Studenti

  • Il calo demografico espone gli atenei del sud al rischio di chiusura

    Il calo demografico mette a rischio la sopravvivenza di molti atenei italiani: a certificarlo è Talents Venture, società di consulenza specializzata in istruzione universitaria, secondo la quale il declino demografico può mettere in crisi molti corsi sia per motivi numerici che finanziari: nell’anno accademico 21/22, il 18% dei corsi di laurea aveva 20 iscritti o meno al primo anno, con una concentrazione dei corsi a numerosità ridotta nel Mezzogiorno.

    Inoltre se il gettito relativo ai corsi di laurea registrasse una contrazione pari a quella della popolazione di 18-21 anni, le minori entrate nel 2040 rispetto al 2020 potrebbero ammontare a oltre 600 milioni, un valore prossimo a quello che oggi realizzano i 7 atenei statali con il gettito maggiore dai corsi di laurea. “Parlare di declino demografico significa discutere dell’esistenza stessa di molte sedi didattiche oggi attive. Le preoccupazioni riguardano soprattutto i territori più fragili, come quelli del Mezzogiorno, in cui gli atenei dovrebbero essere fondamentali leve di sviluppo. Si pensi che le 15 sedi didattiche presenti nei territori che registreranno il declino demografico più severo entro il 2030 sono tutte situate nel Mezzogiorno, e 6 di queste avevano già meno di 100 studenti iscritti al primo anno nell’anno accademico 2021/22”, commenta Pier Giorgio Bianchi, Ceo e Co-Founder di Talents Venture. Gli atenei che potrebbero vedere ridursi maggiormente in termini percentuali gli immatricolati “in sede” (cioè senza considerare i “fuori sede”, che arrivano nelle sedi didattiche da altre province) sono Enna Kore, Basilicata, Foggia, Sannio e Federico II. Questi atenei – secondo il report – potrebbero assistere a una riduzione degli immatricolati “in sede” nelle proprie sedi didattiche tra il 15% e il 24% entro il 2030 rispetto all’anno accademico 2021/22.

    La riduzione demografica del Mezzogiorno riguarderà direttamente anche i grandi atenei del Centro-Nord, che dalle regioni del Sud e dalle Isole attraggono molti fuori sede. L’università La Sapienza, per esempio, potrebbe registrare riduzioni degli immatricolati fuori sede provenienti da altre regioni al 2030 del 6% rispetto ai valori dell’anno accademico scorso, a causa della diminuzione della popolazione di 18-21enni che in questi anni riguarderà Sicilia, Puglia, Campania, Calabria e Basilicata.

    Nel 2040, tutti i 10 grandi atenei che oggi attraggono il maggior numero di immatricolati da altre regioni – Bologna, La Sapienza, Ferrara, Politecnico di Milano, Milano Cattolica, Perugia, Padova, Parma, Torino Politecnico e Trento – secondo Talents Venture potrebbero registrare contrazioni nelle immatricolazioni di fuori sede da altre regioni superiori al 20%.

    Nelle conclusioni, gli economisti di Talents Venture sottolineano da una parte la necessità di un coordinamento a livello nazionale, che accompagni gli atenei nelle sfide legate ai trend demografici, evitando l’ingenerarsi di squilibri non governati interni al sistema universitario ed assicurando risorse finanziarie destinate ad investimenti, a partire da quelle del Pnrr destinate alle residenze universitarie. Dall’altra la necessità di iniziative specifiche a livello di singoli atenei e territori, volte all’analisi dei trend demografici in atto presso i propri “bacini” di riferimento e al rafforzamento della sostenibilità della propria offerta formativa.

  • Non ci sono diritti se non si rispettano anche i doveri

    Diritto alla casa, diritto al lavoro, diritto allo studio, diritto alla libertà, diritto alla giustizia, e, non certo per ultimo, diritto alla salute.

    Questi sono diritti principali che non possono e non devono essere alienati ma, ovviamente, ai diritti corrispondono dei doveri, doveri dei singoli cittadini e doveri delle istituzioni.

    Le istituzioni devono creare le condizioni affinché si sviluppino le occasioni di lavoro e per questo devono rendere i percorsi scolastici in grado di preparare culturalmente e tecnicamente le nuove generazioni tendendo conto che la crescita culturale non può ignorare la storia, la geopolitica, la letteratura, l’arte e che la scienza e le nuove tecnologie, in tutti i campi, devono essere assimilate e comprese.

    Attenzione agli studenti, attenzione ai lavoratori, anche con una effettiva giustizia sociale, significa attenzione alle imprese che offrono lavoro e garantiscono benessere e perciò vi è la necessità di una maggiore equità fiscale e della tutela delle peculiarità italiane.

    E’ sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere che, per troppi anni, non è stata più perseguita la costruzione di case popolari o a riscatto, come invece succedeva un tempo: le case costruite per i postelegrafonici rimangono un esempio che non è stato più seguito.

    La mancanza di medici ed infermieri è diventata un’emergenza mentre le attese di mesi per visite ed esami diagnostici urgenti stanno aggravando lo stato di salute della maggior parte dei cittadini, è compito delle istituzioni provvedere prima che il declino diventi irreversibile.

    I cittadini hanno il dovere di difendere la libertà e la democrazia, il benessere di ciascuno dipende anche dagli altri perciò non si può distorcere il concetto di libertà individuale trasformandolo in sopruso né abdicare al proprio ruolo nella società come fa chi rifiuta il lavoro preferendo sussidi e attività sommerse.

    In questi giorni le cronache hanno più volte segnalato le proteste degli studenti universitari fuori sede che lamentano la mancanza di alloggi a prezzi accessibili ma questo problema non può essere scaricato sui privati, le università e le amministrazioni locali devono essere richiamate ai loro compiti. Né possiamo dimenticare che tutti coloro che risiedono in luoghi nei quali non ci sono università devono accettare, come è sempre stato, anche quel pendolarismo che fa parte della vita di tanti lavoratori.

    Il problema è rendere più efficienti i mezzi di trasporto pubblico che continuano ad essere gravemente carenti rispetto alle necessità di chi lavora e di chi studia, problema che spetta risolvere, ancora una volta, a coloro che gestiscono questo comparto.

    Siamo tutti pronti a dire cosa vorremmo, cosa vogliamo di più e di meglio ma pochi sono disponibili ad impegnarsi per ottenerlo perché ormai tutto è dovuto, questa è diventata la società dei soli diritti ma non ci sono diritti se non si rispettano anche i doveri.

  • Il diritto allo studio ed il desiderio abitativo

    La fortuna si manifesta in diverse forme, e durante il periodo studentesco sicuramente la vicinanza della propria abitazione al proprio liceo o all’università rappresentata una di quelle più gradite in quanto assolutamente gratuite.

    Il pendolarismo studentesco rappresenta una delle domande più importanti nella movimentazione delle persone, alla quale il sistema pubblico si trova con grande difficoltà a dovere rispondere, per di più con risorse sempre più limitate. In questo contesto le disponibilità economiche familiari rappresentano un plus fondamentale non solo nell’opera di finanziare i viaggi studenteschi, ma soprattutto prima ancora nella scelta della facoltà desiderata anche in location universitarie distanti dal luogo di residenza.

    In altre parole, una volta individuata la facoltà successivamente la sede universitaria viene scelta anche tenendo conto dei costi da sostenere. Questa è la prassi nel mondo familiare quotidiano.

    Viceversa il desiderio, anche se legittimo, di ottenere una residenza nella città di studio rappresenta per molte famiglie degli universitari una soluzione economicamente insostenibile e quindi viene esclusa. Le limitate risorse familiari si traducono nella scelta di un’altra sede universitaria alla quale sia possibile accedere attraverso il fenomeno del pendolarismo giornaliero.

    La pretesa, ora, di ottenere degli alloggi per gli studenti fuori sede a dei costi “amministrati” rappresenta semplicemente un legittimo desiderio ma altrettanto impossibile da esaudire e soprattutto un ribaltamento delle priorità cittadine.

    Andrebbe innanzitutto evidenziato, infatti, in primo luogo che dovrebbero essere i sindaci di queste città ed i vertici accademici i quali, più del governo in carica, rappresentano i veri destinatari di tali proteste e pretese per una situazione come quella attuale in quanto frutto di sottovalutazione dei desideri studenteschi.

    Del resto la pretesa di una assoluta autonomia accademica non può né deve escludere la presa di coscienza da parte dei medesimi vertici della difficile congiuntura di molte famiglie in Italia e conseguentemente avviare delle strategie adeguate.

    In secondo luogo andrebbe ricordato a questi studenti come l’emergenza abitativa rappresenti uno degli allarmi sociali più drammatici all’interno delle realtà urbane. Senza nulla togliere alle istanze studentesche, nella priorità di sindaci e governo le aspettative di queste famiglie in difficoltà, e dei loro figli, rappresentano sicuramente un problema molto più incalzante e che richiede una attenzione ma soprattutto una risposta più immediata.

    Andrebbe poi ricordato come un desiderio, anche se legittimo, non sempre si può trasformare in un diritto riconosciuto.

    Quindi, in considerazione che tutto sommato la vita del pendolare non è poi così terribile, risulta sacrosanto riconoscere la priorità alle aspettative delle famiglie colpite dall’emergenza abitativa anche per la crisi economica, rispetto ai desideri delle “tendine” studentesche.

  • Matricole

    Leggo su The Economist (8/14/2023) che negli Stati Uniti, e non solo, è molto grave la posizione di quei giovani che hanno contratto debiti per frequentare l’Università. Succede che i compensi percepiti, anche grazie ai titoli conseguiti, non sono sufficienti e il debito resta lì a pesare su chi aveva riposto nello studio la speranza di una vita di successo. Che fare, come evitare che una situazione simile si ripeta e gravi sul sistema economico nel suo complesso e sulle casse degli incauti istituti di finanziamento? Si suggerisce di porre in essere una accurata campagna di informazione del tipo, mi verrebbe da immaginare, “il fumo nuoce gravemente alla salute”. Come dire che se uno, malgrado gli avvertimenti insiste nel voler assumere dosi di letteratura, storia, arte e tossici similari dovrà accollarsene la totale responsabilità in termini di costi reali e sociali. Bene, era ora che qualcuno parlasse francamente e dicesse chiaro e tondo che è il mercato che regola le scelte della vita e non già le nostre inclinazioni e passioni; che nessuno ti regala niente tantomeno in cambio di una poesia, una Gioconda o altre simili minuzie. Dunque scegliete bene come realizzare i loro progetti. Alé matematici, iperinformatici e spara superrazzi è il vostro momento. Siete anche fortunati perché, se poi, quando conterete i quattrini, il conto non sarò di vostro gradimento, potrete fare causa a chi vi ha debitamente disinformato. E, gli altri, quelli che si ostinano a voler seguire le loro inclinazioni, lasciateli in pace e non giudicateli. Non è detto che un domani, se vi sentirete un po’ strani, non li cerchiate per una “fumatina” insieme.

  • Azioni Marie Skłodowska-Curie: 429 milioni di euro a sostegno di dottorandi altamente qualificati

    La Commissione ha annunciato i risultati delle Azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) 2022 per le reti di dottorato. 149 programmi di dottorato di eccellenza riceveranno un totale di 429,4 milioni di euro da utilizzare per formare oltre 1.650 dottorandi altamente qualificati, stimolandone il talento e l’occupabilità a lungo termine. Di questi programmi, 14 dottorati industriali formeranno ricercatori e ne svilupperanno le competenze al di fuori dell’ambiente accademico, in particolare nell’industria, nelle aziende e nel settore pubblico, mentre 12 dottorati congiunti offriranno una formazione integrata che porterà al conseguimento di titoli congiunti o multipli.

    I programmi selezionati riguardano tutte le discipline scientifiche e permetteranno di fare ricerca in aree quali la progettazione di materiali avanzati e di componenti per nuovi sistemi di accumulo dell’energia, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella ricerca sulla sicurezza stradale, o lo studio di nuove terapie contro le ricadute e le metastasi del cancro causate dalle cellule staminali.

    I programmi di dottorato finanziati sono attuati da partenariati internazionali che coinvolgono oltre 1.100 organizzazioni con sede in 62 paesi dell’UE, paesi associati a Orizzonte Europa e altri. Di queste organizzazioni 403 appartengono al settore privato e 796 al settore pubblico. Dal 2014 le Azioni Marie Skłodowska-Curie hanno finanziato 1 330 programmi di dottorato.

    L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita rientra fra le priorità dell’Anno europeo delle competenze 2023, che verterà sull’aiutare le persone ad acquisire le competenze necessarie per ottenere posti di lavoro di qualità.

  • Il compleanno di Marie Skłodowska-Curie dà il via a un anno di attività scientifiche nelle scuole

    In occasione del 155° anniversario della nascita di Marie Skłodowska-Curie, la prima persona e l’unica donna ad aver ricevuto due volte il premio Nobel, la Commissione coglie l’occasione per celebrare la curiosità scientifica e i risultati che l’hanno contraddistinta lanciando diverse iniziative volte a rafforzare i legami tra il mondo della scienza e dell’istruzione.

    Attraverso le iniziative “Science is Wonderful!” e “Ricercatori nelle scuole” (recentemente lanciata), entrambe finanziate dalle “Azioni Marie Skłodowska-Curie” (MSCA) della Commissione, gli insegnanti e gli alunni di tutta Europa potranno scoprire le meraviglie e il valore della scienza interagendo con ricercatori e innovatori di spicco.

    Quest’anno, “Science is Wonderful!” offrirà anche agli insegnanti un’opportunità unica di collaborare con i principali ricercatori MSCA in tutta l’UE per creare insieme nuove risorse di apprendimento. Le iscrizioni sono aperte alle scuole e ai ricercatori MSCA fino al 1° dicembre 2022.

    Nel marzo 2023, “Science is Wonderful!” ospiterà una fiera scientifica a Bruxelles, in Belgio, invitando 100 ricercatori provenienti da tutta Europa a presentare le proprie ricerche attraverso presentazioni, esperimenti pratici, giochi e quiz e offrendo agli studenti la possibilità di apprendere e di porre domande.

    Nei prossimi due anni, l’iniziativa “Ricercatori nelle scuole” consentirà a 2.400 scuole primarie e secondarie e a 225.000 studenti in molti paesi di scoprire il lavoro dei ricercatori attraverso attività pratiche e divertenti, come le visite ai laboratori, e altro ancora. Grazie alla possibilità di lavorare a stretto contatto con i ricercatori, gli studenti sperimenteranno direttamente l’importanza pratica della ricerca e avranno diverse opportunità di sperimentare le meraviglie della scienza.

  • Un bilancio record di 384 milioni di euro a titolo di Erasmus+ per sostenere le alleanze delle università europee

    La Commissione ha annunciato un quarto invito a presentare proposte Erasmus+ per sostenere l’ulteriore diffusione dell’iniziativa delle università europee. Con un bilancio record di 384 milioni di €, il bando per le università europee Erasmus+ 2023 resterà aperto fino al 31 gennaio 2023.

    Questo bando, così come quello per il 2022, offre finanziamenti sostenibili per intensificare una profonda cooperazione istituzionale transnazionale tra gli istituti di istruzione superiore, come quelli selezionati nell’ambito del bando per le università europee Erasmus+ 2020, ma anche per istituire nuove alleanze.

    Un marchio di eccellenza sarà assegnato alle proposte che sono state giudicate di alta qualità ma che non hanno potuto essere finanziate nell’ambito del presente bando Erasmus+, in modo da facilitare la ricerca di finanziamenti alternativi.

    Come nel 2022, i singoli istituti di istruzione superiore hanno anche la possibilità di aderire alle alleanze esistenti. Nel 2023 il partenariato a pieno titolo sarà aperto anche agli istituti di istruzione superiore dei paesi dei Balcani occidentali.

    A seguito degli inviti a presentare proposte Erasmus+ del 2019, 2020 e 2022, le attuali 44 alleanze delle università europee includono 340 istituti di istruzione superiore in tutta Europa, riunendo così una nuova generazione di europei in grado di collaborare e lavorare in lingue diverse al di là delle frontiere, dei settori e delle discipline accademiche.

    La Commissione ha proposto l’iniziativa delle università europee nel quadro di una visione globale per la creazione di uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025. La strategia europea per le università fissa l’obiettivo ambizioso di sostenere 60 università europee, coinvolgendo più di 500 istituti di istruzione superiore entro la metà del 2024. A tal fine, nell’attuale periodo di programmazione 2021-2027 è previsto un bilancio record di 1,1 miliardi di € a titolo di Erasmus+ per sostenere le università europee.

  • Erasmus+: prossima cooperazione di 44 università europee a livello transfrontaliero e interdisciplinare

    La Commissione ha annunciato i risultati dell’invito a presentare proposte del 2022 per l’iniziativa delle università europee: grazie a una dotazione record di 272 milioni di € provenienti dal programma Erasmus+ continua il sostegno alle 16 alleanze esistenti di università europee e prende il via la cooperazione di 4 nuove alleanze. Insieme alle 24 alleanze selezionate nel 2020, un totale di 44 università europee vedrà ora la collaborazione di 340 istituti di istruzione superiore, ubicati in città capitali e regioni periferiche di 31 paesi. Le università europee sono alleanze di istituti di istruzione superiore di ogni parte d’Europa che cooperano in materia di istruzione, ricerca e innovazione a vantaggio degli studenti, degli educatori e della società.

    Ogni alleanza riceve una dotazione massima di 14,4 milioni di € dal programma Erasmus+ per un periodo di 4 anni, un aumento notevole rispetto al massimo di 5 milioni di € su 3 anni previsto nei bandi Erasmus+ precedenti.

    L’invito a presentare proposte 2022 per le università europee nell’ambito di Erasmus+ era imperniato su 2 temi: da un lato offriva la possibilità di procurare finanziamenti sostenibili per alleanze di successo già esistenti tra istituti di istruzione superiore perché potessero perseguire la loro visione a lungo termine. Queste 16 alleanze coinvolgono ora circa 30 nuovi istituti di istruzione superiore. Dall’altro lato l’invito sosteneva la creazione di nuove università europee in tutta Europa, riunendo vari istituti di istruzione superiore attorno a visioni strategiche comuni.

    Insieme alle 24 alleanze selezionate nel 2020, un totale di 44 università europee vedrà ora la collaborazione di 340 istituti di istruzione superiore, ubicati in città capitali e regioni periferiche di 31 paesi (tutti gli Stati membri dell’UE, l’Islanda, la Norvegia, la Serbia e la Turchia). Una novità del bando Erasmus+ 2022 consiste nel fatto che le alleanze possono ora accettare partner associati dai paesi firmatari del processo di Bologna, come l’Ucraina, il Regno Unito e la Svizzera. Collaborando inoltre con circa 1 300 partner associati – ONG, imprese, città e autorità locali o regionali – le università europee sono in grado di aumentare in modo sostanziale la qualità e la portata dell’istruzione terziaria.

    Nell’autunno del 2022 la Commissione lancerà il prossimo invito a presentare proposte Erasmus+, con l’obiettivo di offrire finanziamenti per sostenere le alleanze esistenti e crearne di nuove.

    Le università europee sono alleanze transnazionali che riuniscono in media 9 istituti di istruzione superiore, tra i quali possono figurare diversi tipi di istituti (come università polivalenti e di ricerca, università di scienze applicate, istituti di tecnologia, scuole d’arte e istituti di istruzione e formazione professionale superiore), e la cui ampia copertura geografica si estende in tutta Europa.

    Insieme, queste istituzioni stanno ideando nuove modalità di cooperazione strutturale, sostenibile e sistemica comune a lungo termine in materia di istruzione, ricerca e innovazione in tutta Europa. Offrono programmi di studio incentrati sullo studente, impartiti congiuntamente nei campus interuniversitari europei, in cui studenti, membri del personale e ricercatori di tutte le parti d’Europa possono beneficiare agevolmente della mobilità.

    Con il tempo le università europee metteranno in relazione un numero sempre maggiore di facoltà, dipartimenti, membri del personale e studenti: offriranno metodi pedagogici più innovativi fondati su approcci interdisciplinari e basati sulle sfide, attueranno più programmi congiunti, diventeranno ancora più inclusive e collaboreranno maggiormente con le loro comunità.

    La Commissione ha proposto l’iniziativa delle università europee ai leader dell’UE nel novembre 2017, prima del vertice sociale di Göteborg, nel quadro di un progetto globale per istituire uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025.

    La strategia europea per le università si pone come obiettivo il sostegno a 60 università europee, con il coinvolgimento di oltre 500 istituti di istruzione superiore entro la metà del 2024. Proprio al fine di sostenere le università europee, durante l’attuale periodo di programmazione 2021-2027 è previsto lo stanziamento record di 1,1 miliardi di € a titolo di Erasmus+. A offrire sostegno alla dimensione della ricerca delle università europee sarà l’iniziativa sull’eccellenza europea nel quadro di Orizzonte Europa.

    Fonte: Commissione europea

  • I presidi propongono un codice redatto nelle scuole per le chat di classe

    Non abolirle ma regolamentarle. Utilizzarle sono per le emergenze ma, secondo Antonello Giannelli presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp), sulla base di un codice di autodisciplina redatto direttamente dalle scuole. Le chat di classe in questi giorni sono al centro di un ampio dibattito nel mondo della scuola A scatenarlo sono stati i dirigenti scolastici dell’Anp di Roma favorevoli alla revisione del Codice Deontologico e all’emanazione di un regolamento utile per le scuole di tutta Italia.

    Nei due anni di pandemia le chat sono diventate uno strumento indispensabile soprattutto nel rapporto tra docenti e genitori. Ma in altre situazioni l’uso distorto ha generato situazioni così eclatanti da essere pubblicate sulle pagine delle cronache nazionali. E’ il caso di un bambino di una scuola primaria di Pavia che sarebbe stato bullizzato da tre maestre colleghe della mamma. Vicenda finita con una denuncia ai Carabinieri e un esposto all’ufficio scolastico dopo la scoperta in un computer della scuola delle chat di WhatsApp fra le maestre in cui definivano il bambino ‘sporco’, ‘pirla’ e con altri pessimi appellativi. Ma non è una situazione isolata, un bambino autistico sarebbe stato denigrato a Roma dalle sue maestre sempre su una chat di WhatsApp. E ancora nella Capitale il caso delle presunte chat tra uno studente e la preside del liceo Montale.

    Per il presidente Nazionale dei Presidi (Anp) Antonello Giannelli “la tecnologia in sé non è mai negativa o positiva. Di conseguenza anche l’utilizzo delle chat può apportare vantaggi ma può anche prestarsi ad un uso distorto. È necessario capire che devono essere utilizzate in modo corretto e a questo proposito è fondamentale – puntualizza – la formazione di tutti i soggetti coinvolti”. Per Giannelli “un eventuale codice di autodisciplina” dovrebbe essere redatto direttamente dalle scuole. “Non dimentichiamo che – conclude – queste tecnologie sono di recente introduzione e non c’è ancora un patrimonio comune di comportamenti”.

    Mario Rusconi presidente Anp (Associazione Nazionale Presidi) di Roma è tornato a ribadire che “le chat di classe devo essere usate solo per le emergenze. Altrimenti stravolgono completamente il rapporto che ci deve essere con le famiglie”. A suo giudizio “le chat tra famiglie e insegnanti e tra insegnanti e studenti stanno dilagando e stanno creando una sorta di cortocircuito”. Tanti gli esempi quotidiani citati da Rusconi: “C’è il genitore che dice ‘perchè mio figlio ha preso 7 e non’ 8? oppure ‘perchè avete spiegato con due mesi di ritardo la perifrastica passiva’? ed ancora ‘perchè aveva cambiato posto a mio figlio?'”. “Non siamo abolizionisti – ci tiene a precisare Rusconi – semplicemente vogliamo una regolamentazione che non faccia scadere le chat in una sorta di continuo ping pong aggressivo”.

    Le chat di classe per il presidente Anp di Roma devono essere adoperate “in via solamente emergenziale quando succedono dei fatti molto gravi: la sera precedente alla partenza all’aeroporto una gita viene sospesa. Un ragazzo sta male, una classe ha avuto un incidente e così via”.

  • Scuola di Via Vivaio: il Sindaco fa il bullo con i più deboli

    Il Sindaco Sala ha pensato di fare un regalo per festeggiare la sua rielezione, un regalo alla Scuola comunale a statuto speciale per ragazzi ipovedenti di Via Vivaio a Milano: traslocare la scuola e non pagare più l’affitto.
    La scuola, un gioiello della nostra città, attua un progetto di educazione ed integrazione tra allievi vedenti, non vedenti, ipovedenti e con altre disabilità. Ma non solo; garantisce lo studio del francese e dell’inglese, di uno strumento musicale, attività di laboratorio e di orientamento professionale e musicale anche per gli alunni diversamente abili. E tanto altro ancora. Una scuola coi fiocchi!

    Ebbene, ora dovranno traslocare presso la Darsena con tutte le attrezzature e, viste le loro condizioni, riaddattarsi ad una nuova sconosciuta struttura, sperando di non avere incidenti e difficoltà.
    Complimenti al Sindaco Sala, ma anche ai consiglieri della sua maggioranza e dell’opposizione che fanno finta di niente e vilmente tacciono. Complimenti a tutti.

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