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Benessere animale o macellazione rituale?

Secondo la normativa europea è data  facoltà ai singoli di Stati Membri di legiferare in senso più restrittivo rispetto alla macellazione rituale, anche se la Commissaria Kyriakides ha ricordato il “considerando” n. 18 del regolamento: la deroga al divieto generale di abbattimento senza stordimento riconosciuta alle macellazione rituale “mira a garantire la libertà di religione, anche mediante le pratiche e l’osservanza dei riti”.
L’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sancisce che  “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti. Il diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”.
Tenuto conto di quanto scritto nell’articolo 10 si continua a non comprendere come possa essere autorizzata, nei macelli degli Stati membri, la macellazione rituale che vieta lo stordimento dell’animale prima della macellazione. La macellazione rituale, infatti, avviene per dissanguamento tramite sgozzatura, l’animale non deve essere stordito e perciò è pienamente consapevole di quanto gli succede e muore nel terrore, quasi sempre appeso a testa in giù per agevolare il dissanguamento.

Siamo pienamente convinti che nessuno debba essere impedito a praticare la sua religione di riferimento ma questa non può essere in contraddizione con le norme di convivenza civile che regolano la vita dei Paesi dell’Unione, Paesi che singolarmente ed insieme hanno emanato leggi a tutela del benessere animale.

La macellazione senza stordimento provoca all’animale non solo dolore ma anche vero e proprio terrore scatenando una quantità di adrenalina che può diventare nociva anche per coloro che ne mangeranno le carni.

In Europa vi sono norme che regolano il trasporto degli animali, i metodi di allevamento e di macellazione, tramite stordimento, per evitare inutili sofferenze, che, nel terzo millennio, si debba ancora, in Europa, parlare di macellazione rituale è un obbrobrio ed un controsenso.

Se consentire riti religiosi arriva a significare che si possono aggirare le leggi, o modificarle per fare tutto quello che si ritiene attenga a riti religiosi, di fatto si può arrivare a giustificare anche le menomazioni  sessuali femminili, alcune religioni, infatti, ufficialmente smentiscono di consentirle ma poi accettano che si pratichino o non fanno nulla per contrastarle.

La civile convivenza passa dall’accettazione e rispetto delle leggi dei Paesi nei quali si abita e non nello stravolgimento delle leggi che gli stessi paesi sono praticamente costretti a fare in nome di un pretestuoso rispetto di riti religiosi.

Se per alcuni è così importante nutrirsi di cosiddette carni pure, e cioè carni di animali morti dissanguati dopo essere stati sgozzati ed appesi a testa in giù, senza prima essere storditi, vivi e senzienti, a cuore battente, importino queste carni dai paesi dove questa abominevole pratica di macellazione è consentita.
Conciliare la protezione degli animali con certi riti, che poco hanno a che vedere con un vero precetto religioso, è impossibile e  sappiamo che vi sono anche persone che macellano sui balconi delle case.

Purtroppo è altrettanto noto che è proprio sgozzando gli animali che alcuni imparano a sgozzare le persone.

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