Il valore contemporaneo
Alla fine di una campagna elettorale che ha rappresentato il livello più basso ed infimo di un degrado culturale ormai inarrestabile, durante la quale si sono sparate soluzioni strategico-economiche prive di qualsiasi copertura e soluzioni assolutamente inattuabili sotto il profilo normativo, nessuno ha centrato la propria attenzione sullo sviluppo economico che si traduce in prodotti di alto livello ed espressione di una articolata filiera. A tal fine si ricorda per l’ennesima volta come non esista più l’azienda a ciclo completo come, allo stesso modo, un singolo prodotto risulti essere la sintesi di diversi know how i quali, ciascuno per le proprie competenze, professionali e industriali, concorrono alla creazione del prodotto finale.
In questo senso quindi, per una volta, va riconosciuto al settore dello sci alpino, al quale sono particolarmente legato, dimostrare anche attraverso la semplice comunicazione la scelta valoriale che rappresenta una delle poche ed ultime possibili vie di sviluppo, tanto nel breve ma soprattutto nel medio e lungo termine.
La scelta di certificare infatti, e contemporaneamente di comunicare, il valore del Made in Austria come un valore e quindi attribuirgli un valore anche economico rappresenta una scelta intelligente ed anche strategicamente importante soprattutto a tutela delle più diverse professionalità che concorrono alla realizzazione dello sci. Non possono certamente le semplici politiche di apertura dei mercati rappresentare la soluzione per una crescita economica ma la tutela dei prodotti nazionali nella loro massima espressione all’interno di mercati liberi, i quali tuttavia non possono ma soprattutto non devono sottovalutare il peso del dumping sociale, economico e fiscale all’interno di un mercato che si definisce aperto alla concorrenza. Mercati quindi che abbiano un impianto normativo che sappia tutelare ogni espressione industriale, professionale e culturale in quanto i prodotti rappresentano l’espressione culturale contemporanea della conoscenza ma anche del progresso culturale, tecnologico e quindi storico di un paese. A conferma di questa definizione di prodotto, semplicemente a titolo di curiosità, basti pensare a quanti brand dei diversi settori merceologici cerchino, attraverso la propria strategia di comunicazione, di dimostrare una supposta o reale storia industriale come un valore aggiunto al prodotto attuale.
Viceversa, nessuno in questi mesi di campagna elettorale ha parlato della tutela del Made in: non i partiti, non gli economisti, non gli accademici. Un atteggiamento e soprattutto una mancanza di attenzione in quanto tale scelta risulta espressione di una società assolutamente distonica rispetto alle aspettative del mercato, pur all’interno di una continua evoluzione. Il marchio austriaco di sci Blizzard infatti oggi risulta di proprietà del gruppo italiano Tecnica di Giavera del Montello il quale ha recentemente visto l’ingresso con il 40% del fondo di investimento industriale Italmobiliare, un fondo italiano che si occupa di investimenti industriali. Quindi, anche per quella che viene indicata come la naturale evoluzione dei gruppi industriali familiari che si devono aprire agli investimenti di fondi privati con questo nuovo asset l’azienda madre considera strategica la valorizzazione del Made in come fattore fondamentale, storico e tecnologico per assicurarsi con successo sui mercati globali un posizionamento di alto di gamma.
Una struttura moderna dimostra perciò come la sintesi del valore storico, unita alla certificazione e alla tutela normativa della filiera a monte come a valle, riesce ad assicurare la creazione del valore stesso, definendo ed attribuendo attraverso tale scelta strategica un valore assolutamente contemporaneo alla definizione di Made In che nello specifico si dimostra made in Austria.
Ancora una volta l’economia reale risulta molto più avanti di coloro che pretenderebbero di definirla persino nelle sue dinamiche future e soprattutto governarla.