Ucraina

  • La platea Pd di Reggio Emilia contro Gentiloni e l’Ucraina

    Non ha avuto eco sulla stampa nazionale la contestazione al commissario Gentiloni alla festa dell’Unità di Reggio Emilia. L’ex premier e commissario europeo è stata contestato a tal punto che lo stesso Gianni Riotta, che lo stava intervistando, è dovuto intervenire con forza.

    La platea, che già aveva fischiato i ragionamenti di Gentiloni che riguardavano un’ipotesi, per il campo largo, di aprire a Renzi, è diventata incontenibile quando Gentiloni ha, giustamente e ovviamente, ribadito la necessità di sostenere l’Ucraina e si è arrivati quasi alla rissa sul tema Medio Oriente.

    Citiamo la notizia solo per sottolineare due aspetti: il primo che Gentiloni si è comportato correttamente come commissario europeo; il secondo che la posizione ufficiale del Pd sarebbe quella di sostenere l’Ucraina e di contrastare qualunque posizione antisemita. E pertanto non si comprende come gli iscritti e i simpatizzanti del Pd partecipanti alla festa dell’Unità abbiano così violentemente contestato Gentiloni, a meno che, al di là delle dichiarazioni ufficiali della segreteria del partito, sia vero, come in qualche occasione è stato dimostrato, che il Pd e la sinistra sono contro l’Ucraina e contro Israele.

  • L’UE fornisce all’Ucraina 40 milioni di euro in aiuti umanitari per in vista dell’inverno

    A fronte degli incessanti attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine, la Commissione incrementa i finanziamenti umanitari a favore degli ucraini vulnerabili con ulteriori 40 milioni di euro in vista dell’inverno. Di questo importo, 35 milioni sono destinati a progetti umanitari in Ucraina e 5 milioni al sostegno dei rifugiati ucraini e delle comunità di accoglienza in Moldova.

    L’obiettivo principale dei finanziamenti è aiutare l’Ucraina a prepararsi ai gelidi mesi invernali. Insieme ai suoi partner umanitari, l’UE mira a riparare gli edifici danneggiati, garantire la fornitura di energia elettrica e la produzione di riscaldamento e fornire riparo ai più bisognosi.

    In Moldova i nuovi finanziamenti sono destinati ai rifugiati più vulnerabili, per fornire loro protezione e accesso ai servizi di base, e a migliorare la preparazione a ulteriori flussi di rifugiati.

  • La Vicepresidente Jourová partecipa alla conferenza del Consiglio d’Europa sulle responsabilità per i crimini internazionali commessi in Ucraina

    La Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, a Vilnius per partecipare a una conferenza organizzata dalla presidenza lituana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa dal titolo “Verso l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali commessi in Ucraina”.

    Due gli interventi previsti, oltre a quello di apertura, nelle due sessioni della conferenza: la prima intitolata “Trovare l’equilibrio nel perseguimento dei crimini internazionali e nell’esecuzione delle decisioni: raccolta e condivisione di prove e processi in contumacia” e la seconda “Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina e ruolo del Consiglio d’Europa”.

  • Turisti abbandonati sul bus in Ucraina, autista arruolato

    Un autobus carico di turisti partiti da Poltava, capoluogo regionale di 285mila abitanti situato nell’Ucraina orientale, è rimasto senza autista e gli occupanti sono stati abbandonati a se stessi. L’uomo, infatti, è stato arruolato forzatamente durante una sosta a Yaremche, cittadina della regione di Ivano-Frankivsk, l’angolo sud-occidentale del Paese che confina con Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. A riferirlo è il quotidiano online “Suspilne”, appartenente alla Compagnia nazionale radiotelevisiva di Stato ucraina. L’autista si è fermato vicino ad una stazione di servizio, quando una pattuglia della polizia è giunta sul posto, insieme ai militari del Centro distrettuale di arruolamento. Questi ultimi hanno caricato sul proprio furgone l’autista e l’hanno portato via, con tanto di documenti di circolazione, chiavi dell’autobus e soldi per il carburante, abbandonando i passeggeri in strada.

    L’autobus sarebbe dovuto partire il mattino successivo. “Con l’autista viaggiava suo figlio di 14 anni, che ora è rimasto solo perché suo padre è stato portato via. Il ragazzo ha provato a chiamare al telefono il padre, il quale, però, gli ha detto solo che era sottoposto all’esame di una commissione medica militare in un ospedale di Ivano-Frankivsk”, ha riferito un testimone oculare citato da “Suspilne”. Il centro di reclutamento e la polizia di Ivano-Frankivsk, interpellati dai giornalisti del sito web, si sono rifiutati di commentare quanto accaduto.

  • Guerre lunghe e mercanti di armi

    La capacità di Kiev di penetrare in territorio russo, anche se sfiancata da più di due anni di una guerra condotta da Putin con particolare durezza ed efferatezza, dimostra inequivocabilmente la fermezza degli ucraini nel voler difendere la loro terra e gli errori dei loro alleati che non hanno fornito prima armi sufficienti ad impedire l’avanzata russa.
    Se l’Ucraina avesse avuto per tempo le armi di cui ora dispone i russi non sarebbero avanzati così tanto come hanno potuto fare per l’impossibilità degli ucraini di potersi difendere con mezzi adeguati.
    Coloro che vogliono sinceramente la pace vogliono il rispetto del diritto internazionale e della sovranità degli Stati e  per questo sanno che se una nazione si deve difendere da un aggressione l’unica strada per contenere le vittime ed i danni è dare risposte forti ed immediate.
    Chi crede nella pace sa che è meglio una battaglia breve e violenta, che porti ad un accordo, mentre invece le guerre che si trascinano portano migliaia di morti in più, distruzione di interi territori non solo per gli edifici rasi al suolo ma per la contaminazione del terreno causata dai tanti ordigni bellici esplosi ed abbandonati
    Le guerre lunghe portano a ferite profonde che per molti sarà difficile rimarginare anche negli anni, le guerre lunghe giovano solo ai mercanti di armi, a certe contorte visioni politiche, spesso portano a sconfitte dolorose.
    Putin, come tutti i dittatori, vede in una guerra lunga la possibilità di far vincere la forza numerica del colosso che governa, un colosso però che sempre più ha bisogno di alleanze sporche per incrementare la propria macchina bellica con nuovi strumenti di morte.
    È stato un grave errore degli alleati dell’Ucraina non aver ascoltato subito le richieste di Zelenskiy, più armi date nell’immediatezza dell’invasione avrebbero portato meno morti, stragi, sofferenze, distruzioni e Putin sarebbe stato costretto prima a finire il massacro che ha iniziato.
    I veri guerrafondai, dittatori e non, sono coloro che trascinano le guerre nel tempo e arricchiscono i fabbricanti di armi e gli speculatori.
    Se vogliamo la pace giusta diamo all’Ucraina quanto le serve ancora e impegniamo quelle diplomazie che fino ad ora sono state inconcludenti o assenti per motivi di incapacità o di bieco interesse.

  • Business e democrazia: la tedesca Rheinmetall apre la sua prima fabbrica di munizioni in Ucraina

    L’azienda tedesca di articoli militari Rheinmetall ha ricevuto il primo importante ordine dal governo ucraino per la costruzione di una fabbrica di munizioni in Ucraina, dando così seguito a quanto era stato annunciato a febbraio 2024 e segnando l’inizio della realizzazione del progetto. L’ordine per il gruppo tecnologico di Düsseldorf Rheinmetall copre l’intera dotazione tecnica della fabbrica fino alla sua messa in funzione. Si tratta di un valore complessivo che si aggira su una cifra nell’ordine delle centinaia di milioni di euro, che sarà registrato come ordine in entrata all’inizio del terzo trimestre del 2024. È previsto che il progetto inizi a breve termine e venga completato entro pochi anni, con l’intenzione di avviare la produzione di munizioni in Ucraina entro 24 mesi. Insieme al partner di joint venture ucraino, Rheinmetall sarà anche responsabile della gestione dell’impianto.

    Armin Papperger, ceo di Rheinmetall AG: «Stiamo traducendo le parole in azioni e, insieme al nostro partner, creeremo un centro di competenza ucraino per le munizioni. L’ordine sottolinea la fiducia nelle capacità di competenza e produzione di Rheinmetall. Siamo grati di poter supportare il Paese nella sua reindustrializzazione e nel rafforzamento della sua capacità di difesa».

    Attualmente sono in corso misure in Ucraina per preparare le infrastrutture necessarie. È in procinto di essere costituita una joint venture tra Rheinmetall e un’azienda statale ucraina per la gestione della fabbrica di munizioni. Questo è stato annunciato durante una discussione a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco a febbraio 2024.

    A giugno 2024, il ceo di Rheinmetall AG, Armin Papperger, e il ministro ucraino per le Industrie Strategiche, Oleksandr Kamyshin, hanno firmato un accordo per espandere la cooperazione strategica alla “Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina” a Berlino. Pochi giorni prima, avevano inaugurato una fabbrica di armamenti nell’Ucraina occidentale, gestita dalla joint venture Rheinmetall Ukrainian Defence Industry LLC.

    Il primo Veicolo da Combattimento di Fanteria Lynx di Rheinmetall sarà consegnato alle forze armate ucraine entro la fine dell’anno e la produzione locale inizierà il prima possibile.

  • Bimbi ucraini

    Ci sono molti bambini ucraini rimasti senza genitori e parenti, anche in Italia decine di loro hanno trovato, fino ad ora, rifugio.
    Il governo italiano, in accordo con il governo ucraino, non potrebbe provvedere con maggiore attenzione alla ricerca di italiani disponibili all’affido con, ovviamente, la garanzia che questi bambini, oltre ad imparare l’italiano nelle nostre scuole, continuerebbero a tenere contatti culturali con la madre patria?
    I bambini non hanno bisogno di istituti o centri, anche ottimamente organizzati, o case famiglia ma necessitano di affetto e cure e attenzioni personalizzate, specie questi bambini che  hanno avuto il trauma della guerra e dei lutti famigliari.
    Siamo certi che molti italiani, se adeguatamente informati sarebbero disposti, dopo che siano state vagliate le  loro capacità genitoriali, e pronti ad accogliere questi bambini e a dare loro affetto, sicurezza, cure, istruzione e, soprattutto, amore perché questi bambini, come tutti i bambini, non sono il futuro solo del loro paese ma della stessa Europa.

  • Disponibile a sostegno dell’Ucraina il primo trasferimento di 1,5 miliardi di EUR di proventi da attività russe bloccate

    L’UE mette a disposizione a sostegno dell’Ucraina il primo pagamento di 1,5 miliardi di euro generati da attività russe bloccate. Queste entrate straordinarie generate dagli operatori dell’UE e detenute dai depositari centrali di titoli (CSD), derivanti da attività pubbliche russe bloccate, sono state messe a disposizione della Commissione da Euroclear come prima rata il 23 luglio. I fondi saranno ora erogati attraverso lo strumento europeo per la pace e lo strumento per l’Ucraina per sostenere le capacità militari dell’Ucraina e la ricostruzione del paese.

    Il blocco delle attività della Banca centrale russa è una delle conseguenze delle sanzioni adottate dall’UE nei confronti della Russia a seguito della guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Le entrate straordinarie generate in tale contesto dagli operatori dell’UE non appartengono alla Russia e sono detenute dai CSD. Ora l’UE ha iniziato a erogare tali entrate all’Ucraina.

  • L’Unione europea partecipa a pieno titolo al registro dei danni per l’Ucraina

    La Commissione saluta con favore l’adozione da parte del Consiglio della decisione di modificare lo status dell’Unione nel registro dei danni per l’Ucraina: da membro associato l’Unione diventerà partecipante a pieno titolo. Il registro dei danni contiene le prove e le informazioni sulle richieste di risarcimento per danni, perdite o lesioni causati dalla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e mira a garantire un risarcimento pieno ed effettivo all’Ucraina e al suo popolo. Al registro, istituito dal Consiglio d’Europa il 12 maggio 2023, hanno finora aderito 43 Stati membri di tale istituzione e l’UE, tra cui 26 Stati membri dell’Unione europea.

    Il 30 maggio 2024 la Commissione ha proposto al Consiglio di modificare lo status dell’Unione per rafforzare ulteriormente l’impegno dell’Unione a favore delle attività del registro. Diventando partecipante a pieno titolo, l’Unione mantiene e rafforza il suo impegno volto a garantire che tutte le violazioni del diritto internazionale commesse dalla Russia siano debitamente risarcite. Il cambiamento di status contribuisce inoltre alla stabilità finanziaria del registro, in quanto l’Unione si impegna a fornire un contributo finanziario annuo obbligatorio.

    A partire dall’aprile 2024 hanno iniziato a essere registrate le prime richieste di risarcimento relative a danni o alla distruzione di immobili residenziali, con un totale previsto di 300 000-600 000 richieste in tale categoria. Entro agosto potranno essere presentate altre dodici categorie di richieste, comprese quelle provenienti da persone particolarmente colpite dalla guerra e quelle relative al danneggiamento o alla distruzione delle infrastrutture critiche dell’Ucraina.

  • Mediatore per conto proprio

    Le amicizie fatte per opportunismo saranno gradite finché saranno utili.

    Lucio Anneo Seneca

    Il Consiglio dell’Unione europea, riconosciuto anche come il Consiglio dei ministri europei, è una delle più importanti istituzioni dell’Unione Europea. Insieme con il Parlamento europeo sono le due istituzioni che rappresentano il potere legislativo dell’Unione. Il 7 febbraio 1992 nei Paesi Bassi è stato approvato e firmato dai rappresentanti dei Paesi membri il Trattato dell’Unione europea. Il Trattato entrò poi in vigore il 1o novembre 1993. L’articolo 16 di quel Trattato stabilisce che il Consiglio dell’Unione europea sia composto da un rappresentante a livello ministeriale per ogni Stato membro, responsabile della materia che deve essere trattata. Sono dieci le strutture (note come Consigli), che trattano tutte le questioni di cui deve decidere il Consiglio. Tranne il Consiglio Affari esteri che viene presieduto dall’Alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza dell’Unione europea, tutti gli altri Consigli, spesso riferiti anche come riunioni, sono presieduti dal ministro competente del Paese membro che esercita, in quel periodo, la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea.

    La presidenza viene esercitata a turno, ogni sei mesi, dagli Stati membri dell’Unione. I vari rappresentanti dello Stato che detiene la presidenza durante quel semestre presiedono le riunioni a tutti i livelli. Il Trattato di Lisbona, approvato il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore il 1o dicembre 2009, ha stabilito, tra l’altro, che gli Stati membri previsti per presiedere il Consiglio dell’Unione europea debbano collaborare a gruppi di tre, noti anche come i “trio”. L’attuale trio è composto dalla Spagna, dal Belgio e dall’Ungheria.

    Dal 1o luglio scorso e fino al 31 dicembre 2024 la presidenza del Consiglio dell’Unione europea è passata all’Ungheria. Ed appena ha assunto la presidenza il primo ministro ungherese ha cominciato una serie di viaggi ed incontri, presentandosi come mediatore di pace. Il 2 luglio scorso è stato in visita ufficiale a Kiev. Una visita a sorpresa quella del primo ministro ungherese. Una visita, mentre in varie parti dell’Ucraina l’esercito invasore russo sferrava attacchi violenti contro la popolazione inerme, mietendo vittime innocenti. Il 2 luglio scorso il primo ministro ungherese ha incontrato il presidente ucraino. In seguito al loro incontro, il capo dell’ufficio presidenziale dell’Ucraina ha dichiarato che si era parlato e discusso del “futuro dell’Europa, della sicurezza, del diritto internazionale e della formula della pace”. Durante la comune conferenza stampa, il primo ministro ungherese ha chiesto al presidente ucraino “di prendere in considerazione se un cessate il fuoco rapido possa accelerare i negoziati di pace”. Mentre il presidente ucraino ha sottolineato: “Apprezziamo che la visita avvenga subito dopo l’inizio della presidenza ungherese dell’Unione europea”. Ma lui sostiene precise condizioni per arrivare alla pace, ben diverse da quelle russe.

    Dopo la visita a Kiev, il primo ministro ungherese che, dal 1o luglio scorso, è anche il presidente del Consiglio dell’Unione europea, ha fatto un’altra “visita a sorpresa”. Il 5 luglio è arrivato a Mosca, dove ha incontrato il presidente russo. Proprio lui che ha voluto, ideato ed attuato la crudele aggressione in Ucraina. Il motivo dichiarato della visita era di discutere della pace tra la Russia e l’Ucraina. Bisogna sottolineare però che il primo ministro ungherese ha una sua opinione ed un suo rapporto con il presidente russo. Una opinione ed un rapporto diverso da quello degli altri Paesi membri dell’Unione europea e delle istituzioni della stessa Unione. Il presidente ungherese, allo stesso tempo presidente del Consiglio dell’Unione europea fino al 31 dicembre 2024, ha dichiarato che la sua visita a Mosca era “una missione di pace”. Una visita fortemente voluta dal primo ministro ungherese e preparata in soli due giorni, come ha dichiarato il portavoce del presidente russo. Ma la visita non è stata coordinata neanche con il presidente ucraino, con il quale il mediatore ungherese si era incontrato proprio tre giorni prima. Lo hanno affermato fonti ufficiali ucraine. Durante la conferenza stampa congiunta il presidente russo ha dichiarato che “…aveva rifiutato il cessato il fuoco in Ucraina” proposto dal primo ministro ungherese, aggiungendo che “la Russia vuole una piena e definitiva conclusione del conflitto”. Mentre il primo ministro ungherese ha affermato che “…bisogna fare molti passi per avvicinare la fine della guerra”, ma ha considerato “un passo importante” l’incontro con il presidente russo. Aggiungendo: “continuerò a lavorare in questa direzione; per l’Europa la pace è la cosa più importante”.

    Dalle immediate reazioni di molti rappresentanti delle istituzioni europee si è capito chiaramente però che la visita a Mosca del primo ministro ungherese doveva essere considerata solo nell’ambito dei rapporti bilaterali tra i due Paesi. Il portavoce della Commissione europea ha dichiarato che la Commissione non era stata “…assolutamente informata della visita, che non è stata coordinata con noi né con nessun altro”. Mentre l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza ha dichiarato che la visita del primo ministro ungherese a Mosca “…si svolge esclusivamente nel quadro delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia”. Aggiungendo, altresì, che il presidente ungherese “…non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio dell’Unione europea e non rappresenta l’Unione in alcuna forma”. Contrari a quella visita sono stati anche diversi alti rappresentanti di vari Paesi membri dell’Unione europea. Come il primo ministro della Svezia, il quale ha affermato che il suo omologo ungherese “…è solo, non parla a nome dell’Unione europea e non parla a nome di tutti gli altri capi di Stato e di governo [dei Paesi membri]”.

    In seguito alle due sopracitate visite, il primo ministro ungherese, l’8 luglio scorso, è andato in Cina ed ha incontrato il presidente cinese. Per il primo ministro ungherese quella sua terza era una “missione di pace 3.0”. E si riferiva alla pace tra la Russia ed Ucraina. Ma anche questa visita è stata considerata dai rappresentanti delle istituzioni dell’Unione europea come una sua iniziativa personale. Evidenziando e criticando anche l’uso improprio del logo della presidenza dell’Unione europea, da parte del primo ministro ungherese, in tutte le sue comunicazioni.

    La scorsa settimana Cristiana Muscardini, trattando l’incontro del primo ministro ungherese con il presidente russo, scriveva per il nostro lettore: “…dobbiamo fare chiarezza e portare allo scoperto chi fino ad ora, in ognuno degli Stati europei, ha solidarizzato, in modo più o meno palese, con Mosca perché la sicurezza delle nostre democrazie è messa a rischio e non si può più traccheggiare”. E faceva riferimento ai rapporti d’amicizia tra loro due. Poi chiudeva l’articolo scrivendo: “Piaccia o non piaccia ad alcuni governi, l’Europa deve darsi una politica estera ed una difesa comune, anche a fronte delle insicurezze americane, per questo, come è già stato fatto per la moneta unica si abbia il coraggio di partire con un gruppo di Stati, gli altri verranno poi, rimanere ancora immobili ed indecisi sarebbe un errore tragico dalle conseguenze irrimediabili” (Dopo la visita di Orban Putin bombarda gli ospedali dei bambini; 9 luglio 2024).

    Chi scrive queste righe pensa che con le sue tre visite in una settimana, il primo ministro ungherese si stia comportando come un mediatore per conto proprio. Senza nessun mandato dalle istituzioni dell’Unione europea, compreso il Consiglio dell’Unione europea che lui stesso presiede dal 1o luglio scorso. Ragion per cui chi scrive queste righe considera quelle visite come delle opportunità che possano diventare utili per colui che le programma e le attua. Ma bisogna ricordare sempre che le amicizie fatte per opportunismo saranno gradite finché saranno utili. Lo diceva Seneca e la storia lo conferma.

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