Tunisia

  • Tunisia gettonatissima per l’estate, il vettore aereo nazionale fa il pieno di prenotazioni

    La Tunisia si prepara alla stagione estiva per cui è atteso un considerevole aumento di turisti e visitatori. Dal trasporto aereo alle strutture ricettive, che approfittano della relativa calma del mese sacro islamico di Ramadan per lavori di manutenzione e rinnovi, tutti in Tunisia scommettono in una stagione da record. A partire dal 18 aprile, la compagnia di bandiera tunisina, Tunisair, offrirà due voli settimanali da e per Venezia. Il collegamento rientra nel programma eccezionale messo in atto dal vettore durante il periodo estivo 2024 per cui si prevede un considerevole aumento della domanda. Tunisair ha dichiarato di aver ricevuto prenotazioni per 7.068 voli ossia 2,7 milioni di posti, il che rappresenta un aumento del 19% rispetto all’estate dell’anno scorso.

    Per soddisfare la domanda, la compagnia è riuscita a mobilitare 16 aerei e a noleggiarne altri due che hanno rispettivamente una capacità di ospitare 300 e 160 passaggi, per un totale di 18 aerei rispetto ai soli 11 dell’anno scorso. La compagnia di bandiera della Tunisia riprenderà inoltre un volo regolare a settimana verso ogni lunedì, a partire dal primo maggio, due voli settimanali da Tunisi e un volo settimanale da Djerba verso Zurigo a partire dal 2 aprile. Maggiori collegamenti settimanali sono stati annunciati verso gli aeroporti francesi di Nantes, Lione, Marsiglia, Nizza e Parigi Orly, da Tunisi, Djerba e Monastir. Offrirà anche da 3 a 11 voli settimanali per il Marocco ed almeno tre voli a settimana verso i Paesi dell’Africa sub-sahariana.

    Il turismo ha registrato una netta ripresa in Tunisia nel 2023 con 8,8 milioni di visitatori, in crescita del 57,4 per cento in un anno rispetto ai 5,2 milioni del 2022. In testa troviamo gli algerini (3 milioni contro gli 1,2 dell’anno precedente) seguiti dai libici (2,5 milioni). Anche i flussi turistici dai paesi europei hanno registrato un incremento, raggiungendo i 2,5 milioni di ingressi rispetto a 1,8 dell’anno precedente, in particolare i francesi, circa 1 milione contro 839,7mila dell’anno precedente, i tedeschi 303,2 mila contro 187,4mila del 2022, gli italiani 123.078, al sesto posto in termini di nazionalità in ingresso. Il settore era già in ripresa nel 2022, quando la Tunisia aveva recuperato il 68 percento del flusso turistico del 2019.

    Nei primi due mesi del 2024, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca centrale tunisina (Bct), la Tunisia ha registrato un aumento delle entrate dal settore del turismo del 10,6 per cento dall’inizio dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo i 216 milioni di euro. Nello stesso periodo, le rimesse cumulative dei lavoratori sono aumentate del cinque per cento superando i 293 milioni di euro. Il turismo in Tunisia comprende attrazioni che vanno dalla sua città cosmopolita, nonché capitale, Tunisi, alle antiche rovine di Cartagine e Dougga, i tradizionali quartieri musulmano ed ebraico di Djerba, il deserto del Sahara con le oasi di Tozeur ed infine località costiere come Monastir, Sousse e Kelibia. Ricca anche l’offerta culturale con kermesse, eventi e festival dedicati a cinema, teatro, danza e arti tradizionali, partendo dalla Fiera internazionale del libro di Tunisi, in programma dal 19 al 28 aprile e che vedrà l’Italia in qualità di ospite d’onore.

    Martedì 2 aprile, il ministro del Turismo, Mohamed Moez Belhocine, si è recato sull’isola di Djerba, accompagnato dal governatore di Medenine, Saeed bin Zayed, per fare il punto sull’andamento dell’attività turistica e sul grado di preparazione per la stagione estiva. L’obiettivo è quello di fornire un servizio d’eccellenza al visitatore partendo dal suo arrivo in aeroporto. “Il miglioramento della qualità inizia con la fornitura dei migliori servizi all’arrivo del turista in aeroporto fino alla sua partenza dal Paese”. Ha dichiarato Belhocine, facendo visita al Centro di formazione turistica di Djerba, dove viene formata forza lavoro specializzata nell’ambito del programma di partenariato tra l’Agenzia di formazione per le professioni del turismo e il Centro Alif locale. Il ministro ha anche ammirato la bellezza di una tradizionale “Casa di Djerba” vista la recente inclusione dell’isola nella lista del patrimonio mondiale Unesco e l’antica medina di Djerba Midoun.

  • Dalla Ue 123 milioni di euro alla Tunisia per la costruzione di un ponte ad opera di una ditta cinese

    La Banca europea per gli investimenti (Bei) stanzia un finanziamento di 123 milioni di euro, coperto da garanzia dell’Unione europea (Ue), al progetto del ponte di Biserta, in Tunisia, che si va ad aggiungere a un prestito da 122 milioni di euro della Banca africana allo sviluppo (Afdb). Un impegno congiunto di Bei, Ue, Adb e Stato tunisino per sviluppare le infrastrutture di trasporto del Paese rivierasco. “La firma del contratto di costruzione dà il via ai lavori di costruzione di 38 mesi”, si legge in un comunicato congiunto che sottolinea: “La Banca europea per gli investimenti – la Banca dell’Ue – conferma il proprio sostegno finanziario di 123 milioni di euro (circa 416 milioni di dinari) per la costruzione del nuovo ponte a Biserta, nel nord della Tunisia, in collaborazione con la Banca africana di sviluppo (AfDB) che prevede un finanziamento di 122 milioni di euro e lo Stato tunisino. Sin dal suo avvio nel 2016, questo progetto ha beneficiato del sostegno dell’Ue attraverso una donazione di circa 3 milioni di euro (più di 10 milioni di dinari) destinata agli studi di fattibilità e alla fase di progettazione”.

    L’iniziativa mira a migliorare significativamente la mobilità e la qualità della vita dei residenti della regione. Situato in posizione strategica tra il Lago di Biserta e il Mediterraneo, questo ambizioso progetto mira a costruire un moderno ponte lungo 2,07 chilometri e alto 56 metri, con un budget totale di circa 250 milioni di euro. La firma del contratto di costruzione segna quindi l’inizio dei lavori, con un periodo di costruzione stimato in 38 mesi per il ponte e 27 mesi per le strade e gli svincoli associati. “Questo progetto – prosegue il comunicato – è fondamentale per la città di Biserta, perché mira a convogliare il traffico fuori dal centro cittadino, ridurre l’inquinamento atmosferico e decongestionare il traffico urbano. La costruzione di questo ponte rappresenta un passo importante verso lo sviluppo sostenibile della regione e la preparazione del futuro per le nuove generazioni, riflettendo l’impegno di Bei ed Ue a sostegno delle infrastrutture moderne e sostenibili in Tunisia”.

    Il contratto di costruzione è stato assegnato alla Sichuan Road and Bridge Group (Srbg), selezionata a seguito di una gara internazionale, per un costo di 200 milioni di euro, pari al 79 per cento dell’investimento totale. I lavori prevedono tre fasi, ovvero la realizzazione di un collegamento sud tramite l’autostrada di 4,5 chilometri, la costruzione del ponte principale, e la realizzazione di un collegamento nord e di un’autostrada di 2,5 chilometri. Questa nuova struttura, molto attesa dagli abitanti di Biserta, convoglierà il traffico fuori dal centro cittadino e libererà il transito attraverso il ponte mobile, attualmente utilizzato da più di 44 mila veicoli al giorno. Oltre a razionalizzare il traffico, il progetto sosterrà anche l’attività economica regionale facilitando l’accesso al porto di Biserta e stimolando lo sviluppo locale.

    Marcus Cornaro, ambasciatore dell’Ue in Tunisia, ha dichiarato: “Confermiamo il nostro impegno nella realizzazione di questo progetto strategico che contribuirà a migliorare la vita quotidiana degli abitanti di Biserta e lo sviluppo economico della regione. Attraverso il suo contributo, l’Ue riafferma il proprio impegno a fianco delle istituzioni e dei cittadini tunisini per lo sviluppo sostenibile”. Jean-Luc Revéreault, capo della rappresentanza della Bei in Tunisia ha ribadito che “al di là del suo notevole aspetto tecnico, questo ponte tanto atteso ridurrà il traffico nel centro della città di Biserta e migliora gli scambi economici con la regione del nord-est e la frontiera algerina. Questo risultato riflette il nostro impegno per soluzioni durature e un futuro promettente per i cittadini tunisini”.

  • Italia terzo maggior investitore straniero in Tunisia

    L’Italia è il terzo investitore estero della Tunisia dopo Francia e Qatar. È quanto emerge dai dati dell’Agenzia tunisina per la promozione degli investimenti (Fipa) visti da “Agenzia Nova”. Alla fine dello scorso anno, il flusso di investimenti esteri in Tunisia ha raggiunto l’importo di 2,522 miliardi di dinari, equivalenti a circa 750 milioni di euro, con variazioni positive del 13,5 per cento rispetto al 2022, del 34,4 per cento rispetto al 2021 e del 33,7 per cento rispetto al 2020. Gli investimenti diretti esteri (Ide) hanno raggiunto nel 2023 l’importo di 712 milioni di euro. Questi investimenti hanno registrato un aumento del 7,7 per cento rispetto al 2022, del 29,3% rispetto al 2021 e del 30% rispetto al 2020.

    Gli Ide in Tunisia hanno riguardato in particolare i settori dell’energia, dell’industria manifatturiera, dei servizi e dell’agricoltura. Secondo la Fipa, il flusso degli Ide non energetici registrato nel corso dell’anno 2023 in Tunisia ha consentito di realizzare 638 operazioni di investimento per un valore complessivo di 572 milioni di euro, consentendo la creazione di 14.746 nuovi posti di lavoro. La classifica degli investitori esteri in Tunisia vede la Francia al primo posto con 182 milioni di euro, il Qatar al secondo con 89 milioni di euro, l’Italia al terzo con 78 milioni di euro, la Germania al quarto con 81 milioni di euro e il Giappone in quinta posizione con 22 milioni di euro.

  • Una geologa per la prima volta Premier della Tunisia

    Il presidente tunisino Kais Saied ha nominato una geologa come nuovo primo ministro, più di due mesi dopo aver tolto l’incarico al precedente e accentrato quasi tutto il potere nelle sue mani. Najla Bouden, la prima donna primo ministro del Paese, è stata invitata dal presidente a formare rapidamente un governo avendo lui da luglio sospeso il parlamento a luglio e mettendo in atto misure che gli consentono di governare per decreto.

    Il suo operato è stato ampiamente sostenuto dai tunisini, profondamente delusi dai comportamenti dei partiti politici, ma Saied è stato sottoposto a crescenti pressioni per garantire la formazione di un nuovo governo.

  • Nuovo governo in Tunisia, al movimento Ennahda sette dicasteri

    Dopo mesi di negoziati le forze politiche tunisine hanno raggiunto un accordo per dare vita ad un governo evitando così elezioni anticipate. Il 26 febbraio, al termine di un dibattito di oltre 14 ore, l’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp) ha votato la fiducia al governo guidato da Elyes Fakhfakh (che ha prestato giuramento il giorno successivo, presso il Palazzo di Cartagine) con 129 voti favorevoli, 77 contrari e una astensione su 207 deputati presenti. Il 47enne Fakhfakh, ottavo primo ministro del Paese dopo la deposizione, nel 2011, dell’ex presidente Zine el Abidine Ben Ali, si trova a guidare una coalizione nella quale Ennahda risulta avere una maggiore importanza che nel precedente esecutivo guidato da Youssef Chahed, con tutte le conseguenze del caso sul posizionamento regionale del paese che ha visto appena pochi giorni fa la visita dell’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al Thani. Il grande escluso dalla partita è il partito di opposizione Qalb Tounes, del discusso imprenditore e filantropo Nabil Karoui (sconfitto al ballottaggio delle ultime elezioni presidenziali), la cui presenza era stata richiesta proprio dal nuovo premier. L’obiettivo era quello di condividere con la seconda forza politica del parlamento la responsabilità di appoggiare un governo chiamato a compiere scelte anche impopolari in materia di politica economica. Anche Ennahda sarebbe stata favorevole ad includere Qalb Tounes all’interno dell’esecutivo, soprattutto per condividere su tutto lo spettro politico le responsabilità di eventuali scelte impopolari in ambito economico.

    Nel nuovo esecutivo ad Ennahda sono stati assegnait sette dicasteri: ai Trasporti va Anouar Maarouf, alle Collettività locali Lofti Zitoun, all’Agricoltura Oussama Kheriji, all’Equipaggiamento Moncef Selliti, alla Salute Abdellatif Makki, all’Insegnamento superiore Slim Choura, alla Gioventù e Sport Ahmed Gaaloul. Altri due ministri indipendenti del governo Fakhfakh, inoltre, sono considerati molto vicini a Ennahda: si tratta del ministro dell’Interno Hichem Mechichi e di quello delle Tecnologie Mohamed Fadhel Kraiem. Diversi osservatori rilevano però che la compagine governative presenta molte contraddizioni a livello ideologico. E i funzionari eletti di Ennahda, pur avendo votato a favore di questo governo, non hanno smesso di criticare la sua composizione.

    Nel suo discorso ai deputati, Fakhfakh ha annunciato “sette priorità economiche e sociali”: lotta al contrabbando e agli speculatori; incentivi alle aziende attive nei settori strategici, agli investitori e agli esportatori; contrasto dell’evasione fiscale e stretta sullo sperpero di denaro pubblico; controllo del debito e uso dei fondi internazionali per investimenti; difesa del dinaro tunisino e controllo dell’inflazione; valorizzazione dei fosfati e del bacino minerario del sud; protezione delle categorie dei lavoratori più vulnerabili. Il programma di governo, secondo Fakhfakh, “coinvolge tutte le categorie sociali, specialmente in questo momento che i tunisini aspettano l’inizio di una ripresa economica. La principale priorità del premier incaricato ha indicato come priorità numero uno la lotta al contrabbando e agli speculatori, “in particolare per quanto riguarda i prodotti sovvenzionati”. Un colpo, questo, ai commercianti che sfruttano i prodotti alimentari incentivati dallo Stato per accumulare guadagni illeciti durate il mese del digiuno del Ramadan. Fakhfakh ha chiarito che il governo lavorerà, nello stesso contesto, “per garantire i diritti economici previsti dalla costituzione, invece di presentare aiuti ciclici”. Quanto alla seconda priorità, il premier si è impegnato a fornire un sostegno urgente alle società che costituiscono l’ossatura dell’economia tunisina, nonché a sostenere investitori e esportatori attraverso incentivi, semplificazione delle procure amministrative e snellimento della burocrazia. “La Tunisia non può compiere progressi con un tasso di investimento del 18 per cento”, ha commentato il premier. La terza priorità consiste nella lotta “chiara, rapida, forte e dissuasiva” contro la corruzione, avviando la creazione di una “cultura della sostenibilità” contro lo sperpero dei fondi pubblici. “Non c’è spazio nel governo – ha detto Fakhfakh – per lo spreco di denaro pubblico, la frode negli appalti pubblici, il favoritismo e la corruzione”.

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