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Gli strumenti ideologici: il contante

Il depotenziamento, nel millennio attuale, degli storici modelli ideologici e politici e al tempo stesso la sostanziale sconfitta della imposizione di sistemi massimalisti (crollo del Muro di Berlino) ha trasferito una nuova vis ideologica e di propaganda verso nuovi “strumenti ideologici” finalizzati sempre al raggiungimento dei medesimi obiettivi politici anche se già sconfitti dalla storia del 900.

In altre parole, si cerca di conseguire gli obiettivi non raggiunti nel secolo scorso attraverso l’utilizzo di “strumenti ideologici” finalizzati alla realizzazione di quel modello di Stato e delle sue prerogative.

Uno dei più ridicoli strumenti utilizzati a tal fine è quello della lotta al contante che vede in prima linea partiti ed economisti supportati ovviamente dal sistema bancario. L’adozione di questa strategia adottata dai partiti viene indicata addirittura come un elemento qualificante dello stesso posizionamento valoriale dei sostenitori quando invece ne conferma il semplice scollegamento dalla conoscenza elementare del fenomeno della evasione fiscale.

E’ di queste ore la transazione che il gruppo Exor ha firmato con l’Agenzia delle Entrate nel quale il gruppo ex-torinese si impegna al pagamento di 949 milioni di euro a causa della contestazione della esterovestizione fiscale del gruppo*. Una cifra che, già da sola, rappresenta quasi il 10% di quei 10 miliardi che il governo ha intenzione di recuperare dall’evasione fiscale come risorse necessarie a contenere l’impatto devastante della escalation dei costi energetici per le imprese e le famiglie.

Contemporaneamente la scellerata strategia economica adottata tanto del Governo Conte 2 quanto da quello in carica caratterizzata dal riconoscimento di bonus fiscali ad un settore prevalente (edilizia) si sta dimostrando come la più grande truffa coniata dai vertici governativi (ministro Gualtieri e Presidente Conte) e dalle decine di consulenti e dirigenti della burocrazia ai danni dello stesso Stato. Dalle indagini della Guardia di Finanza solo fino ad ora i termini della truffa hanno raggiunto i 4,5 miliardi di euro. Con i soli due episodi di accertamento si sarebbero già raggiunti i 5 miliardi e 449 milioni che rappresentano il 54% di quell’obiettivo finanziario indicato dal governo Draghi.

In questo contesto emerge evidente come il problema dell’evasione fiscale sia completamente svincolato dalla problematica di un tetto ai contanti la cui stessa limitazione è stata già due volte contestata dalla Bce**.

Lo stesso istituto europeo ricordava come lo Stato debba essere terzo rispetto alle forme di pagamento e non privilegiare la moneta elettronica con una fiscalità di vantaggio (cash back e lotteria degli scontrini).

In questo contesto, quindi, si diceva come la somma della transazione pagata da Exor unita al parziale risultato delle indagini relativa alla truffa dei bonus fiscali arrivi appunto a 5 miliardi e 449 milioni di euro, pari ad oltre 4 miliardi e 500 milioni di caffè privi dell’emissione dello scontrino contemporaneamente da tutti i bar d’Italia per oltre 488 giorni oppure a circa 82 milioni e 560 mila capi venduti sempre senza l’emissione di alcuno scontrino fiscale.

La lotta al contante si dimostra così, ancora una volta, un risibile strumento ideologico in mano a chi non possiede le capacità minime per comprendere le dinamiche dell’evasione fiscale né per altro intende apprenderle.

Sicuri di una ritrovata vis ideologia la quale, invece, da sempre copre come una calda coperta gli imbarazzanti limiti intellettuali dei propri sostenitori.

* la cifra per la chiusura del contenzioso generalmente rappresenta circa un 20/30% della somma contestata

** la stessa Bce pensa di superare i differenti limiti nell’utilizzo del contante tra gli Stati membri adottando la soglia per tutti di diecimila (10.000) euro

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