Ucraina

  • Nulla di certo tra Russia e Ucraina

    L’unica notizia certa, riguardo ad un cessate il fuoco tra Russia ed Ucraina, è che non vi è nulla di certo salvo i continui attacchi, sempre più virulenti contro i civili, dell’esercito dello zar.

    Il presidente ucraino continua, nonostante gli attacchi e le giravolte di Putin, a dare la totale disponibilità ad un periodo di tregua che possa essere prodromo ad una pace giusta e duratura mentre Putin continua a negare la tregua sostenendo che prima bisogna trovare un accordo.

    L’accordo cioè, secondo Putin, andrebbe fatto mentre cadono bombe e missili e le persone, civili e soldati, continuano ad essere uccisi in mezzo a devastanti e devastate macerie.

    Difficile, per i comuni mortali, immaginare di poter parlare di pace in questa realtà, ma comunque, nonostante la lunga telefonata con Trump, lunga anche per via delle traduzioni reciproche, lo zar non ha indicato né possibili date né ipotetici luoghi, siamo sempre ad dialogo nebuloso.

    Ancora una volta Trump, di fronte a Putin, non ha la volontà di prendere una posizione decisa, tutto il resto sono parole e più o meno buone intenzioni, da parte europea, che al momento rimangono proprio indicazioni di principio e di buoni intenti.

    Papa Leone XIV ha riacceso nuove speranze ma il silenzio di Kirill, il socio d’affari e di guerra di Putin, la dice lunga e non vorremmo che le esternazioni trumpiane, i suoi spregiudicati azzardi e le sue estemporanee dichiarazioni, anche sulla Santa Sede, portassero a nuovi problemi o a sminuire la portata di quanto il Papa sta facendo, nei suoi primi giorni di pontificato, sia nei riguardi dell’Ucraina che di Gaza.

  • Forum UE-Ucraina sull’industria della difesa: rafforzamento dei legami nel contesto degli sforzi bellici

    Il 12 maggio si è tenuto a Bruxelles il secondo forum UE-Ucraina sull’industria della difesa per rafforzare la cooperazione e l’integrazione tra le industrie della difesa ucraina e dell’UE. Oltre 500 rappresentanti delle industrie della difesa dell’UE e dell’Ucraina si sono riuniti per rafforzare la cooperazione tra le due parti, incoraggiare gli appalti congiunti e aiutare l’Ucraina ad acquisire capacità nei settori prioritari. Un’industria della difesa forte e capace è fondamentale per mettere l’Ucraina in una posizione di forza per difendersi e scoraggiare eventuali aggressioni future.

    A margine del forum, si è riunita per la prima volta anche una task force UE-Ucraina sulla cooperazione industriale nel settore della difesa, recentemente annunciata, che apre la strada a potenziali progetti faro tra le due industrie. In occasione del forum, l’Ucraina e l’Associazione europea delle industrie aerospaziali e della difesa (ASD) hanno inoltre firmato un memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione industriale nel settore della difesa. Le iniziative sono concepite per attrarre maggiori investimenti dell’UE nel settore ucraino della difesa e approfondire i legami industriali tra le due parti.

  • Coalizione internazionale approva l’istituzione del tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina

    In occasione della Giornata dell’Europa, la Commissione, rappresentata dal Commissario Michael McGrath e dall’Alta rappresentante Kaja Kallas, il Consiglio d’Europa, il Primo Ministro ucraino Denys Shmyhal e i rappresentanti di una coalizione internazionale di Stati si sono riuniti a Leopoli per approvare formalmente l’istituzione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina. Tutti i partecipanti, come riportato nella dichiarazione di Leopoli adottata, hanno accolto con favore il completamento dei lavori preparatori necessari per l’istituzione di un tribunale speciale in seno al Consiglio d’Europa, impegnandosi a istituire il tribunale speciale, ad avviarne rapidamente le attività e a sostenerlo nei suoi lavori.

    Il tribunale avrà il potere di indagare, perseguire e processare i leader politici e militari russi, che hanno la maggiore responsabilità per il crimine di aggressione contro l’Ucraina.

  • Guerra e inquinamento

    Su Putin e la sua sciagurata guerra contro l’Ucraina abbiamo scritto, come tanti, in più occasioni e l’intensificarsi degli attacchi contro i civili, con decine di morti e feriti, avvenuti negli ultimi giorni è l’ennesima riprova della sua spregiudicata crudeltà e del poco valore che dà alle richieste di tregua.

    C’è però un aspetto di questa guerra che è meno attenzionato anche se particolarmente grave per le conseguenze presenti e future.

    Nei primi tre anni di guerra bombe, missili ad alto potenziale, esplosivi di ogni tipo, milioni di proiettili, droni e quant’altro e lo spaventoso quantitativo di macerie, ci sono intere città distrutte, delle quali molte con componenti pericolosi, hanno, grazie a Putin, dato un’altra terribile spinta al progredire dell’inquinamento più tossico, per non parlare dei mezzi militari distrutti ed anch’essi da smaltire.

    Grandi, immense quantità di terreno, quello che prima era il granaio del mondo, è in gran parte ormai perso per anni all’agricoltura, e le foreste bruciate potrebbero anche influire sui cambiamenti, in alcune zone, del clima.

    Si parla ad esempio, e sempre per approssimazione in difetto, di 230 milioni di tonnellate di carbonio nei più di tre anni di guerra.

    Putin anche prima della guerra non aveva certo attenzione alla necessità mondiale di ridurre l’inquinamento infatti, durante il suo regime, le emissioni di gas serra sono aumentate del 23% mentre nell’Unione Europea erano diminuite del 30, ma ora la sua irrazionale e crudele fame di potere e conquista ha portato ad una situazione gravemente pericolosa per tutti perché i venti e le piogge non conoscono confini e portano ovunque i veleni che Putin ha disseminato in Ucraina.

    Putin è un pericolo per il mondo e anche questo aspetto Trump continua a non comprendere obnubilato da una sete di potere che lo accumuna ai dittatori come Putin e Xi Jinping, altro criminale ambientale, come ricordava Papa Francesco “nessuno si salva da solo” e noi ricordiamo che tutti paghiamo e pagheremo le conseguenze dei crimini altrui se non cerchiamo di impedirli.

  • Necessarie iniziative

    Mentre ogni giorno Putin fa nuove vittime in Ucraina colpendo con i suoi missili e droni, indiscriminatamente, civili, abitazioni, chiese, scuole, ospedali e centrali energetiche, Trump continua a temporeggiare, ormai consapevole che la pace non potrà ottenerla se non cedendo a tutte le ingiuste richieste dello zar, condannando l’Ucraina ma anche l’Europa ed il diritto internazionale.

    Intanto, giustamente e nuovamente, Zelensky invita il Presidente americano ad andare in Ucraina per rendersi conto di persona della realtà della situazione è delle sofferenze che con coraggio il popolo ucraino sopporta da tre anni continuando a difendere la propria patria  dalla violenza dell’aggressore.

    Ma Trump tace, non risponde all’invito, in alcune dichiarazioni dà la colpa della guerra alla stessa Ucraina, salvo poi smentirsi ma confermando comunque la sua poca simpatia per il Presidente ucraino, il che la dice lunga sul suo atteggiamento ma è evidente che avendo più che simpatia per Putin non può averla per Zelensky.

    L’Europa, o almeno alcuni paesi  del continente, in primis Francia e Regno Unito, si stanno rendendo sempre più attivi per riunire un gruppo di stati che si impegnino per dare all’Ucraina la copertura necessaria, ma l’assenza, l’indifferenza, non vogliamo pensarlo, l’ostilità di Trump, ed i suoi interessi politici ed economici, sono un ostacolo  considerevole. Per questo occorre la forza di fare noi tutti, politici, cittadini, mass media, in ogni campo, pressioni sul presidente americano per ottenere o che vada a vedere con i suoi occhi i massacri fatti da Putin o si decida subito a non dare più credito allo zar e prenda le necessarie iniziative a fermare il massacro.

  • Le armi riavvicinano Ue e Uk, Londra pronta a spedire soldati in Ucraina

    Mentre medita di mandare i suoi soldati in Ucraina, Londra potrebbe essere cooptata dalla Ue nei suoi programmi industriali di difesa.

    La “turbolenza globale innescata dal presidente statunitense, Donald Trump, sta rafforzando la determinazione dell’Unione europea a firmare un patto di difesa e sicurezza strategico con il Regno Unito, che consentirebbe alle aziende britanniche del settore bellico di partecipare agli appalti congiunti europei”, ha scritto il quotidiano “Financial Times”, riferendo che “le minacce di Trump di non difendere gli alleati della Nato e i suoi ammiccamenti alla Russia hanno spinto i Paesi europei a riarmarsi collettivamente, ad aumentare la spesa militare e a discutere su come unire le capacità per proteggere al meglio l’Ucraina in caso di un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti”. “Sulla difesa, i britannici sono praticamente tornati sotto il nostro tetto”, ha dichiarato un diplomatico Ue al quotidiano, aggiungendo: “Ora serve solo questo accordo per formalizzarlo”.

    Secondo il “Financial Times” il patto sarebbe anche condizione necessaria per l’inclusione del Regno Unito nel programma da 150 miliardi di euro destinato agli acquisti congiunti di armi strategiche e consentirebbe alle aziende britanniche del settore, molte delle quali già strettamente legate ai partner industriali di Italia, Germania, Svezia e altri Stati Ue, di partecipare pienamente. Nonostante le tensioni con la Francia sul tema pesca, Bruxelles e Londra sono spinte dalla necessità di una cooperazione rafforzata contro le minacce globali. Secondo fonti diplomatiche del quotidiano, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa sosterrebbero entrambi un rafforzamento della cooperazione con il Regno Unito.

    Nel frattempo il Regno Unito sta valutando la possibilità di schierare truppe in Ucraina per un periodo di cinque anni. Secondo quanto rivelano alcune fonti del quotidiano “The Telegraph”, l’obiettivo sarebbe addestrare e ricostruire le Forze armate ucraine per prevenire una futura aggressione da parte della Russia. Il piano, discusso con Francia e altri alleati nell’ambito della “Coalizione dei volenterosi”, prevede una forza a guida europea incaricata inizialmente di garantire il rispetto di un eventuale accordo di pace e dare sollievo alle forze ucraine. Secondo fonti del quotidiano, i delegati militari francesi ritengono altamente improbabile che il presidente russo Vladimir Putin possa autorizzare un nuovo attacco in presenza di truppe occidentali in Ucraina, considerando che le sue forze attualmente riescono a conquistare solo piccole porzioni di territorio.

    Il piano, secondo le fonti del “Telegraph”, prevede inoltre che la “forza di rassicurazione” a guida franco-britannica possa contribuire a proteggere i cieli e i mari dell’Ucraina. Tuttavia, l’obiettivo principale del dispiegamento sarebbe iniziare immediatamente l’addestramento e la ricostruzione delle Forze armate ucraine, per scoraggiare qualsiasi futura aggressione russa. Il ritiro avverrebbe poi in diverse fasi, con le ultime truppe che dovrebbero lasciare l’Ucraina entro circa cinque anni. Secondo i servizi d’intelligence britannico, danese e tedesco, la Russia potrebbe essere pronta a dare il via a una nuova aggressione già entro cinque anni qualora venisse siglato entro breve un accordo di pace.

    Gli armamenti inviati dalla Germania alle Forze armate ucraine – in particolare il sistema di difesa aerea Iris-T e i carri armati da combattimento – “non sarebbero del tutto adatti alla guerra”. E’ quanto riferiscono alcuni media tedeschi che citano un rapporto interno trasmesso alle Forze armate tedesche (Bundeswehr) redatto dal vice addetto militare dell’ambasciata tedesca a Kiev. “Quasi nessun pezzo dell’equipaggiamento tedesco di grandi dimensioni è completamente adatto alla guerra”, avrebbe dichiarato l’addetto militare. Secondo il rapporto, ad esempio, “il Leopard 1A5 è affidabile”, ma “a causa della sua debole corazza, viene spesso utilizzato solo come mezzo d’artiglieria improvvisato”.

  • Domenica delle Palme: un’altra strage di Putin nel colpevole silenzio di Trump

    Trump ha ottenuto un evidente risultato con i colloqui con Putin: intensificare in modo esponenziale l’attacco russo contro l’Ucraina con la conseguente morte di decine e decine di civili, tra i quali molti bambini, e il ferimento di molte altre decine di persone inermi ed ancora la distruzione di molte strutture e civili abitazioni.

    Ottimo risultato quello del presidente americano, che in campagna elettorale blaterava di poter fare finire la guerra in un giorno e che da quando è presidente ha creato una serie di danni epocali all’economia e reso ancora più drammatica e insanguinata la guerra in Ucraina.

    Solo in un giorno, la domenica delle Palme, i russi hanno fatto a Sumy, una città ucraina, circa quaranta morti, salvo aggiornamenti che potrebbero far aumentare il numero delle vittime, tra le quali anche bambini per non parlare delle decine di feriti.

    Fino a quando il presidente americano continuerà a parlare senza concludere, quando capirà che ora, non domani, è il momento di prendere decisioni serie, drastiche, per aiutare il popolo ucraino e che Putin è un nemico delle libertà, della democrazia, del diritto e delle regole?

    O forse continuerà ad essere obnubilato dalla sua simpatia per Putin e da una miope visione economica che lo ha già portato, salvo fare in parte marcia indietro, a colpire il suo maggior alleato occidentale, l’Europa?

    Mentre il primo ministro inglese e vari leader europei, denunciando la barbarie dello zar russo, si spendono per cercare di dare al presidente ucraino il maggior sostegno possibile Trump continua a tacere, un silenzio sempre più colpevole.

  • Redde rationem

    Da quando, un mese fa, Trump ha proposto  a Putin la tregua, che già l’Ucraina aveva accettato incondizionatamente, e che lo zar aveva fatto intendere avrebbe, almeno in parte, preso in considerazione la Russia ha invece scagliato una nuova pesantissima offensiva contro la popolazione civile ucraina con la conseguenza di un rilevante numero di morti e feriti tra i quali molti bambini.

    In un mese settanta missili di vario tipo, 220 droni e più di seimila bombe guidate hanno colpito parchi gioco, condomini, luoghi pubblici creando nuova distruzione e sono state colpite anche centrali energetiche lasciando al buio e al freddo decine di migliaia di civili.

    Tutto questo con buona pace del presidente americano che in un giorno avrebbe, secondo lui, fermato la guerra e che continua, a parole, a rammaricarsi dei tanti morti sul campo di battaglia ma che non ha ancora intrapreso nessuna seria iniziativa per portare Mosca al redde rationem.

    Da molti paesi, non dagli Stati Uniti, arrivano dichiarazioni e promesse di nuovi consistenti aiuti ma l’Ucraina ha necessità immediata di mezzi per contrastate le bombe, i missili, i droni che arrivano dal cielo e questi mezzi non arrivano.

    Trump comprende la grave responsabilità che si assunto con le sue affermazioni che non hanno ottenuto alcun  risultato, comprende che Putin non è un uomo al quale si può parlare in modo coerente? Probabilmente no visto che quanto ad incoerenza i due sono molto simili.

    Per tutti l’unica vera speranza è che i soldati ucraini continuino a combattere con fierezza e che la Nato, l’Europa, siano sempre più coesi ed armati e diano subito a Kiev gli aiuti necessari.

  • Maggiore chiarezza cinese

    Se anche il governo cinese nega di aver inviato suoi cittadini a combattere in Ucraina tutti sappiamo bene che per uscire dalla Cina occorre un’autorizzazione, un passaporto, e si eseguono una serie di controlli ed è perciò decisamente improbabile che decine di cinesi, se non sono centinaia, abbiano potuto raggiungere la Russia per arruolarsi, nella guerra contro l’Ucraina, senza che qualche autorità ne fosse al corrente.

    Volontari, o mercenari che dir si voglia, possono raggiungere la Russia o l’Ucraina da qualunque paese democratico dove vi è la libertà, ma se i soldati o gli aspiranti soldati arrivano in Russia dalla Corea del Nord, dalla Cina o da altri paesi dove vige un regime autoritario questi non possono essere usciti senza il consenso della rispettive autorità.

    Stiamo infatti parlando di un numero considerevole di cinesi e non di singoli casi isolati che fortunosamente potrebbero essere riusciti a scappare.

    Inoltre la nota amicizia ed alleanza che, da qualche anno, e cioè da qualche mese prima dell’invasione dell’Ucraina, si è consolidata tra Pechino e Mosca, è una concreta prova che il dragone non è affatto neutrale come ha tentato di far credere.

    Oggi che, dopo i dazi americani, la Cina si rivolge all’Europa sperando in nuovi rapporti economici l’Europa dovrebbe avere la capacità e la forza di chiedere al presidente cinese maggiore chiarezza sui suoi comportamenti verso l’Ucraina e la guerra scatenata da Putin e un suo concreto intervento per garantire che dalla Cina non siano più inviati in Russia uomini ed armi.

  • Cristiana Muscardini scrive al Direttore del TG2 Antonio Preziosi

    Dott. Antonio Preziosi

    Direttore TG2 – Rai

    Milano, 4 aprile 2025

    Egregio Direttore,

    venerdì 4 aprile il telegiornale di Rai 2 delle 20,30, da Lei diretto, non ha fatto cenno ai 14 morti e 59 feriti della città Ucraina di Kryvyi Rih, morti causate da un missile balistico russo, né dei 5 morti e 32 feriti della città di Kharkiv, sempre causati dagli attacchi russi.

    Queste notizie sono state invece correttamente date da altri telegiornali RAI.

    Se questa mancata informazione agli ascoltatori del Suo telegiornale è dovuta ad un errore è molto grave, ma se si dovesse trattare di una scelta politica sarebbe ancora più grave. Le chiedo pertanto di chiarire, non tanto e solo a me ma agli utenti, le ragioni della grave mancanza di corretta informazione avvenuta.

    Resto In attesa di Suo cortese e dovuto riscontro,

    Cristiana Muscardini

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