gennaio scorso durante un controverso raid al largo delle coste della Somalia, che ha portato alla morte di due militari statunitensi. Secondo indiscrezioni della stampa Usa, il raid venne ordinato dai vertici della Marina Usa a dispetto di condizioni proibitive sul piano operativo, a causa del mare molto mosso.

    In un’intervista al Financial Times, Arsenio Dominguez, segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale, ha paventato un corto circuito tra gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso e la pirateria africana.

    Costrette dallo scorso dicembre a deviare le loro rotte e circumnavigare l’Africa per evitare gli attacchi Houthi, le principali compagnie navali hanno determinato un aumento della navigazione nelle acque dell’Oceano Indiano e al largo dell’Africa occidentale, un’area marittima dove notoriamente avvengono degli attacchi di pirateria. Non a caso, da anni, in quella sezione di mare è operativa la missione Ue Atalanta. Dominguez ha affermato di aver parlato con le autorità della Somalia, dell’Africa orientale e dei Paesi attorno al Golfo di Guinea, nella parte occidentale del continente, per discutere degli sforzi da mettere in atto per garantire che la pirateria non diventi nuovamente un grave problema.

    Last but not least, gli attacchi degli Houthi rappresentano una minaccia anche all’ambiente. Il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha segnalato nei giorni scorsi che una nave mercantile abbandonata nel Golfo di Aden dopo un attacco dei ribelli sciiti yemeniti sta imbarcando acqua e ha lasciato un’enorme chiazza di petrolio, provocando un disastro ambientale. La Rubymar, una nave mercantile battente bandiera del Belize, registrata in Regno Unito e gestita dal Libano, è stata colpita da un missile sulla fiancata della nave, con conseguente allagamento della sala macchine e abbassamento della poppa, ha affermato il suo operatore, il Blue Fleet Group. “Quando è stata attaccata la M/V Rubymar trasportava oltre 41mila tonnellate di fertilizzanti che potrebbero riversarsi nel Mar Rosso e peggiorare questo disastro ambientale”, ha affermato Centcom in un post su X. L’attacco alla Rubymar rappresenta il danno più significativo mai inflitto a una nave commerciale da quando gli Houthi hanno iniziato a sparare sulle navi a novembre come forma do rappresaglia contro l’offensiva israeliana a Gaza. Gli attacchi degli Houthi hanno spinto alcune compagnie di navigazione ad allungare la rotta intorno all’Africa meridionale per evitare il Mar Rosso, dove normalmente transita circa il 12% del commercio marittimo globale.

  • Le indagini dell’OLAF rivelano frodi e irregolarità per oltre 600 milioni di euro

    Nel 2022 l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha protetto oltre 600 milioni di euro che appartengono ai contribuenti europei, raccomandando il recupero di più di 426 milioni da frodi e irregolarità e salvaguardando ulteriori 200 milioni. L’OLAF ha inoltre fermato una serie di meccanismi di contrabbando, contraffazione e frode doganale, ha contribuito a mettere in atto le misure di difesa commerciale dell’UE ed ha continuato a elaborare e adattare politiche di prevenzione e contrasto delle frodi. Come ogni anno, l’OLAF ha indagato su sospetti inadempimenti degli obblighi professionali da parte del personale e dei membri delle istituzioni europee. In totale, l’OLAF ha concluso oltre 250 casi lo scorso anno.

    La relazione 2022 dell’OLAF, da poco pubblicata, illustra le principali tendenze e operazioni dell’anno scorso: dalla lotta contro la contraffazione e il contrabbando alla tutela dei fondi europei, compreso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, fino ai meccanismi di prevenzione delle frodi per proteggere l’assistenza finanziaria dell’UE all’Ucraina. Per la prima volta la relazione viene presentata in un formato virtuale interattivo.

    Nel 2022 l’’OLAF ha concluso 256 indagini, emettendo 275 raccomandazioni alle autorità competenti nazionali ed europee; ha raccomandato il recupero di 426,8 milioni di euro a favore del bilancio dell’UE e ha evitato la spesa indebita di 197,9 milioni di euro; ha avviato 192 nuove indagini a seguito di 1017 analisi preliminari effettuate dai suoi esperti, ha segnalato alla Procura europea (EPPO) 71 casi di possibili reati, di cui 16 per conto della Commissione europea.

    Come negli anni scorsi, le indagini dell’OLAF sulla spesa dei fondi europei hanno riguardato accuse di collusione, manipolazione delle procedure di appalto, conflitti d’interesse e fatture gonfiate. Un lieve aumento delle frodi commesse in ambito digitale ha confermato la tendenza in questo senso osservata dall’OLAF negli ultimi anni. Nel 2022 l’OLAF ha istituito un gruppo di esperti che si concentra sugli strumenti informatici antifrode per il dispositivo dell’UE per la ripresa e la resilienza, e ha iniziato a indagare su casi di possibili abusi dei finanziamenti del dispositivo.

    La lotta alla contraffazione e al contrabbando continua a essere un aspetto centrale delle operazioni dell’OLAF. Nel 2022 l’OLAF ha co-organizzato o sostenuto diverse operazioni doganali internazionali e altre attività operative che hanno contribuito al sequestro di milioni di articoli contraffatti e pericolosi prima che potessero raggiungere i consumatori. Tra gli esempi: medicinali falsi, giocattoli contraffatti e potenzialmente pericolosi, 531 milioni di sigarette e 14,7 milioni di litri di vino, birra e alcolici illeciti.

    Il 2022 è stato segnato dall’invasione russa dell’Ucraina. L’OLAF collabora da lungo tempo con le autorità ucraine sia sul fronte della spesa del bilancio dell’UE (protezione dei fondi europei) che su quello delle entrate (cooperazione doganale). Dall’inizio della guerra l’OLAF offre assistenza alle agenzie antifrode ucraine al fine di contribuire a rafforzare e migliorare le strutture del paese per combattere le frodi e la corruzione e di proteggere i finanziamenti attuali e futuri dell’UE. L’OLAF ha inoltre svolto un importante ruolo nel contrastare l’elusione delle sanzioni imposte dall’UE alla Russia e alla Bielorussia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, come spiega la relazione 2022.

    Anche un solo caso di comportamento irregolare o fraudolento da parte del personale o dei membri delle istituzioni europee sarebbe già un caso di troppo. I cittadini europei si aspettano a pieno diritto i più elevati standard di condotta da parte delle istituzioni, dei loro membri e del loro personale. Lo scorso anno l’OLAF ha chiuso 38 indagini su comportamenti fraudolenti o irregolari da parte di personale o membri delle istituzioni dell’UE. Questi casi assicurano che il denaro dei contribuenti europei venga speso correttamente e, garantendo i più elevati standard di condotta, contribuiscono a difendere la reputazione dell’UE nel suo insieme.

  • La Germania chiede all’UE sanzioni contro gli hacker russi per il cyber attacco al Bundestang nel 2015

    Il governo tedesco ha proposto all’UE di imporre sanzioni agli hacker russi responsabili di un attacco informatico al Bundestag nel 2015. Se la proposta inviata agli Stati membri sarà approvata si tratterà del primo utilizzo del sistema di sanzioni informatiche dell’UE adottato nel 2017.

    Il massiccio attacco alla camera bassa del Parlamento tedesco nel 2015 aveva costretto i suoi sistemi informatici ad essere chiusi per giorni, con l’agenzia di intelligence tedesca che accusava l’intelligence militare russa (GRU) di cyber hacking.

    Si è trattato del più grande atto di pirateria informatica mai realizzato contro il Bundestag e considerato un tentativo di spionaggio e sabotaggio. Circa 16 gigabyte di dati, documenti ed e-mail sono stati rubati dalla rete del parlamento di Berlino, tra cui migliaia di e-mail dall’ufficio di Angela Merkel.

    A maggio, il procuratore generale tedesco ha emesso un mandato di arresto nei confronti del cittadino russo Dmitry Badin, membro del gruppo APT28, sospettato di essere responsabile dell’attacco, mentre il Paese ritiene che sia stato coinvolto anche un hacker del GRU.

Pulsante per tornare all'inizio