Attualità

Il fil rouge tra Mes e PNRR

Come sempre la politica italiana degenera in uno spettacolo poco edificante sul dibattito relativo ad uno strumento finanziario eccezionale, come dovrebbe essere il Mes.

Questa nuova forma di sostegno straordinario di finanzia pubblica europea rappresenta, andrebbe sempre ricordato, l’estrema ratio in caso di una crisi finanziaria di un determinato Stato appartenente all’Unione Europea.

In altre parole, il Mes o ex Fondo Salva Stati, i cui dirigenti godono comunque di uno scudo penale e civile, interviene con l’obiettivo di fornire risorse straordinarie ad uno Stato che non riesca più a finanziarsi attraverso le emissioni di titoli del debito pubblico.

Contemporaneamente viene riconosciuta, sempre al medesimo organismo, anche la possibilità di imporre allo Stato richiedente l’adozione di misure fiscali eccezionali una sorta di patrimoniale sugli immobili o ricchezze private o un aumento della pressione fiscale con l’obiettivo di riportare ad un nuovo equilibrio il rapporto debito pubblico/PIL anche attraverso una sua ristrutturazione.

Risulta assolutamente fuori luogo, quindi, anche solo immaginare di utilizzare queste risorse straordinarie del Mes per sostenere interventi di aumento della dotazione finanziaria nella sanità pubblica o per fronteggiare eventuali crisi bancarie.

Si aggiunga poi, e proprio in considerazione dell’utilizzo degli stessi fondi straordinari europei del PNRR destinati solo ad interventi infrastrutturali per accrescere a produttività del sistema economico italiano, come invece vengano utilizzati per finanziare metrobus cittadini (5/600 milioni a Padova) o per il rifacimento di scalini di parchi pubblici (Trentino Alto Adige).

L’effetto complessivo emerge evidente, lasciando così inalterato il quadro complessivo e competitivo del sistema economico italiano.

Tornando, quindi, al Mes il governo in carica correttamente non lo ratifica, consapevole ed allarmato da una classe politica e dirigente in grado di utilizzare uno strumento straordinario e trasformarlo in ordinario ma con straordinari effetti negativi (fiscali) per i cittadini.

Anche solo partendo da una banale analisi relativa all’utilizzo dei fondi straordinari del PNRR si evidenzia il cristallino tradimento della sua funzione istitutiva, per la sola responsabilità dello stesso governo quanto delle giunte regionali e comunali.

Quindi, in considerazione di questa accertata irresponsabilità, il solo ipotizzare un utilizzo di queste risorse straordinarie ed emergenziali per sostenere la spesa pubblica sanitaria o per una crisi bancaria determinerebbe sicuramente una ristrutturazione del debito, a suon di patrimoniali ed aumento della pressione fiscale, esattamente come avviene ora con il PNRR.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio